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Gli altri apprestamenti per la raccolta delle acque

4.   La gestione dell’acqua negli insediamenti minori: l’esempio di Bliesbruck

4.7.   Sistema di evacuazione delle acque

4.7.4.   Gli altri apprestamenti per la raccolta delle acque

Oltre alle canalizzazioni di evacuazione e ai drenaggi sul sito di Bliesbruck sono stati individuati alcuni apprestamenti atti a raccogliere e convogliare le acque. Si tratta di pozzetti di raccolta delle acque piovane e di scolo, di fondi di anfora disposti agli angoli delle abitazioni per raccogliete l’acqua dei tetti o di apprestamenti realizzati con frammenti di tegole e ceramica per impermeabilizzare lo spazio dell’ambitus.

I pozzetti di raccolta sono 2, individuati rispettivamente nel quartiere Ovest ed Est.

Il pozzetto di raccolta Str57091-102546 (=PT37), situato sul retro della parcella 13 (Fig. 65), raccoglie le acque di Cn57091-23, ed è forse utilizzato anche come scarico dei rifiuti, dato il suo diametro importante (1,80 m). Questa struttura è da datarsi all’ultima fase di occupazione del quartiere, tra la fine del II sec. e il 260 d.C.

Il pozzo Str57091-100547 (=PT86), situato nell’unità 5 del quartiere Est, presenta un'apertura leggermente ellittica (1,50-1,30 m) e delle pareti verticali profonde 2,70 m.

Un canale di drenaggio Cn57091-83 versava l'acqua in questo pozzetto di raccolta. La data di costruzione di questa struttura, come del suo canale, resta indeterminata, mentre la cessazione di utilizzo è databile al terzo quarto del III sec. d.C.

Oltre ai pozzetti esistevano piccoli apprestamenti che potevano servire a convogliare l’acqua proveniente dai tetti.

Nella parcella 1 del quartiere Ovest sono stati rinvenuti due fondi di anfora addossati ai muri dell’abitazione (Fig. 51). Si tratta delle strutture Str57091-03548

544 Fuchs 1996, p. 204.

545 Flotté, Gervreau 2013, pp. 319, 323.

546 Petit 2003, p. 97.

547 Petit 1989-1992, p. 34.

548 Petit 2003, p. 14.

(=VP78) e Str57091-85549 (=VP46), sistemate rispettivamente contro il muro MR77 e MR1. La funzione di questi due apprestamenti non è stata chiarita del tutto: si è ipotizzato infatti che si trattasse di urinatoi, ma la loro posizione, leggermente si scarto rispetto alla strada e nel primo caso sul retro della parcella, lascia aperta la possibilità che si tratti di semplici apprestamenti per convogliare le acque che venivano raccolte dal tetto. Entrambe vengono realizzate verso la metà del II sec. d.C., ma il momento della cessazione di utilizzo resta indeterminato. Altre sistemazioni analoghe si trovano in corrispondenza della parcella 14 (Fig. 75).

Un altro tipo di apprestamenti, volti a isolare dall’umidità ed eventualmente a drenare l’acqua, vengono creati in corrispondenza dell’ambitus che separa le parcelle tra di loro. Si tratta di sistemazioni semplici, che utilizzano frammenti di tegole e di ceramica per ottenere un effetto impermeabilizzante e drenante.

Degli apprestamenti sono stati senza dubbio realizzati negli ambitus che separano le parcelle dalla 9 alla 19. Le due attestazioni meglio documentate provengono però dallo scavo delle botteghe dell’area pubblica e dal quartiere Est.

L'ambitus (Str57091-80550=FOR2162-2115-2167), situato nel settore 20 delle botteghe adiacenti al centro pubblico, viene provvisto di una sistemazione con funzione impermeabilizzante e drenante (Fig. 74). Questa è formata da un primo livello di frammenti di tegole, sopra il quale si trova una seconda sistemazione più recente, composta da un grosso butto di ceramica complessivamente databile alla fine del II sec.

d.C. Questo contesto, che si caratterizza per la sua particolarità (molte forme ceramiche sono ricostruibili e in alcuni casi interi servizi da tavola), può farci riflettere anche sulle dinamiche di riciclaggio e gestione dei rifiuti all’interno dell’abitato: non si tratta infatti di una fossa per rifiuti ma di una risistemazione volontaria, che riutilizza dei materiali ceramici che di conseguenza dovevano essere stati stoccati da qualche parte, separatamente dagli altri rifiuti domestici551.

549 Petit 2003, p. 14.

550 Petit, Santoro 2012, pp. 279, 283.

551 La ceramica è attualmente oggetto di studio da parte di Gloria Bolzoni, che ringraziamo per le preziose informazioni relative alla cronologia di questo apprestamento.

Nell’unità 4 del quartiere Est è stato scavato l'ambitus Str57091-82552 (=FS3).

Compreso tra il muro MR1 e il muro MR6 dell'edificio V, questo doveva contribuire all'evacuazione delle acque provenienti dai tetti delle abitazioni confinanti. L’ambitus, abbandonato agli inizi del III sec. d.C., viene poi riempito da frammenti di calcare e grès mescolati con sabbia.

Per quanto riguarda la funzione degli ambitus, questi sembrano contribuire alla raccolta dell’acqua pluviale proveniente dai tetti. Nella parte orientale del quartiere Ovest di Bliesbruck questi stretti spazi vengono dunque dotati di un sistema di drenaggio costituito in genere da frammenti di tegole spezzate. A Schwarzenacker, un insediamento minore situato nella Sarre (Germaina), in alcuni ambitus esistevano addirittura delle canalizzazioni intagliate in blocchi monolitici di grès553. Se dunque l’ambitus contribuiva all’evacuazione delle acque pluviali, la sua funzione non è del tutto chiara così come il suo legame con le altre strutture di evacuazione, ad esempio le canalizzazioni che separano il portico dalla strada. Dal momento infatti che le abitazioni sono costruite a schiera, i tetti a spiovente potevano essere diretti o verso la strada e il retro delle abitazioni o sui lati in corrispondenza degli ambitus. Nel secondo caso era necessario però installare delle grondaie per evacuare le acque pluviali evitando che queste ristagnassero. A Kempten (Baviera), nonostante l’esistenza di ambitus tra un’abitazione all’altra, si è scelto di restituire delle abitazioni con tetto a spiovente verso la strada, poiché l’evacuazione dell’acqua verso gli spazi tra le abitazioni avrebbe causato una eccessiva concentrazione di umidità alla base dei muri554. La presenza di spioventi rivolti verso la strada e verso il retro delle abitazioni sembra dunque la scelta più logica. Anche a Vitudurum (Svizzera) è stata preferita questa soluzione per la restituzione dei tetti: le frequenti nevicate avrebbero infatti provocato un accumulo di neve tra un tetto e l’altro nel caso di spioventi diretti verso la casa vicina555. Possiamo supporre che la stessa cosa valesse per Bliesbruck, dove le piogge frequenti e le nevicate invernali avrebbero altrimenti messo a rischio la stabilità dei tetti e dei muri stessi.

552 Petit 1989-1992, p 25.

553 Petit, Brunella 2005, p. 109.

554 Ibidem.

555 Pauli-Gabi, Ebnöther, Albertin et al. 2002.

Per quanto riguarda invece la situazione dei portici, questi sono bordati da canalizzazioni che si trovano in genere a destra dei pilastri (Fig. 76). Nel quartiere Ovest di Bliesbruck i canali distano da questi ultimi circa 2 m, segno che la tettoia doveva sporgere oltre la linea dei pilastri. Lo stesso fenomeno è stato osservato a Schwarzenacker e in altri siti della Gallia e della Germania556. Il legame tra questa canalizzazione e gli ambitus resta da chiarire. A Bliesbruck si è inizialmente supposto che le acque del portico fossero poi evacuate in direzione di questi ultimi: a sostegno di questa ipotesi è stato considerato il fatto che le canalizzazioni davanti a ciascuna parcella non seguono un vero e proprio allineamento, interrompendosi in corrispondenza dei rispettivi ambitus557. Ma la soluzione di evacuare l’acqua verso il retro delle abitazioni ci sembra poco logica, così come al contrario, quella di convogliare l’acqua dell’ambitus verso il portico. Nel primo caso infatti le abitazioni rischierebbero di trovarsi facilmente allagate, e l’umidità accumulata alla base dei muri in corrispondenza comprometterebbe la stabilità e salubrità delle abitazioni. Se immaginiamo invece che l’acqua dell’ambitus fosse poi convogliata verso le canalizzazioni lungo la strada, in questo caso sarebbe lo spazio stesso del portico a ritrovarsi facilmente allagato. È forse più logico quindi immaginare due sistemi separati e non legati tra loro: l’interruzione delle canalizzazioni tra la strada e il portico potrebbero corrispondere al punto di arrivo delle grondaie che dovevano raccogliere l’acqua. Gli apprestamenti in corrispondenza degli ambitus sarebbero dunque, almeno nel caso di Bliesbruck, delle sistemazioni atte a proteggere i muri dall’umidità, ed eventualmente ad evacuare le acque in caso di forti piogge.