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IL PROGETTO DI ISTITUTO

Nel documento Al passo coi tempi (pagine 52-57)

“Un documento fondamentale, costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche”.

(“Norme per l’autonomia delle Istituzioni scolasti-che”, dal regolamento, art. 3).

Come già accennato, l’analisi è stata condotta seguendo una traccia di lettura che por-ta a rilevare la presenza/assenza d’informazioni in merito all’insegnamento della religio-ne cattolica, alle attività alternative, alla dimensioreligio-ne religiosa e al pluralismo religioso.

I progetti esaminati sono 64 su 85, pari quindi al 75% del totale. Sono progetti ste-si dalle direzioni didattiche, dagli istituti comprenste-sivi e superiori. Le scuole paritarie non sono comprese. Il dato disarticolato mostra che le direzioni didattiche e gli isti-tuti comprensivi sono presenti rispettivamente con 44 progetti (69%); gli istiisti-tuti su-periori con 20 (83%).

2.1 I contenuti informativi

Nei grafi ci che seguono sono riportati i risultati delle analisi condotte dai vari osservatori. Va tenuto presente che il dato riguardante l’insegnamento della religione

4 Ovviamente la percentuale è riferita a coloro che hanno indicato un titolo di studio di scuola secon-daria di secondo grado.

cattolica fa riferimento alle seguenti voci che evidenziano la natura - tipologia dei contenuti informativi:

1. informazione completa, rapportata agli obiettivi, ai contenuti e alle indicazioni di tipo normativo e organizzativo presenti nel Progetto di Istituto;

2. informazione parziale, collegata esclusivamente agli aspetti normativi/organiz-zativi;

3. semplice indicazione, limitata alla sola indicazione dell’insegnamento della re-ligione cattolica nell’elenco delle materie.5

Le due rappresentazioni grafi che (Graff . 3.3 e 3.4) mostrano che:

negli istituti superiori tutti i progetti esaminati prendono in considerazione l’insegnamento della religione cattolica, ma forniscono quasi sempre solo in-dicazioni di massima;

negli istituti comprensivi e nelle direzioni didattiche è presente, in forma non trascurabile, sia l’informazione completa (27%) sia quella parziale (34%).6

Le diff erenze registrate sono, a nostro avviso, dovute ad alcuni orientamenti di fondo che caratterizzano le due diverse tipologie scolastiche,7 ma anche alla presenza degli insegnanti di religione nella commissione incaricata della stesura del Progetto di Istituto. A questo proposito è signifi cativo notare che il coinvolgimento diretto dell’insegnante di religione nella redazione dei progetti garantisce, nella stragrande maggioranza (70%) dei casi, un’informazione completa.8

5 Cfr. in Appendice, Q2 - Il Progetto d’Istituto e la dimensione religiosa, p. 92, richieste B1 e B2. In breve:

l’informazione completa tiene conto di quanto indicato nei punti 1, 2, 4 e 5 delle sopraccitate richieste B1 e B2; l’informazione parziale riguarda solo i punti 4 e 5 e quindi registra l’assenza di segnalazioni concernenti i punti 1 e 2; la semplice indicazione fa riferimento esclusivamente al punto 3.

6 Compare pure, a diff erenza delle scuole superiori, la voce assente, ma si tratta di un valore percentuale assai contenuto.

7 È noto che l’incidenza della dimensione educativo-pedagogica e di quella disciplinare varia con l’au-mentare o il diminuire del grado scolastico.

8 La partecipazione degli insegnanti di religione si modifi ca in rapporto al grado scolastico. Si consideri la tabella seguente ricavata dal questionario somministrato ai docenti di religione:

Partecipazione degli insegnanti di religione cattolica alla stesura del Progetto di Istituto Elementari Medie Superiori Partecipazione negli ultimi tre anni 37,4% 35,4% 24,1%

Partecipazione relativa all’anno corrente* 36,9% 46,9% 25,0%

* Questa percentuale è relativa alle scuole che hanno aggiornato il Progetto di Istituto.

Graf. 3.3 - Direzioni didattiche e Istituti comprensivi

Presenza/assenza dell’insegnamento della religione cattolica nei progetti d’Istituto

(n. 44) Graf. 3.4 - Scuole superiori

Presenza/assenza dell’insegnamento della religione cattolica nei progetti d’Istituto

(n. 20)

2.2 Le attività alternative

L’altro fronte, quello delle attività alternative,9 ha un’incidenza minore. Come si può notare, (Graff . 3.5 e 3.6) le attività alternative sono assenti nel 38% dei casi ri-guardanti i gradi scolastici inferiori e nel 25% dei casi della scuola superiore. L’infor-mazione completa e quella parziale sono poco consistenti e quindi scarsa è la presen-za di proposte organizpresen-zativo/didattiche soprattutto a livello superiore.

Semplice indicazione

32%

Assenza

7% Informazione

completa 27%

Informazione parziale

34%

Semplice indicazione

70%

Informazione parziale

20%

Informazione completa

10%

9 Per i necessari approfondimenti culturali vedere S. Cicatelli, Parte terza, Elementi di contesto e chiavi di lettura, p. 143 e seguenti.

Graf. 3.5 - Direzioni didattiche e Istituti comprensivi

Presenza/assenza delle attività alternative nei progetti d’istituto

(n. 44) Graf. 3.6 - Scuole superiori

Presenza/assenza delle attività alternative nei progetti d’istituto

(n. 20)

Indipendentemente dalle ragioni che possono essere addotte a giustifi cazione del-la scarsa presenza (impossibilità di determinare in anticipo il numero dei possibili utenti, possibilità di risolvere il problema intervenendo a livello organizzativo), ap-pare abbastanza chiaro che nella società attuale, caratterizzata dal pluralismo ideo-logico, culturale e religioso, l’assenza di una valida off erta di tipo alternativo non solo rende atipico l’insegnamento della religione cattolica, ma palesa, indirettamente, poco rispetto per l’identità culturale degli allievi e per le loro manifestazioni.10

Informazione completa

16%

Informazione parziale

14%

Semplice indicazione

32% Assenza

38%

Informazione completa

5%

Informazione parziale

20%

Semplice indicazione

50%

Assenza 25%

10 Dobbiamo tenere presente che l’attività alternativa è una scelta che ha una precisa valenza formativa:

non può essere messa a confronto con altri espedienti organizzativi che di solito vengono adottati.

2.3 Riferimenti culturali

La presenza di una dimensione etico-religiosa nel progetto d’istituto è, a nostro avviso, importante per comprendere la reale collocazione di questo insegnamento all’interno dell’off erta formativa della scuola.

La traccia di lettura del Progetto di Istituto prevede sostanzialmente due doman-de: la prima fa riferimento alla dimensione spirituale dell’alunno, la seconda al plu-ralismo religioso. In caso di risposta aff ermativa la richiesta prosegue con l’analisi della natura dei riferimenti. In particolare si cerca di capire se le indicazioni fornite appartengono alla categoria delle pure aff ermazioni di principio o alla categoria della proposta operativa.11

Come si evince dal grafi co 3.7, i due aspetti considerati hanno un’incidenza diver-sa che varia in rapporto alle questioni trattate e al grado scolastico.

La dimensione spirituale, che è indiscutibilmente parte essenziale di un progetto educativo che tende a valorizzare la persona umana, registra un tasso di presenza in-feriore a quello del pluralismo religioso. La diff erenza, a nostro avviso, è attribuibile al fatto che non sempre i riferimenti allo “spirituale” sono esplicitati in forma chiara:

sono spesso riconosciuti entro il potenziale formativo delle singole materie d’inse-gnamento. Ciò giustifi cherebbe anche la diff erenza che si registra tra i vari gradi sco-lastici. Si riscontra infatti che, dove lo specifi co disciplinare predomina (scuole supe-riori), la percentuale subisce un consistente arretramento (dai 43 punti degli istituti comprensivi/direzioni didattiche si passa ai 15 delle scuole superiori).

Il fenomeno del pluralismo religioso deve essere posto anche in relazione alla pre-senza degli alunni stranieri. Nell’anno scolastico 2002/03, gli alunni stranieri presenti negli istituti comprensivi e nelle direzioni didattiche delle scuole provinciali (paritarie escluse) erano 2331 (pari all’86% del totale alunni stranieri), negli istituti superiori 384 (pari al 14%). La diversa incidenza va dunque riferita a questi dati di contesto.

Talvolta le dimensioni considerate non rimangono confi nate all’interno di aff er-mazioni di principio, ma si trasformano in proposta operativa. Se prendiamo in esa-me solo i casi che hanno risposto aff ermativaesa-mente, notiamo che, in relazione alla dimensione spirituale dell’alunno, il rapporto tra aff ermazione di principio e propo-sta operativa è sempre di 2 a 1 sia negli istituti comprensivi sia nelle scuole superiori, con la diff erenza che nel primo caso il rapporto risulta favorevole all’aff ermazione di principio, nel secondo alla proposta operativa. Un rapporto analogo, orientato nello stesso modo, si riscontra in relazione all’altra dimensione considerata (pluralismo religioso).

11 Cfr. Appendice, Q2 - Il Progetto d’Istituto e la dimensione religiosa, richieste B3 e B4, pp. 92-93.

Graf. 3.7 - Il Progetto di Istituto: riferimenti alla dimensione spirituale dell’alunno e al pluralismo religioso

(D. D. e I. C. n. 44; Istituti superiori n. 20)

Nel documento Al passo coi tempi (pagine 52-57)