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I NODI DI INTERESSE E L’IMPIANTO METODOLOGICO

Nel documento Al passo coi tempi (pagine 40-43)

La defi nizione degli obiettivi ha impegnato il gruppo di lavoro nel rintracciare gli elementi che le norme, in particolare il regolamento dell’autonomia, mettono in rilievo come centrali per la trasformazione della scuola.

I nodi di interesse per la ricerca sono stati quindi individuati sostanzialmente intorno ai seguenti elementi, che costituiscono i punti sensibili e di emergenza della connessione tra la disciplina e l’impianto scolastico rinnovato con l’autonomia.

Innanzitutto è stato individuata come centrale la ricerca sul Progetto d’Istituto (PI, che equivale al POF secondo il regolamento nazionale) in quanto documento di identità dell’autonomia d’istituto; si tratta evidentemente dello strumento fonda-mentale per connotare una proposta scolastica realmente autonoma, lo statuto di una comunità scolastica che si dichiara e agisce secondo principi condivisi. Il primo passo della ricerca è stato quindi di aprire l’indagine su quale sia la presenza dichiarata ed eff ettiva dei temi che si riferiscono alla dimensione religiosa in questo documento.

In secondo luogo si è indagato sul criterio della fl essibilità, aspetto strutturalmente appartenente ad una scuola che vuole muoversi in forma dinamica in relazione ai reali bisogni formativi. È questo un aspetto che, proprio perché permette di riorga-nizzare autonomamente tempi, spazi, risorse sulla base delle esigenze del progetto d’istituto, può sviluppare una notevole dialettica con una disciplina strutturata quale l’Irc e la sua organizzazione normativa.

2 Certamente interessante potrà essere, in questa direzione, il risultato della Terza ricerca nazionale sul-l’IRC, realizzata dall’Università Salesiana di Roma e dal Centro Studi per la Scuola Cattolica, di prossima pubblicazione.

Un terzo elemento che ci è sembrato signifi cativo è il senso di condivisione e corresponsabilità che deve appartenere ad una scuola dell’autonomia. L’integrazione intesa come dimensione di relazione tra attività, discipline, personale, scuole e isti-tuzioni territoriali è un dato di grande signifi cato educativo; quale ruolo svolga l’Irc in questa rete di relazioni rappresenta senz’altro un indicatore fondamentale che la ricerca deve perseguire.

Inoltre proprio la scuola dell’autonomia sollecita la rifl essione sul tema della va-lutazione, per l’Irc una sorta di nervo scoperto, da sempre. La valutazione nella sua accezione di capacità di rilevamento e regolazione dei vari passaggi dell’attività scola-stica e del sistema scolastico in generale è l’altra faccia dell’autonomia: il fatto che l’Irc ne sia, per molti aspetti, sostanzialmente escluso (almeno per quanto riguarda alcune procedure formali) ha preteso una rilevazione articolata di questa dimensione.

Infi ne il tema che probabilmente riassume proprio il contatto tra l’Irc e la scuola dell’autonomia è stato individuato nella fi gura del docente di religione cattolica. Si è cercato di comprendere quale sia il vissuto professionale, e anche personale, di un insegnante che si trova a declinare nella storia specifi ca di un particolare istituto il proprio ruolo professionale in cambiamento e in modifi cazione, a contatto con colle-ghi anche loro impegnati in una ridefi nizione del proprio profi lo di insegnanti.

Nel momento di scegliere gli strumenti di rilevazione, sulla base anche delle risor-se di tempo e di personale, si è costruito un sistema incrociato di tipologie di analisi (da quella quantitativa a quella qualitativa) e una pluralità di soggetti di riferimento (docenti di religione cattolica, docenti di altre discipline, dirigenti scolastici).

Si è ritenuto di partire, nel marzo 2003, da un questionario generale (Q1) le cui domande sono state costruite seguendo le voci del regolamento dell’autonomia, inte-grate con questioni su alcuni particolari aspetti che riguardano la presenza dell’inse-gnamento di religione nelle scuole a confronto con le nuove modalità organizzative e didattiche introdotte dall’autonomia scolastica. Con la consapevolezza che il cam-mino dell’autonomia scolastica fosse ancora diversifi cato negli istituti, e quindi che i dati forniti dovessero essere tarati su modalità diverse di sviluppo dell’autonomia scolastica stessa, si è utilizzata la lunga e laboriosa, e molto utile, fase di testing per correggere e riprogettare lo strumento.

Il Q1 è stato sottoposto a tutti i 284 docenti di religione cattolica in servizio nelle scuole a carattere statale del Trentino nell’anno scolastico 2002-03, in modo da avere una lettura della situazione in ciascuna condizione di intreccio tra l’insegnamento di religione cattolica e le vita delle istituzioni scolastiche autonome.

Il secondo questionario (Q2) si è concentrato sulla presenza e rilevanza delle que-stioni educative legate alla religione presenti nel Progetto d’Istituto (a livello nazionale chiamato POF). L’obiettivo, molto mirato, era quello di capire se nel Progetto

d’Isti-tuto venivano considerati (e in che modo) l’insegnamento della religione cattolica, le eventuali attività alternative, il possibile riferimento alla spiritualità dell’alunno, il fenomeno del pluralismo religioso. Il lavoro, svolto nell’autunno del 2003, si è rivelato alquanto complesso per una serie di motivi: in primo luogo si trattava di avere a che fare con una eterogeneità e varietà di documenti relativi alle 3 direzioni didattiche, ai 58 istituti comprensivi e ai 24 istituti di istruzione superiore attivati nell’anno di rilevazione. I PI infatti vengono ovviamente costruiti non secondo logiche standar-dizzate, ma seguendo le più varie sensibilità delle scuole, dei dirigenti o delle com-missioni che, tra il resto in tempi diversi, avevano stilato il documento stesso. In se-condo luogo la diffi coltà di analisi era connessa al fatto che i rilevatori dovevano avere un criterio di analisi coordinato e suffi cientemente competente in materia. Per questo si è deciso di affi dare l’incarico di compilare il Q2 sul PI ad un docente di religione, eventualmente coadiuvato da colleghi dell’istituto stesso, per ciascuno degli 85 istituti scolastici autonomi della provincia nel 2003-2004.

La volontà espressa dal gruppo di lavoro di acquisire il punto di vista di soggetti scolastici altri, rispetto ai docenti di religione cattolica, ha richiesto una considerazio-ne diversa degli strumenti di rilevazioconsiderazio-ne e di analisi. Con una scelta metodologica che verrà approfondita nei capitoli dedicati, si sono utilizzati i focus group per avvicinare sia i docenti non di religione dei vari gradi di scuola (FGdoc), sia i dirigenti scolastici (FGdir). La preparazione dei focus group è stata particolarmente articolata, conside-rando che l’intento era quello di prendere le mosse dai risultati dei due questionari (Q1 e Q2) e di far interagire i soggetti scolastici sugli elementi educativamente sensi-bili dei dati quantitativi raccolti.

I sei Focus group con i docenti non di religione, suddivisi tra docenti di istituti comprensivi e istituti di istruzione superiore, si sono tenuti nella primavera del 2004, in più incontri, in tre zone del territorio provinciale; si è trattato di una modalità di rilevazione che ha incontrato un certo favore presso i docenti coinvolti.

Un interesse più formale ha sollevato il Focus group dei dirigenti scolastici (FGdir) svolto con il coordinamento di Massimiliano Tarozzi nel maggio 2004, che ha per-messo di analizzare le tematiche della ricerca dall’osservatorio fondamentale di chi è tenuto a governare la scuola dell’autonomia.

Giova preannunciare qui, cosa che sarà ripresa nei successivi interventi, che la scelta di adottare strumenti diversi quali i questionari (di taglio quantitativo) e suc-cessivamente i focus group (riferiti ad aspetti di qualità, limitati espressamente ai sog-getti intervistati), è stata motivata da una serie di condizioni di lavoro, ma soprattutto dalla volontà di far emergere il fenomeno dell’intreccio tra l’aspetto di un universo di informazioni numeriche e le sensibilità educative e didattiche di docenti e dirigenti.

Va considerato, anche sulla scorta di quanto scrive il primo rapporto di monitoraggio sull’autonomia scolastica in provincia di Trento di fi ne 2001, che il panorama complessivo dell’autonomia nelle scuole è ancora in movimento: l’au-tonomia si è avviata, ma la fase di implementazione non si può dire certo ancora defi nitivamente conclusa per tutti gli istituti. D’altra parte molti istituti ne hanno svi-luppato potenzialità e opportunità in modo ampio e avanzato.

La nostra attenzione non poteva quindi che essere “dinamica”: per questo sulla base dei dati percentuali e quantitativi abbiamo ritenuto necessario intervenire con sondaggi tematici presso alcuni operatori della scuola. I due sistemi, tecnicamente tra loro non comparabili, ci hanno fornito però gli elementi per una “lettura di sviluppo” del feno-meno che abbiamo cercato di indagare e che presentiamo attraverso questo testo.

Nel documento Al passo coi tempi (pagine 40-43)