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Sul fronte interno

Nel documento Al passo coi tempi (pagine 64-69)

5. UNA PRESENZA ATTIVA SUL PIANO DELLE COLLABORAZIONI E DELLA COOPERAZIONE TRA SCUOLA E FAMIGLIA

5.1 Sul fronte interno

Aprirsi all’interno, dentro la scuola, viene ad assume in questo contesto i signifi -cati di partecipazione alla programmazione, di assunzione di incarichi/responsabilità e di servizio nei confronti delle famiglie. Si tratta sostanzialmente di verifi care alcuni livelli di disponibilità al confronto, al dialogo e al lavoro collegiale. In questa pro-spettiva acquista un ruolo importante l’incontro periodico con i genitori che, come vedremo, non si chiude entro i confi ni istituzionali.

5.1.1 Attività di programmazione

Nell’ambito della scuola elementare, l’insegnante di religione svolge l’attività pe-riodica di programmazione in modo molto articolato. Collabora, infatti, sia con i colleghi della stessa disciplina sia con gli insegnanti di classe e di interclasse nelle forme e nei modi indicati nella tabella 3.3.

Tab. 3.3 - L’insegnante di religione e l’attività periodica di programmazione (Solo scuola elementare)

%

Solo con gli insegnanti di classe/interclasse 8,1

Raramente con i colleghi di religione 11,2

Alternativamente con gli insegnanti di classe/interclasse e con i colleghi di religione 71,4

Raramente con gli insegnanti di classe/interclasse 3,1

Solo con i colleghi di religione 6,2

Totali 100,0

(n. 161)

Come si può notare, l’istanza di fondo è quella di conciliare lo specifi co disci-plinare con le esigenze di una programmazione collegiale. Le posizioni estreme, di isolamento (raramente con gli insegnanti di classe/interclasse e solo con i colleghi di religione) sono piuttosto marginali.

5.1.2 Incarichi assunti

Un secondo dato riguarda la presenza dell’insegnante di religione all’interno degli organi collegiali e/o delle commissioni che vengono istituite per rispondere a speci-fi che esigenze della scuola.

Dall’analisi emerge che il 53% degli intervistati non assume alcun incarico. Si trat-ta di una percentuale che, rapportrat-tatrat-ta al grado scolastico, ha un’incidenza diversa:

si passa, infatti, dal 57% della scuola elementare, al 46% della media e al 44% della superiore.

Il rimanente si trova in qualche misura coinvolto e si distribuisce nel modo indi-cato nella tabella seguente:

Tab. 3.4 - L’insegnante di religione e le funzioni intermedie

v.a. %

Vicario del dirigente scolastico 3 2,4

Collaboratore del dirigente scolastico 6 4,8

Responsabile di plesso 2 1,6

Funzione obiettivo 1 0,8

Componente Consiglio d’istituto 6 4,8

Componente di commissioni 108 85,6

Totale 126 100,0

Va anche precisato che alcuni docenti hanno più di un incarico: il 23% nella scuo-la elementare, il 31% nelscuo-la media e il 24% nelscuo-la superiore.

La presenza nei ruoli istituzionali è certamente debole; l’unica percentuale di ri-lievo è quella che fa capo alla voce “componenti di gruppi di lavoro” (commissioni).

Poiché inserirsi in una o in altra commissione non è del tutto indiff erente, vale la pena verifi care le scelte eff ettuate.

Gli orientamenti di base sono abbastanza precisi, vanno nella direzione delle se-guenti aree culturali: accoglienza/continuità (soprattutto elementari), salute (in parti-colare le medie), disagio/intercultura/solidarietà ed infi ne pianifi cazione, programma-zione, controllo dei processi e dei risultati16 (principalmente elementari e superiori).

A nostro parere si tratta di scelte che rifl ettono una sensibilità particolare per temi molto vicini alla “cultura” religiosa: il sociale, inteso come condivisione e solidarietà, il professionale, inteso come servizio. Nel grafi co è rappresentata la consistenza di ciascuna area per livello scolastico.

Graf. 3.12 - Le commissioni scelte dagli insegnanti di religione per grado scolastico

0%

50%

100%

Elementari n. 60 Medie n. 26 Superiori n. 22 Gestione dei processi e dei risultati/

Disagio/intercultura/solidarietà

Salute

Accoglienza/continuità organizzazione scolastica

37%

26%

7%

30%

29%

17%

33%

21%

36%

28%

28%

8%

16 Si tratta di un’area cui fanno riferimento tutte quelle commissioni che hanno come obiettivo la stesura del Progetto di Istituto, l’autoanalisi d’istituto, l’organizzazione oraria, la sperimentazione, la gestione delle risorse dell’istituto, ecc.

5.1.3 Scuola e famiglia

Sull’argomento sono state poste tre domande agli intervistati: la prima riguarda la presentazione del programma educativo-didattico ai genitori, la seconda sollecita una valutazione in merito all’effi cacia di alcune tipologie d’incontro (udienze setti-manali, generali e colloqui informali); la terza prende in considerazione il numero di genitori contattati mediamente in un anno scolastico (quasi tutti, una buona parte, la metà, alcuni e pochi).17

La presentazione del programma di religione coinvolge con modalità ‘sempre’

quasi tutti (91,4%) gli insegnanti della scuola elementare. La stessa modalità si attesta attorno al 42,6% nelle medie e al 22,2% nelle superiori

Conseguentemente anche l’altro estremo della scala, il ‘mai’, assente nella scuola elementare, è presente in forma non trascurabile nelle superiori dove si ritrova una percentuale più consistente del ‘sempre’ (29,6%).

Graf. 3.13 - Rapporto scuola-famiglia: presentazione del programma di religione ai genitori per grado scolastico

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Elementari n.163 Medie n. 48 Superiori n. 54

Sempre Talvolta Mai

17 Cfr. Appendice, Q1 - Questionario per Idr: l’insegnamento della religione cattolica nella scuola dell’auto-nomia, domande E1 ed E3, p. 89.

Graf. 3.14 - Rapporto scuola-famiglia: modalità ritenute effi caci per grado scolastico*

* Le percentuali del grafi co sono riferite ai soggetti che ritengono effi caci le modalità previste dal que-stionario.

Le informazioni raccolte non consentono di determinare quanto le scelte perso-nali dei soggetti siano condizionate dal contesto scuola in cui operano.

Riteniamo, infatti, che le tradizioni (buone e cattive pratiche del sistema), la ge-stione istituzionalizzata del rapporto scuofamiglia costringano l’insegnante a la-vorare in determinate direzioni. Pertanto l’elaborazione presentata mette in luce, a nostro avviso, più che l’atteggiamento specifi co dei docenti, il degrado sistematico che il rapporto scuola famiglia subisce con l’aumentare del livello scolastico.

Le modalità di rapporto ritenute più effi caci variano in modo signifi cativo tra la scuola primaria e quella secondaria. Nel primo caso vengono considerate soprattutto le udienze generali, nel secondo le udienze settimanali. I colloqui informali non sono, come si poteva ipotizzare, confi nati ai margini della distribuzione. Quasi sempre ven-gono considerati utili e validi da un buon numero di intervistati e la loro incidenza cresce con l’aumentare del grado scolastico.

Nel complesso, gli intervistati possono essere collocati su due piani distinti. Il pri-mo (65%) privilegia esclusivamente l’impostazione tradizionale (udienze), il secondo (35%) ritiene importanti anche altre forme di cooperazione, informali, ma comple-mentari al sistema tradizionale.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Elementari n. 163 Medie n. 48 Superiori n. 54 Udienze settimanali Udienze generali Colloqui informali

Come mostra il grafi co 3.15, anche il numero dei genitori contattati nel corso dell’anno scolastico varia in rapporto alla tipologia scolastica. In linea generale, gli insegnanti di religione (stragrande maggioranza nei primi due ordini di scuola) con-tattano mediamente più del 60% dei genitori. Le punte più elevate si trovano nei gradi scolastici inferiori.

Graf. 3.15 - Rapporto scuola-famiglia: genitori incontrati dagli insegnanti di religione dei vari gradi scolastici

Nel documento Al passo coi tempi (pagine 64-69)