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5.   La gestione dell’acqua nelle capita ciuitatum: l’esempio di Diuodurum/Metz 175

5.3.   Diuodurum: statuto della città e organizzazione urbana

5.3.2.   Urbanistica

Il presupposto secondo il quale la città di Metz sarebbe stata organizzata seguendo un unico piano regolatore, costituito da un’organizzazione a scacchiera regolare, ha fortemente influenzato le ricerche sull’urbanistica antica della città, portando gli studiosi a commettere errori e semplificazioni eccessive.

Nel 1970 J. Thiriot593 propose di riconoscere, all’interno delle mura del Basso Impero, un’organizzazione stradale ortogonale costruita attorno ad un cardo maximus, identificato sull’asse di rue Serpenoise, e un decumanus maximus in rue En Fournirue.

Nel 1977 R. Jolin594, conservando il cardo e il decumanus individuati da Thiriot, suggerì

589 CIL XIII, 4301-4303; Wightman 1985, p. 59.

590 Demarolle 2005b, p. 69.

591 Chastagnol 1995.

592 Demarolle 2005b, pp. 68-69.

593 Thiriot 1970, p. 12.

594 Jolin 1977, pp. 17-26.

un’organizzazione urbana a scacchiera, riagganciandosi ad alcuni segmenti stradali noti ma mal datati e arbitrariamente interpretati come cardines e decumani. Queste piante sono state giustamente criticate da Lefebvre e Wagner595, in quanto rimangono molto teoriche e riposano su dei dati archeologici risalenti al XIX sec.

Oggi sappiamo che la trama urbana della città di Diuodurum è il risultato di diversi piani risalenti ad epoche diverse e con orientamenti differenti e distanze ineguali tra le strade, come hanno mostrato gli scavi nel settore Pontiffroy e Arsenal. Questi scavi hanno anche permesso una migliore conoscenza della struttura viaria interna e delle strutture ad essa annesse, come fossati, canalizzazioni, marciapiedi e portici596 (Fig. 79).

Nel settore dell’Arsenal, le campagne di scavo condotte dal 1981 al 1986597 hanno permesso di studiare un isolato e una parte della rete stradale antica. La strada 1, che sembra la più importante (larghezza: 4,50 fino a 6 m), è situata nel punto di contatto di due reti viarie diverse. Le strade 1, 3 e 5 formano poi un isolato di forma trapezoidale, con un orientamento divergente rispetto al resto della trama urbana.

Heckenbenner ha proposto l’esistenza di un un’ulteriore asse viario antico (strada 6), parallelo alla strada 1 e 4, il cui tracciato sarebbe ricostruibile dall’allineamento della facciata occidentale della chiesa di Saint-Pierre-aux-Nonnais e la parcella che la affianca a sud; la sua distruzione sarebbe dunque la conseguenza di una ristrutturazione del settore durante il Basso Impero, forse legata alla costruzione della cinta muraria o delle terme di IV sec.

L’organizzazione della trama viaria non sembra aver conosciuto delle modifiche sostanziali tra la prima metà del I sec. e la fine dell’Antichità. Le strade 1, 2 e 3 presentano da 4 a 6 livelli di circolazione, e la maggior parte di queste sono affiancate da canalizzazione atte ad evacuare le acque ed eventualmente i rifiuti domestici; alcuni di questi canali erano provvisti di pareti in assi di legno mantenute in posto da picchetti lignei. Le strade più importanti, in particolare a strada 1 e 2, erano poi bordate da un marciapiede e da un portico.

595 Lefebvre, Wagner 1984, pp. 149-169.

596 Flotté 2005b, p. 71.

597 Heckenbenner, Brunella, Leory et al. 1992, pp. 9-35.

I nuovi scavi di Place de la République condotti nel 2008598 hanno poi permesso di estendere la conoscenza di questo settore; se la strada orientata est-ovest costituisce infatti il prolungamento di quella rintracciata durante gli scavi dell’Arsenal, un altro cardo, messo in luce sotto l’attuale rue Ney, costituisce una nuova scoperta che ha permesso di comprendere meglio l’organizzazione di questo settore dell’abitato, che sembra in parte organizzato intorno ad una maglia urbana ortogonale.

Nel settore Pontiffroy l’asse che compone il sistema viario sembra essere invece quello della via che collegava Metz a Treviri, sulla riva ovest della Mosella: cinque strade perpendicolari e due parallele sono state individuate con sicurezza. Questa rete stradale, pianificata attorno alla metà del I sec. d.C. e resta in uso almeno fino al III sec.

In questo settore la strada meglio nota è quella scavata presso rue Belle-Isle599, che prolunga un altro asse viario scoperto presso il Jardin du Mail: attestata su 175 m e larga 6 m, era affiancata sul lato sud da un marciapiede largo 2 m e da canalizzazioni.

Altre due strade antiche e perpendicolari, rinvenute al livello del parcheggio del Conseil Régional, presentano diversi livelli di ghiaia alternata a pietre e sono affiancate, su ciascun lato, da un fossato e dei marciapiedi, larghi da 1,80 a 2 m.

Nel settore del Sablon sono note almeno due strade: la prima, ad est, doveva affiancare l’anfiteatro ad ovest, collegando Metz a Saint-Nicolas-de-Port, mentre la seconda, detta “Voie de Scarpone”, seguiva il tracciato dell’attuale rue du XXe Corps Américain, lungo l’asse che doveva collegare Lione a Colonia. Nei suoi ultimi chilometri, prima del suo arrivo a Metz, questa è affiancata a ovest dall’acquedotto proveniente da Gorze, il quale doveva poi tagliare la strada all’altezza di rue Mangin e continuare a costeggiarla ad est600.

Al momento della riorganizzazione della provincia della Gallia Belgica da parte di Augusto, la città di Diuodurum, divenuta caput ciuitatis, ha dunque usufruito di un progetto di pianificazione urbanistica, che mirava a trasformare l’oppidum indigeno in una città. Questo però sembra non essere realmente attuato prima dell’epoca di Claudio.

L’evoluzione urbana di Metz è dunque in sincronia con quello che accade in altre città delle Tres Galliae, come Amiens, Angres o Clermont-Ferrand, dove la decisone di

598 Dreier 2014; id. 2011, pp. 167-179.

599 Gébus 1997; Flotté 2005b, pp. 73-74.

600 Gama 2003; Flotté 2005b, p. 74.

pianificare un modello urbanistico “alla romana” viene presa attorno al 16-13 a.C. da Augusto, ma la messa in atto concreta avviene progressivamente su circa 60 anni, subendo anche alcune modifiche nello schema urbano generale.

A Metz, la trama urbana sembra databile al 68-70 d.C., anche se nulla prova che si tratti di un piano generale imposto dall’occupazione romana; l’impressione è piuttosto quella che i costruttori si siano progressivamente adattati alla topografia del territorio.

L’apogeo della città è da collocarsi tra l’età flavia e il 170 d.C. circa, anche se il suo sviluppo continua probabilmente anche in seguito con la costruzione di grandi edifici monumentali. A partire dal IV sec. la città subisce una riorganizzazione, in conseguenza alle trasformazioni della fine del II sec. e in particolare del III sec.: alcuni quartieri periferici sono abbandonati è viene costruita una cinta muraria che circonda la città601.

Per quanto riguarda il suo apparato monumentale Metz, nonostante la sua importanza, è rimasta relegata ad un ruolo marginale, a causa del fatto che molti di questi edifici sono poco noti o mal datati.

La posizione del forum è oggetto di discussione: questo sarebbe situato o all’incrocio di En Fournirure e di rue Taison, tra Place Saint-Jacques e Place de la Cathédrale, o nel settore di rue Ambroise Thomas e rue au Blé. La seconda ipotesi è sostenuta dalla presenza in questo settore della cosiddetta “Maison Carrée”, interpretata come una basilica civile, oggi purtroppo scomparsa. Dalle illustrazioni Chastillon602 e dell’Histoire de Metz603, questa doveva essere formata da una vasta sala rettangolare provvista di aperture o finestre ad arco. La funzione di questo edificio resta però indeterminata: secondo alcuni infatti si tratterebbe di un tempio di tipo fanum, come quello di Autun o di Nimes, mentre secondo altri si tratta appunto di una basilica. La scoperta di un muro ha poi fatto supporre che l’edifico fosse integrato in una cinta, sull’esempio dei fora imperiali chiusi, occupando un settore di Place Saint-Jacques, Place de la Cathédrale e del settore rue Bezanson e Blondel. In questo settore sono state rinvenute a più riprese delle strutture di età romana e degli elementi scultorei.

601 Flotté 2005b, p. 74.

602 Chastillon 1648, disegno 1614, tav. II, p. 349, n° 264.

603 François, Tabouillot 1769, tav. XXII.

Nonostante ciò è impossibile, allo stato attuale, determinare con certezza la posizione del forum e degli edifici civici connessi604.

Il grande anfiteatro della città è situato a Sablon, delimitato da due aree paludose e dalla Seille, in un’area quindi periferica ma soggetta all’espansione della città antica, come hanno confermato gli scavi, in cui sono state individuate tracce di abitato e di attività artigianali che vanno dal I a IV sec. d.C. (Fig. 80). Questo presenta quattro porte, orientate secondo i punti cardinali, e in prossimità sono state identificate diverse strade romane. L’anfiteatro, il cui asse principale misura 148 m e quello minore 124,32 m, si situa tra i 4 anfiteatri più grandi della Gallia, insieme a quello di Poitiers, Autun e Tours. La sola particolarità riguarda l’arena, che presenta una superficie ridotta rispetto alle dimensioni generali dell’edificio. Le testimonianze antiche riportano che questo doveva essere stato decorato con colonne, statue e rivestimenti marmorei605.

Il primo livello comprende delle arcate di 4,14 m di larghezza, mentre le grandi porte di ingresso raggiungevano i 5 m. L’altezza di questo edificio, a lungo dibattuta tra gli studiosi, doveva raggiungere almeno i 31 m di altezza, data la dimensione della cavea (41,44 m). Due grandi corridoi assiali di servizio, rispettivamente a nord e sud, dovevano consentire l’accesso all’arena, attraverso delle porte monumentali. Un terzo corridoio secondario, perpendicolare ai due precedenti, doveva situarsi ad est.

L’anfiteatro di Metz, come quello di Poitiers o Autun, presenta dei muri concentrici esterni, che potevano essere sprovvisti di ambulacro, limitandosi a delimitare la summa cavea. In assenza di questa galleria dunque, le scale che portavano ai gradini dovevano trovarsi sotto le arcate della facciata, come accade ad esempio a Périgueux. Questo sistema di ripartizione degli assi di circolazione determina dunque una diversa distribuzione degli spettatori, che vengono indirizzati o nelle gradinate superiori o in quelle centrali. Questo tipo di edifici sembra dunque far parte di una tipologia che in Gallia determina la transizione tra il tipo di anfiteatro senza galleria periferica e a facciata piena e gli edifici a carattere più monumentale, provvisti di un ambulacro esterno e un muro perimetrale aperto su delle arcate colonnate606.

604 Demarolle, Le Coz 2005, p. 75-76.

605 Schramm, Wolfram, Keune 1902, pp. 404-405; Le Coz 2005, pp. 78-88.

606 Le Coz 2005 p. 85.

La cronologia per questo edificio resta incerta: gli studi più recenti collocano la sua costruzione alla fine del I sec. d.C., ma questa datazione si basa soprattutto sul confronto con altri edifici noti. La sua distruzione sarebbe invece da situarsi alla fine del III sec. d.C.607. Questo sembra poi già rioccupato agli inizi del IV sec., come attestano i materiali rinvenuti, ma la natura di questa occupazione resta poco chiara. Sappiamo solo che la presenza di un luogo di culto è attestata dalle fonti solo a partire dall’VIII sec.

d.C.

Metz è provvista di un secondo edificio di spettacolo, più piccolo, costruito su una terrazza alluvionale, tra la cinta del Basso Impero e un braccio della Mosella (Fig. 81).

Questo misura 74 m su 44, 40 m (250 × 150 piedi romani) e la sua principale originalità è quella di inserirsi in un una struttura quadrangolare, all’interno della quale si iscrivono una serie di mura ellittiche allungate, senza una vera simmetria. Nel piano è visibile un solo corridoio assiale di servizio, che doveva terminare sul lato nord-est dell’edifico, mentre a destra si distingue almeno un piccolo ambiente. L’edificio doveva avere una parte più elevata in direzione della Mosella, mentre era più bassa verso la città.

Sull’identificazione di questo monumento sono state proposte le teorie più disparate:

interpretato da Chastillon608 e Toussaint609 come un anfiteatro, Schramm610 e Grenier611 lo definiscono in maniera più generica un edificio ad arena o un semi-anfiteatro; altri hanno parlato di un teatro, una curia o un odeon. Le Coz lo interpreta come una forma più evoluta dell’anfiteatro di Treviri, costruito probabilmente in origine con una funzione polivalente, insieme ludica e difensiva. La datazione, anche se non certa, sarebbe da collocarsi nel IV sec. d.C.612.