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La tratta delle donne nigeriane: uno sguardo al Paese d’origine

4.7 Quale futuro?

6. La parola alle vittime: storie delle donne accolte dall’Associazione Comunità Papa Giovanni X

6.4. La tratta delle donne nigeriane: uno sguardo al Paese d’origine

• 87 donne di nazionalità nigeriana • 1 donna di nazionalità albanese • 1 donna di nazionalità serba.

Nell’approccio biografico, com’è noto, la questione del campionamento, inteso come procedura di selezione delle unità di analisi, è ancora piuttosto dibattuta. In questa indagine, l’individuazione delle ragazze che hanno raccontato la loro storia, a causa della delicatezza dell’argomento, non ha rivestito alcun tipo di rappresentatività statistica, anche se è evidente che le ragazze nigeriane rappresentano la quasi totalità dell’universo empirico. Nei programmi di assistenza e integrazione sociale, infatti, le donne nigeriane sono certamente in maggioranza.

La presenza di donne provenienti dai Paesi dell’Est europeo nei programmi ai sensi dell’art. 18 è, invece, in netta diminuzione, probabilmente a causa dell’ingresso di molti di questi paesi nell’Unione Europea. Le ragazze, cittadine europee in possesso di regolare permesso di soggiorno, non sono più ricattabili dagli sfruttatori per via dei documenti. Questo, comunque, non significa che lo sfruttamento, anche brutale, della prostituzione delle giovani dell’Est Europa sia scomparso.

E’, poi, necessario precisare che le diverse provenienze delle ragazze portano con sé diverse modalità di sfruttamento, diversi modelli migratori e differenti livelli di coercizione. Per questa ragione si è scelto di approfondire separatamente tali specificità legate alla diversa nazionalità delle donne che compongono l’universo empirico.

6.4. La tratta delle donne nigeriane: uno sguardo al Paese d’origine

 

La Repubblica Federale della Nigeria è il paese più popoloso del continente africano e conta una popolazione, in costante aumento, di oltre 162 milioni di abitanti159. Composta da 36 stati autonomi, confina ad ovest con il Benin, a nord con il Niger, a nord est con il Chad, a est con il Camerun e a sud con il golfo di Guinea. Il Paese,                                                                                                                          

159 Amnesty International, Rapporto Annuale 2012: Africa Subsahariana – Nigeria, Fandango Libri,

nella sua forma attuale, è nato nel 1914 da un insieme di protettorati britannici. Con l’indipendenza, concessa il primo Ottobre del 1960, ha preso vita uno stato artificiale che ha unito in un insieme eterogeneo tre regioni con forte identità: i principati musulmani del Nord, i regni Yoruba del Sud-Ovest e le tribù agricole Ibo del Sud- Est. Da allora la Nigeria ha vissuto: ventotto anni di regime militare, sei colpi di stato, due sole elezioni democratiche (annullate dall’avvento dei militari) e una guerra civile, quella del tentativo di secessione del Biafra, che ha scosso la Nigeria dal 1967 al 1970 ed ha causato quasi un milione di morti.

L’ultimo dittatore, il Generale Sani Abachi, ha governato il Paese dal novembre del 1993 fino al 1998. Con lui la Nigeria ha toccato il punto più basso di un vertiginoso decadimento che ha fatto di uno dei Paesi più colti e ricchi d’Africa un esempio di malgoverno, corruzione e sistematica violazione dei più elementari diritti umani160. Nel 1999, la Nigeria ha eletto Olusegun Obasanjo alla carica di Presidente Federale nelle prime elezioni libere che si sono tenute dopo in 16 anni. Il Presidente, rimasto in carica fino al 2007, ha avviato il “ Transition Program” con l’obiettivo di condurre il Paese alla democrazia e di spezzare l’isolamento diplomatico. Dopo due anni di presidenza di Yar’Dua, deceduto nel 2010, in questo momento il Paese è governato da Goodluck Johnatan, leader del People’s Democratic Party.

Oltre ai problemi tipici dei grandi paesi africani (urbanizzazione, impoverimento delle aree rurali, militarizzazione del paese e corruzione dei governanti) in Nigeria vi sono due problemi specifici:

• il petrolio nel delta del fiume Niger ;

• i conflitti tra il Nord musulmano ed il Sud cristiano.

In questo periodo storico la Nigeria sta attraversando una grave e delicatissima fase di instabilità legata agli attacchi terroristici – soprattutto contro la minoranza cristiana – perpetrati dal gruppo integralista islamico Boko Haram. Il gruppo non agisce in solitudine: dietro il suo successo, infatti, si celano connivenze e appoggi diffusi.161

La condizione delle donne nigeriane risente di tutte queste differenze e specificità.

                                                                                                                         

160 Ruffa E., Relazione sulla prostituzione nigeriana, 2006, consultabile al sito:

http://www.amicidilazzaro.it

161 Turci A., La Nigeria tra fratture politico-religiose e terrorismo, 3.07.2012, consultabile al sito:

https://www.aspeninstitute.it/aspenia-online/article/la-nigeria-tra-fratture-politico-religiose-e- terrorismo

Nonostante i diritti fondamentali siano stati riconosciuti in alcuni stati, la condizione della donna in Nigeria resta in larga misura ancora tragica.

Le donne subiscono gravi violazioni dei loro diritti e sono sottoposte ad azioni discriminatorie dalle politiche amministrative e dalle credenze tradizionali. Nelle aree musulmane del nord viene applicata la legge coranica della sharia, le donne vivono in uno stato di semireclusione, mentre nelle aree non-musulmane, negli stati meridionali (etnia Ibo e Yoruba) la donna ha un ruolo più paritario. Quando la donna svolge un lavoro retribuito, ad esempio in una grande azienda agricola, riceve, a parità di lavoro, una paga notevolmente più bassa dell'uomo. Ma la maggior parte del lavoro svolto dalle donne nelle zone rurali non è neppure stipendiato. In molti casi è negato alla donna il potere decisionale sulla procreazione soprattutto per motivi religiosi. La condizione della donna in Nigeria, dunque, non è omogenea, non solo l'emarginazione sessuale è ancora in parte da affrontare ma anche e soprattutto quella dovuta alla povertà, all'ignoranza e all'integralismo religioso. Con molta probabilità questa scarsa considerazione attribuita alla figura femminile rappresenta un motore di spinta ad emigrare.

Le origini del traffico di donne a scopo di sfruttamento sessuale della Nigeria verso l’Italia sono fatte risalire, da alcuni esperti, alla seconda metà degli anni ottanta, a seguito della depressione economica in Nigeria e dell’adozione del Structural

Adjustment Programme. La risultante deprivazione economica, la persistente

disoccupazione tra i giovani e la crescita del livello di povertà hanno portato i giovani a desiderare di lasciare il paese alla ricerca di prospettive migliori.162 A questo periodo risale l’inizio del traffico di donne e minori e la crescita del fenomeno dell’emigrazione illegale.

La Nigeria è stata tra i primi paesi africani a firmare la Convenzione delle Nazioni Unite Contro il Crimine Organizzato Transnazionale, il Protocollo di Palermo per Prevenire, Eliminare e Punire il Traffico di Esseri Umani, specialmente donne e bambini e il Protocollo Contro la Tratta dei Migranti via Terra, Aria e Mare. Ha anche concluso degli accordi con Spagna, Italia e altri paesi, nonché accordi multilaterali e regionali in materia di traffico di esseri umani. Nel luglio 2003, la                                                                                                                          

162. UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute), Trafficking of

nigerian girls to Italy. Il traffico delle ragazze nigeriane in Italia, Regione Piemonte, Ministero degli Affari Esteri, 2004.

Nigeria ha adottato una legge di attuazione del Protocollo di Palermo, emendata nel 2005, che ha istituito l’Agenzia Nazionale per la Proibizione del Traffico delle Persone e altre Materie Correlate (NAPTIP) con il compito di svolgere investigazioni e collaborare con gli organi di polizia e giudiziari per perseguire i criminali, offrire servizi di riabilitazione e consiglio alle vittime e portare avanti campagne informative.

Un altro problema della Nigeria è, tuttavia, costituito dalla complessità del suo sistema legislativo, in cui convivono legge federale, normativa statale, consuetudine e legge islamica, la sharia. Di conseguenza, l’adozione di una legge a livello federale non implica necessariamente la sua applicazione a livello locale e, al contrario, accade spesso che nei casi pratici trovino applicazione le previsioni maggiormente sfavorevoli alle donne163. Ad esempio, in Edo State, nel 2001, è stata adottata una legge che ha emendato il codice penale, criminalizzando la prostituzione e quindi riducendo le possibilità di collaborazione da parte delle prostitute per consegnare i criminali alla giustizia- in conformità a questo emendamento, ogni persona che si offre consapevolmente per la prostituzione può essere condannata fino a due anni di detenzione. In questo come in tanti altri casi, la società patriarcale nigeriana tende ad adottare aspetti discriminatori della legge consuetudinaria e della Sharia che peggiorano ulteriormente lo status legale delle donne.

6.4.1. Il profilo delle vittime: chi viene reclutato e con quali modalità

L’universo delle vittime nigeriane è costituito da una serie di donne giovani, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, principalmente provenienti da una medesima area geografica.

                                                                                                                         

163 Storia D., Nigeria: prostituzione e traffico di donne verso l’Europa, 2006, consultabile al sito:

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