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Fra interventisti e neutralist

V. Lunigiana e dintorn

3. Fra interventisti e neutralist

All'apertura delle ostilità nell'estate 1914 anche la provincia di Massa-Carrara si ritrova coinvolta nel dibattito sul possibile intervento italiano nel conflitto. Le due città principali sono guidate da amministrazioni di diverso orientamento politico, Massa socialista e Carrara repubblicana, e a lungo si sono contese il ruolo di città principale della zona, permanendo ancora oggi un campanilismo fra le due realtà. A Carrara, subito dopo la dichiarazione di guerra dell'Austria, viene convocato un «grande comizio contro la guerra» davanti a circa 450 persone, a cui partecipano fra 180 Per un approfondimento sulla vita di Campolonghi si vedano: AA.VV., Luigi Campolonghi. Une

vie d'exil (1876-1944), CEDEI et CIRCÉ, Paris 1989; L. Campolonghi, Una cittadina italiana fra l'80 e il 900 (ritratto in piedi), Edizioni Avanti!, Milano 1962; M. Tassi, Luigi Campolonghi, pellegrino e soldato di libertà (1876-1944), Tip. Artigianelli, Pontremoli 1969

181 G. Ricci, Avvento del fascismo, Resistenza e lotta di liberazione in Val di Magra, Tip. Benedettina, Parma 1975, p. 14

182 G. Ricci, Aulla e il suo territorio attraverso i secoli, vol. V, Dalla Prima guerra mondiale alla Resistenza, Centro Aullese di ricerche e di studi Lunigianesi, Aulla 1994, p. 15

gli altri il sindaco repubblicano Eumene Fontana, il socialista Alberto Malatesta, il sindacalista Tullio Masotti e il direttore della Camera del Lavoro Alberto Meschi. Anche la curia e il vescovo Giovanni Marenco, seguendo le indicazioni provenienti da Roma, si attestano su posizioni pacifiste. Il carattere unitario della posizione neutralista dei primi giorni rimarrà comunque un episodio.183

Le varie formazioni politiche locali, dopo l'episodico compattamento neutralista dei primi tempi, iniziano a divergere nelle loro posizioni, seguendo le direttive a livello nazionale o andando contro ad esse, specie nei casi singoli:

«Il movimento socialista locale conservò una linea neutralista e antibellicista, pur con una certa diversificazione di posizioni al suo interno, e anche il giornale della Federazione provinciale socialista, “La Battaglia”, si schierò su posizioni neutraliste e pacifiste. Il movimento anarchico si schierò su posizioni analoghe, e il foglio l'”Alba Libertaria” fu espressione di un genuino pacifismo, anche se ci furono delle eccezioni, ad esempio quella di Ernesto Bardi di Pontremoli, il quale fondò il Fascio Interventista. Il movimento cattolico apuano e il foglio l'”Unione”, assunsero posizioni pacifiste e di rifiuto della guerra, ma vi fu il caso di Don Alfredo Bizzarri, direttore dell'”Unione”, che simpatizzò per l'interventismo, tanto che partì volontario per la guerra. I repubblicani e il loro giornale, “La Sveglia Repubblicana” si schierarono fin dall'inizio su posizioni interventiste, mentre i democratico- repubblicani e il loro organo, “Lo Svegliarino”, al principio, sostennero la neutralità, ma mutarono ben presto indirizzo. Analogo comportamento ebbero i liberali con il “ Risveglio Apuano”. “L'Indipendente”, espressione della borghesia moderata e conservatrice, dall'esplosione del conflitto fino all'ingresso italiano in guerra, si mantenne su posizioni sostanzialmente pacifiste, [...] approvando di fatto la neutralità, assumendo poi connotazioni sempre più marcatamente patriottiche.»184

La Lunigiana interna pare scuotersi dal suo «torpore», soprattutto nei due centri principali, Aulla e Pontremoli, in cui entrano in scena i neutralisti.

L'iniziativa pontremolese, promossa dal Circolo operaio, vede una scarsa partecipazione al comizio ed al successivo corteo, mentre ad Aulla la dimostrazione neutralista del 14 maggio 1915, accompagnata anche dalla banda musicale, raccoglie circa 200 persone e viene disturbata anche dalla provocazioni di qualche interventista. Nel “maggio radioso” a Carrara scendono in piazza 150 interventisti radunandosi sotto la statua di Mazzini con una caricatura di Giolitti, schierato su posizioni neutraliste, ma vengono raggiunti da circa 450 neutralisti armati di 183 M. Manfredi, Massa Carrara, in F. Cammarano, Abbasso la guerra! Neutralisti in piazza alla

vigilia della Prima guerra mondiale in Italia, Le Monnier, Firenze 2015, pp. 412-413

184 B. Cardone, Verso la guerra: interventisti e neutralisti nella provincia di Massa-Carrara (1914- 1915), Università degli Studi di Pisa, A. A. 2004/2005, pp. 5-6

bastone.185

Un neutralismo socio-economico più che politico, che si intreccia con il problema della disoccupazione e dell'aumento del costo della vita, in un'economia certamente in crescita, ma ancora debole strutturalmente. Basti pensare all'industria del marmo, che con lo scoppio delle ostilità vede vanificare gli utili provenienti dall'esportazione all'estero, che passa da 266.611 tonnellate del 1912 alle 44.531 tonnellate del 1918.186

Emblematica è la risposta del prefetto Caio Dalmazzi all'inchiesta promossa dal governo Salandra nell'aprile 1915 per sondare lo «spirito pubblico» sull'entrata in guerra del paese:

«R. n. 538 20 aprile 1915 In risposta alla lettera controindicata sono in grado di riferire a V. E. che la grande maggioranza della popolazione di questa Provincia non desidererebbe l'entrata di guerra del nostro paese.

Essa, colpita già da grave crisi nell'industria e nel commercio dei marmi, di cui è quasi cessata l'esportazione all'Estero, considera i danni sempre maggiori inerenti alla guerra ed istintivamente ne rifugge.

Però, ove l'Italia si trovasse, per necessità di cose, costretta ad intervenire nel conflitto Europeo, in generale questa popolazione si rassegnerebbe, non fosse altro per uscire da questo stato d'incertezza e con la speranza che si abbrevi in tal modo la durata del conflitto stesso e si riesca ad ottenere un ingrandimento territoriale ed una pace duratura.

È superfluo aggiungere che a Massa e a Carrara in ispecie i repubblicani sono favorevoli al nostro intervento nel precipuo intento di raggiungere più facilmente il compimento dei loro ideali, mentre i socialisti ufficiali e gli anarchici sono neutralisti, per cui si continua ad esercitare un'accurata vigilanza.

Con profondo ossequio

Il prefetto Dalmazzi».187

185 M. Manfredi, Massa Carrara, cit., p. 416

186 M. Manfredi, A. Volpi, Breve storia di Carrara, cit., p. 159 187 B. Vigezzi, Da Giolitti a Salandra, Vallecchi, Firenze 1969, p. 369