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Lavoro e denaro nella corrispondenza privata di donne insegnanti di fine Ottocento.

L'atteggiamento poetico poggia in gran parte, com'è naturale, su cose materiali. Dipende dall'avere tempo a disposizione, e un po' di denaro, e dalla possibilità che il denaro e il tempo ci danno di osservare le cose oggettivamente e spassionatamente. Con denaro e tempo a disposizione, le donne tenderanno spontaneamente a dedicarsi più di quanto non sia stato fino ad oggi possibile all'arte letteraria.

Virginia Woolf, Le donne e il romanzo, The Forum, 1929, ora in Virginia Woolf, Le donne e la scrittura, a cura di Michèle Barrett, Milano, La Tartaruga edizioni, 1979/2003.

C'è una scena del film Notting Hill, in cui assistiamo, durante una cena di compleanno, a uno scambio di battute fra due invitati (lei attrice di successo, lui operatore finanziario), sulle difficoltà dei reciproci lavori: Julia Roberts lascia senza parole l'interlocutore perché gli rivela che guadagna 12 milioni di sterline l'anno. Non siamo abituati a sentir dire da una donna quanto guadagna, e soprattutto che questa sia una cifra considerevole. Ma, già alla fine del Settecento, Jane Austen collocava i personaggi dei suoi romanzi “lungo una scala finanziaria di precisione geometrica”, dove una sostanziosa rendita o un buono o cattivo matrimonio potevano cambiare totalmente la vita di una donna della classe media, a cui non era ancora permesso “to make a living (guadagnarsi la vita)” come un uomo498

. Un secolo dopo Carolina Invernizio, nella sua conferenza Le operaie italiane499

, dopo aver accennato a quella che definisce “la storia del lavoro delle donne [che] è antica quanto il mondo”500, si sofferma a

considerare come le Statistiche ufficiali e la stessa Esposizione femminile Beatrice diano un “luminoso e splendido esempio” del lavoro delle donne italiane501

, così spesso osteggiato, e come la condizione della donna che lavora sia “intimamente collegata alla condizioni delle famiglie ed a quelle sociali ed economiche della Nazione”502

. L'istruzione appare fin dalla costituzione dello Stato unitario il prerequisito necessario per le donne italiane per ogni avanzamento sociale e acquisizione di diritti, anche se il Codice napoleonico, entrato in vigore

498 Ellen Moers, Denaro, lavoro e piccole donne: il realismo femminile, in Idem, Grandi scrittrici, grandi letterate, Milano, Edizioni di Comunità, 1979, pp. 111-354. Le citazioni riportate sono a p. 113 e p. 119.

499 Carolina Invernizio, Le operaie italiane, in La donna italiana descritta da scrittrici italiane in una serie di

conferenze tenute all'Esposizione Beatrice in Firenze, Firenze, Civelli, 1890, pp. 187-201.

500 Ivi, p. 188.

501 Ivi, p. 201. Sull'Esposizione Beatrice, fortemente voluta da intellettuali donne, prime fra tutti Felicita Pozzoli e Carlotta Ferrari, rimando al mio saggio Microstorie magistrali: Emma Tettoni fra carduccianesimo e reti

emancipative in Ricerche di Pedagogia e Didattica, Journal of Theooriesand Research in Education, Vol. 10, N. 3

(2015). 502 Ivi, p. 196.

fra il 1806 e il 1809 sanciva, con l'autorizzazione maritale e la patria potestà, la naturale “inferiorità” e “domesticità” della donna, permettendole unicamente il passaggio dal “Casato” alla casa503, e il Codice civile del regno d'Italia (Codice Pisanelli, del 1865) all'art. 134

ribadiva l'impossibilità per le donne sposate ad agire in termini economici, accendendo mutui o cedendo o riscuotendo capitali504

. Con la legge Casati del 1859, che istituiva nel Regno d'Italia la scuola statale, si apre per uomini e donne la possibilità nuova di accedere a un lavoro stipendiato e qualificato come quello di insegnante, di cui sale improvvisamente la richiesta. I dati relativi agli stipendi spuntano spesso dagli archivi scolastici o dalla corrispondenza personale degli stessi insegnanti. La Scuola normale maschile provinciale di Bologna, ad esempio, riporta per l'anno 1868 questo Specchio d'impiegati che tengono più

d'un ufficio o hanno maggiori provvisioni, fatto stilare dal Direttore Adelfo Grosso (una legge

del 19 luglio 1862 vietava il cumulo degli impieghi retribuiti, delle pensioni ed altri assegnamenti a carico dello Stato, o di pubbliche Amministrazioni), da cui si ricavano singolari differenze di retribuzione fra gli insegnanti a seconda della materia e delle ore prestate505

:

Nome Età Qualifica Materia Stpendio

Luigi Savorini Anni 43

Vicedirettore del collegio e insegnante

Lingua it., Storia e geografia Lire 2.900 Don Raffaele Cantelli Anni 33

insegnante Catechismo e Storia sacra Lire 500 Enrico Saint- Cyr Anni 55

insegnante Lingua francese Lire 400

Federico Parisini

Anni 40

insegnante incaricato Canto corale Lire 300

Luigi Biondi Anni 64

insegnante Disegno ornamentale e architettonico

Lire 500

Raffaele Garagnani

incaricato Esercizi militari Lire 150

Emilio Baumann

Anni 25

insegnante incaricato Ginnastica educativa Lire 450

Raffaele Zappoli

Anni 45

insegnante Calligrafia Lire 50

Antonio Anni insegnante Agricoltura teorico- Lire 600

503 Simonetta Soldani, Prima della repubblica. Le italiane e l'avventura della cittadinanza, in N.M. Filippini, A. Scattigno, Una democrazia incompiuta. Donne e politica in Italia dall'Ottocento ai nostri giorni, Milano, FrancoAngeli, 2007, pp. 41-90, le citazioni sono a p. 48.

504 Ivi, p. 320-323.

505 ASPB,Archivio Storico della Provincia di Bologna, Serie archivistica Scuola normale maschile provinciale, Busta 3 “Personale insegnante”, fascicolo 1867/1868.

Bertoloni 25 pratica assegnate dalla Società Agraria di cui è incaricato Procolo Benettini Anni 50

insegnante titolare Matematiche

elementari e nozioni di Scienze naturali Lire 1.500 Girolamo Bonaghi Anni 59

Bidello Lire 840 con

cui paga anche un inserviente, Angelo Conti, 21 anni Dalselleri Sante Anni 60 Portiere: in compenso del suo servizio ha l'alloggio gratuito per sé e per la sua famiglia.

Stessa precarietà e disparità tra insegnanti titolari, incaricati e maestre assistenti troviamo nelle Scuole normali femminili, come la Scuola normale femminile “Laura Bassi” di Bologna: “i primi percepiscono dalle 1.500 lire alle 2.200 lire annue; gli incaricati dalle 300 alle 800 lire; la maestra assistente dalle 800 alle 1.000 lire506

. Certo, come afferma Louise May Alcott in Piccole donne, non sta bene che una donna parli di denaro, e le donne hanno sempre evitato di farlo, ma la crescente presenza femminile nelle professioni educative dell'Ottocento le rende attente per la prima volta anche all'aspetto venale ed economico del loro lavoro. Mentre nelle conferenze e nei discorsi di fine anno si allude al valore dell’insegnamento come vocazione, missione e sacerdozio, le insegnanti italiane di scuole elementari e normali si trovano a fare i conti con stipendi insufficienti, nettamente inferiori a quelli maschili, e con le difficoltà dovute a improvvisi trasferimenti punitivi, o a cambi di cattedra imprevisti cui devono fare buon viso. È il caso di Emma Tettoni, novarese, allieva carducciana, che nel 1881 scrive al suo maestro di essere stata assunta come insegnante di Materie letterarie presso l'Istituto femminile Uccellis di Udine con uno stipendio di lire 800 annue:

io insegnerei nel corso normale Letteratura italiana, Storia e geografia, Pedagogia e morale; in tutto 16 ore di lezione per settimana, di più mi sarebbe affidata la Biblioteca dell’Istituto; ed avrei vitto, alloggio ed 800 lire annue507.

506 Maestre (e maestri) d'Italia: i 150 anni del Liceo Laura Bassi: quaderno della mostra, Bologna, Istituto Storico Parri Emilia-Romagna, 10 maggio-10 giugno 2011, a cura di Maria Giovanna Bertani e Patrizia Franceschini, Bologna, BraDypUS, 2011, p. 27.

507 Casa Carducci, Bologna, Archivio dei Corrispondenti, Lettera di Emma Tettoni a Carducci, 20 agosto 1881. Epistolari, Cart. CIX, fasc. 68 (n. 31.095).

In alcune lettere lamenta la fatica e l’estrema ripetitività del lavoro, che le impedisce di studiare e aggiornarsi come vorrebbe (cfr. le lettere al Carducci del 20 agosto 1881 e 13 marzo 1883). Nell’83, dopo essersi dimessa dal Collegio Uccellis, è presso la Scuola superiore femminile provinciale di Rovigo, dove viene nominata Direttrice, rimanendovi fino all’89 quando, con il passaggio della Scuola da provinciale a governativa, le subentra un nuovo Direttore, Giovanni Franciosi. Come molte giovani donne del suo tempo, Emma ha dovuto fare precocemente i conti con gravi lutti familiari, come la morte della madre e della sorella, con problemi economici, come la necessità di mantenere agli studi il fratello minore presso l'Accademia militare di Modena. Di queste difficoltà scrive a Carducci nella lettera del 19 settembre 1889:

Capirà che io mi troverei in una posizione umiliante di fronte alle allieve ed ai colleghi, essendo semplice insegnante dove sono stata Direttrice per sei anni; aggiungo poi, sebbene le private circostanze di famiglia non abbiano forse il diritto di pesar molto sulla bilancia, aggiungo che io ho fin qui provveduto alle spese per l’educazione di un mio fratello che ora è a Modena alla Scuola Militare; e tutto quanto ho fatto finora per lui diventerebbe inutile se io dovessi troncare la sua carriera per questa considerevole diminuzione del mio stipendio (fin ora, come Direttrice e insegnante Pedagogia, avevo lire 2.500: ora come semplice insegnante me ne furono assegnate 1.800); che sarebbe ora di quel povero ragazzo?508

Le insegnanti si definiscono “operaje della penna”, il termine operaia indicando colei che trae sostentamento dal frutto del suo lavoro, che sia manuale o intellettuale. Umile operaia della penna509

si firma Onorata Grossi Mercanti, riprendendo la definizione di umili operaie coniata da Luigia Codemo510

, e anche lei della grande “Classe dei Paria” degli insegnanti, come scrive la milanese Felicita Pozzoli. Il lavoro diviene il tema centrale dei libri di lettura rivolti a ragazzi e ragazze, delle conferenze educative, di racconti e antologie scolastiche di fine Ottocento511

. La donna è incoraggiata ad istruirsi proprio per poter meglio accedere a un lavoro, e la pigrizia e la noia vengono ripetutamente stigmatizzate come nemiche della crescita intellettuale e personale di ciascuna. Il coinvolgimento femminile nel progetto lavorista del secondo Ottocento si scontra con le posizioni più conservatrici del mondo

508 Casa Carducci, Bologna, Archivio dei Corrispondenti, Lettera di Emma Tettoni a Carducci. Epistolari, Cart. CIX, fasc. 68 (n. 31.109).

509 Carla Ida Salviati, Paggi e Bemporad, editori per la scuola, Milano, Franco Angeli, 2007, p. 157.

510 Luigia Codemo, Le umili operaie. Lettere di Luigia Codemo e Caterina Percoto, a cura di Rossana Caira Lumetti Napoli , Loffredo, 1985, p. xxx

511 Adriana Chemello, «Libri di lettura» per le donne. L'etica del lavoro nella letteratura di fine Ottocento, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1995, pp. 40-72 sulla letteratura selfelpistica italiana, e in particolare «Libri di

cattolico, lungamente contrario al lavoro femminile512. Dalle lettere e dalle conferenze

educative di insegnanti/scrittrici, che parlano esplicitamente di compensi e di lavoro, come fanno Onorata Grossi Mercanti, Felicita Pozzoli, Emma Tettoni, Emma Boghen Conigliani si esprime per la prima volta una maggiore consapevolezza di sé delle donne, in termini di autonomia e bisogni economici. In Northanger Abbey, scritto da Jane Austen fra il 1797 e il 1798, Catherine Morland, eroina diciassettenne e alter ego dell'autrice, è un’appassionata lettrice di romanzi popolari, di cui denuncia la condanna da parte di critici e denigratori, “tanto numerosi quasi quanto i nostri lettori”. Morland lamenta anche il fatto che proprio i romanzi popolari scritti da donne, come Ann Radclif o la Austen stessa, siano nel mirino dei moralisti, che non si lesinano elogi e adeguati compensi ai compilatori di manuali scolastici di storia o antologie. I romanzi a firma femminile, infatti, sono quelli

in cui si dispiegano le più alte doti dell’intelletto, e nel linguaggio più squisito viene esposta al mondo la più profonda conoscenza della natura umana, la descrizione più felice della sua varietà, le più vivaci manifestazioni di spirito e di umorismo […], mentre migliaia di penne elogiano il talento del novecentesimo autore di un compendio di storia dell’Inghilterra, o di chi mette insieme e pubblica in un volume una dozzina di versi di Milton, di Pope, di Prior, un articolo dello Spectator e un capitolo di Sterne513.

Quasi un secolo dopo, nel 1893, sulle pagine di Cordelia, nella rubrica Profili femminili che dedica in quel numero a Onorata Grossi Mercanti514

, Ida Baccini lamenta, all’inverso, proprio la scarsa valorizzazione e la mancanza di una congrua retribuzione per chi, come la maestra livornese, ha lavorato una vita intera a scrivere volumi e compendi di Lettere e di Storia patria per vari ordini di scuole, e accenna a uno dei testi più fortunati, Dice il proverbio515

:

Dice il proverbio…ah, io vorrei, Onorata, che il proverbio dicesse: Donna virtuosa e colta, donna fortunata! E tu, cara, non sei davvero tra i beniamini della fortuna, perché affaticata nella lotta dell’esistenza e perché i tuoi scritti e la lunga fruttuosa tua opera educativa non t’hanno dato ancora la modesta agiatezza a cui avevi diritto.

512 Adriana Chemello, cit. p. 75 e seguenti.

513 Jane Austen, L’abbazia di Northanger, trad. Silvia Forini, Rimini, Rusconi Libri, 2008, pp. 21-22.

514 Onorata Grossi Mercanti (Livorno 1853 - 1922) fu maestra elementare, ma soprattutto scrittrice di importanti antologie, quali Come si è fatta l’Italia. Storia del risorgimento italiano narrata ai fanciulli (Firenze, 1890);

Brevi racconti di storia patria, dalla fondazione di Roma alla scoperta dell’America (Firenze, 1891); Dice il proverbio (Firenze, 1893) ed altri testi scolastici per la scuola elementare. Presso il Fondo Bemporad

dell’Archivio Storico Giunti Editore, a Firenze, è presente un fascicolo a lei dedicato (3 giugno 1889 – 3 ottobre 1927). Esiste inoltre un carteggio di 34 lettere di argomento più personale e familiare, scambiate con Emilia Peruzzi, animatrice di un importante salotto fiorentino, tra il 1870 e il 1890, cfr. Alessandra Contini, Anna Scattigno, Carte di donne: per un censimento regionale della scrittura delle donne dal 16. al 20. secolo: atti

della Giornata di studio, Firenze, Archivio di stato, 5 marzo 2001, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2005.

Si veda scheda nell'Indice biobibliografico in appendice.

Nel fascicolo intitolato a Onorata Grossi Mercanti presso l'Archivio Storico Giunti di Firenze sono custodite le copie dei contratti sottoscritti con l'editore Bemporad: con Roberto Bemporad viene stilato il 1 gennaio 1890 un contratto di lire 500 per il manuale Come si è

fatta l'italia, 200 lire vengono fissate per le ristampe. Il 3 giugno 1897 Onorata cede i diritti

del suo Brevi racconti di Storia ebraica, greca e romana ad uso delle classi prima e seconda

elementare per lire 500, l'editore si obbliga a pagarle lire 200 per ogni nuova edizione

riveduta. Il 20 aprile 1910, in un nuovo contratto per il libro Giovane Italia, ne cede per anni 20 i diritti, riservandosi una percentuale del 10% sulle vendite delle singole copie, mentre per i testi per la VI maschile, compilati con Ferruccio Orsi, la percentuale sulle singole vendite è del 5%516

. Sono tempi difficili per le antologiste. Ida Baccini su «Cordelia» prosegue nella sua disamina a favore della Grossi Mercanti, riportando le parole dell’antologista toscana517

:

Siamo condannate a lottare, a soffrire. Ogni tanto ci chiamano apostoli, creature elette che spargono il lume della scienza tra gl’ignoranti, che educano il popolo, che commuovono, che destano palpiti generosi, nobili aspirazioni; ci lodano, ci cercano, ci sfruttano; e poi, non si curano di noi, non ci dicono: Tenete, prendete questo po’ di carta straccia e riposatevi e fate tutto quello che vi pare e create tutto quello che di più nobile e di più bello la vostra mente sa creare…No! Noi dobbiamo lavorare come l’asino de’ contadini, sempre, senza riposo, e ci dobbiamo evangelicamente contentare di due fili di paglia e d’un pugno d’avena. Oh meglio sarebbe stato infilzare quattro rime e due sonetti, e mandare in solluchero i retori classici, piuttosto che consumare il fosforo del nostro cervello per educare al bene, per fare amare la virtù!

Una vera e propria guerra fra poveri, questa di Onorata Grossi, se la polemica, neanche tanto velata, sulle scrittrici di versi e sonetti, era rivolta contro la giovane Ada Negri, a cui proprio nel 1893 era stato conferito il Premio Giannina Milli, assegnato dall'Istituzione Milli di Firenze, istituzione “diretta ad onorare e promuovere gl'ingegni del sesso femminile in Italia”518

. Ma la Baccini riprende519

:

or sono pochi giorni fu assegnata una pensione a una fanciulla di vent’anni, sol perché aveva scritto in versi molte cose che tante penne illustri come la tua avevano da anni e anni scritto in prosa, e in che prosa! Quando penso che un premio, destinato a render meno difficili i giorni all’inclita donna che con opere preclare avesse cresciuto decoro alla patria, venne conferito a una

516 Archivio Storico Giunti, Bemporad fascicolo Onorata Grossi Mercanti. 517 Cordelia, cit. p. 326.

518 Sull'Istituzione del Premio Giannina Milli, vedi anche: Istituzione Milli di Firenze, Progetto di statuto per la

instituzione Milli diretta ad onorare e promuovere gl'ingegni del sesso femminile in Italia, Firenze, Stamperia

sulle logge del grano, 1865; Istituzione Milli, Firenze, Rendiconto finale dell'amministrazione tenuta dal

Comitato promotore di questa Istituzione, dall'anno 1864 a tutto aprile 1873, cioè fino al momento di consegnare la rappresentanza al municipio di Firenze , Istituzione Milli, 1873; Consiglio comunale di Firenze, Deliberazione del Consiglio comunale di Firenze pel conferimento del premio alla signorina Ada Negri, Firenze,

Tip. Galletti e Cocci, 1893. 519 Cordelia, ivi.

giovanetta, i cui bei versi, non sempre commendevoli per la forma, sono – in gran parte – riprovevoli pel concetto, non so tenermi dal trascrivere certe parole che mi furono indirizzate mesi sono da una grande educatrice come sei tu.

Quella di Onorata Grossi fu una famiglia di insegnanti, autori di libri di testo. Il marito, Ferruccio Mercanti, laureato a Bologna in Medicina e Scienze Naturali, scrisse per gli editori Hoepli e Bemporad testi di Fisica, Igiene e Storia naturale per le scuole superiori. La figlia Elisa Mercanti Agostini fu latinista e autrice, assieme a Giulio Giannelli520, di antologie di

letteratura latina per le scuole superiori, ristampate fin negli anni Sessanta del Novecento. E certamente raggiunge, a differenza della madre, di cui pure continua a percepire somme sui diritti di vendita almeno fino al 1927, una certa agiatezza economica, se nel 1932 il suo nome appare fra quelli delle socie dell'esclusiva associazione femminile internazionale Lyceum di Firenze. Anche Tommasina Guidi, prolifica e popolare scrittrice di novelle e romanzi521

, in una lettera a Carducci del 18 gennaio 1893, polemizza sull’assegnazione della pensione Milli ad Ada Negri perché teme che questa “farà tacere Ada Negri, non la farà più libera di scrivere”522

. Per carattere, oltre che per la sua importante posizione di Ispettore ministeriale e poi Senatore, Carducci non rimaneva insensibile alle richieste di aiuto che gli rivolgevano insegnanti, scrittori e scrittrici di fine Ottocento. Fra la sua corrispondenza troviamo lettere di protesta e richieste di intervento a favore di un miglioramento del trattamento economico riservato agli insegnanti, specie quelli di Storia e geografia nelle Scuole Normali, come la lettera di Felicita Pozzoli523

, che il 4 aprile 1894 denuncia la situazione dell'insegnante aggiunto di Storia e geografia:

conceda Le delinei brevemente la condizione dell’insegnante di Storia e Geografia nelle Scuole Normali. L’articolo 369 della Legge Casati stabilisce 3 titolari ed un aggiunto per ogni scuola, senza precisare le materie; era logico che per affinità e inscindibilità fra Italiano, la Storia e Geografia, il terzo titolare dovesse essere quello di Storia, non già quello di Scienze[...] La condizione dell’aggiunto è curiosa: massimo dello stipendio, £ 1.500, ridotto dalle imposte a 1.300, non aumento sessennale, una vera strada cieca. L’orario stabilito dal Casati pei 3 corsi normali, era di 9 ore; il Boselli vi aggiunse di proprio il 3^ corso preparatorio, con 4 ore d’insegnamento, imposto, senza compenso di sorta, agli insegnanti Normali; così da 9 le ore divennero 13; poi un’ora in più per l’assistenza alle lezioni pratiche; ampiezza di programma; esigenze degli studi progrediti, progredienti; importanza vera, assoluta, dell’una e dell’altra materia, la geografia in ispecie; le pretese poco men che universitarie degli Ispettori, i quali 520 Giulio Giannelli (1889-1980), docente universitario di storia greca e romana, fu fra i redattori dell'Enciclopedia

italiana, Direttore della Scuola normale superiore di Pisa dal 1959 al 1964 e saggista.

521 Tommasina Guidi, alias Cristina Guidicini (Bologna, 1835 – 1903) visse a Firenze e a Bologna, dove fu allieva di Salvatore Muzzi. Fra le sue opere, la novella Memorie di una zia, Un'amicizia di educandato, Torino, presso l'ufficio del Giornale delle donne, 1881.

522 Casa Carducci, Bologna, Archivio dei corrispondenti, Tommasina Guidi, Carteggio LXIII, 45.

523 Su Felicita Pozzoli (Milano, 11 dicembre 1838 – 26 gennaio 1916) si veda la scheda nell'Indice

lasciano sempre il tempo che trovano; necessaria preparazione giornaliera, cose tutte che provano luminosamente il valore delle discipline stesse; il regolamento Boselli apriva uno spiraglio all’avvenire dell’insegnante di Storia e Geografia, trattato come quello di Disegno e Calligrafia, ma rimase lettera morta. [...]Non è questione di fondi: si trovano per promuovere, da £ 5.000 a £5.500 ecc, per provvedimenti, stipendi per un Mandalari, Giampaoli; per Commissioni di Studi, che viceversa non studiano niente, dacché non approdano a nulla; dalle tasse che s’imporranno alle Elementari e Normali, le sole scuole ancora esenti e frequentatissime, non si potrebbe devolvere una parte a beneficio dei poveri insegnanti di Storia e geografia?524