L’interesse approfondito in questa sede è rivolto principalmente ad esaminare alcuni aspetti della gestione del multilinguismo nei Knowledge Organization Systems (KOS): la gestione di relazioni semantiche fra concetti/termini in lingue diverse, così come la possibilità di esaminare corrispondenze (più o meno specifiche) fra lingue diverse, non sulla base di singoli elementi, bensì sulla base di gruppi di concetti/termini.
Semantic relations are the relations between concepts, meanings, or senses. The concept [school] should be distinguished from the word “school.” [School] is a kind of [educational institution]. This is an example of a hyponymous, or hierarchical, relationship between two concepts or meanings, which is one among many kinds of semantic relations.
The concept [school] may, for example, be expressed by the terms or expressions “school,” “schoolhouse,” and “place for teaching.” The relation between “school” and “schoolhouse” is one of synonymy between two words, but the relation between “school” and “place for teaching” is a relation between a word and an expression. The relations between words are termed lexical relations. “School” also means [a group of people who share a common outlook in relation to something] (as in “a school of thought”). This is a homonym relation: Two senses share the same word or expression-“school.” Synonyms and homonyms are not relations between concepts but are about concepts expressed with identical or with different signs.
Relations between concepts, senses, or meanings should not be confused with relations between the terms, words, expressions, or signs that are used to express the concepts. It is, however, common to mix both of these kinds of relations under the heading “semantic relations” (e.g., Cruse, 1986; Lyons, 1977; Malmkjaer, 1995; Murphy, 2003).
59 In FLOC le relazioni semantiche indicate stabiliscono un collegamento fra elementi che generalmente hanno la forma di frasi complete. Si tratta pertanto di elementi molto complessi, al limite di ciò che tradizionalmente è concepito come un concetto. Ogni UDO, come si vedrà, è espressione di un’azione, uno o due oggetti e, in alcuni casi, una o due specificazioni. Ciò che permette tuttavia di trattare le UDO alla stregua di concetti – analizzabili attraverso un numero definito e limitato di caratteristiche (faccette) – è la loro appartenenza ad uno stesso dominio (l’istruzione universitaria); la comune funzione di tutte le UDO (esplicitare ciò che uno studente saprà, sarà in grado di fare, ecc.); e infine, il contesto formale della classificazione a faccette (un KOS in cui si opera un controllo del vocabolario; in cui il lessico impiegato non è più espressione di un linguaggio naturale, bensì ‘controllato’ in quanto circoscritto ad esprimere solamente determinati significati).
Di sinonimia si parlerà in concomitanza con il controllo del vocabolario dei fuochi di alcune faccette di FLOC.
Come già approfondito nel corso del precedente capitolo, l’interpretazione di un elemento classificato all’interno di un KOS (dunque del concetto1 rappresentato) è data anzitutto dalla collocazione dello stesso all’interno della rete semantica di altri elementi ad esso correlati. In specifici casi, generalmente rari, oltre alla collocazione nella rete semantica, ci si può avvalere di una nota d’ambito, Scope Note, attraverso la quale disambiguare o specificare il significato del descrittore classificato.
Scope note (SN)
Explanation added to a heading to clarify the range of the subject matter encompassed or the usage of the heading within the index. [ISO 999:1996]. They are
• either a definition, if this clarifies the meaning of the descriptor;
• or guidance on how to use the descriptor when indexing documents and formulating queries.
(CWA 15453, 2005:11)
Nell’indicazione di relazioni semantiche interlinguistiche fra gli elementi classificati, la prassi, la letteratura e una serie di standard nazionali ed internazionali ha proposto
1 Nel presente contesto di ricerca, il significato di concetto accoglie la definizione di Ohly (2010):
The meaning of concept – According to Satija (2004), following Ingetraut Dahlberg (1974), “A unit of thought [...is] constituted through abstraction on the basis of properties common to a set of objects; a mental image formed by generalization. It is generally regarded as the product of a system of orderly thinking”. It means that a concept is not identical with a certain word, but it is a more general idea that lies behind it, including other words and their relations to each other. Concepts can be described by a sum of adequate characteristics but these are not invariant in time and space either; and they must be adapted to their cultural contexts. In content analysis the common procedure to define concepts is the usage of several terms that are variants or partial aspects of the examined concept […].
(Ohly, 2010:371)
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diverse tipologie di relazioni interlinguistiche. In particolare nel contesto di sviluppo dei thesauri2 (ISO 5964, 1985) la necessità di segnalare la presenza di equivalenze interlinguistiche ha condotto alla specificazione di cinque gradi di equivalenza interlinguistica:
• equivalenza esatta (laddove sussiste una sinonimia interlinguistica come nel caso di EN physics, DE Physik e IT fisica)
• equivalenza inesatta o near equivalence (quando la sinonimia interlinguistica è stabilita in base ad un diverso punto di vista come nel caso di IT pericolo di
morte e DE Lebensgefahr)
• equivalenza parziale (quando c’è un diverso grado di specificità nei sistemi linguistici messi a paragone, EN nut – IT noce – DE Nuss)
• equivalenza di uno a molti o single to many (quando c’è una differenza nel numero di espressioni linguistiche in una lingua rispetto ad un’altra per esprimere un dato concetto EN fuel – IT carburante e combustibile)
• non-equivalenza (laddove in un’altra lingua non si riscontra un termine equivalente, DE Berufsverbot)
Nel contesto di ricerca descritto in questa dissertazione la relazione interlinguistica è cercata fra elementi organizzati in una classificazione, e in particolare in classificazioni che fanno uso di lingue diverse, pur trattando una stessa tematica comune. Ciò che si vuole stabilire fra le diverse versioni della classificazione di obiettivi dell’apprendimento FLOC sono dei collegamenti, dei cross-links fra diversi vocabolari (controllati, anche plurilingui),
a practice more widely referred to as vocabulary mapping. The term refers to a reconciliation method that links terms in one vocabulary to equivalent or semantically close concepts in other controlled vocabularies.
(CWA 15453, 2005:8)
Primariamente in ragione della necessità di rivedere ed aggiornare3 le ultime versioni degli standard internazionali sullo sviluppo di thesauri monolingui (ISO 2788 del 1986) e multilingui (ISO 5964 del 1985), la prassi di sviluppo di thesauri da parte di diverse istituzioni si era lentamente allontanata dai dettami della normativa ISO.
Today a number of people prefer to apply the extended expressions of ISO 5964 as[, for example,] in the Getty Guide-Lines for Forming Language Equivalents:
1. Exact equivalence (EE)
2 Un thesaurus multilingue propone della terminologia (vocabolario controllato) da diversi sistemi
linguistici e presenta non solo le relazioni fra i termini nei singoli thesauri monolingue ma anche i termini equivalenti fra lingue diverse (ISO 5964, 1985). Le IFLA Guidelines for Multilingual Thesauri (2005) aggiungono che un thesaurus veramente multilingue presenterà non solo la terminologia ma anche le relazioni che interconnettono quest’ultima in ognuna delle lingue indicizzate.
3 A tal proposito si vedano, anzitutto Dextre Clarke (2007, 2008); l’autrice è Project Leader del nuovo
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2. Broader equivalence (BE) 3. Narrower equivalence (NE) 4. Inexact equivalence (IE) 5. No equivalence (NO)
(CWA 15453, 2005:12)
Nel 2008 hanno avuto inizio i lavori di revisione degli standard sui thesauri. Il nuovo standard, ancora in parte in fase di elaborazione, include anche altri vocabolari controllati, oltre ai thesauri, ed è intitolato ISO 25964: Information and documentation
— Thesauri and interoperability with other vocabularies, suddiviso in “Part 1: Thesauri
for information retrieval” e “Part 2: Interoperability with other vocabularies”. La prima parte, ISO 25964-1, ha concluso l’iter di stesura, controlli, votazione e pubblicazione l’8 agosto 20114. Essa tratta primariamente lo sviluppo di thesauri per l’information
retrieval, sia mono- che multilingui. All’interno della seconda parte, ancora in fieri5, si hanno sezioni molto interessanti per lo studio descritto nella presente dissertazione, in ragione dell’attenzione che questo documento riserva all’interoperability6 fra KOS. Benché la stesura di ISO 25964-2 sia ancora in fase di sviluppo, nel 2010 diversi eventi hanno fornito l’occasione di osservare non solo alcune fasi dello sviluppo della normativa, ma anche i suoi contenuti. Nel corso della conferenza internazionale 11th
ISKO Conference 2010 (23-26 febbraio 2010, Roma) è stato possibile partecipare come
uditore esterno ad uno degli incontri del Working Group che sta elaborando il nuovo standard ISO. Inoltre, nel corso dei soggiorni presso la School of Library and
Information Science della Kent State University (Ohio) e l’École de bibliothéconomie et des sciences de l’information (EBSI), Université de Montréal, è stato possibile
collaborare direttamente con due membri del suddetto Working Group: rispettivamente Marcia Lei Zeng e Michèle Hudon. La collaborazione con le due docenti e ricercatrici ha permesso non solo di osservare alcune fasi della discussione e dei lavori, ma anche l’esame del testo della nuova normativa. Non esistendo una copia ufficiale della seconda parte, ISO 25964-2, non è concesso citare alcun riferimento. Ciò a cui si farà riferimento
4 <http://www.iso.org/iso/iso_catalogue/catalogue_tc/catalogue_detail.htm?csnumber=53657> (ultimo
accesso maggio 2012)
5 <http://www.iso.org/iso/iso_catalogue/catalogue_tc/catalogue_detail.htm?csnumber=53658> (ultimo
accesso maggio 2012) L’iter di revisione aveva raggiunto lo stadio “DIS ballot initiated: 5 months” il 14 dicembre 2011.
6 “Interoperability. The ability of two or more systems or components to exchange information and to use
the information that has been exchanged”. (IEEE Std 610.12-1990:42). “I vocabolari possono supportare l’interoperabilità includendo relazioni con altre strutture semantiche, rappresentando i dati in formati standard e usando sistemi che supportano protocolli comuni”. (Capitani, 2006)
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di seguito sono approcci innovativi che sposano alcuni principi che saranno contenuti nel nuovo standard.
Per quanto riguarda nello specifico l’indicazione di relazioni semantiche per collegare elementi classificati in versioni diverse di FLOC, già il Working Document dell’ISO 25964-2 del 2010 parlava di mapping ed in particolare di hierarchical mapping fra due o più vocabolari controllati (anche in più di una lingua).7 Mapping8 (in contesti in lingua italiana si trova di frequente il termine inglese o anche il calco ‘mappatura’) può indicare sia il processo che definisce una relazione semantica fra un concetto/termine di un vocabolario controllato A e un concetto/termine di un altro vocabolario controllato (vocabolario controllato B), così come il risultato di tale processo, ossia la relazione semantica indicata fra i due concetti dei vocabolari controllati A e B. L’aspetto innovativo introdotto dal hierarchical mapping è l’etichettatura di una relazione semantica fra concetti non equivalenti, in quanto diverge il grado di specificità dei due elementi, contenuti nei due distinti vocabolari controllati. La mappatura fra i concetti del vocabolario A e vocabolario B che hanno diversi gradi di specificità indicherà che l’uno è un Broader Mapping concept (BM) dell’altro, e che il secondo è un Narrower Mapping
concept (NM) del primo. Un esempio potrebbero essere dato da postgradualer Universitatslehrgang tratto dalla legislazione universitaria austriaca, esaminato in Ralli
& Stanizzi (2008) e in Ralli et al. (2007).
[I]l concetto austriaco indica un corso post-laurea di perfezionamento scientifico e di alta formazione ricorrente. Tuttavia, a differenza del sistema italiano che distingue fra “master di primo livello”, al quale si può accedere al termine di un corso di laurea triennale, e “master di secondo livello”, che e successivo al conseguimento della laurea specialistica/ magistrale, il sistema austriaco non presenta una simile differenziazione. Anzi, i requisiti di accesso ad un postgradualer Lehrgang vengono stabiliti in modo del tutto autonomo dagli atenei austriaci. Da un punto di vista linguistico-concettuale il “corso di master universitario” rappresenta dunque l’iperonimo che, a sua volta, comprende i due iponimi “corso di master di primo livello” e “corso di master di secondo livello”. In tal senso il concetto austriaco viene a conglobare nel proprio interno i due iponimi italiani di “corso di master universitario”.
(Ralli & Stanizzi, 2008:67-68, corsivo nell’originale) In entrambi i sistemi universitari, quello austriaco e quello italiano, sono previsti corsi di master universitario. Tuttavia a differenza del sistema italiano che prevede corsi di master articolati su due livelli, il sistema austriaco non presenta una simile differenziazione.
(Ralli et al., 2007:561)
7 Anche altre fonti in letteratura parlano di ‘hierarchical mapping’, fra queste Broughton & Slavic (2007). 8 “Mapping involves reconciliation of two or more controlled vocabularies, at the conceptual and at the
63 Ne deriva la seguente strutturazione
postgradualer Universitatslehrgang
is BM of corso di master di primo livello
postgradualer Universitatslehrgang
is BM of corso di master di secondo livello
corso di master di secondo livello
is NM of postgradualer Universitatslehrgang
Queste due tipologie di relazione semantica interlinguistica sono state adottate in FLOC per creare dei collegamenti (per ‘mappare’) fra obiettivi dell’apprendimento nelle diverse versioni di FLOC. Un concetto simile al mapping gerarchico si trova anche in CWA 15453 (2005:61-62). Il CEN Workshop Agreement parla in particolare di ‘broader equivalent’ e ‘narrower equivalent terms’.
In Figure 5.4, the mapping ‘A1 has a broader equivalent term B1’, ‘A1 has a narrower equivalent term B2,’and ‘A1 has a narrower equivalent term B3’ is depicted.
Figure 5.4 Example of a broader and narrower equivalence”
CWA 15453 (2005:61-62)
Più avanti, nel paragrafo 2.3.2.1, si tornerà nuovamente su Broader Mapping concept e Narrower Mapping concepts.