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Una visione della donna europeista e cristiana: Dora d'Istria

La questione femminile nel lungo Ottocento

1. Il dibattito culturale e politico femminile in Italia

1.6 Una visione della donna europeista e cristiana: Dora d'Istria

Nel 1865 la principessa rumena Dora d'Istria pubblicava Des femmes par une femme, un poderoso saggio sulla condizione della donna nella cultura europea, con particolare riferimento soprattutto all'Est europeo da cui proveniva. La figura di Dora d'Istria (1828- 1868), indagata recentemente nel bel lavoro monografico di Antonio D'Alessandri148

, offre diversi motivi di riflessione sulla portata europea della questione femminile dibattuta in Italia. Collaboratrice del periodico La Donna e attenta osservatrice delle vicende italiane, Elena Ghika, pseudonimo con cui si firma la principessa rumena di origine valacca, analizza attraverso le sue opere il nesso cultura-società-condizione della donna, soprattutto nei paesi dell'Est. Di profonda formazione cattolica, ma estranea a ogni integralismo, fuggita dal suo paese conteso dai governi russo e ottomano, si stabilisce dal 1861 a Livorno e dal 1866 a Venezia. La conoscenza di Angelo De Gubernatis, con cui inizia a collaborare sulla Rivista

orientale, le apre la via alla sua ultima e definitiva residenza, Firenze, dove si trasferisce

definitivamente dal 1870 alla morte, avvenuta nel 1888149. Dora d'Istria entra in contatto sia

con Gualberta Alaide Beccari, attraverso la sua rivista, sia con Aurelia Cimino Folliero De Luna, che traduce e pubblica alcuni passi della sua opera La poésie des ottomans sulla rivista

Cornelia150. Viene pubblicata in italiano, su La Donna, la lettera che la scrittrice rumena invia

all'Association des dames pour l'instruction des femmes, in cui evidenzia come sia in assoluta correlazione il livello di civiltà e prosperità di uno Stato con quello dell'istruzione delle donne:

Nei miei lunghi viaggi ho avuto cento volte l'occasione di constatare la situazione veramente deplorabile delle contrade in cui le donne sono tenute nell'ignoranza e in una strana apatia da tradizioni antiquate, mentre sono vivamente colpita dall'immensa influenza esercitata dall'istruzione delle donne sugli Stati dei quali la grandezza e la prosperità crescono ogni

146 Rachele Farina, Politica, amicizie e polemiche lungo la vita di Anna Maria Mozzoni, in E. Scaramuzza, opera cit. p. 55-72, in particolare p. 66. Scaramuzza rimanda alla “preziosa biografia” di Maria Teresa Cometto, La

Marchesa Colombi, Edizioni Blu, Torino, 1987, p. 145.

147 Rachele Farina, cit. p. 66.

148 Antonio D'Alessandri, Il pensiero e l'opera di Dora d'Istria fra Oriente europeo e Italia, Roma, Gangemi Editore, 2007.

149 D'Alessandri, cit. pp. 311-313. 150 Ivi, p. 313.

giorno.151

Dora d'Istria sosteneva l'uguaglianza fra uomini e donne e, per queste ultime, il diritto di voto, come appare nell'altra lettera, questa volta ad Aurelia Cimino Folliero De Luna, direttrice di

Cornelia:

In Inghilterra degli uomini politici come Disraeli, […], vanno più lontano. Essi reclamano per la donna il diritto del voto: altrimenti il sesso che fa le leggi, le farà sempre contro quelli che le subiscono, perché nessuno si spoglia volontariamente di grandi vantaggi. Niente di più naturale né di più conforme al cammino naturale delle cose.152

Anche se la prospettiva di genere appare una presenza costante nei suoi scritti, con una costante attenzione ai diritti delle donne153, le opere dedicate da Dora d'Istria alla condizione

delle donne sono in particolare due, entrambe in due volumi: Les femmes en Oriente (1859- 60) e Des femmes par une femme (1865), quasi un “ampio affresco della storia delle donne nelle varie aree geo-culturali europee e delle loro condizioni materiali, morali, sociali, politiche, giuridiche ed economiche”154

. Nella prima ella indaga le condizioni della donna nella società islamica dove, a suo parere, i diritti delle donne sono negati al di fuori della sfera privata, molto più che nelle società cristiane155

. Anche le vicende storiche dei popoli serbi, dopo l'evento traumatico della conquista ottomana, esprimono attraverso i canti popolari la forza e l'eroismo della donna, sia pure di modesta estrazione156

. Il tema dell'eroismo femminile, negli anni a cavallo della metà del secolo, sarà uno dei punti cruciali dei libri di lettura e di istruzione femminili, ripresi da molte educatrici postunitarie sotto forma di medaglioni e racconti. Il secondo libro di Dora d'Istria, Des femmes par une femme, analizza il carattere misogino di moltissimi testi letterari francesi della prima metà dell'Ottocento. Riprendendo le teorie del filosofo Poullain de la Barre (1647-1723) sulla natura culturale e non biologica della diseguaglianza fra i sessi157

, la scrittrice stigmatizza la mancanza di istruzione in cui versano le donne in gran parte dell'Europa e individua in questa una delle cause di quella “democrazia incompiuta” che ha contemplato la schiavitù negli Stati americani del Sud, schiavitù che fu abolita solo nel 1863. D'altra parte, è contraria

151 Lettre de madame Dora d'Istria à l'Association des dames pour l'instruction des femmes, in La Donna, a. V, serie II, n. 197, Venezia, 10 dicembre 1872, p. 1257, ripresa in D'Alessandri, cit., p. 243.

152 Dora d'Istria, Lettera alla signora Aurelia Cimino Folliero, in Cornelia, a. I, n. 16, 16 luglio 1873, citata anche in D'Alessandri, p. 244.

153 D'Alessandri, p. 206. 154 D'Alessandri, p. 207. 155 Ivi, p. 210.

156 Ivi, p. 215.

all'istruzione femminile così come viene impartita negli educatori retti da congregazioni religiose, “in quanto strumento di capillare diffusione del dispotismo spirituale e temporale del papato”158.

1. 7 Essere donne, essere fidanzate e poi mogli secondo Malvina Frank

Che la circolazione della riflessione sulla condizione della donna nelle culture antiche e nelle attuali fosse un fenomeno ampio e di portata europea, lo testimonia la ripresa, a pochi anni di distanza, di questo studio storico-antropologico della scrittrice rumena, una “geostoria delle donne” lo definisce Luisa Rossi nei suoi volumi dedicati a Dora d'Istria159

, da parte della veneta Malvina Frank, anch'essa appartenente all'ambiente emancipazionista di Gualberta Beccari. Nei suoi due studi sistematici sulla condizione femminile, intitolati Le fidanzate e

Mogli e mariti160

, editi in ambito veneto, la scrittrice veneziana affronta temi cari all'educazione femminile. Nel primo, indagato da Adriana Chemello, viene espresso con energia il problema dell'educazione domestica come scienza dell'economia familiare. Le fidanzate, cioè le giovani donne in procinto di sposarsi, devono essere educate a “saper allevare, ed ora si aggiunge finalmente anche educare, i suoi figlioli: dalla donna può derivare molto bene e molto male alla società”, poiché la donna è “custode del santuario domestico”161.

Nei primi dodici capitoli si enunciano suggerimenti utili alla formazione della futura sposa, dall'igiene alla “ginnastica morale e intellettuale”, dalle modalità di conduzione della casa al risparmio. Il lavoro viene visto come uno strumento dignitoso per l'emancipazione dall'”ignoranza” e dal “bisogno”162. Nei successivi capitoli vengono offerti esempi di

comportamenti femminili in positivo, dunque da seguire e imitare, e in negativo, da evitare. Questa impostazione, fatta di exempla e praecepta affidati a un narratore e a “narratarie”

158 D'Alessandri, cit. p. 234.

159 D'Alessandri, cit. p. 207. I volumi cui fa riferimento sono: Dora d'Istria, I bagni di mare. Una principessa

europea alla scoperta della Liguria, a cura di Luisa Rossi, Genova, Sagep, 1998 e idem Autunno a Rapallo. I bagni marini di una principessa in Liguria, Genova, Sagep, 2000.

160 M.alvina Frank, Le fidanzate. Saggio sulla educazione della donna, Treviso, Edizione dell'Archivio domestico, 1869; idem, Mogli e mariti, Venezia, Stabilimento di Colombo Coen, 1872, copia digitalizzata. Su Malvina Frank, si sa che, nata nel 1830 a Venezia da Giovanni De Stadler, di origine triestina, e dalla contessa Augusta d'Adda, si spense nel 1892 nei pressi di Treviso, dove si era trasferita dopo aver soggiornato a Venezia, Milano e Gorizia. Collaborò con il periodico L'Archivio domestico. Periodico settimanale di politica-economia pubblica e

privata- e varietà, stampato a Treviso, attivo dal 1 settembre 1867 al 27 dicembre 1874, e con La Donna,

fondato a Padova nel 1868 da Gualberta Alaide Beccari. Cfr. Adriana Chemello, “Libri di lettura” per le donne.

L'etica del lavoro nella letteratura di fine Ottocento, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1995, pp. 52-53.

161 La citazione da Frank è in A. Chemello, “Libri di lettura” per le donne. L'etica del lavoro nella letteratura di

fine Ottocento, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1995, p. 93.

diverse, con “funzione metadiegetica”163, è tipica di altri manuali scolastici fin dal Manuale

d'educazione di Antonietta Tommasini (1835), come vedremo in seguito. Del matrimonio e

della condizione familiare presso i popoli antichi e nell'età moderna tratta il secondo saggio di Malvina Frank, Mogli e mariti, che presenta una struttura e un impianto metodologico nuovi. Nella premessa “A chi legge”, l'autrice afferma di essere stata spronata a proseguire il suo lavoro sulle donne giovani (le fidanzate) dal favore ricevuto dal libro precedente e dagli incoraggiamenti ricevuti sia dalla stampa sia dal Ministro della Pubblica Istruzione (era ministro Cesare Correnti). Si chiede se sia meglio, ora che si rivolge alla “donna completa”, offrire “consigli e norme” alla “Moglie dei conservatori, od a quella dei progressisti”. La risposta è che farà un libro “di pratica utilità” per entrambe, fornendo “uno Studio storico- critico ad un libro sociale pratico”164

. Il libro muove dall'assunto che spirito e materia si muovono nei secoli secondo un impulso denominato Progresso. Nel mondo antico, sebbene “la varietà dei sistemi religiosi” influenzasse in alcuni casi il “destino infelice, imposto alla Donna dalla forza fisica prevalente, dal pregiudizio, dai costumi e dalle leggi” si osserverà che, a dispetto dei mille ostacoli che incontra, anche su di lei aleggia lo spirito del Progresso165

. I due elementi, spirito e materia, vennero attribuiti rispettivamente all'uomo e alla donna, stabilendo dunque una supremazia di quello su questa. Dove invece “il principio femminile fu ritenuto uguale in potenza e coeterno al maschile, la donna ebbesi venerazione e culto”166. Dalle civiltà dell'Asia, passando per la Grecia e poi per Roma antica, fino al

presente, là dove il progresso ha preso le forme della civiltà cristiana, si è espresso nelle forme della carità (virtù eguagliatrice per eccellenza, contro gli egoismi sociali) e amore “che crea necessariamente eguaglianza nel matrimonio”167. Frank auspica poi uguaglianza di

istruzione per uomini e donne, ma non si tema che questa possa superare quello: “i resultati della maschile e femminile istruzione saranno sempre diversi”168. Se questa opera parificatrice

non verrà attuata, il Progresso “volgerà il tergo all'Europa” per raggiungere invece l'America “ove le moltitudini, reverenti e bramose, lavorano alacremente ad erigergli il trono”169

. Nelle note la scrittrice rivela le sue fonti: afferma di essersi ispirata alle opere di Montesquieu, Stuart-Mill, Hegel, Baissac per i cenni riguardanti il mondo antico, alle traduzioni del

Pentateuco colle Haftarot, ad uso degli Israeliti, di S. D. Luzzatto, dell'Istituto Rabbinico di

163 Chemello, pp. 108-110.

164 Malvina Frank, Le fidanzate, Venezia-Trieste-Milano, Stabilimento di Colombo Coen Editore, 1872, pp. I-III 165 Ivi, p. 524-525.

166 Ivi, p. 525. 167 Ivi, p. 530 168 Ivi, p. 532. 169 Ivi, p. 533.

Padova, alle opere di Paolo Marzolo170, e poi a Chateaubriannd, Aimè Martin, Moreau, e a De

Gubernatis. In particolare, di questo, cita la Storia comparata di usi nuziali in Italia e degli

altri popoli indo-europei. Ancora nelle note compare la Storia della letteratura italiana di

Caterina Franceschi Ferrucci, quella di Emiliani-Giudici e Lingua e amore di C. Benedetto Castiglia. Una lunga nota ci rende notizia del fatto che in Inghilterra sia già stata richiesta una sostanziale uguaglianza, “una migliore, più larga e più completa educazione per le giovani donne” e la loro ammissione “a tutte le scuole di Medicina, Farmacia, Diritto, Industria, Belle Arti ecc”171

. L'importanza del libro della Frank sta nella ricchezza dell'apparato storico- antropologico, nel suo tentativo di risalire a una storia del matrimonio e della condizione femminile che giustifichi storicamente, sulla base di un'idea cristiana di Progresso, l'auspicabile uguaglianza di istruzione e di diritti. Importante inoltre l'ampliamento della questione femminile a un ambito europeo e americano operato dalla Frank, attraverso la mediazione e la conoscenza dell'opera di De Gubernatis e verosimilmente di Dora d'Istria, alla cui opera Des femmes par une femme rimanda l'impianto metodologico basato sulla ricognizione degli errori delle civiltà passate e sull'importanza dell'istruzione e di una vita attiva e laboriosa per il superamento di questi. La comune conoscenza delle opere di Benedetto Castiglia e di De Gubernatis, la frequentazione diretta di Salvatore Morelli e Anna Maria Mozzoni da parte della principessa rumena, la sua presenza a Firenze durante le conferenze del 1871, l'apprezzamento dei suoi articoli sulla rivista La Donna, di cui era assidua collaboratrice Malvina Frank, fanno pensare a una circolarità di influssi che aprirà l'emancipazionismo italiano a una dimensione europea172. Anna Maria Mozzoni e Maria

Antonietta Torriani avevano conosciuto personalmente la principessa nel suo villino di Firenze, come riporta la stessa Torriani in un suo racconto173.

170 Paolo Marzolo (Padova, 1811-Pisa, 1868) medico e linguista, fu collaboratore del Politecnico di Carlo Cattaneo. Nel 1862 insegnò Grammatica e lingue comparate a Pisa, su incarico del Ministro della Pubblica Istruzione Matteucci, che auspicava una maggiore diffusione della cultura scientifica in ambito accademico. Compì studi sull'origine delle lingue e dei dialetti, sulle forme di parentela linguistica e sulle patologie del linguaggio, ad esempio sui sordomuti. La sua opera principale è Monumenti storici rivelati dall'analisi del linguaggio, di cui uscì solo il primo volume, Saggio di storia naturale delle lingue, Padova, 1847 e altri a distanza di tempo (1859, 1863, 1866). Nota ad vocem di Leonardo Savoia, Dizionario Biografico degli Italiani, edizione elettronica. 171 Ivi, p. 545-546.

172 A Dora d'Istria il deputato di Sessa Aurunca aveva inviato il suo La donna e la scienza, nell'edizione del 1869, e aveva allegato la lettera di risposta della principessa, tradotta in italiano, assieme ad altre, al suo progetto di legge presentato in Parlamento. Vedi Dora d'Istria a Salvatore Morelli, Torino, 29 ottobre 1869, in Donne e diritto. Due

secoli di legislazione – 1796/1986, Roma, Presidenza del Consiglio dei ministri, 1988, p. 151. La nota è in

D'Alessandri, cit. p. 239.

173 L'episodio è riportato nel racconto Dietro le scene, pubblicato sulla rivista torinese Il Passatempo, a. III (1871), n. 15, p. 705. Eugenio Torelli Viollier (1842-1900) fu fondatore del Corriere della sera e marito di Maria Antonietta Torriani. Egli tradusse e pubblicò alcuni racconti di Dora d'Istria su l'Illustrazione universale di Milano, di cui era direttore. Vedi P. Ciureanu, Dora d'Istria (parte I), in Revue del études roumaines, t. II, 1954, pp. 176 e 184, riportato anche da D'Alesssandri, cit. p. 239.