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2.1 La Politica Agricola Comune

2.1.1. Struttura della PAC

La PAC è oggi strutturata su tre misure principali: sostegno al mercato, sostegno

al reddito e sviluppo rurale. La prima dimensione, riguardante il mercato agricolo, include tutti i fattori che

vanno ad influenzare sia l’attività di produzione che di commercializzazione. Il mercato agricolo è sottoposto costantemente a spinte considerevoli provenienti dall’esterno e risente in maniera altrettanto forte dell’intervento di fattori quali condizioni metereologiche avverse, che possono mettere a repentaglio l’intera attività non permettendo al settore di potersi velocemente adattare ad eventuali variazioni nella domanda del bene. Va, in aggiunta, considerato l’inevitabile effetto sui prezzi che queste condizioni possono provocare arrecando ulteriori difficoltà al settore estremamente vulnerabile, come si è visto, ad ogni minimo cambiamento nei fattori ad

esso direttamente o indirettamente correlati. Sulla base di quanto presentato, l’intervento delle istituzioni europee in materia

appare assolutamente necessario. A questo si ricollega appunto il secondo punto concernente il sostegno al reddito dei produttori. In questo caso sono state messe in campo misure finanziarie tese ad un aiuto diretto ai produttori assicurando loro un salario minimo di base oltre ad altre importanti misure, quali i pagamenti diretti che

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costituiscono al contempo uno dei due pilastri della PAC che verrà analizzato in dettaglio successivamente.

Ultimo capo di azione è quello dello sviluppo rurale, compito che però viene delegato principalmente a livello nazionale e regionale con il conseguente coinvolgimento dei singoli Stati Membri, cofinanziatori dei progetti in questione, al fine di poter organizzare al meglio i vari interventi e rispondere così alle singole casistiche e casi specifici. Nonostante l’intento iniziale della PAC sia infatti quello di fornire all’ambito agricolo europeo linee guida generali ed il più possibile eque per tutti per garantire pari opportunità di lavoro e di sviluppo, andare ad indagare ogni singola specificità è altresì importante per poter mettere in pratica le misure adatte a migliorare quella particolare situazione per il benessere generale in tutto il quadro europeo. D’altronde, la coesistenza di politiche agricole proprie a ciascuno Stato non sarebbe oltremodo realizzabile in quanto creerebbe forti disparità di azioni, idee ed intervento. L’azione sinergica e coordinata di tutti gli Stati è indispensabile per affrontare problematiche ed ostacoli comuni, nonché poi la condivisione e lo scambio di informazioni fruttuosi per la crescita economica di tutti gli ambiti coinvolti e

dell’economia generale dell’Europa. Questi tre settori di intervento della PAC sovrastano all’organizzazione più

specifica di questa politica che poggia su due pilastri principali: - il sistema dei pagamenti diretti e misure di mercato, finanziato dal Fondo

Europeo Agricolo di Garanzia (Feaga) che eroga sostegni su base annuale non cofinanziati;

- lo sviluppo rurale, finanziato dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo

Rurale (Feasr) per programmi cofinanziati anche da Stati Membri. Per quanto riguarda il primo pilastro, la funzione dei pagamenti diretti è quella di

accompagnare e sostenere il settore garantendo «una certa stabilità a livello di reddito e salvaguardando le aziende dalle fluttuazioni dei prezzi»9. Questo sistema può prevedere sia pagamenti unici, ossia una tipologia di finanziamento prevista a prescindere dai tassi quantitativi di produzione, sia sostegni specifici diretti a quelle attività agricole che portino, oltre ad un incremento della produzione, effetti positivi di tipo ambientale e sociale che possono consistere ad esempio in una maggiore attenzione nel trattamento degli animali, attenzione all’ambiente o alla qualità del bene. Con misure di mercato, si intendono invece, quegli ulteriori aiuti, comprensivi di aiuti finanziari e norme

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regolatrici, messi in atto al fine di proteggere il settore e le aziende al sopraggiungere di ostacoli alla produzione quali calamità naturali o condizioni climatiche sfavorevoli che vadano a danneggiare irrimediabilmente il raccolto e per garantire l’attribuzione di un

adeguato valore aggiunto del prodotto da parte del mercato. Il secondo pilastro verte invece su iniziative di sviluppo rurale «finalizzate a

mantenere la vitalità delle campagne tramite programmi di investimento, modernizzazione e di sostegno ad attività – agricole e non – nelle zone rurali»10. Questo sarà possibile con azioni volte all’incremento della competitività dei diversi settori in modo da renderli più forti di fronte alla concorrenza internazionale, investendo in rinnovamento, estensione e sviluppo o ancora rivalorizzando le filiere e permettendo una buona gestione degli spazi rurali e dell’ambiente in generale. Come si può capire dall’analisi precedente, dunque, i finanziamenti provengono esclusivamente dall’Unione Europea, nel caso del primo pilastro, e cofinanziamenti con i singoli stati membri, nel caso del secondo. In totale, ad oggi, ben il 40% del bilancio dell’UE è destinato alla PAC risultato, tuttavia, di una rapida diminuzione nel corso degli ultimi 30 anni che ha

visto la parte di bilancio per finanziare queste operazioni ridursi del 30% circa. Da un punto di vista complessivo, la PAC ha saputo evolversi e di volta in volta

aggiornarsi adattandosi a nuovi contesti sociali, economici e politici per dare vita ad un corpus di programmi e progetti tesi ad abbracciare e sostenere il settore agricolo europeo a 360 gradi. Gli agricoltori sono i primi destinatari e beneficiari di questa politica e rappresentano allo stesso tempo i fautori della stessa i quali mettono in atto, quotidianamente nelle loro azioni ed attività, le linee guida definite da questa politica. Le loro competenze sul campo hanno permesso a questa politica di modellarsi e ampliare i propri confini per rispondere così a nuove esigenze e per affrontare nuove scommesse. Gli agricoltori devono essere pronti ad accettare queste nuove sfide e sapersi aggiornare e mettersi in gioco ogni volta. Essi sono impegnati in una duplice direzione: oltre che in quella della produzione, diventano al contempo «gestori dell’ambiente rurale […] e assicurano così un bene pubblico»11

. Questo include, oltremodo, rivestire un ruolo importante nella salvaguardia della biodiversità e dell’ambiente e nella gestione delle risorse utilizzate nelle coltivazioni, nonché nell’adozione di pratiche sostenibili e rispettose per le piante. La PAC vuole, in

10 http://www.politicheagricole.it, (ultima consultazione: dicembre 2014); 11

Commissione Europea, Un partenariato tra l’Europa e gli agricoltori. La politica agricola comune

dell’UE: per la nostra alimentazione, le nostre campagne e il nostro ambiente, 2014, http://ec.europa.eu ,

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aggiunta, assicurare il proseguimento dell’attività e la trasmissione delle pratiche di generazione in generazione e prevenire così l’esodo rurale. I sostegni di questa politica puntano anche alla costituzione di buone relazioni commerciali tra i vari attori della filiera incentivando ad esempio la creazione di associazioni di produttori o altri tipi di organizzazione per favorire la comunicazione ed incrementare così il potere di mercato e i guadagni.