8.2 Risultati
8.2.4 I parlanti nello spazio linguistico circostante
Domande 14 – 15 Pensi che la varietà parlata a Lamezia Terme sia simile ad altre varietà parlate altrove in Calabria? Se sì, quali? Pensi che ci siano delle differenze tra la varietà parlata a Lamezia e quelle parlate nei paesi vicini? Sapresti farmi degli esempi?
Le restanti risposte relative alla categorizzazione diatopica delle zone circostanti, e non limitate alla singola città di Lamezia Terme, mostrano come questo tipo di percezione a più ampio raggio porti a risultati diversi rispetto alla percezione dei luoghi più prossimi. La domanda che si riferisce alle similarità fra dialetti circostanti fa registrare un buona maggioranza di risposte negative (56%). Rimane comunque un nucleo di parlanti incerti, per cui il 2% dichiara di non saper riconoscere differenze e similarità tra la varietà parlata a Lamezia e quelle parlate nelle zone circostanti, mentre il 4% risponde con “non so” anche alla domanda successiva relativa alle differenze. Il
restante 10% che risponde “non so” alla domanda sulla similarità è però in grado di segnalare le differenze tra Lamezia e i paesi vicini:
“Sì, ma non so fare esempi” (GB)
“C’è differenza nelle cadenze. Ad esempio a Cosenza la esse è più pronunciata come una zeta, a Catanzaro le lettere suonano più “pesanti” ecc.” (SR)
“Sì ad esempio a Lamezia si mette la “i”, a Decollatura la “e” “(NA)
I soggetti che sono in grado di trovare delle similarità sembrano dipingere un ipotetico continuum areale che va da una massima identificazione geolinguistica corrispondente genericamente al sud Italia a una iper-differenziazione diatopica che coincide principalmente con il singolo paese. Due soggetti identificano così un unico blocco meridionale, comprendendo addirittura l’area alto-meridionale
“Il sud ha dialetti simili ma non identici” (PM) “Sì, tipo il dialetto napoletano” (FC)
mentre un soggetto parla genericamente di un’omogeneità linguistica corrispondente ai confini regionali della Calabria.
“Sì, penso che il dialetto di Lamezia può essere uguale a quello di altre zone della Calabria poiché i dialetti sono sostanzialmente simili” (GR)
Sei soggetti riconoscono invece delle similarità tra il dialetto parlato a Lamezia e quello parlato nella zona centrale, delimitando così un’area che corrisponde all’incirca alla provincia di Catanzaro.
“Credo sia una varietà simile a quella del capoluogo e dunque nell’area del catanzarese, senza estromettere le differenze fonetiche o sintattiche che in alcuni casi sono uguali. L’inflessione dell’accento è concentrata sulle consonanti gutturali o il prolungamento del suono di alcune vocali” (MV)
“Secondo me è più o meno simile a paesi nella provincia di Catanzaro, anche se presenta molte congruenze con altri dialetti calabresi (SC)
“Il dialetto lametino è molto simile a quello di Catanzaro, per cui tutte le province di Catanzaro avranno un simile dialetto” (GPe)
Due soggetti restringono ancora di più l’area di similarità, facendola corrispondere a quella di Lamezia e al suo circondario.
“I dialetti di Lamezia Terme e del circondario comprese la zona marina e montana sono molto simili, cambiano alcune pronunce vocali e alcune consonanti sono più marcate da zona a zona” (CR)
“Nel cosentino (sic! catanzarese), a Vena di Maida, viene usato più o meno un dialetto simile al lametino” (VM)
Come già detto, i restanti cinquantuno soggetti affermano invece di non trovare similarità tra i vari dialetti, riconoscendo un’unità minima di differenziazione diatopica corrispondente alla singola città.
“Non credo. Ognuno ha le sue caratteristiche” (NT, LS) “No perché i vari dialetti sono sui generis” (RDM)
“Secondo me ogni zona ha il proprio dialetto caratterizzato da particolarità che più o meno permettono di distinguerlo” (LG)
“Secondo me ogni luogo ha il proprio dialetto, che se anche di poco è diverso da tutti gli altri” (CF)
Un così ampio ventaglio di risposte è sicuramente da ricollegare al diverso processo di categorizzazione che avviene quando si pensa alla differenziazione diatopica presente nel territorio italiano. Per alcuni di questi soggetti la diversità sembra avere una ragione socio-antropologica, per cui il dialetto è un tutt’uno con la cultura materiale,
“No, ogni paese ha la sua cultura” (AC, MC)
“No, ognuno ha le sue usanze e parlate diverse” (IC)
mentre per altri c’è in gioco la specificità della città e dei suoi stili di vita, che portano quindi a una maggiore varietà all’interno dei suoi confini.
“No, ogni città è diversa” (PF)
“Credo di no perché le altre città sono più grandi rispetto a Lamezia” (CCa) “Sì, più città sono grandi più la disparità di stili di vita sono differenti” (MPi)
Quando invece il processo di categorizzazione è il risultato di una riflessione esplicitamente linguistica, bisognerà individuare quali siano gli aspetti presi in considerazione. Nello specifico sembra che nei nostri soggetti a prevalere siano i fattori di natura prosodica, lessicale o paremiologica,
“Qualche modo di dire simile, ma da paese a paese cambia anche qualche vocale e accentazione o significato” (CG)
“Qualche modo di dire rimane nel linguaggio colloquiale ma generalmente ognuna ha proprie particolarità” (CRo)
“Qualcosa penso che sia simile anche se ogni paese (territorio) abbia terminologie diverse, ma di poco” (JD)
“No, ogni dialetto ha cadenze differenti” (FCo, MFA)
Di nuovo le differenze tra dialetti confinanti vengono messe in luce focalizzando l’attenzione sul vocalismo. In particolare dieci soggetti nominano ancora una volta la differenza nel vocalismo atono che c’è tra Lamezia Terme e la vicina Soveria Mannelli, associando a quest’ultimo paese un esito vocalico ricorrente che permette facilmente di individuarne la parlata. Questo avviene sia nei parlanti di Soveria Mannelli sia nei parlanti provenienti da Lamezia, rendendo così possibile una
dicotomia tra un dialetto del “noi” e un dialetto degli “altri”: questo a maggior ragione quando lo stesso elemento è nominato come possibile indice per riconoscere la provenienza geografica di un ipotetico parlante.
“A Soveria noi usiamo la e a Lamezia la i” (AGG)
“Sì, ci sono differenze fra Lamezia e quelle parlate nei paesi vicini, come a Soveria c’è una presenza della E al posto della I” (GR)
“Differenza sottile, a parte la I a Lamezia e la E a Soveria o aperta o chiusa” (CG) “A Soveria è un po’ diverso, si tende a mettere la E al posto della I”
“Sì ci sono differenze, ad esempio tra Lamezia e Soveria, perché mentre la vocale prevalente di Lamezia è la “i” a Soveria invece utilizzano di più la “e”” (CF)
L’utilizzo di ‘parole bandiera’ scelte per esemplificare le differenze tra alcuni paesi spesso riflette differenti fonetici riguardanti sia il vocalismo sia il consonantismo, mentre altre volte mette semplicemente in luce mere differenze lessicali.
“A Curinga si usa la parola malangiana per dire melanzana mentre a Sambiase si usa la parola mulingiana” (AC, MC)
“Penso ci siano delle differenze. Ad esempio a Sambiase per dire in dialetto “finiscila” diciamo “furnila”, a Nicastro “funilla”” (TC)
“Come Lamezia e Catanzaro. Il dialetto è simile ma cambiano alcune parole. Nel dialetto calabrese io è io, mentre a Catanzaro si dice ‘eu’!!” (PM)
“Sì per lessico e cadenza. Nchiaccato, che significa ‘impiccato’, nel mio paese [Soveria Mannelli] si dice ‘’mpicatu’” (IM)
“Sì, certamente, a cavalluccio “a mbemberembè” (AS)
“Prendiamo il pullman in lametino è: “piamu u pullman”. In Gizzeroto “piamu u postale”” (AA)
“Sì come ad esempio a Sambiase piccolo si dice “picirillo” invece a Nicastro NINNU” (SG)
Questa differenziazione fonetica e lessicale si concentra prima di tutto sui luoghi più prossimi a Lamezia Terme, ma molto spesso guarda oltre i confini amministrativi della provincia di Catanzaro e volge lo sguardo verso l’area cosentina, identificata da diversi soggetti e spesso connotata negativamente:
“Sì tipo il cosentino dal dialetto, il catanzarese dalla parlata un po’ da zingaro” (BM) “ll dialetto lametino si riconosce perché usa molto la i, i più forti sono il catanzarese e il cosentino (CCa)
Altri soggetti preferiscono invece rievocare le differenze fonetiche presenti all’interno della stessa città di Lamezia, come lo shibboleth usato per riconoscere – e stigmatizzare – i parlanti della frazione di Sambiase (v. sopra), arricchendo le descrizioni con valutazioni extralinguistiche che rimandano a stereotipi locali. Il notare delle differenze all’interno del proprio stesso comune conduce a far riflettere sull’eventuale possibilità che ci siano delle somiglianze con le località vicine. La situazione amministrativa di Lamezia Terme, nata dall’unione di tre precedenti comuni autonomi, ha quindi un chiaro riflesso sul piano linguistico che permette ai parlanti di concettualizzare categorizzazioni spaziali più fini.
“Come ho già sostenuto prima, dal punto di vista della fonetica o dell’utilizzo di particolari e determinati termini o nell’articolazione del discorso. La pronuncia delle lettere, come la S aspirata a Sambiase e la f nei restanti quartieri, è differente così come la disposizione dei costrutti nelle frasi” (MV)
“Sì, credo che il sambiasino sia più “tamarro” rispetto al nicastrese” (GC)
“Credo che nei vari paesi all’interno di una stessa provincia vi siano somiglianze. Ma basti pensare che anche nella stessa Lamezia ne esistono più di uno per capire quanta meravigliosa diversità esiste” (MVe)
“No, anche solo per il fatto che Nicastro e Sambiase, due città così vicine, hanno dialetti diversi. Il dialetto è unico!” (MR)
Molto spesso l’utilizzo di valutazioni extralinguistiche viene adoperato per distinguere la varietà parlata nella città da quelle parlate nei centri più piccoli: si fa ricorso così ad aggettivazioni che rimandano a un generico campo semantico della forza, con dialetti giudicati più pesanti o più marcati:
“Credo che la differenza stia nella frequenza dell’utilizzo e nella ‘forza di pronuncia’”(SC)
“C’è differenza nelle cadenze. Ad esempio a Cosenza la esse è più pronunciata come una zeta, a Catanzaro le lettere suonano più ‘pesanti’ ecc.” (SR)
“Come dialetti sono molto simili, anche se nei paesini si tende a marcare la z o le doppie” (GP)
“I paesini hanno le vocali più chiuse e le doppie vengono marcate ancora di più” (MCr)
“Sì, ad esempio uno di Sambiase ha un accento più forte, a mio parere più grezzo” (VA)