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III. LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

3.2 GREEN ECONOMY

Come già accennato nel corso del precedente paragrafo, perché un’impresa si possa definire sostenibile al giorno d’oggi, essa non deve essere unicamente legata al concetto

154 CAVALLO M., “La gestione ambientale nelle imprese. Una ricerca sull’applicazione dell’ecoaudit e sui fabbisogni formativi nel sistema produttivo”, Franco Angeli, 2007, p. 22

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di rispetto per l’ambiente in termini di sprechi o riciclaggio di energia, acqua, rifiuti o altre risorse naturali, ma deve anche avere un approccio sostenibile nell’interezza della sua organizzazione, con lo scopo di ripensare in chiave maggiormente sostenibile anche i propri processi e prodotti già presenti sul mercato.

In questo contesto, si parla spesso di green economy, che può essere considerata un vero e proprio nuovo modello economico, alla cui base sono presenti due concetti fondamentali già citati in precedenza: la scarsità delle risorse e lo sviluppo sostenibile. Frey (2013) afferma che il nuovo modello dell’“economia verde” risulta necessario poiché il modello di sviluppo attuale non è più in grado di garantire un certo livello di benessere alle generazioni future a causa di una netta iniquità nella distribuzione delle risorse tra Paesi occidentali e sviluppati e Paesi in via di sviluppo. L’autore sottolinea come nessuno dei due gruppi di Paesi sia in grado di allocare le risorse nel modo corretto: se da una parte vi è un eccessivo consumo di risorse rispetto alla disponibilità media di queste, dall’altra vi è una condizione di povertà tale da non permettere alla popolazione di usufruire di ciò che le spetterebbe in termini di distribuzione equa di risorse. In particolare, Frey evidenzia come le risorse medie disponibili nel mondo vengano consumate già nei primi due terzi dell’anno, e ciò significa che nella restante parte del tempo vengono sfruttate risorse che spetterebbero alle generazioni future155.

È in un contesto come questo che la green economy viene vista da numerosi esperti come un possibile nuovo modello di sviluppo, in cui viene proposta l’idea di “un’economia che genera un miglioramento del benessere umano e dell’equità sociale,

riducendo in maniera rilevante i rischi ambientali e le scarsità ecologiche”156. In

particolare, l’UNEP (United Nations Environment Programme), il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, fornisce una dettagliata definizione di green economy: “A

Green Economy can be defined as an economy that results in improved human well-being and reduced inequalities over the long term, while not exposing future generations to significant environmental risks and ecological scarcities. In its simplest expression, a green economy can be thought of as one that is low carbon, resource efficient and socially inclusive”157. Anche in questo caso, l’obiettivo prefissato dall’“economia verde” è quello

di preservare la salute dell’ambiente e non esporre le future generazioni ad ingenti rischi

155 FREY M., “La green economy come nuovo modello di sviluppo”, Impresa Progetto – Electronic Journal of Management, Vol. 3, 2013

156 AMERIGHI O., FELICI B., “Sviluppo sostenibile e green economy: oltre il PIL”, Energia, Ambiente e Innovazione, Vol. 3, 2011, p. 45

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ambientali, nonché alla scarsità delle risorse. La concezione “green” che vuole essere adottata dalle imprese non riguarda solamente un singolo processo o prodotto, bensì tutta la filiera produttiva ed i vari settori economici che fanno parte dell’organizzazione. In generale, la green economy fa quindi riferimento a tutte le attività industriali che sono improntate all’aspetto ecologico e sostenibile, di cui fanno parte in particolar modo i settori delle energie rinnovabili.

La green economy non viene vista come un sostituto dello sviluppo sostenibile, ma come un passaggio, o meglio uno strumento, per il raggiungimento di questo e quindi per il perseguimento di un’economia maggiormente sostenibile. Non è un caso, infatti, che si iniziò a parlare di “economia verde” intorno al 2007 e 2008, anno in cui era necessario trovare degli strumenti che potessero arginare la forte crisi globale che si stava verificando. L’approccio ad un’economia “più verde” fu infatti visto come opportunità per le imprese per un nuovo capitolo aziendale: “This global “green transition” presents

an enormous economic opportunity as new product markets and new ways of doing business emerge”158. Questa visione rappresenta quindi una nuova tipologia di economia,

diversa da quella precedentemente attuata. Se prima vi era la convinzione che l’uomo potesse modificare a piacimento l’ambiente che lo circondava senza ritenere importanti le conseguenze che le proprie azioni provocavano sull’intero ecosistema, con la green

economy si vuole trasmettere una filosofia in cui l’uomo non deve provocare mutamenti

nell’ambiente, ma conciliare il proprio fabbisogno con ciò che il Pianeta è in grado di produrre, senza naturalmente mettere a rischio la quantità di risorse disponibili per le generazioni future. Corazza (2010) tiene a sottolineare come la filosofia green non sia “una moda effimera, ma una vera e propria riconversione dell’economia mondiale”159.

Un ulteriore fatto che ha scaturito la nascita e la diffusione del concetto di green

economy è rappresentato dalla stesura del “Rapporto Stern”, nel 2006, ossia un

documento redatto da Sir Nicholas Stern, riguardo alcune valutazioni dell’impatto ambientale ed economico dei cambiamenti climatici, a causa delle ingenti quantità di gas emessi dall’uomo e riversati nell’atmosfera. I risultati ottenuti da Stern misero in evidenza quanto il forte cambiamento climatico degli ultimi decenni possa minare la solidità del

158HENRIKSEN K., BJERRE M., ALMASI A.M., DAMGAARD-GRANN E., “Green Business Model Innovation. Conceptualization report”, Nordic Innovation Pubblication, Vol. 16, 2012, p. 16

159 CORAZZA C., nel corso della Rassegna stampa ISTUD, “Workshop Italian GreenDay”, Milano, 30 giugno 2010

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PIL mondiale; contrariamente, una riduzione delle emissioni di carbonio potrebbe salvaguardare l’equilibrio economico. Questo perché l’innalzamento della temperatura media del Pianeta può mettere a rischio la sopravvivenza di ecosistemi da cui dipende la vita, e quindi l’esistenza di forme di vita appartenenti a fauna e flora che fanno parte dell’intera catena alimentare, che comprende inevitabilmente anche gli esseri umani. È in questo contesto che per la prima volta venne accostato al tema economico, la tematica della sostenibilità e dell’ambiente.

A fianco del riscaldamento globale e del cambiamento climatico, un altro fattore ha influenzato molto i dibattiti in materia di sostenibilità: il petrolio. Negli ultimi anni, infatti, sono state quasi del tutto esaurite le scorte di petrolio e carbone, il ché ha spinto la popolazione a disinteressarsi parzialmente di risorse esauribili come queste, e ad interessarsi invece a trovare nuove forme e modalità per produrre energia, servendosi quindi di risorse naturali come il vento, la terra o il sole.

In questa nuova concezione di rapporto tra economia e ambiente, molte imprese intravedono un’opportunità di business nella green economy: “companies began to

recognize that environmental responsiveness is something that customers, investors and other stakeholders take an interest in, and which can provide opportunities ofr innovation and competitive advantage”160. Numerose organizzazioni si stanno infatti operando a

realizzare nuove centrali per la produzione di energia rinnovabile o ad installare pannelli solari per investire in una nuova economia più sostenibile ed efficiente. Non esistono però solo imprese che si adoperano e reinventano al fine di investire nella green economy, approfittando così dell’opportunità sostenibile, ma numerose aziende nascono appositamente per questa nuova tipologia di “economia verde” portando nuovi prodotti sostenibili sul mercato. Tali cambiamenti, inoltre, hanno dato luogo a nuove posizioni in ambito occupazionale, i cosiddetti green jobs, in particolare nell’ambito delle nuove energie rinnovabili. Nel 2010 Greenpeace affermava: “entro il 2020, in base allo scenario

della Rivoluzione Energetica, si raggiungeranno circa 10,5 milioni di posti di lavoro, 2 milioni in più rispetto allo scenario di riferimento. [...] Oltre 8 milioni di posti di lavoro sarebbero impiegati nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica, tre volte in più rispetto allo scenario business-as-usual”161. La rivoluzione verde, però, non si esaurisce

160BAKER M.J., “The Marketing Book”, Butterworth Heinemann, 2003, p. 735 161GREENPEACE INTERNATIONAL, “Energy [R]evolution 2010”, giugno 2010

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con il settore delle energie rinnovabili ma in generale vengono prese in considerazione tutte quelle realtà in cui è forte l’interesse per il cambiamento e la causa ecologica. Tra queste, molta importanza viene data ai project manager ed ai responsabili commerciali che dovranno redigere business plan per gestire nuovi progetti e promuovere una nuova cultura aziendale. Inoltre, sono ritenuti fondamentali gli impiegati nel settore del marketing e della pubblicità, che verranno approfonditi nel corso del paragrafo 3.4. Non ci si riferisce quindi solo al migliore utilizzo delle energie e risorse rinnovabili, ma anche ad un semplice cambiamento nelle abitudini quotidiane di tutti, dal cittadino-consumatore all’imprenditore, all’insegna della sostenibilità, della responsabilità e della salute.