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Quarto pilastro: le tradizioni alimentari frances

LA FRANCIA AD EXPO

4.2. Gli elementi di partecipazione della Francia all’evento: les quatre piliers

4.2.4. Quarto pilastro: le tradizioni alimentari frances

Il quarto ed ultimo pilastro, espressione della partecipazione francese ad EXPO, tratta, infine, tematiche inerenti il rapporto che l’essere umano intrattiene col cibo, le motivazioni che lo portano ad esternare taluni comportamenti e le conseguenze estreme che la trascuratezza di questi aspetti può apportare alla vita dell’uomo. La Francia partecipa ad EXPO anche per ricordare che il cibo, in tutta la storia e nelle tradizioni celate dietro di esso, è fonte di piacere e che come tale va valorizzato, coltivato, trasmesso e preservato. Le mete ad ora perseguite concernevano sforzi nell’aumento della produttività, nello sviluppo di pratiche più sostenibili e nella creazione di una governance globale che guidasse e favorisse la cooperazione internazionale per mettere fine alla fame e alla povertà nei paesi sottosviluppati. Agli imperativi del “produrre di più, meglio ed in modo diverso”, si aggiunge ora un ultimo campo di intervento che riguarda la sfida del “mangiare in modo diverso”. Un’altra espressione che dentro di sé racchiude uno spettro di visioni, azioni e possibilità. In primo luogo, essa annuncia l’atto del nutrirsi, così fondamentale per il sostentamento umano e determinante per la sua capacità ed energia di muoversi nello spazio ed interagire con gli altri esseri umani. Questa condizione si pone, in partenza, come fondamentale alla costruzione di qualsiasi tipo di rapporto sociale, culturale e commerciale. Da questo primo stadio, si passa subito al “mangiare”, ma è necessario farlo “in modo diverso”. L’affermazione appare, qui, dunque, nella forma di una vera e propria constatazione circa lo stato attuale dei fatti. Esse rende pienamente l’idea di un mondo che sta evolvendo che, ad ogni

croissance économique, à créer des emplois, à assurer la stabilité financière, à favoriser l'intégration sociale et à mettre la mondialisation au service de nos populations».

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momento, perde ed acquista qualcosa del passato, del presente e del futuro. Il cambiamento fa sentire i suoi effetti in modi diversi, sulla base del territorio o del paese sotto esame, eppure, in molti casi, porta a conseguenze estremamente contigue che mettono a rischio lo stato di salute dell’essere umano. Alcuni studi effettuati dalla FAO, mettono in evidenza come la quantità media di cibo e di calorie assunta dalle popolazioni dei paesi più industrializzati sia di due volte più alto rispetto ai paesi sottosviluppati (con particolare rilevanza nei paesi dell’Africa sub-sahariana)86

. E a generarsi è uno scenario sconcertante: da una parte, la perdita di valore del cibo sia da un punto di vista culturale e tradizionale, sia nelle quantità eccessive giornalmente consumate, oltre al reale fabbisogno, e nei conseguenti casi di sprechi di cibo. La cultura del consumismo, purtroppo, ha trovato un suolo fertile anche nel settore dell’alimentazione sconvolgendo drasticamente le abitudini alimentari dei consumatori, i quali, a loro volta, accolgono di buon grado i cambiamenti sopraggiunti ad agevolare i loro ritmi di vita veloci e stressanti. Si è assistito negli ultimi anni ad una veloce diffusione, prima nelle grandi città, e sempre più nei centri periferici e a livello globale, a forme di ristorazione street food, prêt-à-manger, fast food, i quali hanno poco a poco sgretolato il bagaglio di tradizioni culinarie e gastronomiche tipiche di una località o di un intero paese. Le problematiche legate ad un consumo eccessivo di cibi trattati e di origine spesso incerta non hanno tardato a rivelarsi. Le patologie quali obesità, sovrappeso, diabete, problemi cardiaci stanno diventando ormai comuni alle popolazioni di Stati Uniti, Cina, Messico, Germania, Russia ma anche Messico, India, Indonesia, pervasi da uno stile di alimentazione sempre più standardizzato e globalizzato. Poi, dall’altra parte, si trova il lato oscuro della medaglia, comprendente tutte quelle realtà e popolazioni dove l’assunzione giornaliera di cibo è minima, se non addirittura inesistente. Qui le malattie, prima di tutte la malnutrizione, hanno ben altra motivazione e appartengono a realtà apparentemente molto distanti, delle quali non vi sembra essere consapevolezza soprattutto nei paesi industrializzati. «Circa una persona su cinque è sottoalimentata; in Africa una su tre. […] [Inoltre], la metà delle persone sottoalimentate appartiene a nuclei familiari di piccoli agricoltori»87. La situazione di isolamento dai centri di produzione più attivi e dinamici economicamente e commercialmente rientra tra le cause principali di queste forme di indigenza, come se

86 http://www.fao.org, (ultima consultazione: gennaio 2015); 87

Pavillon France e Ambassade de France en Italie, Cartella Stampa, Firma del Contratto di

Partecipazione della Francia, Esposizione Universale di Milano 2015 “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, Roma, 13 settembre 2013, http://www.ambafrance-it.org, p. 12.

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queste realtà fossero vittima di una forza centrifuga che le spinge ai margini delle società più sviluppate. A questo si aggiunge, per di più, l’approvvigionamento da fonti naturali inquinate, l’acqua prima fra tutte, la cui carenza rende il fisico umano ancora più esposto e vulnerabile alle malattie. Comune ad entrambe le dimensioni opposte, eppure così legate, finora presentate, è invece la questione circa la tracciabilità e la sicurezza sanitaria degli alimenti in un sistema caratterizzato da scambi commerciali

internazionali e movimenti intensi di gruppi di persone di paesi diversi. In risposta ai rischi legati all’alimentazione ad ora presentati, la Francia decide di

agire esponendo nella vetrina di EXPO la propria cultura e le proprie tradizioni agroalimentari. Affermando un modello di alimentazione ed uno stile di vita salutare, il paese spera di ottenere un risultato più ampio per far comprendere l’importanza ed il valore di un’alimentazione sana e regolare. Non è un caso che l’arte gastronomica francese sia stata nominata patrimonio dell’UNESCO, identità culturale e sociale da preservare e perpetuare nel tempo e alle future generazioni. La Francia coglie questa occasione nell’intento di poter offrire, presentando il proprio modello alimentare, un esempio ed una soluzione a quei casi in cui la perdita inesorabile di specificità alimentare ha condotto ad una trascuratezza del proprio stato di salute fisica e mentale.