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Il libro per la scuola dopo l'Unità

Autrici scolastiche dopo l'Unità: manuali per “fare gli Italiani”

4. Autrici scolastiche dopo l'Unità

4.1 Il libro per la scuola dopo l'Unità

377 Ghizzoni, Polenghi, cit. pp. 290-291.

378 Sulla vicenda esistenziale e professionale di Emma Tettoni, esemplare del sofferto percorso di una donna insegnante del secondo Ottocento, rimando al mio saggio, Microstorie magistrali: Emma Tettoni fra

carduccianesimo e reti emancipative, in Ricerche di Pedagogia e Didattica. Journal of Theories and Research in

Education, Vol. 10, N. 3, 2015.

Non esagero affermando che se, dopo venti e più anni di demolizioni e di riedificazioni, di riforme parziali e totali dei programmi e degli orari, le nostre scuole danno, in genere, risultati poco soddisfacenti, una delle cagioni principali di tanto male sono i libri di testo, insufficienti, monchi, malamente concepiti e peggio scritti. Compilare un manuale per le scuole si è creduto fosse così facile come fumare una sigaretta. Basti ricordare che parecchi fabbricanti di libri a vapore, hanno ridotto in pillole tutto lo scibile, dall'alfabeto all'algebra e all'economia politica. Per certi insegnamenti è stato necessario ricorrere a de' testi stranieri; per certi altri siamo obbligati a servirci ancora de' manuali di quaranta e cinquant'anni fa380.

L'art. 10 della Legge Casati del 13 novembre 1859 prevedeva che ciascun libro di testo proposto da un editore alle scuole venisse prima esaminato dal Consiglio Superiore della Pubblica istruzione e inviato al Ministro per l'approvazione. Questo controllo preventivo dava la misura dell'importanza, per la nuova scuola pubblica, delle politiche scolastiche attuate dal governo dell'Italia unita e confermava la centralità del libro e delle narrazioni della Nazione che da esso scaturivano per la costruzione dell'identità del cittadino italiano381

. Con Regio Decreto Ministeriale del 2 novembre 1862, n. 939, furono istituite le Commissioni per la scelta dei libri di testo da approvarsi per le scuole secondarie ed elementari e per l'ispezione straordinaria delle Scuole secondarie. I libri di testo erano ritenuti necessari perché “la coltura de' maestri non è sempre tale che ognuno possa compilare egregiamente il proprio trattato: e d'altra parte è certo che, oltre al servire utilmente di guida al maestro, un transunto delle lezioni posto in mano agli scuolari (sic) accerta per essi la sostanza de' corsi, e li connette fra loro con maggiore armonia”, di conseguenza il Governo “deve pronunciare che nelle sue scuole i maestri si valgano de' migliori, ed a ciò ottenere non basti l'indicarli e il

380 Libero, pseudonimo di Francesco Torraca (Pietrapertosa, 1853-Napoli, 1938), Tra libri e opuscoli, in La

Rassegna. Giornale quotidiano, II, 317, 13 nov. 1883. La citazione è tratta da Rossana Melis, Tra filologia e opera d'arte, in Renzo Cremante, Simonetta Santucci, Il canone letterario nella scuola dell'Ottocento. Antologie e manuali di letteratura italiana, Bologna, Clueb, 2009, p. 281.

381 Sui libri di testo postunitari la bibliografia è vastissima, a cominciare da Ilaria Porciani, Il libro di testo come

oggetto di ricerca: i manuali scolastici nell’Italia postunitaria, in Storia della scuola e storia d’Italia dall’Unità ad oggi, De Donato, Bari, 1982; Alain Choppin, M. Clinkspoor, Les manuels scolaire en France. Textes officiels, 1791-1992, Paris, Publications de la Sorbone, 1993; Roberto Sani, Chiesa, educazione e società nella Lombardia del primo Ottocento : gli istituti religiosi tra impegno educativo e nuove forme di apostolato (1815- 1860), Milano: Centro ambrosiano, 1996; Idem, Educazione e istituzioni scolastiche nell'Italia moderna, secoli 15.-19.: testi e documenti, Milano, I.S.U., 1999; Giorgio Chiosso, Il libro per la scuola tra Sette e Ottocento,

Brescia, La scuola, 2000; Idem, TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento, Editrice Bibliografica, Milano, 2003; Idem TESEO ‘900. Editori scolastico-educativi del primo Novecento, Editrice Bibliografica, Milano, 2008; Alberto Barausse, Il libro per la scuola dall'Unità al Fascismo. A normativa sui

libri di testo dalla Legge Casati alla Riforma Gentile (1861-1922), cit.; Roberto Sani, Sub specie educationis: studi e ricerche su istruzione, istituzioni scolastiche e processi culturali e formativi nell'Italia contemporanea ,Macerata : EUM-Edizioni Università di Macerata, 2011. Sull'educazione femminile nella

pubblicistica ottocentesca, si veda in particolare Anna Ascenzi, Itinerari e modelli di educazione femminile nella

pubblicistica italiana per le fanciulle e giovinette dell'Ottocento, in Giuseppe Zago (eds), Sguardi storici sull'educazione dell'infanzia: studi in onore di Mirella Chiaranda, a cura di Giuseppe Zago, Fano, Aras, 2015,

raccomandarli, ma convenga che esso li approvi”382. Vennero istituite perciò dieci

Commissioni, composte da due persone ciascuna, una per la parte scientifica e una per la parte letteraria, nelle regioni di Piemonte e Liguria, Sardegna, Lombardia, Emilia-Marche- Umbria,Toscana. Tre membri furono scelti per le province napoletane e due per le province siciliane383

. Una lettera del ministro Bonghi al Vice Presidente del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, datata Roma, 17 aprile 1875, lamentava la “troppa e non giustificata varietà di essi libri, e la differenza assai grande che trovo da un luogo e l'altro rispetto alla spesa cui sono soggetti gli alunni”384

. La varietà dei manuali di Lettere italiane (antologie, trattati di stilistica e retorica, grammatiche) era vastissima, ma nei Ginnasi e nei Licei, scuole a quasi unica concentrazione maschile. Barausse riporta, per i ginnasi, ben 19 grammatiche, 16 trattati di retorica e di belle lettere, 18 trattati speciali e 12 antologie, mentre per i licei vengono elencati 17 manuali di letteratura e storia letteraria, tra cui:

Ambrosoli, Manuale delle lettere Italiane in 21 licei Emiliani Giudici, Storia della letteratura italiana in 5 licei Maffei Storia della letteratura italiana in 5 licei

Fornaciari, Disegno storico della letteratura italiana in 13 licei Settembrini, Storia della letteratura italiana in 4 licei

De Sanctis, Storia della letteratura italiana in 4 licei Puccianti, Antologia italiana in 7 licei.

A questi manuali di base veniva aggiunto lo studio di uno o più testi classici, tra cui la Divina

Commedia, in 69 licei, il Canzoniere del Petrarca, in 62 licei, l'Orlando Furioso dell'Ariosto

in 54 licei, la Gerusalemme liberata del Tasso in 47 licei, la Cronaca fiorentina di Dino Compagni in 51 licei, le Storie fiorentine del Machiavelli in 55 licei e così via385. L'istituzione

delle Commissioni, che avrebbero dovuto aiutare l'organismo maggiore a uscire dalla selva selvaggia delle numerosissime richieste di approvazione386

, rispondeva a due questioni fondamentali: assicurare a monte un controllo preventivo sulla produzione destinata alle scuole, e garantire poi l'uniformità dei testi e la loro efficacia in relazione ai diversi ordini e

382 Alberto Barausse, cit. p. 87. 383 Ivi, p. 89.

384 Ivi, p. 104. 385 Ivi, p. 106. 386 Ivi, p. 13.

gradi di scuola387. Il grande numero dei testi da esaminare e il trasferimento, alla fine del

1865, della capitale da Torino a Firenze, e da Firenze a Roma, paralizzò quasi i lavori della Commissione che dovette riorganizzarsi, secondo un nuovo Regolamento del CSPI, promulgato il 21 novembre 1865 e dando via via maggiore libertà di scelta ai consigli scolastici. La varietà dei testi stampati e proposti e di quelli adottati superava qualunque aspettativa: il ministro Bonghi in due lettere al Consiglio superiore parla per le scuole elementari di “72 sillabari di altrettanti autori diversi, 65 grammatiche, 56 aritmetiche, 52 geografie, 27 storie sacre, 31 storie patrie, 22 serie di modelli calligrafici, e la bellezza poi di 121 libri di lettura […]”. Ai libri di testo, oltre a chiarezza di linguaggio e uniformità di contenuto, è richiesta la rispondenza alle specifiche richieste fatte alle donne rispetto alla loro “missione sociale”. Ne è un esempio la circolare ministeriale del 12 novembre 1882, n. 688, emanata dal presidente della Commissione Costantini, che così scriveva, nel richiedere ai consigli scolastici le liste dei libri adottati:

i libri di testo dovranno essere dettati in buona lingua italiana, e fregiarsi di quei caratteri morali e civili che valgano a formare fin dalla più tenera età l'uomo e il cittadino [...] nel libro di testo indirizzato alle scuole femminili si desidera non sia dimenticata la speciale missione della donna nella famiglia e nella società”388.