• Non ci sono risultati.

Primo pilastro: la tecnologia applicata all’agroalimentare

LA FRANCIA AD EXPO

4.2. Gli elementi di partecipazione della Francia all’evento: les quatre piliers

4.2.1. Primo pilastro: la tecnologia applicata all’agroalimentare

Il primo pilastro che la Francia erge sul campo di EXPO è inerente alla tematiche di food security in parte affrontata nei precedenti capitoli. Il concetto è prevalentemente collegato ad un aspetto quantitativo della problematica. Previsioni riguardanti la forte crescita demografica a cui si assisterà negli anni a venire sommate ad una prevista e contemporanea estensione del processo di urbanizzazione dei territori, ivi inclusa

77

Discours de M. Le président de la République, 26ème Salon Internationale de l’Elevage, SPACE 2012, Rennes

- Mardi 11 septembre 2012, http://www.elysee.fr, p. 3 «Pour nourrir le monde, toutes les agricultures de tous les pays doivent être mobilisées mais la nôtre est de notre responsabilité. Nous devons aider les autres pays à produire davantage. Nous devons nous-mêmes saisir l’opportunité, parce que nous sommes un grand pays agricole et moins exposé que d’autres aux risques climatiques. […] Notre agriculture a donc un rôle majeur à jouer dans la fourniture de denrées agricoles et dans l’équilibre des marchés mondiaux».

113

l’espansione delle reti urbane, la costruzione di nuovi edifici, la conseguente estinzione di potenziali terreni coltivabili, pongono le basi per un futuro del settore produttivo agricolo e per un’offerta alimentare globale sempre più ostacolati e messi in pericolo da uno scenario cupo e preoccupante. Lo stravolgimento dell’ambiente nel quale l’uomo vive e si muove significa allo stesso tempo condurlo ad una modificazione ed un adattamento dei propri comportamenti ed abitudini in relazione allo spazio esterno. È questo il risultato che la storia dell’uomo e delle civiltà hanno insegnato: fin dai primi processi di industrializzazione e dalle rivoluzioni industriali, con il conseguente abbandono delle campagne e l’incremento della popolazione nelle grandi città, per proseguire verso un progressivo allargamento delle superfici urbane a scapito dell’attività agricola e del valore ed importanza di quest’ultima nella bilancia economica del paese, lo scenario dei paesi è mutato inesorabilmente e con esso i loro popoli. Da una parte, ciò che è stato innanzitutto messo in discussione è l’accesso a zone agricole e coltivabili, considerata la costante riduzione degli spazi utilizzabili a questo scopo. Inoltre, gran parte di questi territori si estendono nei paesi in via di sviluppo, nei quali le basi per lo sviluppo e la crescita di un’attività agricola redditizia vengono a mancare o sono messe a repentaglio da una gestione disorganizzata e priva delle competenze necessarie per operare sul campo. Da qui ne consegue che la rivalorizzazione dell’attività agricola passa anche e soprattutto attraverso programmi di formazione di nuovi agricoltori per renderli consapevoli e capaci, non solo, ovviamente, in tecniche agricole, ma anche per quel che concerne pratiche commerciali, di trattamento e modificazione dei prodotti. Dall’altra parte, invece, i cambiamenti nella situazione economica e commerciale hanno portato le comunità di consumatori a mutare le loro abitudini alimentari in funzione del loro nuovo stile di vita o dell’ambiente in cui interagiscono. Ecco lo scenario che si sta imponendo: città sempre più affollate caratterizzate da ritmi di vita frenetici dove il valore del cibo, la presenza di pasti regolari nel corso della giornata viene sempre meno. Ciò che viene a mancare è, oltretutto, il fattore di convivialità tipico dei pasti consumati in compagnia a condividere lo stesso cibo seduti attorno a un tavolo. Oltremodo, in questo nuovo panorama, dominato oggigiorno dalla cultura del consumismo, si riscontrano sempre di più casi di persone che sviluppano un rapporto sbagliato con il cibo e sono vittima di eccessi e di false promozioni o pubblicità, la cui attrazione può spesso risultare fatale. All’opposto di questa psicologia controversa legata al consumo di alimenti, si trovano quelle numerose realtà dove, al contrario, l’accesso a fonti di cibo o acqua è fortemente

114

ostacolato da fattori quali il clima, la situazione politica ed economica del paese, politiche sanitarie precarie, una cattiva gestione nella distribuzione delle derrate alimentari a disposizione o della conservazione delle stesse, mancanza di quegli strumenti basilari per una vita sana ed una nutrizione regolare. È il caso dei paesi in via di sviluppo o sottosviluppati su cui si focalizza l’azione della Francia nell’ambito di Expo. Indissolubilmente legato all’aspetto quantitativo della produzione e del consumo di risorse alimentari è, per concludere, la problematica legata agli sprechi in campo alimentare operata sia volontariamente dall’uomo sotto forma di rifiuti giornalieri come avanzi dei pasti o prodotti mal conservati, sia come il risultato di ostacoli relativi ai meccanismi di trasporto e deposito delle materie prime.

L’azione della Francia in tal senso punta al raggiungimento di molteplici risultati. Constatato che, secondo le stime effettuate dalla FAO, «nel 2050 l’umanità conterà più di 9 miliardi di individui, cioè 2 miliardi in più rispetto al 2013 […e] che per rispondere a questi nuovi bisogni la produzione alimentare mondiale dovrebbe aumentare del 3% l’anno entro il 2030»78, l’obiettivo principale è quello di contribuire ad un incremento

della quantità prodotta. Tuttavia, questo è realizzabile non solo attraverso la messa a coltura di nuovi terreni, vista la scarsità dei territori coltivabili, ma attraverso la messa a punto di nuovi meccanismi che possano innalzare la capacità ed il rendimento produttivi dei terreni. Ed è qui che fa la sua apparizione il fattore tecnologia, ricerca e innovazione. Una corretta gestione di questi elementi permetterebbe di arrivare agli effetti sperati e di poter così coniugare e fondere tra loro le tecniche e pratiche agricole tradizionali con i risultati della ricerca scientifica per ottimizzare il processo produttivo in tutti i suoi aspetti, dal controllo sulle sementi, al monitoraggio del sistema produttivo, alla genetica applicata agli animali. Ad operare in questo settore sono i numerosi istituti di ricerca francesi impegnati nello studio dei vari specifici aspetti concernenti il campo della produzione agricola e alimentare, e non solo. Tra questi si ricordino ad esempio l’INRA (Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica) che si occupa di disponibilità e sicurezza alimentare per il futuro della popolazione mondiale cercando di “contribuire alla riduzione dei gas a effetto serra di origine agricola, favorire l’adattamento dell’agricoltura e delle foreste ai cambiamenti climatici non reversibili”79

e di studiare come l’uomo interagisce col mondo che lo circonda; l’Istituto Nazionale di Ricerca in

78

Pavillon France e Ambassade de France en Italie, Cartella Stampa, Firma del Contratto di

Partecipazione della Francia, Esposizione Universale di Milano 2015 “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, Roma, 13 settembre 2013, http://www.ambafrance-it.org, p. 6-7;

79

http://institut.inra.fr: «contribuer à la limitation du gaz à effet de serre d’origine agricole, favoriser l’adaptation de l’agriculture et des forêts au changement climatique non réversible».

115

Scienze e Tecnologia per l’Ambiente e l’Agricoltura (IRSTEA) che dà avvio ad un sistema di ricerca basato sulla creazione di forme di cooperazione con le politiche pubbliche, organismi di ricerca e università; l’Istituto di Ricerca per lo Sviluppo (IRD) che pone un particolare accento sul comportamento dell’essere umano in relazione a diverse tipologie di ambiente in vari paesi in Africa, Medio-Oriente, Asia, Mediterraneo e America Latina e lavora per incentivare lo sviluppo sociale e culturale dei paesi sottosviluppati; l’Istituto Nazionale della Salute e della Ricerca Medica (INSERM) con un focus sulla ricerca in ambito sanitario per la salute ed il benessere dell’uomo; CIRAD che si occupa nello specifico della ricerca agronomica finalizzata allo sviluppo

agricolo dei paesi del Sud del mondo.