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INTERNAZIONALE DI MERCI (1980), PRINCIPI UNIDROIT E PRINCIPI DI DIRITTO CONTRATTUALE

Germany 43 In questa risoluzione i fatti sono i seguenti:

V.- La conformità delle merci secondo la CISG

4.1. a Garanzie espresse nell’UCC

Il primo capoverso del paragrafo 2-313 UCC stabilisce che le «garanzie espresse» di cui risponde il venditore di fronte all’acquirente possono costituirsi nei modi seguenti:

a) Attraverso qualsiasi affermazione di un fatto o di una promessa realizzata dal venditore nei confronti dell’acquirente relativa ai beni (oggetto della vendita) e

63 Senza dimenticare, ovviamente, l’articolo 1.3 CISG: «Né la nazionalità delle parti né il

carattere civile o commerciale delle parti o del contratto devono esser presi in considerazione ai fini dell'applicazione della presente Convenzione».

64 La stessa idea si incontra in VÁZQUEZ LÈPINETTE, TOMÁS, Compraventa Internacional de Mercaderías. Una visión jurisprudencial, Revista de Derecho patrimonial, núm. 2, Aranzadi, 2000,

che entra a far parte della base dell’accordo, creando così una garanzia espressa del fatto che tali beni saranno conformi all’affermazione o alla promessa.

b) Attraverso qualsiasi descrizione dei beni che giunga ad esser parte della base dell’accordo, creando così una garanzia espressa del fatto che tali beni saranno conformi alla descrizione.

c) Attraverso qualsiasi campione o modello che giunga ad esser parte della base dell’accordo, creando così una garanzia espressa del fatto che l’insieme dei beni saranno conformi al campione o al modello.

Il secondo comma del paragrafo 2-313 UCC afferma che per la costituzione di una garanzia espressa non è necessario che il venditore utilizzi parole formali quali «garanzia» o «garantire», e neppure che abbia un’intenzione specifica di costituire una garanzia. Tuttavia, il precetto aggiunge che non costituirà una garanzia la semplice affermazione circa il valore dei beni emessa dal venditore o qualsiasi affermazione da parte dello stesso che presupponga una semplice opinione o un elogio nei confronti dei beni65.

Alla luce della regolazione contenuta nell’UCC a proposito della «garanzia espressa», uno dei principali problemi che la dottrina e la giurisprudenza statunitensi si pongono è quello di differenziare l’esistenza di una vera e propria garanzia rispetto alle affermazioni che non costituiscono un vincolo contrattuale per il venditore. Detto in altre parole: si pone il problema di sapere

65 Riproduco qui di seguito letteralmente il paragrafo 2-313 UCC intitolato «Express Warranties by Affirmation, Promise, Description, Sample»:

«(1) Express warranties by the seller are created as follows:

(a) Any affirmation of fact or promise made by the seller to the buyer which relates to the goods and becomes part of the basis of the bargain creates an express warranty that the goods shall conform to the affirmation or promise.

(b) Any description of the goods which is made part of the basis of the bargain creates an express warranty that the goods shall conform to the description.

(c) Any sample or model which is made part of the basis of the bargain creates an express warranty that the whole of the goods shall conform to the sample or model.

(2) It is not necessary to the creation of an express warranty that the seller use formal words such as "warrant" or "guarantee" or that he have a specific intention to make a warranty, but an affirmation merely of the value of the goods or a statement purporting to be merely the seller's opinion or commendation of the goods does not create a warranty».

se l’affermazione fatta dal venditore sia passata a far parte della «base del contratto» e debba essere pertanto rispettata (§ 2-313.1 UCC) o se si tratti, al contrario, di un semplice elogio irrilevante emesso riguardo al bene venduto (§ 2-313.2 UCC)66.

Tale problema tuttavia non sembra esistere nel caso della Convenzione di Vienna. La determinazione dell’oggetto della compravendita in base agli elementi enumerati nel primo paragrafo dell’articolo 35 CISG non lascia solitamente spazio a dubbi circa le qualità di cui devono essere dotate le merci. Diverso sarebbe provare l’oggetto convenuto nei casi (più teorici che reali) nei quali il contratto non sia stato redatto per iscritto67.

D’altra parte l’esigenza contenuta nell’UCC che l’affermazione, la promessa, la descrizione, il campione o il modello giunga ad esser parte della «basis of the bargain» («base dell’accordo») obbliga l’acquirente che si trova di fronte a una mancanza di conformità a provare tale circostanza.

Cosa si intende per «base del contratto» per determinare gli obblighi del venditore? La risposta si può trovare nel precedente della norma menzionata. La sezione 12 dell’antica Uniform Sales Act (Legge uniforme sulle vendite)

66 Questo elogio irrilevante dal punto di vista del vincolo del venditore ricorda in grande misura

un’istituzione che è conociuta a partire dal Diritto romano, vale a dire il dolus bonus. La mancanza di importanza giuridica di questo tipo di dolo ha la sua base nel fatto che qualsiasi persona anche con poca formazione può identificare l’esistenza di tali manovre del venditore tendenti ad esagerare le qualità del prodotto. Il dolus bonus si applica nell’ordinamento spagnolo fondamentalmente nell’ambito della pubblicità dei beni.

67 L’articolo 11 CISG ci dice: « Il contratto di vendita non deve essere concluso nè constatato per

iscritto nè sottoposto ad alcun’altra condizione formale. Può essere provato con qualsiasi mezzo, ivi compresi i testimoni». Nello stesso senso si pronuncia la Legge di Compravendita della Gran Bretagna del 1979 nel paragrafo A-004 della Parte I (Sale of Goods Act de 1979): «[...] Un contratto die compravendita può essere concluso per iscritto (con o senza solennità) o sulla parola, o parte per iscritto e parte oralmente o può essere dedotto implicitamente dalla condotta delle parti ». Tale paragrafo ha il suo precedente nel B-003 della «Sale of Goods Act» del 1893, il cui contenuto era praticamente identico. In termini simili fu redatto il paragrafo 2-204 (1) UCC quando stabilisce che un contratto di compravendita di beni può essere celebrato in qualsiasi modo sufficiente a provare l’accordo, iivi compresa la condotta di entrame le parti contraenti. Come regola generale esiste libertà di forma in Spagna (articolo 1278 CC spagnolo) e in Italia (salvo che una Legge lo esiga: articolo 1321, e in senso negativo il 1350 CC italiano).

diceva che: «Qualsiasi affermazione di fatto o qualsiasi promessa fatta dal venditore relativa ai beni è una garanzia espressa se la tendenza naturale di tale affermazione o promessa è indurre l’acquirente a comprare i beni, e se l’acquirente compra i beni confidando nel fatto che ciò sia una garanzia»68. A

giudizio di James J. White, l’assenza di altri significati dell’espressione «basis of the bargain» obbliga i Tribunali ad impiegare il criterio della «fiducia» generata nell’acquirente di fronte alle affermazioni o promesse del venditore, così come si esprimeva nella sezione 12 dell’Uniform Sales Act.

Un chiaro esempio di questo modo di interpretare l’espressione «basis of the bargain» si può trovare nel celebre caso Hellman vs. Kirschner del 1921. In esso il querelante compra un’auto usata «Cadillac sedan». Il venditore gli aveva assicurato che si trattava del modello 57-V e tutti i documenti del veicolo contenevano tale affermazione. Quando l’acquirente scoprì che nonostante tutto la Cadillac che aveva comprato era del modello 57-J querelò il venditore per inadempimento della garanzia espressa. Sebbene il Tribunale desse ragione all’acquirente, tale sentenza fu ulteriormente revocata in base al criterio della fiducia generata nell’acquirente. Dal momento che l’acquirente aveva esaminato la Cadillac che voleva comprare e avendo avuto la possibilità di stabilire di quale modello si trattasse, non poteva poi invocare la lesione di questa stessa fiducia. Se i fatti esposti fossero stati risolti in base alla Convenzione di Vienna, sarebbe stato senza dubbio applicato il caso di aliud pro alio, la cui regolazione è stata già esaminata in precedenza. La conseguenza più probabile sarebbe stata quella di considerare il fatto come mancanza di conformità in base al fatto che il bene consegnato non corrisponde al «tipo» di merce specificata nel contratto. Non sembra probabile neanche l’applicazione del caso contenuto nel terzo comma dell’articolo 35 CISG, in virtù del quale, il venditore non risponde di nessuna mancanza di conformità nei casi in cui l’acquirente conosceva o non

68 Riproduco qui di seguito il testo originale della sezione 12 dell’Uniform Sales Act: «Any affirmation of fact or any promise by the seller relating to the goods is an express warranty if the natural tendency of such affirmation or promise is to induce the buyer to purchase the goods, and if the buyer purchase the goods relying thereon».

aveva potuto ignorare la mancanza di conformità del bene nel momento della conclusione del contratto, dal momento che tale caso è applicabile solo alle «garanzie implicite» contenute nell’articolo 35.2 CISG.

Ciò che in nessun caso presupporrebbe una mancanza di conformità è il caso inverso a quello esaminato in Hellman vs. Kirschner, vale a dire quando la merce coincide perfettamente con quella fissata nel contratto ma è diversa da quella che l’acquirente si aspettava. In questo caso non esisterebbe neanche l’aliud pro alio. È quanto successe nella Risoluzione del 31 gennaio 2002 dettata dal Sø og Handelsretten (Tribunale Marittimo e Commerciale di Copenhagen), Danimarca. Il venditore doveva consegnare una specie di pesce specificata nel contratto. In qualche modo l’acquirente aveva confuso la denominazione del pesce, ma non può esistere mancanza di conformità quando quanto consegnato coincide obiettivamente con quanto pattuito.