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Evoluzione e caratteristiche della normativa svedese

4.7 Quale futuro?

MODALITA’ DI VIAGGIO N°

7. La legge svedese che punisce l’acquisto di prestazioni sessuali Interviste agli esperti.

7.2. Evoluzione e caratteristiche della normativa svedese

Prostituzione e tratta sono temi a cui la politica criminale svedese dedica molta attenzione: questo è dovuto al ruolo particolarmente attivo dei movimenti femministi, al peso che viene attribuito alla protezione dei diritti umani, e alla consapevolezza, da parte dell’opinione pubblica, che queste attività vedono il coinvolgimento della criminalità organizzata.211

In Svezia, il passaggio dall'abolizionismo al neo-proibizionismo ha continuato una strada già imboccata negli ultimi decenni, caratterizzati dall’inasprimento delle leggi e dal rafforzamento delle azioni di polizia212. Attraverso la criminalizzazione del cliente, il neo-proibizionismo riprende le motivazioni abolizioniste volte a cancellare la prostituzione per diminuire la violenza contro le donne, per esprimere l’opposizione alla riduzione della donna ad oggetto sessuale ad uso e consumo                                                                                                                          

210Marella M., Bocca di rosa, Roxanne e le altre. Considerazioni in tema di sesso, mercato e

autonomia privata, in Pólemos, vol. 2, 2008, p. 35-72.

211 Di Nicola A., La prostituzione nell’Unione Europea tra politiche e tratta di esseri umani, Franco

Angeli, Milano, 2006, p. 94.

212 Danna D., Cattivi costumi: le politiche sulla prostituzione nell’Unione Europea negli anni novanta,

maschile, in un paese che trova motivo di grande orgoglio nel primeggiare su scala mondiale per indicatori di parità tra i due sessi213. Il fatto che si tratti di una forma di proibizionismo non spaventa lo stato svedese, che ha spesso adottato misure proibizioniste o semi-proibizioniste per contrastare i comportamenti ritenuti dannosi per la salute fisica dell'individuo come, ad esempio, il consumo di alcol o di droghe. Dagli anni ‘60 lo Stato svedese ha iniziato ad inserire nella sua politica quella che è stata definita la questione sulla parità di genere (Swedish gender equality discourse). Il dibattito ha portato ad una serie di modifiche, tra cui: lo sviluppo di un Ministero della parità (Ministry of Equal Status) e di una commissione parlamentare nel 1976, la creazione di un mediatore per le pari opportunità nel 1980214.

La ricerca in tema di prostituzione in Svezia si è, invece, particolarmente sviluppata tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta, quando sono stati condotti alcuni studi nell'ambito della sociologia del lavoro e delle discipline psicologiche, che collegavano l’espansione della prostituzione ad una commercializzazione della società, alla perdita di valori, e alla subordinazione delle donne. Mentre le “donne pubbliche” sono state nei secoli disprezzate per la loro attività, punite se trasgredivano gli obblighi e i divieti a cui erano soggette in qualità di prostitute, impedite nel frequentare alcuni luoghi o nel vestirsi in particolari modi che non rivelassero immediatamente la loro condizione, il cliente era solamente l’uomo qualunque, colui che usufruiva di un servizio, gloriandosi della sua virilità215.

L’iniziativa volta a criminalizzare gli acquirenti della prostituzione fu originariamente proposta dal movimento femminista svedese che, dai primi anni ottanta, ha ininterrottamente sostenuto che gli uomini che acquistano prestazioni sessuali da donne prostituite devono essere puniti e, al contrario, le donne che si prostituiscono devono essere considerate vittime della violenza maschile ed hanno, per questo motivo, il diritto di ricevere assistenza per sottrarsi a tale condizione. La scelta di criminalizzare il cliente e di considerare, invece, la donna come una vittima ha

                                                                                                                         

213 Ibidem.

214 Florin, C. and Nilsson, B. Något som liknar en oblodig revolution ...: Jämställdhetens politisering

under 1960- och 70- talen, citato da Svanström, Y. (2000) Policing public women. The regulation of prostitution in Stockholm 1812-1880, unpublished dissertation, Atlas Akademi, Stockholm, 2000.

ribaltato una logica storicamente orientata a punire le prostitute e a non considerare i loro utilizzatori.

Nel 1986, l’organizzazione nazionale dei centri per donne maltrattate (ROKS-

National Organization for Women’s Shelters in Sweden) ha incluso questa richiesta

nel piano di azione che viene proposto ogni anno alle parlamentari svedesi.

La ricerca sociale che mostra i danni della prostituzione per chi la pratica, nello specifico quella di Høigård e Finstad216 risalente al 1986, è stata alla base delle

proposte neo-proibizioniste che hanno avuto il primo momento di grande discussione pubblica nel 1995, quando le parlamentari di sei partiti (tutti tranne i moderati), lanciarono la proposta di vietare il commercio del sesso punendo i clienti.217

L’idea di criminalizzare i clienti per arginare il fenomeno della prostituzione, tuttavia, non venne subito accreditata, inizialmente, infatti, si scelse di agire sul fenomeno della domanda attraverso l’offerta di consulenze psicologiche e di terapie specifiche. Anche molti assistenti sociali svedesi si erano dichiarati non favorevoli al nuovo proibizionismo, sostenendo che la sparizione della vista delle prostitute avrebbe fortemente compromesso la loro possibilità di lavorare: alla fine, comunque, è dominata nel mondo politico la convinzione che i clienti commettono sempre un abuso e, pertanto, devono essere puniti per l’acquisto di servizi sessuali.218

Grazie all’intensa attività di lobby e di studio di politiche di alcune femministe impegnate, e con l’assistenza di parlamentari donne appartenenti a tutti gli schieramenti219, (nello specifico: Socialdemocratici, Partito di Centro, Sinistra Liberale, Verdi) la legge è passata in parlamento, è stata approvata ed è infine entrata in vigore il primo gennaio del 1999. Il testo della legge è redatto così come segue:

Una persona che si avvale di prestazioni sessuali occasionali dietro corrispettivo è condannata, a meno che l’atto non sia punibile dal Codice Penale Svedese, per l’acquisto di servizi sessuali ad una multa o alla reclusione per un massimo di un anno220.

                                                                                                                         

216 Høigård C., Finstad L., Backstreets. Prostitution, Money and Love, Cambridge, Polity Press, 1992. 217 Danna D., Donne di mondo. Commercio del sesso e controllo statale, Elèuthera, Milano, 2004,

p.161

218 Ibidem

La ragione di tale legge sta nel fatto che il fenomeno è considerato un abuso fisico, oltre che una manifestazione di disparità di genere, poiché la quasi totalità della domanda per servizi sessuali a pagamento deriva da uomini, e gran parte dell’offerta da donne. Chi si prostituisce, secondo il punto di vista vigente, si trova in una posizione di fragilità, sociale ed economica, senza poteri di negoziazione nei confronti del cliente: per questo motivo non può affermare di agire spontaneamente, in particolare, naturalmente, se la vittima è stata fatta espatriare clandestinamente ed è costretta a condizioni riconducibili alla schiavitù.

Il concetto nuovo che caratterizza la normativa svedese, quindi, è quello di considerare non commerciabile il corpo umano. Il cliente è perseguito perché causa un danno diretto alla persona dalla quale acquista servizi sessuali, e anche all’insieme delle donne come genere.

Nel codice penale svedese, era già punito lo sfruttamento della prostituzione, chiamato “lenocinio”. L’articolo così intitolato punisce “chiunque favorisca, o in

modo ingiusto sfrutti economicamente il fatto che un’altra persona intrattenga relazioni sessuali occasionali dietro compenso”221. Il lenocinio è dunque l'attività criminale di colui che a qualsiasi titolo tragga vantaggio economico dal meretricio di altre persone. Fino al 2002, anno di adozione di una misura specifica anche il reato di tratta rientrava nell’attività di lenocinio.

Il 6 marzo 2001, la commissione parlamentare sui crimini sessuali ha diffuso un rapporto sulle rettifiche riguardanti i crimini di natura sessuale contemplati dal Codice Penale, avanzando alcuni cambiamenti da attuare nei confronti dei crimini esistenti, tra cui il reato di lenocinio. La commissione ha, poi, suggerito di rettificare e rinforzare la legge che regola il divieto di acquisto dei servizi sessuali. La legge vigente, infatti, esclude la responsabilità penale degli uomini che regolarmente acquistano servizi sessuali dalla stessa donna prostituita.

La legge vigente non prevede, inoltre, situazioni nelle quali una persona ottiene e acquista servizi sessuali per conto terzi. La criminalizzazione di un tale comportamento, secondo Gunilla Ekberg, avvocato che ha lavorato al disegno di legge, renderebbe responsabili penalmente anche quelle organizzazioni che

                                                                                                                         

forniscono servizi di accompagnamento per i proprio clienti uomini o per i propri soci d’affari222.