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4.4   Gli scopi di una classificazione di obiettivi di apprendimento

4.4.2   Funzioni di COAPP 152

Alcune ragioni che fanno reputare opportuno lo sviluppo di una classificazione

COAPP si fondano su necessità e lacune sottolineate da docenti e ricercatori (per

esempio, DiBiase & Gahegan, 2009), su opportune modifiche nella pianificazione dello studio universitario in seguito, per esempio, alla disponibilità di nuovi mezzi, primariamente il Web, che permette, fra l’altro, la didattica a distanza in modalità e- learning17, o anche alla nascita di nuovi contesti giuridici ed economici all’interno dei quali spendere competenze e titoli conseguiti – la EHEA piuttosto che una singola nazione, per esempio. Novità di questa portata stanno innescando nuovi processi, nuove prassi e la creazione di nuovi paradigmi che coinvolgono l’istruzione e la formazione universitarie.

La classificazione di obiettivi formativi e risultati di apprendimento, come strumento attraverso il quale penetrare nella didattica universitaria e pianificare un piano di studi, non è ad oggi una realtà, ma è certamente un’ipotesi collocabile nel futuro. Dal punto di vista dell’apprendente, una pianificazione degli studi a partire anche dagli obiettivi di apprendimento, rintracciabili attraverso COAPP, potrebbe essere interessante per tutti coloro che, per esempio, pianificano un percorso di studi che non implichi, necessariamente, la permanenza dello studente nei confini di una stessa istituzione, ma che coinvolga o possa coinvolgere più di una istituzione (anche all’estero). All’interno di

COAPP, infatti, gli obiettivi di apprendimento non solo sarebbero analizzati in base alle

faccette menzionate in FLOC, ma sarebbero anche direttamente collegati agli insegnamenti delle istituzioni universitarie che includono quell’obiettivo di apprendimento nella didattica. Un’offerta formativa, descritta anche sulla base delle competenze maturabili con la proficua partecipazione ad un insegnamento, supporta uno studente che pianifichi una carriera universitaria già proiettata al mondo del lavoro, sempre più attento ed interessato al bagaglio di know-how del neolaureato (cfr. capitolo 3). Oltre a ciò, anche nella pianificazione di un progetto di studio all’estero (attraverso il

17 COAPP potrebbe facilitare la fruizione di e-learning, una forma di insegnamento sempre più comune

nell’insegnamento universitario (si veda, per esempio, ASTD, 2010 e Conole & Oliver, 2007), “capace di garantire rapidità, flessibilità, personalizzazione e diffusione, assieme ad una notevole riduzione dei costi individuali” (Adorni et al., 2009:1). A tal proposito Rosenberg (2001), nel suo libro E-Learning:

Strategies for Delivering Knowledge in the Digital Age, identifica nel Knowledge Management un

elemento chiave per sfruttare tutte le potenzialità dell’e-learning, in quanto non solo in grado di fornire uno strumento per condividere informazioni, ma in quanto in grado di contribuire alla creazione di una ‘comunità’ di apprendenti. Una buona classificazione degli obiettivi di apprendimento potrebbe facilitare il successo di un’università telematica, che attraverso una capillare presentazione della didattica potrebbe sopperire alla difficoltà poste anzitutto dall’immaterialità dell’istituzione.

153 Programma Erasmus, per esempio), la conoscenza dei contenuti e degli obiettivi di un insegnamento può essere fondamentale nella scelta dell’insegnamento da frequentare. In ogni contesto l’apprendente può avere interesse a conoscere anticipatamente le competenze che svilupperà. Ella/egli potrebbe per esempio ricercare informazioni specifiche se questi, pur avendo già maturato un titolo e specifiche competenze, ha necessità di aggiornarsi o specializzarsi ulteriormente in maniera mirata (per esempio, nel contesto del cosiddetto LifeLongLearning). In questo caso l’apprendente, e come si vedrà anche il datore di lavoro, saranno oltremodo interessati alla trasparenza della didattica offerta e coadiuvati, nella scelta, da obiettivi di apprendimento classificati e strutturati in base a specifiche regole.

Lo stesso datore di lavoro potrebbe trarre vantaggio dalla conoscenza delle competenze maturate dal futuro lavoratore attraverso la frequenza di specifici insegnamenti, potendo identificare, per esempio, le istituzioni più adatte alla preparazione del profilo da questi ricercato. In questo specifico contesto è interessante riportare un passaggio tratto dalla documentazione relativa al progetto CERTISKILLS (§3.5.1).

[…] un approccio per competenze […] ha due principali caratteristiche: è omogeneo con quanto è in corso di elaborazione a livello nazionale ed europeo; deve essere condiviso da tutti gli attori che operano nell’ ampio sistema integrato lavoro-istruzione-formazione. L’adozione di questo approccio, da una parte introduce un decisivo fattore di integrazione del sistema (il linguaggio comune delle competenze), dall’altra arricchisce e qualifica l’offerta di servizi: nuove attività a forte valore aggiunto possono affiancarsi a quelle già in atto nei diversi servizi per rispondere a nuovi[sic] esigenze, espresse e non espresse, degli utenti e del territorio, in un’ottica di anticipazione dei bisogni e di miglioramento continuo della qualità intrinseca dei servizi.

Qual è allora lo scenario verso cui andare? È uno scenario che prevede la disponibilità di una serie di “banche” nelle quali la “risorsa competenze” possa essere custodita e gestita a beneficio di tutta la rete dei soggetti pubblici e privati:

• una banca delle competenze professionali riferite ai diversi settori di attività economica;

• una banca dei “portafogli di competenze” posseduti dalle singole persone; • una banca delle competenze richieste;

• una banca dell’offerta formativa organizzata per unità di competenze capitalizzabili.

Avvalendosi di quanto depositato nelle banche, le persone potranno più facilmente attraversare le frontiere dei vari sistemi (scuola, università, formazione professionale, lavoro …) usando sempre la stessa “moneta”: la competenza, i suoi componenti, i suoi multipli. Potranno tener aggiornato il proprio “portafoglio di competenze”, avvalendosi di servizi come il bilancio delle competenze e la certificazione delle competenze acquisite. Potranno arricchire il portafoglio scegliendo offerte formative mirate. Le imprese

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potranno esprimere in modo puntuale la propria domanda di lavoro in termini di competenze e gestire la formazione dei propri operatori in modo mirato.

(Braga & Magistrali, 2003:3-4)

I datori di lavoro potrebbero, in più, essere interessati alla conoscenza delle competenze maturate dallo studente, soprattutto nei casi in cui siano essi stessi i finanziatori della specializzazione o dell’aggiornamento dell’apprendente. In questo caso, la lavoratrice/il lavoratore, pur avendo già conseguito un titolo di studi, torna a vestire i panni dell’apprendente, per aggiornarsi e rimanere nel mondo del lavoro o per poter spendere meglio il proprio know-how.

La messa a disposizione di una classificazione COAPP potrebbe inoltre fungere da prezioso supporto al compilatore di un programma di insegnamento, durante la fase di stesura di quest’ultimo. COAPP potrebbe operare nel background della maschera di compilazione del programma di insegnamento, non solo proponendo formulazioni, ma soprattutto suggerendo le competenze e gli obiettivi che lo studente dovrà sviluppare con la partecipazione a quel determinato insegnamento (perché, per esempio, precedentemente definite a livello ministeriale). Un software che abbia in memoria

COAPP, sarebbe ‘informato’ delle conoscenze e capacità che lo studente ha già

conseguite con la frequenza di insegnamenti precedenti e altresì sarebbe consapevole delle competenze che lo stesso è richiesto sviluppi in insegnamenti futuri, per i quali l’insegnamento corrente è propedeutico. In questo caso COAPP potrebbe suggerire le capacità e abilità da esercitare per acquisire la competenza richiesta dal piano di studi, assieme a delle formulazioni e dei costrutti per esplicitarle nella forma di obiettivi dell’apprendimento. In questo caso, il docente potrebbe inoltre completare il programma di insegnamento affiancando i contenuti disciplinari specifici ai costrutti suggeriti da COAPP.

In una COAPP, con un numero molto maggiore di UDO classificate, rispetto a quelle presenti in FLOC, un sistematico controllo del vocabolario, attraverso un thesaurus, sarebbe indispensabile.