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Ginevra Canonici Fachini: l'educazione perfetta della donna italiana delle élite

Prima dell'Unità: autrici di libri scolastici ed educat

3. L'educazione delle donne, un problema di cittadinanza.

3.2 Ginevra Canonici Fachini: l'educazione perfetta della donna italiana delle élite

Perché una donna possa dirsi perfettamente educata, egli è quindi necessario, ch’ella sia in istato

di poter rendere felice tutta la famiglia, della quale dovrà far parte, coll’adempimento esatto

d’ogni dovere di figlia verso li suoceri, di moglie e d’amica col marito, di tenera e saggia madre coi figli: coll’accudire sempre ilare, attiva, e bene istrutta, al disbrigo dell’amministrazione interna della sua casa, alla prima educazione de’ figli maschi, all’educazione intera delle femmine; altrettanto che nel prestarsi con nobile, ed amabile contegno ad ogni qualunque social dovere: perché una donna possa dirsi perfettamente educata, bisogna ch’ella sia posta in istato di

poter bastare a se stessa, se la sorte la condanna al celibato, o la morte del marito ad immatura

vedovanza: deve poter servire di conforto a ses tessa, di risorsa alla famiglia, s’ella avesse mai a lottare contro l’avversità, o la miseria295.

Queste sono le indicazioni che Ginevra Canonici Fachini rivolge alle madri, in un opuscolo sull’educazione femminile indirizzato alla marchesa bolognese Teresa Malvezzi. Mentre biasima l’uso di istitutrici francesi, inglesi, tedesche che non conoscano perfettamente la lingua italiana, ne auspica invece l’accoglienza per l’insegnamento delle rispettive lingue, così come indica che “giovani bene accostumate”, scelte da scuole delle grandi città, possano essere utili all’insegnamento del ballo, del disegno della musica e della pittura, “coabitando” nella casa di educazione, per condividerne lo spirito educativo e “scemare, quanto si può, la comunicazione con l’esterno, sempre pericolosa, difficilissima sempre da essere sorvegliata296

. L’educatrice ferrarese distingue tre “epoche della nostra educazione: dal settimo al decimo anno la prima; dal decimo al decimo quarto la seconda; dal decimo quarto al decimo ottavo la terza”. A completare l’educazione e la “felicità” auspica anche

sanità, e virtù: cibi semplici, sani, e ragionevolmente abbondanti: allegria, aria aperta, e salubre, spesse passeggiate alla campagna: esercizj adattati alla tenera età, e somma nitidezza, costituiscono felicemente la prima: viene stabilita nell’anima, nel cuore, ed approvata dalla ragione la seconda, mediante l’insinuazione di buoni precetti, e col mezzo dello studio.

Nella prima epoca dell’educazione, oltre i principi fondamentali che sono alla base della conoscenza in quelle “animette pieghevolissime” che sono le bambine fino ai dieci anni, e che vertono sulla presenza di Dio su tutte le cose e sui fenomeni naturali e le opere dell’uomo, è importante introdurre alcune precise indicazioni:

295 Ginevra Canonici Fachini, Della educazione dei grandi conservatori. Lettera di Ginevra Canonici Fachini. Estratta dal Giornale Araldico, anno 1824, T. XXII, p. 3. La lettera è indirizzata alla Contessa Teresa Malvezzi. 296 Ibidem, p. 5.

1°. Le regole grammaticali della nostra lingua italiana, studio essenzialissimo: 2°. La formazione di un bel carattere toscano chiaro, a tutti intelligibile: 3°. Tanta parte della scuola di ballo, quanto giova a comporre in bell’acconcio la persona e il passo, ed a presentarsi con graziosa disinvoltura: e finalmente aggiungerei un’adattata istruzione dei primi, e più necessarj lavori d’ago, omettendo di aggravare più oltre un’età, che abbisogna d’infiniti riguardi per formare una felice costituzione fisica.297

Intorno al decimo anno d'età, la nobildonna osserva un decrescere della riflessione e un’impazienza verso gli studi più gravi, mentre la memoria “opera prodigj”. La causa di questa inquietudine delle fanciulle è, a suo parere, nel “sommo orgasmo nel quale trovasi la macchina in quel periodo della vita, manifestato nella sproporzione delle membra, nella eccedente, vivacissima attività, prezioso dono del cielo per chi sappia accortamente, e prudentemente, usarne”. In questo periodo indica necessari all'educazione l’apprendimento di una semplice scrittura epistolare

la cronologia colla storia generale, applicata alla geografia, e dando principio dalla Italia: la mitologia applicata alla storia, con quella saviezza e sobrietà che è necessaria a non corrompere il cuore ed il costume: le quattro operazioni aritmetiche: gli elementari principj di quelle lingue vive che sono adottate dall’uso generale […] la musica istrumentale, ed il disegno…come compenso del molto affaticare la memoria; ma al disegno farci precedere qualche cognizione di geometria, come quella, che essendo un complesso di ragionamenti, ajuta a sviluppare la ragione.298

Fino a che la fanciulla non sia perfettamente sviluppata, richiama l'attenzione sul non adoperarla troppo nei lavori di telaio, ma preferire quei lavori domestici che possono “eseguirsi sulle ginocchia, e senza appoggio delle braccia, o soverchio abbassamento più dell’una che dell’altra spalla”299

. Verso il quattordicesimo anno si può con più facilità conoscere quali siano “i talenti, il genio e le forze fisiche e morali di una fanciulla”. A seconda di quelli, si può meglio indirizzarla verso lo studio delle lingue o delle belle lettere, tutte però, giunte a quell’età, devono saper “estendere nella propria lingua, principalmente, una narrativa, una domanda ragionata, una risposta, sciogliere delle obiezioni, e dei problemi: devono conoscere delle scienze quanto basta a sentirne parlare senza sorpresa, e ad apprezzarle”300

. A questa età può la fanciulla sentirsi più interessata alla pittura, o alla musica o al canto e, ora che appare “felicemente superato il corso delle grandi operazioni della natura”, può dedicarsi anche al ricamo al telaio. A questo punto,

297 Ibidem, p. 8. 298 Ibidem, p. 9. 299 Ibidem, p. 10. 300 Ibidem, p. 11.

Dolce di cuore, ferma di carattere, docile mercé l’uso incessante dell’ubbidire, atteggiata dal ballo leggiadramente la persona, ingentilito ed illuminato lo spirito da utilissimi studj, regolato il familiare discorso da conoscenza vera della nostra lingua, non ignara delle straniere, ammaestrata nell’esercizio delle due arti sorelle, fatta suscettibile di assaporare ogni genere di sana lettura, e di avere cara la compagnia dei dotti” (p. 12) la fanciulla è pronta a istruirsi anche nella “pratica per ben allevare i fanciulli, e la solida conoscenza dell’interna amministrazione di una famiglia.301

Anche in questo caso i grandi conservatori possono completare l’educazione delle fanciulle, ponendole a sorveglianza delle allieve più piccole nel comportamento e, in caso di malattia non contagiosa, nel seguire l’andamento di

ogni genere di biancherie, impiegandosi nel guardaroba, nella distribuzione delle giornaliere somministrazioni […] non escludendo “le giovani giunte al sedicesimo anno, “dalla sorveglianza delle inservienti […] al tenere esatti registri delle spese[…], adoperarle nella formazione dei preventivi, e consuntivi, destinandole altresì in certi giorni alle giornaliere somministrazioni.302

Avendo poi ogni conservatorio ampi locali “alle filande di canepa, lini, sete, alla fabbrica di tele, di molti generi di drappi di sete e bavella, di lavori in lana od altro” e ampi cortili per “imbiancature, tinture” sarà utile far conoscere alle fanciulle “pochi elementi di chimica pratica, degli effetti della luce, degli acidi, delle terre, degli alcali, dei Sali, dei composti vegetali, le materie infiammabili, per trarne utile alla opportunità. E riguardo alla storia naturale, quanto sarà utile alle fanciulle la conoscenza delle tinte, delle spezie per la medicina domestica, delle droghe “del modo di conservale, e di preparare tuttociò che in genere di composti spiritosi, di acque, di conserve, di confetture, è tanto utile e grato in una famiglia. E infine, una donna educata deve sapere “ornare con eleganza e buon gusto una camera, il disporre una tavola per la colazione o pel pranzo in bell’ordine, il fare gli onori di un invito”. In questo modo le fanciulle si abituano e si educano “al vivere socievole, con quel genere di modesta disinvoltura che allontana infiniti pericoli”, anche se, conclude “gli uomini, per la più parte sanno, pur troppo, trarne partito”303

. Le accuse di Lady Morgan alle donne italiane nel suo libro L’Italie, secondo Canonici Fachini sono di tre tipi, riguardando: “I. Di condotta Morale; II. Di non sentito affetto materno; 3. Di evidente mancanza d’istruzione”304

. In Italia l’amore, scrive Fachini, non è considerato un peccato e ricorda l’uso presso le nobili dame del cavalier servente, il cicisbeo, al cui riguardo la scrittrice ferrarese cita Foscolo, che decreta la morte di questo costume nella sua traduzione del Viaggio sentimentale di Sterne, asserendo

301 Ibidem, p. 12. 302 Ibidem, p. 13. 303 Ibidem, p. 15.

che “De Cicisbei si va perdendo la razza: erano e sono, né amanti, né amici, né servi, né mariti; ma un composto mirabile di qualità negative”305. All’altra accusa che le donne italiane

tendono a non praticare l’allattamento al seno e dunque a non manifestare sentimenti materni, ribatte che non c’è popolo, come quello inglese, più egoista, perché, quando un figlio o una figlia si sposano, trascurano gli anziani genitori, e accade che “la loro madre, sovente in molta età, abbandoni la casa, il luogo in cui diede loro educazione, il corteggio di una fortuna opulenta a cui era abituata, per andare in una tenue pensione in una casa solitaria a finire la vita nell’abbandono e nella noia”306

. All’accusa infine di mancanza di istruzione per le donne italiane, ribatte che

gli uomini come le donne si applicano in Italia alle scienze e alle lettere; e la commedia delle donne saccenti non avrebbe incontrato alcun favore in quella penisola. Egli è vero, che le donne saccenti di Moliere erano ridicole, senza essere dotte, ma le Italiane sono dotte senza esser ridicole307.

Forse è la mancanza di conoscenza generale della lingua italiana che può aver dato a Lady M. l’impressione dell’ignoranza delle italiane. Il libro diviene così, nelle pagine successive, un completo e ricchissimo repertorio di nomi e libri scritti da donne italiane, che completa e supplisce anche per noi alla mancanza di una ricca e accreditata bibliografia della produzione letteraria femminile in epoca antica e moderna.

3.3 L'impegno educativo di Massimina Rosellini Fantastici: commedie e buone