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Il feuilleton romantico (1836-1866)

2 IL ROMANZO D’APPENDICE IN TRE QUOTIDIANI POLITICI VERONESI:

2.5 L’evoluzione del feuilleton francese

2.5.2 Il feuilleton romantico (1836-1866)

Il fenomeno del feuilleton conosce una vera e propria esplosione con I Misteri di

Parigi di Sue nel 1842, il cui plebiscitario successo induce Hugo, Dumas padre e George

Sand ad applaudire questo capolavoro seguito poi nel 1844-45 dall‟Ebreo errante: Dumas nel 1844 pubblica I tre moschettieri nelle appendici del “Siècle”, e Il conte di Montecristo nel “Journal des Débats”, mentre Hugo scriverà I Miserabili (1862), edito però in volume. Oltre che da Dumas, scrittore prolifico e di successo fino al secondo Impero, verso la metà degli anni ‟40 il nome di Sue inizia a venire oscurato anche da quello di Paul Féval71, autore dei Misteri di Londra (1843-44) e del Figlio del diavolo (1846). Accanto ai nomi illustri di Balzac72 e di George Sand73, un‟altra firma molto apprezzata in questi

71 Paul Féval (Rennes 1816 – Parigi 1887), nato da una famiglia di magistrati, prima degli studi di diritto, come spesso accadeva ai giovani di buona famiglia, si trasferì a Parigi, dove condusse una vita piuttosto sregolata, tra il 1837 e il 1843. Dopo alcuni infelici tentativi, approdò al successo con I Misteri di Londra, firmato con lo pseudonimo di Sir Francis Trollopp.

72 Balzac (Tours 1799 – Parigi 1850), pubblicò La vieille fille (1836) nella “Presse” dell‟amico Girardin, con la quale stipulò un contratto per altre future pubblicazioni: La femme supérieure (Les employés) (1837) e, soprattutto, Le curé de village (1839). Per le appendici del “Siècle”, invece, Balzac scrisse Béatrix e Une

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anni è quella di Frédéric Soulié74, che scrive il romanzo storico I due cadaveri (1832) e quello di influenza hoffmanniana Le memorie del diavolo (1837-38), parzialmente pubblicato nella “Presse” e nel “Journal des Débats”. Esiste inoltre un ingente numero di feuilletonisti minori che scrive sulle orme di questi nomi illustri.

Durante la Monarchia di Luglio appare possibile distinguere alcuni generi entro i quali inscrivere i romanzi d‟appendice, a partire dal romanzo di mare in cui avventure e passioni si svolgono nell‟ambiente costiero e marittimo, e dal cosiddetto roman

frénétique, un filone del romanzo gotico. Il genere dominante tuttavia è quello storico,

grazie alla diffusione del romanzo di costume di Balzac, Sue, Dumas, Soulié e Féval, avente un preciso intento di rappresentazione della società e della storia. Pur nelle loro differenti articolazioni, questi testi condividono un‟estetica romantica caratterizzata dalla fusione di elementi tragici e comici, grotteschi e orrorosi, impegno storico e critica sociale. Il tratto dominante del feuilleton romantico è certamente il protagonismo dell‟eroe, la cui esaltazione secondo Tortel corrisponde alla protesta di chi non riconosce la società capitalistica borghese in formazione e l‟omologante industrializzazione, rivendicando all‟opposto la libertà lirica individuale; più che al romanticismo di Nerval o di Novalis, ci troviamo di fronte al romanticismo byroniano della ribellione orgogliosa e del rifiuto delle norme sociali. Ulteriori caratteristiche sono la concezione drammatica del romanzo, che ricerca l‟effetto a scapito di un intreccio anche molto complesso, e la rappresentazione storica conseguita mediante la messa in scena di personaggi secondari di varia estrazione sociale. Altri topoi del romanzo d‟appendice, in questa prima fase, sono certamente l‟argent, il denaro, spesso strumento di potere illegittimo, e l‟amore, presente però nelle forme della vendetta o della ricerca di un‟identità perduta o rubata. Immancabile, naturalmente, il costante riferimento all‟attualità, del resto un passaggio obbligato per un romanzo che venga pubblicato sul giornale.

audaci, o poiché colmi di lunghe descrizioni che privano la trama di ogni suspense. Le proteste degli abbonati, infatti, costrinsero la “Presse” a interrompere la pubblicazione dei Paysans nel dicembre 1844, per accogliere al suo posto La reine Margot di Dumas. Solamente due anni più tardi, Balzac ritrovò il successo con Splendeurs et misères des courtisanes, pubblicato nell‟“Epoque”, affermandosi anche in seguito come feuilletonista con La cousine Bette nel “Constitutionnel”, Le cousin Pons e La dernière

incarnation de Vautrin nella “Presse”.

73 George Sand (pseudonimo di Amandine-Lucie-Aurore Dupin, Parigi 1804 – Nohant, Indre, 1876), scrisse

feuilletons solo a partire dal 1844, dopo lo stimolo dei successi di Sue, continuando sempre, tuttavia, a

produrre per le riviste. Tra i suoi successi, ricordiamo Jeanne, pubblicato nel “Constitutionnel” (1844),

François le Champi nel “Journal des Débats” (1847-48), La mare au diable nel “Courrier français” (1846).

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Frédéric Soulié (Foix 1800 – Bièvres 1847), scrittore d‟appendice ordinario del “Journal des Débats”, nato in Linguadoca ed emigrato a Parigi, uomo di teatro e giornalista.

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Né bisogna dimenticare che in questo modo il sodalizio fra testo narrativo e quotidiano diventa sempre più stretto perché la presenza del feuilleton fa lievitare le tirature della stampa, mentre si moltiplicano i giornali di provincia che spesso riproducono le appendici parigine. Molti romanzi nati a puntate cominciano ad essere pubblicati in volume dai maggiori editori dell‟epoca (Paulin, Ladvocat, Souverain, Dentu, Pétion, Boulé…), benché il prezzo elevato e la tiratura ancora modesta in questi decenni li riservino unicamente alle sale di lettura. Non si fanno attendere, tra l‟altro, gli attacchi da parte della critica la quale da un lato accusa il feuilleton di non possedere dignità letteraria, con i suoi effetti facili e la sua volgarità; dall‟altro, il romanzo d‟appendice viene giudicato pericoloso perché corrompe i buoni costumi scatenando l‟immaginazione a scapito delle facoltà razionali.

Il successo dell‟appendice prosegue durante il quadriennio della Seconda Repubblica, malgrado una diminuzione delle tirature rispetto al periodo precedente dovuta più ai fermenti storico-politici in atto, che alla legge Riancey del 1850. A partire dal secondo Impero e fino al 1866, il feuilleton romantico vive il suo ultimo momento d‟oro connesso alla censura politica che favorisce una stampa di divertissement. In questi anni si assiste alla nascita di giornali consacrati quasi esclusivamente ai romanzi d‟appendice, i giornali-romanzo. Parallelamente, la produzione feuilletonistica non presenta significative innovazioni rispetto a quella degli anni Quaranta, salvo alcune modifiche nei caratteri e nella rappresentazione sociale e politica.

Accanto ai nomi di Sue e Dumas, rimasti sempre molto popolari, raggiunge l‟apice dalla gloria Paul Fèval, che nel secondo Impero pubblica oltre settanta romanzi nella maggior parte dei quotidiani politici e nei giornali-romanzo, tra i quali Jean Diable (1862). Emerge inoltre un nuovo nome, quello di Ponson du Terrail75, che in breve tempo diventa alla pari di Féval il romanziere più popolare dell‟epoca grazie al clamoroso successo del ciclo di Rocambole pubblicato nella “Patrie”, e in seguito riadattato per il teatro, come molti altri suoi romanzi.

75 Pierre Alexis Ponson du Terrail (Montmaur, 1829 – Bordeaux, 1871), giunse a Parigi nel 1847 per tentare la carriera letteraria. Compose cronache storiche su alcuni giornali, per poi dedicarsi ai romanzi d‟appendice, che pubblicò nella “Patrie”, nella “Presse”, nella “Nation”, nel “Peuple”.

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In questa ultima fase del feuilleton romantico, dunque, permangono alcuni generi quali il romanzo storico (con Amédée Achard76 e Octave Féré77) – che pur rimanendo importante perde di qualità, poiché spesso narra di intrighi privati lasciando il fatto storico ai margini – e il romanzo di costume (di Balzac, Féré, Féval, Ponson du Terrail, Achard, Edmond About78) che sulla scia delle Scènes de la vie de bohème di Murger dipinge quadri di genere ma in un formato narrativo più breve. Inoltre si registra l‟ingresso del romanzo esotico che, diversamente dai romanzi marinari dei tempi della Monarchia di Luglio, e su modello del romanzo americano di Gustave Aimard79, colloca le vicende nei nuovi paesi meta delle colonizzazioni: pur nella loro varietà, dalla fine degli anni ‟50 le appendici sono dominate dal tema pressoché onnipresente dell‟avventura.