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Mangiare meglio per vivere meglio

3.2.1 Gli attor

3.3.3. Mangiare meglio per vivere meglio

Il tema della salute e del benessere e del ruolo fondamentale che questi fattori rivestono se in connessione con gli alimenti assunti dall’organismo acquista, nel contesto Expo, una rilevanza particolare. Ma non solo; esso è spunto per presentare un’altra diretta conseguenza di questo panorama legata alla necessità di istruire le persone circa una corretta alimentazione al fine di evitare, appunto, problemi di salute e

migliorare così i loro stili di vita. Gli effetti negativi che possono prodursi a seguito di un’alimentazione sregolata

hanno, a loro volta, un impatto che si irradia in altre circostanze della vita di tutti i giorni di un individuo. Gli aspetti che si ritrovano direttamente compromessi riguardano tutti quei meccanismi che si innescano al sorgere di una disfunzione o malattia nell’organismo. Con ciò si intenda, ad esempio, i costi di cura delle malattie non solo per il soggetto colpito ma anche per l’intera comunità; il costo, più personale ed intimo, dell’affrontare le malattie stesse e quindi la sofferenza nell’accettare la problematica insorta; infine, ad un livello generale, per la società nel suo insieme, la perdita di capacità produttiva ed industriale con una conseguente diminuzione degli introiti

provenienti dal settore commerciale e turistico. Anche in questo caso le vie da intraprendere per una possibile risoluzione delle

differenti casistiche richiedono un percorso lento ma costante. È innanzitutto importante, ad un primo stadio di analisi, la riflessione circa le malattie provocate da un’errata somministrazione degli alimenti. La scelta, la varietà, il numero dei pasti, le calorie assunte sono i fattori determinanti che, qualora fossero mal gestiti, potrebbero portare all’insorgere di malattie legate all’obesità, ossia problemi cardiovascolari, ipertensione, diabete, e nei casi estremi invece, nelle realtà più disagiate, dove l’accesso alle risorse essenziali per il sostentamento risulta compromesso, a casi di malnutrizione

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con conseguenti alti tassi di mortalità soprattutto durante i primi anni di vita. In questo senso sta agendo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la quale ha stilato nel 2013 una serie di obiettivi da raggiungere entro l’anno 2020 in materia di malattie, salute e benessere per il miglioramento della salute per tutti e la riduzione delle diseguaglianze, attraverso una più efficace leadership e governance per la salute fondate sulla partecipazione64. Questo documento esplora i vari scenari innescati dall’insorgere di malattie individuando quattro sfere sulle quali attuare un’azione a più livelli dal benessere individuale della persona fisica, a strategie di educazione e promozione alimentare, per passare alle attività dei servizi sanitari ed infine al supporto nelle realtà maggiormente disagiate le quali più risentono degli effetti creati da disfunzioni e malasanità. In particolare, l’OMS ha previsto una diminuzione delle malattie legate alla malnutrizione e problemi infantili entro il 2020 di almeno il 15%. La caratteristica principale che emerge dal documento è la presa di coscienza che ogni problematica richiede un approccio diversificato e che, pertanto, è necessario uno studio approfondito di ciascuna di esse per poter mettere a punto il piano d’azione più adatto per agire. Nonostante questa diversificazione nei modelli e nelle possibilità di azione, Health 2020 stabilisce «un obiettivo comune ed una responsabilità condivisi»65. Partendo dal presupposto che «nessun paese da solo può sfruttare il potenziale dell’innovazione e del cambiamento, né affrontare le sfide per la salute e il benessere, […], la necessità per i paesi di agire insieme diventa sempre più importante»66. Expo intende, pertanto, offrire uno spunto per riflettere sui fattori che portano alle manifestazioni di queste malattie, per quanto concerne nello specifico quelle legate a diete ricche di grassi o a quegli stili di vita caratterizzati dall’assenza di attività fisica, e porsi come esempio verso l’imposizione di stili di vita più sani e nutrienti.

Ulteriori soluzioni e nuovi orizzonti proposti per cambiare la situazione attuale, come già sottolineato, riguarderanno altri campi della vita degli individui. L’alimentazione influenza gli stili di vita, e lo stile di vita è a sua volta determinato da una serie di fattori direttamente o indirettamente collegati al fattore alimento. Si è in precedenza accennato alla problematica relativa ad un’assenza, nella vita quotidiana, di movimento od attività sportiva. In tutto ciò, possono fortemente influire le infrastrutture

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World Health Organization, Health 2020: a European policy framework supporting action across

government and society for health and well-being, 2013, http://www.euro.who.int;

65

Ivi, p. 12: «a common purpose and a shared responsibility»;

66

Ivi, p. 12 «no country in isolation can harness the potential of innovation and change or resolve the challenges to health and well-being, […],the need for countries to act together becomes ever more important ».

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urbane nelle quali l’individuo si muove e vive. L’ambiente urbano, in quest’ottica, può influenzare il modo e le abitudini delle persone di muoversi e spostarsi nello spazio, con che mezzi o attraverso quali tipologie di ambiente. «L’ambiente urbano, la concezione delle città e la gestione del territorio esercitano un’influenza considerevole sullo stato di salute fisica e mentale degli esseri umani»67 e sulla base di questo è necessario mettere a punto strategie di costruzione urbana innovative che possano incentivare uno stile di vita sano e mutarsi, in ultima analisi, in benessere aggiunto per i suoi cittadini. Gli interventi strutturali avviati da Expo costituiscono l’esempio di riqualificazione urbana atta alla creazione di un ambiente più vivibile oltre che sostenibile per i suoi abitanti e

visitatori. Diffusione di malattie legate all’alimentazione significa allo stesso tempo costi di

sanità maggiori che alla lunga vanno a pesare sulle tasche della comunità in termini di servizi ed assistenza sociale. Sono, questi, casi di esternalità negative, ossia casi nei quali un fattore va a creare effetti negativi su altri individui oltre a quelli direttamente interessati senza che questi ricevano alcun indennizzo. Le dinamiche innescate da una cattiva alimentazione possono provocare problemi su scala maggiore ed indirettamente su altri individui. Questi costi sociali non vanno per questa ragione trascurati in quanto

intaccano negativamente il livello di benessere della popolazione. Uno dei principali attori in questo contesto sono le aziende operanti nel settore

agroalimentare che si occupano della distribuzione e della vendita di prodotti sul territorio. L’attività di queste aziende si focalizza sul cliente mettendo in pratica strategie di vendita atte a rispondere alle attese e ai bisogni di quest’ultimo. Ad un primo sguardo, sembrerebbero dunque i clienti coloro che indirettamente manovrano il mercato il quale deve adeguarsi alle richieste e alle volontà del pubblico. Pur tuttavia, in presenza di situazioni caratterizzate da irregolarità ed eccessi nell’alimentazione, questa tendenza dovrebbe in qualche modo invertirsi. Le imprese operanti nel settore dovrebbero, infatti, mobilitarsi verso una ristrutturazione dell’offerta e proporre cibi più salutari per incentivare i consumatori a mangiare diversamente e a cambiare i loro stili di vita. Le aziende, in sintesi, dovrebbero cominciare a rivestire il ruolo di educatori per

istruire la clientela ad abitudini diverse e soprattutto più sane. È proprio su quest’ultimo elemento riguardante l’importanza dell’educazione

alimentare che si concentrerà la seconda parte di questo approfondimento concernente

67

Le développement du thème, 2012, http://www.bie-paris.org, p. 132 : «le milieu urbain, la conception des villes et l’aménagement du territoire exercent une influence considérable sur l’état de santé physique et mentale des êtres humains ».

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le abitudini alimentari e gli stili di vita. Poter offrire gli strumenti adeguati per modellare il proprio stile di vita su comportamenti salutari sta diventando una sfida che sempre più gli istituti di formazione quali università, strutture scientifiche specializzate, istituti di formazione scolastica sono pronti ad affrontare. Questi sono gli attori fondamentali che giocano nel campo dell’educazione nutrizionale uniti nel comune obiettivo di rinforzare le fondamenta sulle quali costruire un valido sistema di circolazione delle informazioni e conoscenze in ambito alimentare e dei prodotti che vengono acquistati e consumati. I consumatori devono poter disporre «di informazioni certe e (saperle) tradurre in stili di vita coerenti che siano a garanzia del loro benessere»68, tanto nei paesi industrializzati quanto in quelli sottosviluppati o in via di sviluppo dove le premesse per mettere a punto dinamiche di questo tipo, nella maggior parte dei casi, sono mal gestite o addirittura inesistenti. Le abitudini alimentari più diffuse e maggiormente pubblicizzate dal mercato non prendono in considerazione eventuali implicazioni di natura culturale: questi modelli di consumo vengono, infatti, proposti ed “imposti” in società culturalmente diversificate le quali hanno difficoltà nel comprendere a fondo le qualità e le conseguenze della loro inclusione nelle loro abitudini quotidiane. Queste casistiche propongono uno scenario di vera e propria progressiva contaminazione delle tradizioni culinarie ed agroalimentari specifiche dei popoli e delle culture mettendo a rischio la loro esistenza e trasmissione nel tempo di generazione in generazione. Un accesso alle reti di informazione in campo alimentare che permetta a ciascuno di conoscere le qualità e caratteristiche del prodotto è fondamentale per rendere i consumatori consapevoli circa le eventuali conseguenze che l’assunzione di quel particolare tipo di prodotto possono provocare e lasciare loro così

spazio di scelta e decisione autonome. Gli istituti scolastici giocano un ruolo importante nella diffusione delle

informazioni e nell’istruzione a stili di vita ed abitudini sane sin dai primi anni di vita. Molte sono le iniziative che li riguardano, basti pensare al progetto “Frutta nelle scuole”69

per capire come sia possibile educare tramite esperienze di questo genere i bambini ed i ragazzi in fase di apprendimento. Expo vuole agire ancora di più in questa direzione, non solo promuovendo una conoscenza più approfondita degli alimenti ma farlo tramite le scuole, centri di ricerca, istituti scientifici, manifestazioni ed università verso un’ulteriore valorizzazione di questi importanti mezzi distributori di conoscenze e

68

Le développement du thème, 2012, http://www.bie-paris.org, p. 145: «de bonnes informations et sachent les traduire en styles de vie cohérents et assurent ainsi leur bien-être»;

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cultura per «trasformarli in luogo privilegiato di formazione di base che integri nozioni sull’alimentazione e traggano vantaggio delle opportunità offerte dai pasti scolari»70

. L’educazione in campo alimentare potrebbe avere effetti positivi in molte sfere della vita degli esseri umani e dell’ambiente stesso. Da una parte, infatti, un’adeguata educazione sarebbe una valida arma di prevenzione contro l’insorgere di disturbi legati alla cattiva alimentazione come obesità, diabete, problemi cardiovascolari ed incoraggerebbe i consumatori ad adottare gesti quotidiani più sani non solo durante i pasti ma anche nel tempo libero praticando attività sportive e movimento. Dal punto di vista ambientale, invece, considerando come il fenomeno della globalizzazione faccia sentire i suoi effetti anche nel modo in cui si mangia proponendo modelli sempre più standardizzati e meno variegati, è importante diffondere un’educazione alla biodiversità al fine di proteggere la varietà e riproduttività delle specie nei loro ecosistemi ed ambienti naturali ed assicurare al consumatore allo stesso tempo la possibilità di godere

di pietanze diversificate. Per concludere, affinché questi sforzi creino gli effetti sperati, è necessario

sviluppare nell’allievo la capacità di poter recepire le informazioni e poterle tradurre nella maniera più efficace e veloce possibile. Tutto ciò riguarda la sfera sensoriale, della degustazione e del piacere il cui sviluppo, soprattutto nei primi anni di vita, risulta essenziale per comprendere l’importanza ed il valore del cibo e delle sue qualità, per sapere differenziare i sapori, combinarli e mescolarli, per creare nuove pietanze ed imparare a sfruttare le potenzialità offerte dai cibi più sani e salutari.