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L’inaugurazione e l’apertura dell’evento al grande pubblico il 1° maggio 2015, avvenute tramite una cerimonia trasmessa dai media e pubblicizzata a livello globale, hanno rappresentato, finalmente, l’inizio di questa grande sfida non solo per l’Italia ma per tutto il mondo. Molte sono state le ansie, le aspettative e le speranze nutrite nel corso di questi ultimi anni di preparazione in vista dell’evento e non sono mancate, e continuano a non mancare tuttora, critiche aspre e ostacoli al suo raggiungimento. La situazione politica, economica e governativa italiana ha avuto un ruolo preponderante in tutto questo facendo ricadere le conseguenze di alcune decisioni e azioni sulla reale fattibilità dell’evento. Nonostante questo, l’apertura del sito espositivo al mondo ha rappresentato in parte la fine di queste preoccupazioni e l’inizio di una grande avventura e di un percorso di conoscenza ed esplorazione. La visita ad EXPO 2015 ha permesso di

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toccare con mano l’oggetto delle ricerche e degli studi effettuati fino ad ora per la realizzazione di questo elaborato trasmettendomi un’immagine più chiara, concreta e diretta di quello che è davvero EXPO e della posizione occupata dalla Francia in tutto questo. Da un punto di vista pratico e logistico, il sito di grande ampiezza è perfettamente accessibile tramite diversi sistemi di trasporto (linee ferroviarie e metropolitane tra quelli maggiormente utilizzati). L’area si presenta disposta sulle due vie principali (Cardo e Decumano) lungo le quali si dispongono i maestosi padiglioni dei vari paesi partecipanti individuabili ed esplorabili tramite mappe od indicazioni immediatamente intuitive. L’accesso ai padiglioni è spesso regolato e suddiviso in flussi sulla base del numero di visitatori per permettere loro di vivere un’esperienza a 360° con facilità e agevolezza. Il padiglione francese si trova, appunto, lungo il Decumano nelle vicinanze di Piazza Italia, il punto di incrocio delle due vie. L’entrata al padiglione, anche in questo caso monitorata sulla base del flusso e del numero di visitatori, avviene in due tappe principali. Una iniziale, all’esterno del padiglione, dove è allestito un grande spazio verde nel quale, attraverso una sorta di labirinto naturale, si è condotti alla scoperta delle colture che più caratterizzano le campagne francesi. Coltivazioni quali mais, grano, frutta e verdura vengono riproposti sotto forma di grande orto botanico il quale mette in esposizione i principali prodotti offerti dal settore agroalimentare francese. All’interno di questa grande area verde si trovano, inoltre, grandi schermi che propongono ai visitatori video e immagini delle pratiche di coltivazione e di raccolta tradizionali. La stretta vicinanza tra colture tradizionali ed innovazione e tecnologia è percepibile già in questa prima fase ed introduce il visitatore alla parte centrale di questo viaggio verso l’esplorazione del messaggio che la Francia vuole trasmettere con la sua partecipazione e a toccare con mano gli elementi portati avanti dal paese a questo scopo. La prima sensazione che si percepisce entrando all’interno della struttura è estremamente avvolgente, di pienezza come se si entrasse in un mondo al contrario. La struttura stessa del padiglione è difatti concepita come un appezzamento di terreno capovolto e le pareti giocano un ruolo centrale in tutto questo. L’insieme di elementi, di messaggi, di prodotti e la vegetazione stessa ora spuntano e nascono letteralmente dal soffitto e attorniano il visitatore. Il visitatore è inebriato da una valanga di elementi e sensazioni: dai prodotti del settore della pesca, ai latticini, al vino per passare poi ad approfondimenti su temi di ricerca, analisi di laboratorio, per approdare allo sport e all’arte della cucina con utensili e specialità proprie alle diverse regioni francesi,. A ciò si aggiunge la presenza di suoni, odori, profumi atti a riproporre

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e trasportare se possibile ancora di più in un’altra dimensione: all’interno di una cascina produttrice di vini, in una cantina, o ancora in una cucina o in un allevamento. L’esperienza diventa così totalizzante in quanto consente l’immersione piena e totale in una realtà parallela e lontana. Il messaggio che la Francia vuole dare è di forte impatto e viene trasmesso concretamente sia tramite immagini o parole che scorrono su schermi apposti alle pareti o al soffitto sia con la visione di video commentati accessibili e facilmente intuibili anche dai più piccoli. I video affrontano temi quali la malnutrizione e il sovraconsumo di cibo, fenomeni che possono trovarsi paradossalmente all’interno della società di un medesimo paese; o ancora, la problematica relativa al forte spreco di cibo e, in relazione a questo, la Francia propone soluzioni efficaci ed innovative portanti principalmente su una rivoluzione nei metodi distribuzione delle grandi catene alimentari. L’accento posto sulla sostenibilità e su diversi metodi di coltivazione è altrettanto forte quali, citiamo, ad esempio l’utilizzo di pesticidi naturali o metodi per la massimizzazione del rendimento dei terreni in vista soprattutto di una forte crescita della popolazione mondiale che si prevede possa raggiungere i 9,5 miliardi di persone negli anni a venire. Le proposte portate avanti dalla Francia risiedono nella promozione della diversità delle colture, nell’agricoltura di precisione, nella diminuzione e nel riciclo delle derrate alimentari non utilizzate o in eccesso. Accenno va fatto, in questo caso, alla recente legge approvata in materia di sprechi alimentari iscritta all’interno del più ampio progetto di transizione energetica per la crescita “verde” portato avanti dal Ministero dell’Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile e dell’Energia e adottato il 26 maggio 2015 dall’Assemblea Nazionale che permetterà alla Francia di contribuire nel modo più efficace possibile alla lotta contro le preoccupazioni legate alla situazione climatica (in particolare riscaldamento climatico ed emissione di gas a effetto serra) e di rafforzare l’indipendenza energetica andando a bilanciare al meglio le diverse fonti di approvvigionamento. Nel particolare, questa nuova legge contro gli sprechi alimentari prescrive alcune regole basi da applicare alla gestione delle derrate alimentari invendute dalle strutture operanti nella grande distribuzione alimentare (con un’estensione superiore ai 400 metri quadrati) donandole ad istituti di carità od, in alternativa, destinandole all’alimentazione animale o cedendole per la fabbricazione di composti per l’agricoltura o ai fini della valorizzazione energetica. Le critiche a queste disposizioni, tuttavia, non sono mancate e provengono proprio dagli attori principali della grande distribuzione i quali affermano che già molti accordi con associazioni umanitarie sono stati presi in materia e che, comunque, lo spreco alimentare derivante dall’attività dei

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grandi centri di distribuzione rappresenta solamente il 5% dell’intero tasso di spreco alimentare nazionale. La nuova legge punta, in aggiunta, alla riorganizzazione della distribuzione di alimenti e della loro conservazione nelle fasi di trasporto. Le cifre riguardanti lo spreco alimentare in Francia al momento parlano di una media di 20/30 kg di spreco alimentare all’anno a persona con una perdita economica considerevole pari a circa 20 miliardi di Euro. Questa legge punta a dimezzare questi numeri da qui al 2020.

Infine, la Francia con il suo padiglione mette in mostra i prodotti tipici della propria cucina e delle proprie tradizioni. Partendo dal presupposto che proprio in Francia vi sono tassi di obesità piuttosto bassi e controllati rispetto a tutti gli altri paesi del mondo, diventa questa l’occasione per il paese di dedicare ampio spazio alla propria cucina e alle proprie usanze. I visitatori al termine di questo viaggio dei sensi avranno modo, infatti, di gustare direttamente alcune delle principali specialità della gastronomia francese, in particolare, assistendo alla produzione e metodi di lavorazione delle famose boulangerie o con degustazione di vini, formaggi e marmellate tipiche francesi.

Da un punto di vista più generale, le aspettative riguardanti l’evento non sono state disattese. Tutt’altro. L’impressione ricevuta è stata molto positiva ed i messaggi trasmessi, da alcuni padiglioni in maniera maggiore piuttosto che da altri, molto forti. Lasciando il sito espositivo il senso di arricchimento sia culturale che morale è evidente e porta a riflettere sulle ricadute che questo evento possa avere oltre che quelle prettamente economiche, attrattive e mediatiche altrettanto, inevitabilmente, molto presenti. Personalmente, l’esposizione dà un immagine chiara ed efficace di quello che è l’intento generale in relazione al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Molti paesi stanno già dando prova dei loro sforzi sul campo, tra questi appunto la Francia, e penso sia un chiaro segno che la volontà di cambiare c’è e che misure in materia possono essere prese tramite la collaborazione di più attori, governativi e non. Questo rappresenterebbe un passo avanti per l’umanità intera e per il benessere del nostro Pianeta.

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