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4.7 Quale futuro?

PROVENIENZA N° Edo State

Lagos State 8 Delta State 9 Imo State 1 Oyo State 1 Non specificato 13 TOTALE 87

Tab. 1: Area di provenienza.

Come si evince dalla tabella 1, infatti, l’area di principale provenienza è quella del sud-est della Nigeria, in particolare l’Edo State – con una netta prevalenza dell’area intorno a Benin City – ma anche le zone intorno a Warri (nel Delta State), e l’area urbana di Lagos. La popolazione dell’Edo State è costituita da una comunità storicamente imparentata con gruppi etnici che traggono le proprie origini o la loro discendenza dall’antico Regno di Benin. Il fenomeno del traffico è talmente radicato in questo territorio che una ricerca dell’UNICRI ha reso evidente che, a Benin City e dintorni, praticamente in ogni famiglia almeno un membro è coinvolto nel ruolo di vittima, sponsor, Madam o trafficante164.

Fig.1: Cartina politica della Nigeria

                                                                                                                         

Le informazioni fornite dalle vittime riguardo alla situazione familiare di provenienza evidenziano uno status socio-economico familiare piuttosto umile. Le difficili condizioni economiche della famiglia, a causa della precarietà del lavoro e dei bassi salari, e il decesso di uno o di entrambi i genitori, sono riportati nella maggior parte delle narrazioni.

Sono nata da una famiglia poverissima, la mamma è morta quando ero piccola, io non la ricordo nemmeno. Mio padre andava avanti tramite lavori saltuari, e spesso era a casa perché non trovava neanche quelli. La vita era dura, era difficile andare avanti, alla fine della scuola elementare sono stata costretta ad interrompere gli studi perché non c’erano soldi per pagare la retta. A quattordici anni lavoravo già vendendo bottiglie di acqua ai semafori, si guadagnava poco ed era stancante, ogni giorno trascorrevo ore ed ore sotto il sole, spesso per pochi naira, ma quello era l'unico modo per aiutare la famiglia.

STORIA 62

Mio padre morì quando ero una bambina, lasciando mia madre e dieci figli. Due di loro sono morti subito. La mamma ha lavorato occasionalmente come contadina, al fine di sostenere la nostra famiglia. Io ho frequentato l’asilo, ma non la scuola.

STORIA 6

Di fronte al precipitare delle condizioni economiche, il nucleo familiare subisce, generalmente, una rapida riorganizzazione e ridivisione dei compiti e i figli stessi contribuiscono attivamente al mantenimento della famiglia. Di solito le donne hanno un basso livello di istruzione, e talvolta sono completamente analfabete, e questo, presumibilmente, favorisce il loro coinvolgimento nel circuito della tratta.

L’approccio dei reclutatori con le potenziali vittime si caratterizza per essere un tipo di approccio personale: il contatto, cioè, avviene sempre tra singoli individui non è mai mediato da agenzie di lavoro o da pubblicità o annunci sui giornali165.

Nella quasi totalità dei racconti emerge, infatti, come la donna sia avvicinata da una persona che propone la partenza verso l’Europa con la prospettiva di un lavoro facile, sicuro e ben retribuito. Questa persona, in genere, non è un soggetto sconosciuto, ma o appartiene al nucleo familiare o intrattiene con il nucleo familiare legami amicali o                                                                                                                          

165 Prina F., La tratta e lo sfruttamento della prostituzione di minori e donne nigeriane in Italia, luglio

è, comunque, una persona nota nell’ambiente locale (cfr. tab. 2).

RECLUTATORE

Amico o familiare 20

Conoscente 35

Datore del lavoro (in Nigeria) 3

Sconosciuto 10

Passaparola 7

Non specificato 12

TOTALE 87

Tab. 2: La figura del reclutatore

Le ragazze chiamano sponsor, colui o colei che le avvicina, pubblicizza e finanzia il viaggio. In conformità a quanto raccontato, le modalità di persuasione si fondano principalmente sull’inganno, ossia sulla promessa di un lavoro “normale” in Europa (generalmente come parrucchiera per acconciature in stile africano, commessa, sarta o baby-sitter), facendo leva sulla prospettiva di poter guadagnare parecchio denaro in breve tempo e di essere, così, in grado di provvedere al benessere proprio e della famiglia. Il reclutamento iniziale avviene, di solito, in un luogo familiare alla vittima, come, ad esempio, la casa o il luogo di lavoro.

Un giorno, una conoscente di mia madre venne a trovarci a casa e vide in che condizioni vivevamo. Propose a mia madre che io andassi in Germania con lei per occuparmi dei suoi due figli e dei figli di suoi amici, in cambio di un compenso che avrebbe permesso alla mia famiglia di vivere in buone condizioni e a mia madre di curarsi. Noi accettammo. La donna comprò vestiti per i miei fratelli più piccoli, pagò le rette per la scuola dei miei fratelli e disse che sarebbe tornata in Germania, poi a prendermi dopo 3 mesi. Così fece.

STORIA 67

Un giorno una donna entrò nel negozio in cui lavoravo e chiese quanto era il mio stipendio. Ho detto 700 Naira, e lei mi ha detto che stava eseguendo un'attività analoga in Europa dove avrei potuto guadagnare tre volte tanto. Ci ho pensato un paio di giorni e poi ho deciso di accettare.

L’abilità del reclutatore risiede, quindi, nel fatto di saper cogliere i desideri e le esigenze della ragazza, fornendole una risposta pronta ed efficace. Appare evidente il fatto che i reclutatori procedano ad uno studio preventivo della condizione familiare ed economica delle potenziali vittime, cercando di contattare le ragazze che, presumono, possano accettare i rischi di un viaggio in un posto molto lontano, se messe di fronte alla prospettiva di un introito elevato.

L’immagine prevalente dell’Italia che emerge dai racconti delle ragazze, trasmessa in parte dai media, in parte dalla rete sociale, è quella di un paese caratterizzato, da diffusi livelli di benessere economico, in cui le prospettive di guadagno sono accessibili a tutti.166 Inoltre, il riferimento a connazionali “che hanno fatto i soldi in Italia” suggerisce l’idea che la scelta migratoria sia molto influenzata da un processo di similitudine con i membri della comunità di appartenenza che hanno avuto esperienza di migrazione.

La mia storia comincia quando un membro della mia famiglia, che noi chiamiamo zio, mi ha parlato di una nigeriana della mia città che vive in Italia, che ha fatto molti soldi e che cercava una babysitter per la sua piccola figlia. Lo zio ha detto che questa ragazza potevo essere io e che coi soldi guadagnati avrei potuto aiutare la mia famiglia.

STORIA 45

Molti fattori aumentano la vulnerabilità delle giovani e di conseguenza favoriscono la loro offerta come potenziali vittime della tratta di esseri umani. I più diffusi sono: la povertà e il desiderio di guadagnarsi da vivere e sostenere la famiglia, la mancanza di istruzione e la mancanza di accesso alla scuola; la mancanza di un lavoro dignitoso e, più in generale, di reali opportunità occupazionali. La scelta di intraprendere il viaggio, infatti, è sostenuta per molte dalla speranza di realizzare un percorso personale di autodeterminazione ed autonomia: il progetto migratorio ha obiettivi chiari e concreti che mirano sempre alla realizzazione di un miglioramento delle condizioni di vita.

                                                                                                                         

6.4.2. Inganno o consapevolezza?

La consapevolezza prima di partire sull’attività lavorativa che le attende in Italia è un punto molto controverso. Alcune recenti ricerche, come quella di Paola Monzini167 hanno evidenziato che molte donne sono a conoscenza già dal Paese di origine che si dovranno prostituire, anche se non sono consapevoli del modo in cui eserciteranno la prostituzione né delle condizioni cui saranno soggette.

Tuttavia, solamente una tra le donne nigeriane che compongono l’universo empirico di riferimento di questa ricerca ha affermato di essere a conoscenza del fatto che, una volta in Italia, sarebbe stata costretta a prostituirsi, altre, invece, esponendo la loro storia, hanno detto di sapere che molte ragazze nigeriane sono ingannate e costrette alla prostituzione nel nostro Paese.

Un giorno una mia amica di nome Queen mi disse che sua sorella di nome Sonia cercava delle ragazze da portare in Italia per lavorare nel suo negozio. Io subito rifiutai perché sapevo che ci sarebbero voluti molti soldi per un viaggio del genere e non ne avevo, avevo sentito di quello che succede alle ragazze in Italia e non volevo finire a prostituirmi in strada.

Queen mi disse di stare tranquilla perché sua sorella non mi avrebbe mai mandato a lavorare in strada. Mi parlò a lungo per convincermi, alla fine decisi di partire.

STORIA 2

Ero stata chiara nel specificare che non fosse un lavoro in Italia o Spagna perchè sapevo che c'era questo giro di prostituzione.

STORIA 88

E’, invece, difficile misurare con precisione il livello di consapevolezza delle famiglie rispetto ai destini delle proprie figlie, anche se dalle testimonianze delle ragazze, tra le righe, si intuisce che almeno una parte di queste sia a conoscenza delle finalità dei reclutatori, anche se non necessariamente delle condizioni dello sfruttamento.

Mia madre ha accettato che partissi perché aveva un disperato bisogno di denaro per sostenere la nostra famiglia e pagare le tasse scolastiche dei bambini più piccoli.

STORIA 1

                                                                                                                         

Parlai della proposta a mia madre la quale parlò direttamente con questa signora, chiedendole se si trattasse per caso di un inganno con lo scopo di mettere me sulla strada. La signora assicurò che la sua proposta era sincera e proprio solo per dare una possibilità a me di aiutare cosi tutta la mia famiglia.

STORIA 10

6.4.3. Il sistema del debito e la deterrenza del voodoo

Tutte le vittime della tratta provenienti dalla Nigeria partono per il nostro Paese con un debito nei confronti di chi ha dato loro la possibilità di raggiungere l’Italia, il cui importo può variare dai 50 ai 75.000 euro.

In alcuni casi gli sfruttatori giocano sulla difficoltà della ragazza a valutare il valore reale della cifra richiesta e a minimizzarne la grandezza: questo comporta l'apparenza di poter essere in grado di saldare il debito in tempi brevi per poi liberarsi da ogni vincolo e pensare al benessere proprio e della famiglia rimasta in Nigeria.

Le spese di viaggio comprendono, generalmente, i costi per l’ottenimento dei visti e dei passaporti.

L’accordo con questa persona prevedeva anche che io le avrei restituito un po’ per volta i soldi spesi per farmi arrivare in Italia lavorando per lei, senza però quantificarne la cifra.

STORIA 3

Mi disse che per quanto riguardava le spese di viaggio ci avrebbe pensato lei e io una volta iniziato a lavorare in Italia con comodo le avrei restituito il debito.

STORIA 7

Tale impegno finanziario è avvalorato attraverso un vero e proprio atto da sottoscrivere, che impegna ragazze e famiglie alla restituzione del denaro anticipato per il viaggio e per la sistemazione in Italia. Alle ragazze può essere proposto un tipo di contratto formale, per iscritto, oppure, più frequentemente, un contratto orale, suggellato da quello che è abitualmente definito rito voodoo, una pratica “magica” che viene in genere celebrata da un santone locale (il cosiddetto native doctor), ma che può anche essere compiuta dalla futura sfruttatrice.

prostituzione delle donne nigeriane ed è anche uno dei passaggi che permettono di dire che si è di fronte ad una forma sudditanza psicologica e morale molto forte. La forza di questi riti e giuramenti, che saranno in seguito utilizzati come monito o minaccia, è dovuta al fatto che si ancorano su credenze molto diffuse tra le popolazioni del sud della Nigeria. Secondo i culti animisti, infatti, qualora non siano osservati gli impegni assunti con il rito, si potrà essere vittime di mali che possono arrivare fino alla pazzia ed alla morte, non solo per sé ma anche per i familiari168.

Il maleficio avrebbe avuto termine solo alla mia restituzione completa, della somma di euro 50.000 comprensive delle spese di viaggio e permanenza in Italia.

STORIA 82

Nonostante la religione dominante nel sud della Nigeria sia il cristianesimo (cattolico e protestante), la dimensione soprannaturale-tradizionale è molto sentita: la tenacia e l’ostinazione con cui le ragazze tengono fede al patto, deriva dalla forza con cui il sistema culturale di riferimento è ancora tenuto vivo attraverso la realizzazione di queste pratiche rituali.

Rispetto alle modalità del rito compiuto in Nigeria le informazioni fornite dalle sono piuttosto scarse. Quasi tutte le ragazze nigeriane in fondo credono al voodoo, anche se sussiste un certo riserbo a raccontare in quale modo è praticato il rito che spesso viene definito come “una cosa da africane” o come “tradizione” e quindi non facilmente comprensibile per gli occidentali169.

Mi portò in un villaggio che non conoscevo per sottopormi al rituale voodoo, così io mi sarei impegnata a restituire tutto il denaro che mi era stato prestato per il viaggio. Mi portò a casa di un uomo molto vecchio, che prese una ciocca dei miei capelli, pezzi delle mie unghie, peli delle ascelle e del pube. Con un rasoio da barba mi fece una ferita sulla spalla e prese il mio sangue, così, mi disse, se non avessi rispettato il patto e pagato subito il mio debito sarei morta, e ovunque fossi scappata mi avrebbero trovata.

STORIA 59

Unghie, sangue e peli simboleggiano la vita e, quindi, in questi riti è come se lo stregone si appropriasse della vita delle ragazze e potesse gestirla a proprio                                                                                                                          

168 Ibidem, p. 17. 169 Ibidem.

piacimento170. Il rito crea uno stato di soggezione che suscita terrore ed angoscia e determina una schiavitù psicologica. Come già evidenziato da Prina171, la concezione di fondo della cultura nigeriana è che “chi sbaglia paga” e un impegno deve essere assolutamente assolto (“agreement is an agreement”), infatti qualora ciò non avvenisse gli spiriti potrebbero andare a vedere i termini dell’accordo preso facendo capitare alla ragazza e alla sua famiglia tutte le disgrazie possibili.

Prima di partire per l’Italia, per accertarsi che sarei stata fedele al patto la Madam mi ha costretto a sottopormi ad un rito voodoo. In Nigeria chiunque crede davvero che quanto minacciato nel rito voodoo si realizzerà e le conseguenze sono pesantissime. Se non avessi finito di pagare il debito sarei morta, e così anche mio fratello e mio padre. Avevo paura, ero terrorizzata, non sapevo bene cosa fare, tuttavia ormai avevo giurato e non potevo più tirarmi indietro.

STORIA 62

La celebrazione del rito normalmente avviene in Nigeria, ma non sono insoliti i casi in cui esso sia riproposto anche nel Paese di destinazione.

Litigi e minacce... Non ne sapevo nulla prima di partire dalla Nigeria. La Madam mi ha di nuovo sottoposta a rito voodoo, da usare contro di me se mi fossi rifiutata di pagare.

STORIA 36

Una vittima ha affermato di essere stata sottoposta ad una successivo rito di rinforzo in Italia, e altre due, invece, hanno raccontato di aver sottoscritto il patto per la prima volta nel nostro Paese.

Il vincolo magico-religioso è, dunque, l’elemento che, sul piano simbolico e psicologico, sottomette fortemente le donne e lega il loro destino all’impegno preso, al debito contratto, e, quindi, al volere della sfruttatrice.

6.4.4. Il viaggio

Il viaggio è il momento cruciale del traffico di donne dalla Nigeria poiché rappresenta                                                                                                                          

170 Dotti M., Luci S., Donne in cammino. Salute e percorsi di cura di donne immigrate, Franco Angeli,

Milano, 2008, p. 57.

il primo passo verso lo sfruttamento che si realizzerà nel nostro Paese. Il trasporto delle vittime può avvenire sia via terra che per via aerea (cfr. tab. 3).