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Gestione delle risorse d’acqua in Francia

LA FRANCIA AD EXPO

4.3. Focus tematici sulla partecipazione francese ad Expo

4.3.4. Gestione delle risorse d’acqua in Francia

Ultimo ma non meno importante è la posizione che la Francia assume nei confronti di un’altra sfida fondamentale oggetto di analisi e programmi comuni a tutti gli stati del mondo. Obiettivo da raggiungere entro il 2015, centrale al progetto portato avanti da Millennium Campaign, la gestione delle risorse d’acqua rientra nei piani di azione di gran parte degli stati firmatari, tra cui, appunto la Francia. Expo 2015 diventa, ancora una volta, l’opportunità per la Francia di far conoscere al mondo l’esperienza e i risultati ottenuti in questo campo, come motivo di espansione e di ispirazione in realtà più lontane e svantaggiate. Diversi sono gli attori coinvolti nel panorama francese riguardante l’organizzazione delle risorse acquifere, a partire dallo Stato per scendere ad un livello sempre più dettagliato alle regioni, dipartimenti e comuni fino ad assumere la forma di un controllo decentralizzato per essere in grado di monitorare ciascun aspetto gestionale riguardante l’utilizzo e la protezione di bacini d’acqua, sia artificiali che naturali.

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Ministère de l’Agriculture de l’Agroalimentaire et de la Forêt, Pacte National de Lutte contre le

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L’attuale organizzazione conta ormai 50 anni di esperienza, a partire dalla legge del 1964, quando la gestione delle risorse idriche è stata organizzata a partire dai bacini idrografici con la messa in campo di tre grandi principi, allora innovatori, riguardanti la gestione decentralizzata dei grandi bacini, un’azione coordinata e congiunta dei vari attori coinvolti e l’istituzione di strumenti finanziari ad agevolare gli interventi in questo settore. Questa legge subirà nel corso del tempo, fino ad oggi, numerosi cambiamenti tesi alla modernizzazione e all’innovazione fino ad integrarsi, in ultima analisi, a livello più ampio, europeo e comunitario, con le politiche nate in materia. La Direttiva-Quadro Europea sulle Acque, risalente al 2000, ha posto infatti le basi per un sistema legislativo sulla gestione dei bacini idrici sotto forma di azione collettiva e comune a tutti i paesi membri dell’Europa. Partendo dal principio secondo il quale «l’acqua non è una merce di scambio come le altre, ma un patrimonio che bisogna proteggere, difendere e rispettare come tale»96, questa legislazione intende porre l’accento su un aspetto troppe volte trascurato nelle attività di organizzazione direttamente collegate al territorio e alla protezione degli ecosistemi. La DQA si pone l’obiettivo di raggiungere, entro il 2015, una buona amministrazione, a vari livelli, delle risorse idriche superficiali, sotterranee e costiere, focalizzandosi in particolar modo sul miglioramento della qualità delle acque

in termini di inquinamento e rifiuti chimici. A proposito, in Francia è stato istituito nel 2006 l’Office National de l’Eau et des

Milieux Aquatiques (Ufficio Nazionale dell’Acqua e degli Ambienti Acquatici) le cui missioni si orientano verso quattro diversi ambiti: lo sviluppo di un flusso di informazioni circa i sistemi idrici, oltre che su ecosistemi e ambienti acquatici; esso si impegna in un’azione di monitoraggio delle acque, inclusi l’utilizzo e il rispetto delle regole esistenti a proposito; interviene, infine, a livello territoriale, controllando lo stato di salute delle acque offrendo un vero e proprio appoggio tecnico in termini strutturali e

di salvaguardia delle risorse. L’attuale gestione delle acque in Francia si basa su uno schema ben delineato

costituito da sei assi portanti. Ciascuno affronta uno specifico aspetto relativo alla questione mettendo in luce nuove proposte e soluzioni ai fini del generale miglioramento del presente funzionamento. Alla base si trova, innanzitutto, il concetto di decentralizzazione secondo il quale «la politica francese dell’acqua è definita e coordinata a livello nazionale ma è decentralizzata a livello dei grandi bacini

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Office International de l’Eau, Organisation de la gestion de l’eau en France, 2009, France, http://www.oieau.org, p. 5: «l’eau n’est pas un bien marchand comme les autres, mais un patrimoine qu’il faut protéger, défendre et traiter comme tel».

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idrografici»97. L’analisi del territorio è dunque fondamentale per poter individuare e focalizzarsi su specifiche aree geografiche e delineare, a partire da queste, un piano di azione espressione dell’impegno congiunto di diversi attori. L’approccio che questo intervento si propone è multilivello e totalmente integrato. Esso vuole, infatti, monitorare lo sviluppo ed i cambiamenti propri agli ambienti ricchi di risorse acquifere, dalla formazione iniziale all’utilizzo ultimo a cui questa risorsa può essere destinata. Si includano in questo caso, ad esempio, gli ecosistemi acquatici, le problematiche legate all’inquinamento, allo studio e alla prevenzione di eventuali rischi idrogeologici, lo spreco di acqua nel corso delle azioni giornaliere delle persone. A monte, esiste, pertanto, tanto un sistema di coordinamento e concertazione quanto lo stanziamento di finanziamenti per l’implementazione degli interventi ad opera dei Comitati e dei Prefetti dei bacini e delle Agenzie dell’Acqua. È indispensabile, in quest’ottica, la presenza di una chiara ripartizione di compiti e responsabilità a livello, nazionale e pubblico, da una parte, e privato e territoriale, dall’altra. È il caso, nel particolare, della gestione dei servizi municipali di depurazione e di erogazione di acqua potabile affidati, la maggior parte delle volte, a istituti pubblici decentralizzati, i quali si occupano della gestione sia diretta che delegata delle risorse acquifere e della loro distribuzione sul territorio. Due sono i piani che regolamentano la gestione delle acque in Francia: il cosiddetto Schema Direttore sull’Organizzazione e della Gestione delle Acque (SDAGE: Schémas Directeurs de l’Aménagement et de Gestion des Eaux) e lo Schema sull’Organizzazione e sulla Gestione delle Acque (SAGE: Schémas d’Aménagement et de Gestion des Eaux). Il primo, istituito a partire dal 1992, è basato su un intervento specializzato a seconda delle caratteristiche dei singoli bacini idrografici e che abbraccia una serie di obiettivi ambientali e sostenibili in associazione a ciascun ambiente acquatico. Il 2015 è l’anno preposto al raggiungimento di un buon stato di “salute” delle risorse idrografiche, prevenendone degrado, sprechi e forme di contaminazione. Il SAGE parte, invece, infine, dalla definizione di perimetri idrografici per la stesura di documentazioni a portata giuridica e legislativa. Esse fissano degli obiettivi collettivi di sfruttamento della risorsa, della sua valorizzazione e relativa protezione quantitativa e qualitativa.98 L’importanza affidata alla gestione di questa risorsa dimostra come la Francia sia pronta ad esporsi in primo piano su temi concernenti l’utilizzo del bene in diverse tipologie di

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Office International de l’Eau, Organisation de la gestion de l’eau en France, 2009, France, http://www.oieau.org, p. 7: «la politique française de l’eau est définie et coordonnée au niveau national mais elle est décentralisée au niveau des grands bassins versants»;

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territorio e di realtà. EXPO diventa spunto per pensare a nuove soluzioni in questo campo e per studiare nuovi metodi per i quali la Francia appare pronta a dare il proprio contributo e a condividere le proprie conoscenze in materia.

Al termine di questa panoramica dettagliata circa la partecipazione francese all’evento, gli aspetti specifici messi in campo dalla Francia sembrano assumere un ruolo importante ed indispensabile nei confronti della comunità internazionale con la quale il paese si confronta. Sorge ora spontanea la domanda sul risultato a cui tutto ciò possa portare sia nell’immediato futuro che negli anni a venire. Sarà proprio questo il compito della quinta ed ultima parte dell’elaborato, nella quale il tentativo principale sarà quello di pensare ad una Francia post EXPO e a come le filiere del settore agroalimentare francese si prepareranno ad affrontare le nuove ed importanti sfide del futuro.

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PARTE V

IMMAGINARE UNA FRANCIA POST-EXPO: