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Visioni della tradizione educativa per le élites d'Oltralpe: Madame Campan, Maria Edgeworth

Visioni educative Il dibattito sull'educazione femminile

2. L'educazione femminile come battaglia politica per i diritti civili delle donne

2.1 Visioni della tradizione educativa per le élites d'Oltralpe: Madame Campan, Maria Edgeworth

Nel 1827 esce a Milano, per i tipi di Giuseppe Rezzi, Dell'educazione, trattato di Madama

Campan, aggiuntivi de' consigli alle fanciulle ed alcuni saggi di Morale, tradotti da Luigi

Ferreri. Sarà uno dei più seguiti trattati educativi del primo Ottocento. Dell'autrice, Giovanna Luisa Enrichetta Génet, apprendiamo dai Cenni biografici, che nacque a Parigi nel 1752 ed ebbe tra i suoi istitutori addirittura Goldoni, che le insegnò perfettamente la lingua italiana. Chiamata a corte da Maria Antonietta, di cui divenne dama di compagnia, fu lettrice presso le altre nobildonne della corte francese193

. Come Madame de Maintenon, direttrice del collegio femminile di Saint-Cyr, ella desidera istituire (dopo aver rischiato essa stessa di “cadere sotto la scure rivoluzionaria”) una scuola per l'educazione delle donne, e riesce nel suo intento, aprendola a Saint Germain en Laye, nella regione dell'Île de France. Dopo dieci anni fonda, scelta da Napoleone, una seconda casa d'educazione a Écouen. Punto d'onore, per le fanciulle più meritevoli ed educate, era quello di piantare un albero attorno alla scuola, in modo tale che si erano formati dei boschetti194

. Caduti, col Direttorio, gli antichi privilegi legati ai titoli, “la gentilezza dei modi e l'eleganza del linguaggio formavano una specie di aristocrazia”195

. Secondo Madame Campan, tuttavia, per le figlie dei ricchi non c'è penuria di libri atti a istruirle, mentre non parimenti avviene per le figlie del povero: a loro dunque va indirizzato lo sguardo educativo, anche se la loro educazione deve essere adattata alla classe sociale e ai futuri doveri della fanciulla: il linguaggio non può essere lo stesso per la figlia dell'agricoltore, dell'artigiano, del semplice operaio e per quella “del generale, del magistrato, del rinomato avvocato, del banchiere milionario”196. Nel cap. IV del primo libro, Campan

parla dell'educazione impartita nello stabilimento di S. Cyr, condotto da religiose e fondato da M.me de Maintenon, per duecentocinquanta nobili povere. Cambiati i tempi, si compiace del florido stato della casa di Eouen, dove le ragazze sono istruite nella storia sacra, nella lingua francese, nella storia e nella geografia, e scrivono in modo che “nulla lascia a desiderare”197

. Conoscono i lavori d'ago, e si occupano pienamente anche dell'amministrazione: “Non si scriveva un conto di spesa, né uno stato di deposito, che non fosse di mano d'una allieva”198

.

193 Madame Campan, Dell'educazione, trattato di Madama Campan, aggiuntivi de' consigli alle fanciulle ed alcuni

saggi di Morale, Milano, G. Rezzi, 1827, p. 4.

194 Ivi, p. 32. 195 Ivi, p. 8. 196 Ivi, p. 42. 197 Ivi, p. 290. 198 Ivi, p. 290.

Nei Consigli alle fanciulle, che traduce “ad uso delle Scuole Elementari”, Pietro Thouar scrive di avere una “venerazione” per “questa insigne autrice” e si propone di pubblicare “in volumetti separati, e perciò di “tenue prezzo”, “per gl'insegnamenti morali”, “pel diletto dei commoventi racconti che quei precetti accompagnano” e soprattutto “non tanto per la educazione delle fanciulle povere quanto per ammaestramento delle facoltose”199

. Il libro unisce consigli morali per evitare vizi come “la menzogna, la maldicenza, la calunnia, l'ingordigia, il furto, tutte queste colpe nascono dalla pigrizia e dall'ozio”200

, e accoglie un lungo racconto sulle incredibili possibilità di riscatto e ascesa sociale che offrono, in mancanza di uno stato di welfare adeguato, il lavoro e la solerzia (diremmo oggi la competenza o autoefficacia), anche nei casi più difficili della vita, come la perdita di entrambi i genitori in una famiglia di dieci figli. Nel racconto Avventure d'Enrichetta e d'Edmondo,

ovvero gli orfani virtuosi201

, si ribadiscono le strategie di sopravvivenza e di inserimento sociale di dieci orfani decisi a lavorare e studiare duramente per ribaltare in positivo la propria sorte. Il capitolo decimo è intitolato Delle varie professioni delle donne e descrive i compiti della moglie e della lavoratrice: in casa sarà sua cura sostenere il marito, che di solito avrà dovuto acquisire “un fare risoluto, e spesso anche aspro e violento”202

.

Si diffonde negli stessi anni in Italia il pensiero educativo dell'irlandese Maria Edgeworth. La società irlandese tra Sette e Ottocento aveva molti punti in comune con quella italiana: il fatto di essere entrambe paesi rurali, la ricerca per entrambi di una identità nazionale e religiosa, di classe e di genere. Come sottolinea Franceschelli,

nel nostro paese agli inizi dell’Ottocento non esisteva un corpus di opere dedicato all’infanzia, e le raccolte di racconti di Maria Edgeworth trovarono ampia diffusione – più dei trattati pedagogici, che pure furono ripresi da Raffaello Lambruschini nella sua Guida dell’educatore (1836-45) – fino all’unificazione del Paese e alla conseguente scomparsa dei testi stranieri dai modelli proposti all’infanzia, cui è seguita una “assenza” dell’opera edgeworthiana protrattasi fino alla riscoperta dell’autrice avvenuta agli inizi del XXI secolo203.

Un altro aspetto della pedagogia della Edgeworth si diffonde in Italia, quello della peer-

education, della educazione fra pari, detta del mutuo insegnamento, con l'aiuto dato dai

ragazzi più grandi ai più piccoli, come sottolineeranno in Italia pedagogiste come Maria

199 M. Campan, Consigli alle fanciulle, scritti da Madama Campan, ad uso delle Scuole Elementari, recati in

italiano e pubblicati per cura di Pietro Thouar, Firenze, Ricordi e Jouhaud, 1852, pp. 4-5.

200 Ivi, p. 17. 201 Ivi, pp. 42-69. 202 Ivi, p. 98.

203 Federica Franceschelli, recensione a Raffaella Leproni, Tra il dire e il fare. L'innovazione educativo-pedagogica dell'opera di Maria Edgeworth, Firenze, Firenze University Press, 2015, Italian Journal of Special Education for

Montessori.