LA FRANCIA AD EXPO
4.3. Focus tematici sulla partecipazione francese ad Expo
4.3.1. Il modello alimentare francese
Primo fra tutti, quello maggiormente esposto è ovviamente il tema di EXPO, l’alimentazione e tutto ciò che ne consegue. L’approfondimento, in questo caso, riguarderà il modello alimentare francese, i ritmi che lo scandiscono, le ragioni che lo hanno portato a diventare così rinomato, diffuso ed imitato in tutto il mondo e le minacce che oggi deve affrontare di fronte ad un processo di soppressione delle identità e delle tradizioni. Nonostante i cambiamenti nella storia, nei consumi, nelle pratiche o rappresentazioni, si riscontrano delle caratteristiche che permangono nei comportamenti alimentari dei francesi, riguardanti tanto le modalità di consumo dei pasti, quanto la preferenza per alcuni ingredienti piuttosto che per altri. Il numero dei pasti nell’arco della giornata si mantiene abbastanza stabile a tre, durante i quali si osserva l’abitudine costante di consumarli ad orari specifici ogni giorno. Questo sincronismo nell’orario si preserva negli anni e scandisce, in questo modo, la giornata tipica dei francesi. Nella maggior parte dei casi, inoltre, si tratta di momenti condivisi con altri membri o della famiglia o del luogo di lavoro. Leggera inversione di tendenza si registra, invece, nel mondo giovanile ed adolescenziale, dove il consumo di tre pasti stenta ad affermarsi come sana abitudine giornaliera. Alcune statistiche condotte dall’Istituto Nazionale di Statistica e di Studi Economici (Insee) nel lasso di tempo dal 1985 al 2010, mostrano come il tempo dedicato al consumo dei pasti sia tuttavia aumentato nell’arco di questi anni, con un leggero vantaggio per gli uomini e con un incremento di tendenza dai 40 anni in su. Al contrario, l’attività ai fornelli perde posizioni, in relazione al periodo di tempo sopraindicato, con una diminuzione di ben circa 20 minuti rispetto agli anni ‘80. In questo ambito, fu lanciato nel 2011 in Francia il Programma Nazionale per l’Alimentazione (PNA)88, guidato dal Ministero dell’Agricoltura, dell’Alimentazione,
della Pesca, della Ruralità e della Gestione del territorio e tuttora in attività, suddiviso in 4 ambiti di intervento: l’alimentazione, i consumatori, gli attori delle filiere alimentari e la cultura legata alle tradizioni culinarie. Sono questi i temi sui cui la Francia ha già investito da tempo a livello nazionale e che trovano la loro più grande espressione durante l’esposizione universale. I fautori del programma mirano a realizzare importanti obiettivi in ambito alimentare quali il miglioramento dell’offerta alimentare, la diffusione di informazioni relative alle proprietà dei cibi, il sostegno alle comunità più
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Ministère de l’agriculture, de l'alimentation, de la pêche de la ruralité et de l’aménagement du territoire,
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emarginate della popolazione nell’assicurare loro l’accesso a pasti sostanziosi e la promozione della tradizione culinaria francese tramite l’esportazione del modello sullo scacchiere internazionale. Il programma fa leva, ai fini del raggiungimento dei suddetti obiettivi, su specifici campi d’azione ossia quello della giustizia sociale tramite la salvaguardia «del modello alimentare francese come fattore essenziale di legame sociale»89 e di solidarietà, su un dialogo più diretto al mondo dei giovani e sulla volontà di favorire l’attaccamento al territorio per piantare radici ancor più profonde nei luoghi d’origine di tali tradizioni. Il forte impegno dimostrato a supporto del modello alimentare francese rivela come il collegamento con gli altri settori dello sviluppo economico, in questo caso il settore IAA, sia di primaria importanza. Il mutare delle abitudini alimentari dei consumatori registrerebbe, difatti, forti ripercussioni anche a livello economico in quanto provocherebbe una vera e propria ristrutturazione delle filiere produttive. L’educazione alimentare si tramuta in uno strumento essenziale per indirizzare i bisogni del consumatore e modellare quel filo conduttore che guida la crescita economica legata ai processi produttivi e al modello alimentare che assume,
così, il ruolo di motore attivatore dell’economia francese. La sfida di fronte alla quale la cucina francese deve oggi dimostrarsi ancora una
volta più forte riguarda sia la capacità di aggiornarsi costantemente al mondo in evoluzione che circonda il consumatore, sia l’affrontare le più gravi minacce che mettono a repentaglio l’esistenza stessa della tradizione. Il cambiamento di fronte all’emergere di nuove abitudini alimentari non deve però scoraggiare il settore della ristorazione o della cucina francese tradizionali. Tutt’altro. Esso devono tramutarsi nell’origine di nuove forme di convivialità e di legami sociali nel tentativo comunque di preservare le basi tradizionali di partenza. L’avvento di un nuovo modo di alimentarsi, giorno dopo giorno, mette in discussione le fondamenta del modello francese caratterizzato dalla varietà dei componenti in tavola e dalla condivisione dei pasti come momento di convivialità, modello fautore di un consumo equilibrato di tutti gli alimenti. Le culture che si stanno via via affermando sono quelle del prêt-à-manger, dello street food che riducono il cibo a semplice merce di scambio sminuito sia nel valore che nella qualità. Per resistere alle tendenze del mondo contemporaneo, il modello alimentare francese deve saper dosare e studiare la propria reazione. L’assoluto rifiuto porterebbe, infatti, ad un isolamento quasi forzato della cucina francese, la quale si ritroverebbe alienata, ancora di più, dal mondo dei più giovani, coloro che sentono maggiormente
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http://alimentation.gouv.fr: «le modèle alimentaire français comme facteur essentiel de lien social», (ultima consultazione : gennaio 2015).
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l’attrattiva di queste nuove mode culinarie. La soluzione sta piuttosto nel tentativo di avvicinamento e nella volontà di rinnovamento dei propri schemi. Abbandonare l’idea che il concetto di tradizione sia legato a quello di immutabilità aprirebbe uno spiraglio di luce al settore, il quale, al contrario, deve essere pronto a sottoporsi a un processo di aggiornamento e a saper accettare con entusiasmo la modernità. L’abilità sta nell’adattare le proprie pratiche inestricabilmente legate ad un dato territorio alle nuove forme di commercio e nell’investire nelle nuove dinamiche che le caratterizzano, senza lasciarsi sopraffare o convincere che il cambiamento è significato di perdita di valore. La chiave risiede nello stanziare nuovi fondi nel settore R&D e nel sostegno alle aziende agroalimentari per dare loro nuova visibilità e slancio per l’esportazione del know-how di queste aziende all’estero. Questo mondo in evoluzione è anche caratterizzato non solo da intensi scambi commerciali ma da uno spostamento sempre maggiore di persone che decidono di lasciare il paese d’origine per le motivazioni più disparate. Non c’è dubbio che queste dinamiche abbiano anch’esse influenzato il panorama culinario dei paesi di destinazione, la cui cucina si è vista affiancare e a volte ha assistito alla nascita di originali creazioni ispirate a piatti esotici lontani geograficamente e culturalmente. L’incontro-scontro di pratiche gastronomiche diverse, ancora una volta, non deve essere considerato come fonte di competizione o lotta identitaria, piuttosto come un processo che possa creare effetti benefici ad entrambe le parti nella forma di un arricchimento reciproco. La Francia è l’esempio di come essa abbia saputo, anche in ambito alimentare, accettare la multiculturalità ed accogliere tradizioni diverse mescolandole con la propria. La diversità culturale della società francese si rispecchia in tavola e si tramuta in una vera occasione di scoperta e di esplorazione «dei percorsi individuali dei migranti e dei loro figli, come essi partecipano alle creazioni alimentari nel contesto francese, nel quadro della globalizzazione»90.
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Dossier de Presse, Le modèle alimentaire français: adaptation ou disparition? Fonds français
Alimentation & Santé, Colloque du 19 Novembre 2013, http://alimentation-sante.org, p. 13: «des parcours
individuels de ces migrants et de leurs enfants, comment ils participent à des créations alimentaire dans le contexte français, dans le cadre de la globalisation».
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