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Metodologia della ricerca

3.   Metodologia

3.1.   Metodologia della ricerca

Oltre alla documentazione di scavo sono state esaminate numerose pubblicazioni, italiane e straniere, in diverse biblioteche italiane e francesi. Una parte importante delle opere relative all’idraulica sono state consultate nella biblioteca di Antichità di Aix-en-Provence, Montpellier e nelle biblioteche di Roma, durante il mio soggiorno come borsista presso l’Ecole Française de Rome (Ecole Française de Rome, American Academy of Rome, etc.). Per quel che riguarda il territorio e gli insediamenti oggetto di studio, gran parte del materiale bibliografico è stato consultato nelle biblioteche dell’Università di Strasburgo e del centro di ricerca di Bibracte.

Per la documentazione grafica un contributo importante è stato dato dal parco archeologico di Bliesbruck, che ha messo a disposizione il lavoro di cartografia e digitalizzazione e rilievo effettuato sul parco.

3.1.2. Lo scavo archeologico

Quattro campagne di scavo sono state effettuate sul sito di Bliesbruck dal 2008 al 2011, con l’obiettivo di indagare lo spazio del centro pubblico davanti alle terme.

Questo progetto pluriennale, diretto da J.-P. Petit e S. Santoro (Università di Parma-Chieti Pescara), composto da una equipe franco-italiana, ha permesso di mettere in luce i resti di una fontana monumentale al centro dello spazio pubblico, che è stata uno dei principali oggetti di studio sul sito nel quadro di questa ricerca.

Nell’estate 2014 una nuova campagna di ricerche archeologiche ha permesso di indagare il territorio limitrofo all’insediamento al fine di meglio comprendere la rete idrografica e il sistema di alimentazione idrica del sito.

3.1.3. Studio del materiale archeologico e analisi di laboratorio

Nel quadro di queste ricerche è stato ripreso l’inventario delle “frettes” (anelli metallici utilizzati per saldare fra loro le tubature in legno) di Bliesbruck rinvenute nello scavo delle terme. Questo inventario è stato aggiornato con quelle provenienti dallo scavo del centro pubblico, che sono state pesate, misurate, fotografate e nei casi più significativi disegnate.

Alcuni frammenti di intonaco dipinto provenienti dal bacino della fontana sono stati poi analizzati in laboratorio dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Parma (A. Bonazzi, A. Cesaratto) nel settembre-dicembre 2009, insieme ad alcuni

frammenti di malta idraulica, ed in particolar modo un frammento di cordolo arrotondato in cocciopesto che doveva rivestire il bordo interno della vasca353.

3.1.4. Il metodo d’inventario dei siti: un catalogo (Allegato 1)

È stato creato prima di tutto un inventario dei siti studiati. La scheda realizzata per ogni sito presenta in maniera sintetica i risultati della raccolta dati effettuati. Ciascuna scheda comprende le seguenti voci: numero del sito, denominazione sito, localizzazione attuale (stato, dipartimento), nome antico, statuto territoriale/giuridico, provincia antica, breve descrizione storico-geografica, descrizione sintetica delle strutture idrauliche nel loro contesto archeologico, riepilogo delle strutture idrauliche individuate, bibliografia.

3.1.5. Il metodo di inventario delle strutture idrauliche: un database informatizzato (Allegato 2)

Per gestire l’importante quantità di dati utilizzata per lo studio delle strutture idrauliche è stato necessario realizzare un inventario informatizzato. Questo è stato elaborato utilizzando il programma FilemakerPro, che permette la realizzazione di database, che costituirà uno dei volumi annessi, insieme a quello dei siti studiati.

Ogni scheda comprende le seguenti voci: denominazione sito, Dipartimento, tipo di struttura idraulica, numero della struttura (che associa il numero del sito a quello della struttura stessa), antico numero di inventario (rapporti di scavo o indicazione della Cara Archeologica), quantità (nel caso di descrizioni generiche che racchiudano più strutture non ben definite), localizzazione, immagine (quando disponibile) dimensioni (lunghezza, larghezza, diametro, profondità), tecnica edilizia/costruttiva, utilizzo (pubblico o privato), funzione, data di costruzione, cessazione di utilizzo, descrizione sintetica, bibliografia.

Nella costruzione del database abbiamo cercato di attenerci, nei limiti del possibile, alla struttura utilizzata da L. Borau nel quadro della sua tesi di dottorato. In primo luogo perché questo metodo d’inventario ci è sembrato piuttosto esaustivo ed efficace per il successivo trattamento dei dati, ed in secondo luogo per cercare di produrre un lavoro che si inserisca in continuità con quelli precedenti. Molti autori hanno infatti lamentato, a giusto titolo, l’assenza di lavori di sintesi sulle strutture idrauliche, ad esclusione dello

353 Petit, Santoro 2012, pp. 186-188.

studio di A. Bouet sulle terme in Gallia354. Ora, la difficoltà nel realizzare questo tipo di lavoro è data anche dalla grande disomogeneità dei dati, dovuta al fatto che, chiunque si sia dedicato a questo tipo di lavoro, lo ha fatto utilizzando metodologie e criteri di ricerca spesso molto differenti. Un trattamento il più omogeneo possibile dei dati costituirà dunque il primo passo per cercare di colmare questa lacuna e poter riunire in futuro i diversi lavori regionali in un unico inventario delle strutture idrauliche, che offra un panorama ancora più esaustivo sul loro sviluppo e diffusione nella Gallia romana. Nonostante ciò alcune modifiche sono state effettuate per adattare meglio questo sistema di trattamento dei dati alle nostre specifiche esigenze di ricerca.

La creazione di un database informatizzato ha come obiettivo quello di facilitare la gestione di una grade quantità di dati, che necessitano di un sistema di classificazione che sia agevole e partico. La potenzialità di questo strumento è proprio che esso permette di classificare le informazioni in maniera differente, ad esempio per ordine alfabetico, dimensioni, tipi di materiali, etc. È inoltre possibile interrogare il database in modo da selezionare e visualizzare solo alcune categorie (per tipo di sito o per tipo di strutture), oltre a presentare le schede sotto forma di grafico o esportarlo su altri programmi (come ad es. Microsofr Excel).

È stato necessario però adattare gli inventari a seconda dei bisogni. La scelta di sito ad esempio, necessitando una descrizione dettagliata, ha richiesto una grande quantità di testo. Le schede degli impianti idraulici, al contrario, risultano più sintetiche, per una volontà di rendere il più schematico possibile la presentazione dei dati, agevolandone la consultazione. In questo caso l’eterogeneità delle strutture presentate ha richiesto l’adeguamento delle voci in modo tale che queste andassero a coprite tutte le tipologie prese in esame. Per raggiungere questo risultato il database è stato più volte rimaneggiato e modificato, per adattarlo in funzione dei bisogni emergenti. Si tratta di uno strumento che presenta nonostante tutto dei limiti: ad esempio nel caso di acquedotti o canalizzazioni, ogni segmento conservato, quando possibile, è stato registrato con un numero diverso, anche se si tratta di una stessa struttura. Questo perché, se da una parte è necessario localizzare ogni elemento sulla carta per poter ricostruirne il tracciato con una certa approssimazione, dall’altra non è sempre evidente

354 Bouet 2003.

determinare l’appartenenza di ogni segmento ad una stessa struttura. Queste informazioni saranno invece raccolte nelle schede dei siti dove, nella parte di presentazione delle installazioni idrauliche nel loro contesto, le diverse sezioni di acquedotti, canalizzazioni e condotti fognari verranno messe in relazione tra loro.

Al contrario in alcuni casi la presenza di descrizioni vaghe che nominano l’esistenza di più strutture ma senza definirle con esattezza in termini di numero, caratteristiche fisiche e localizzazione precisa, ci ha portato alla decisione di accorpare queste strutture in un’unica scheda, in cui verrà riportata la quantità di strutture citate al suo interno. Nel caso in cui il numero esatto non sia specificato e si parli in maniera generale di più strutture (ad esempio facendo riferimento alla presenza di pozzi, canalizzazioni, etc.), abbiamo utilizzato la cifra 1+, ad indicare che si tratta di più di una struttura ma il cui numero resta indeterminato.

3.1.6. Obiettivi e metodo di analisi

L’obiettivo di questa ricerca è quello di comprendere le dinamiche e la diffusione delle installazioni idrauliche nei siti presi in esame. Una volta inventariare le strutture presenti all’interno di ogni sito, queste sono state posizionate su una carta per chiarire il loro sviluppo in rapporto al tessuto urbano. Il primo obiettivo è infatti quello di effettuare un bilancio preliminare della gestione dell’acqua sui diversi tipi di siti. Tra tutti in particolare Metz e Bliesbruck costituiranno il soggetto principale di questa analisi, per la particolarità e l’importanza delle strutture idrauliche presenti. Un secondo obiettivo è quello di ricostruire il tracciato di certe canalizzazioni, vedere quali aree urbane erano rifornite in acqua corrente e quali facevano invece ricorso all’utilizzo di pozzi. Il confronto tra gli aspetti legislativi e le evidenze archeologiche ha inoltre permesso di chiarire alcune questioni relative alla manutenzione di queste strutture e il ruolo rivestito dagli abitanti e dall’amministrazione centrale.

I siti sono stati poi messi in relazione tra loro, in modo da identificare le dinamiche di diffusione delle strutture idrauliche, la loro cronologia e i tipi di siti interessati. In alcuni casi queste strutture sono state messe a confronto con quelle di altri siti della Gallia romana, ma anche di altre regioni dell’impero.