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I PUNTI CARDINALI

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 32-48)

La costruzione alla verticale pone la connessione tra il centro della terra e la

divinità. Si può identificare il tempio con la montagna sacra, la foresta, l’albero, pre-si come ombelico della terra, legame con le potenze superiori.

Già nel 1935 il Dottor Ernst Hartmann mette in rilievo certi fenomeni tellurici e ne studia gli effetti nocivi o benefici sulla salute dell’uomo. Secondo lui, l’indivi-duo si orienta secondo il campo magnetico del luogo, disponendo la testa verso il nord a causa della presenza di ferro nel sangue.

Hartmann, attraverso i suoi lavori di ricerca sul geomagnetismo, ha scoperto – o piuttosto riscoperto – l’esistenza d’una rete gigantesca presente su tutti i conti-nenti e costituita dagli incroci di radiazioni telluriche, cui è stato dato il nome di re-te globale o rere-te H. Questa rere-te è formata da un insieme di grandi cerchi, sensibil-mente orientati da nord a sud (incrociantisi nelle zone polari), e da un altro sistema di linee con orientazione est-ovest (le quali fanno il giro del mondo come i paralle-li). Le linee nord-sud distano tra loro di 2 m circa. Le linee est-ovest, hanno una di-stanza di 2,50 m. Gli incroci di queste linee sono utilizzati dai costruttori di catte-drali. Un’altra rete, a 45° dalla precedente, è la rete sacra, conosciuta sotto il nome di “grande rete globale”, studiata del belga Walter Kunnen. Si tratterebbe piuttosto d’una rete solare. Il più intenso tra questi cerchi, quello che si potrebbe chiamare il numero uno, passa dalla piramide di Cheope. E’ conosciuto sotto il nome di Maxi-mus Maximi Maximorum. Una diagonale sacra1 collegherebbe Delo, Atene, Delfi (santuario dedicato al culto d’Apollo), il San Michele di Lecce, il Monte Sant’Angelo, la Sagra di San Michele, il Mont St-Michel di Normandia, Saint Michael Mount in Cornovaglia, Skelig Michael in Irlanda. Abbiamo anche i sistemi a scacchiera studiati da Steve Cozzi,2Sefarial, il sistema geodetico Johndro, che si base su Londra e la Grande Piramide e il sistema del conte Henri de Boulainviller,3che ha tentato di co-struire uno zodiaco del globo terrestre (0° Ariete nel Medio Oriente). Hans Andersen e altri4hanno anche proposto vari sistemi.

Vorrei illustrare con un esempio astrologico di fondazione quello che Jacques Bovin e Paul Trilloux hanno dimostrato brillantemente nelle loro opere.5La chiesa è prima di tutto un motore magnetico, una centrale energetica. Ognuna di esse ha un ritmo differente, un’armonia che vibra differentemente poiché ciascuna è stata co-struita utilizzando un’unità di misura (un gomito) differente, determinata dalla po-sizione di questo edificio sul suo meridiano. L’esempio di Chartres, di cui si parla nel libro sulle “Vergini Nere”, è significativo poiché ci si rende conto che l’impianto della cattedrale è stato fatto secondo la posizione dei pianeti.6

Nel transetto sud di Chartres, c’è un chiodo piantato nel pavimento: si tratta d’una meridiana. Ecco in che cosa consiste questa meridiana: nel bordo della leg-gendaria vetrata d’Apollinare, è stato realizzato un buco circolare che permette ad un raggio luminoso di venire ad iscriversi sul chiodo proprio il 21 giugno a mezzo-giorno. Era il mezzo migliore di rimettere all’ora giusta gli orologi della cattedrale.

Nella cattedrale di Milano, perfettamente orientata sull’asse est-ovest, il meri-diano è parallelo alla facciata. E’ realizzato al suolo da una striscia d’ottone ornata

con i segni dello zodiaco e costituisce un vero calendario astronomico. A mezzo-giorno, la luce che penetra per mezzo di un buco dalla volta della navata sud, cade sulla meridiana e la percorre tutta da un giorno all’altro, come un calendario. Ho anche visto questo tipo di calendario nella biblioteca dell’abbazia di Monte Cassino, tra Roma e Napoli. Voi ne conoscete certamente altre poiché sovente il meridiano del luogo determina l’orientazione della cattedrale o viceversa.

Alcuni principi di geomanzia e di geobiologia ci ricordano che l’attività è favo-rita nella direzione dell’asse est-ovest e il riposo nella direzione nord-sud. L’est inci-ta al buon umore, il sud provoca il nervoso, l’ovest riunisce. Quanto al nord, esso calma i nervi e i mali di testa, e al tempo stesso favorisce l’appetito e il sonno.

L’orientazione per mezzo degli astri: orientazione orizzontale Scegliere un Oriente

Dopo aver stabilito la verticale, occorre ancorare il monumento nel tempo, cioè orizzontalmente. Si sceglie un oriente (del latino ‘oriens’, che si alza), un’ora e una data in sintonia con il principio, la divinità o il santo del giorno. Gli Egiziani fissano

un oriente lunare, solare o in relazione con Sirio. Gli Assiri preferiscono Venere. L’as-se principale di Stonehenge è orientato nella direzione nord-est, precisamente nella direzione della levata del Sole il giorno più lungo dell’anno. Stonehenge indica con precisione il levare della Luna e del Sole tanto il giorno del solstizio che agli equino-zi poiché l’impiego di questo calendario gigante permetteva alle popolaequino-zioni tutt’intorno di conoscere il tempo della semina, della raccolta, della riproduzione e della pesca.

Scegliere un Asse

Dall’età neolitica è apparsa la necessità di scegliere un asse polare e un asse

car-dinale. I megaliti delle isole Orcadi al nord della Scozia, più antichi delle piramidi

d’Egitto, rappresentano delle vestigia orientate secondo l’asse polare e l’asse dei sol-stizi. Situato presso gli anelli di Brodgar e le Pietre Alzate di Stenness, questo cer-chio di megaliti era chiamato tradizionalmente “il Tempio del Sole” e il “Tempio del-la Luna”. Il tumulo di Maeshowe, che risalirebbe approssimativamente al 2700 avan-ti Cristo, non lascia penetrare la luce del Sole al fondo della camera tombale che il giorno del solstizio d’inverno.7

Orientazione delle città

Secondo Plutarco, i Romani avrebbero appreso dai loro maestri Etruschi il segreto della fondazione della città. È effettivamente lo scacchiere etrusco, simbolo dell’or-dine cosmico che ispira le grandi strutture della Roma antica. Lo si ritrova nella di-visione dei terreni fino alla lottizzazione dell’urbanesimo moderno. Plutarco non descrive in altro modo la fondazione di Roma: “Dopo aver costruito un altare, Ro-molo accese un fuoco. Poi, tenendo un aratro di rame tirato da un toro nero e da una vacca bianca, coppia simbolizzante la fecondità, tracciò un solco che interrup-pe in quattro punti, corrispondenti alle quattro direzioni dello spazio cosmico. Queste aperture sull’infinito furono chiamate Porte. Tra il cerchio esterno e il cer-chio entro il quale doveva essere edificata la città si conserva uno spazio neutro, il Pomœrium, cintura magica che doveva tenere fuori gli spiriti malefici, una specie di

no man’s land sacra, dove non si poteva costruire. Volendo farsi beffe del fratello,

Remo attraversò con un salto il solco appena tracciato e fu punito con la morte”. Se all’origine l’una delle quattro porte indicava il levare del Sole al solstizio, più tardi si abbandonerà il sistema solstiziale per passare al sistema equinoziale. I

punti dell’orizzonte dai quali sorge il Sole ai solstizi, oscilla e la loro determinazione

non si può fare con facilità senza punti di riferimento come delle pietre alzate, uno ziggurat, degli osservatori, ecc. Al contrario, i punti equinoziali potevano essere de-finiti più facilmente. Bastava determinare le due direzioni del sorgere e del tramon-tare d’una determinata stella: la direzione intermedia rappresenta precisamente l’asse nord-sud.

In occasione della consultazione degli auguri, lo spazio sacro veniva limitato del gran sacerdote con un aratro. L’urbs romana era circondata da un muro, al

con-trario delle città elleniche (dibattito tra Aristotele e Platone a questo soggetto8), spesso quadrato, per ragioni religiose o militari. Nelle città orientate secondo i punti cardinali, il “decumanus” andava dall’ovest all’est e il Sole spariva al tramonto dal lato della “porta pretoria”, il giorno preciso dell’equinozio.9 L’asse nord-sud, era chiamato “cardo”, (“cardine”, etimologia di “cardinale”).

Il sistema egiziano si basava sul Sole e Sirio. Il solstizio d’estate formava il punto di partenza dei calendari. Nelle città egiziane dedicate al culto solare, il per-corso degli astri ordina lo svolgimento delle processioni e determina conseguente-mente il tracciato delle grandi vie di traffico. Orientati secondo i punti cardinali, i grandi viali di Tell el-Amarna, larghi 60 metri, dividono lo spazio a scacchiera e non offrono protezione alcuna agli eccessi climatici che soltanto la religione e la cosmo-logia possono a priori giustificare.

Tradizionalmente la nascita del Faraone dava il segnale dell’inizio della costru-zione della sua tomba, e i lavori si concludevano all’istante del suo decesso. Da que-sto derivano le differenze delle dimensioni e della ricchezza decorativa che si osser-vano nelle tombe: Tutankhamon, morto all’età di diciott’anni riposa in un monu-mento relativamente modesto.

I templi egizi erano spesso orientati sul sorgere eliaco (in congiunzione con il Sole) di Sirio, stella del Cane Maggiore consacrata ad Iside, la quale annunziava la piena del Nilo. Sembra probabile che il sorgere eliaco della Spica (stella della costel-lazione della Vergine) – allorché la dea Iside fondeva la sua luce con quelle del divi-no Râ – abbia potuto svolgere un ruolo nell’orientazione del tempio egizio di Den-dera, nonché in quella dei templi greci di Temi e Nemesi, templi situati sotto il se-gno della Vergine. Jean Richer descrive i sistemi cosmologici d’una ruota zodiacale centrata su Delfi.10

Nel mondo greco l’orientazione dei templi dedicati a Zeus o ad Apollo è astro-logicamente determinata in base alle posizioni angolari della divinità-pianeta. Nella sua “Géographie sacrée du Monde grec”11Jean Richer, spiega in che modo, a partire dall’orientazione “anormale” dei templi d’Apollo e dall’esame delle più antiche mo-nete delle città greche, sia riuscito a ricostituire le tre grandi ruote zodiacali centra-te rispettivamencentra-te su Delfi, Delo e Sardi. Infatti, le monecentra-te mostravano su una delle due facce la divinità che determinava l’orientazione o il segno astrologico della città d’origine. Nella sua prefazione, Richer descrive in che modo una tradizione d’origine tanto babilonese che egiziana sia potuta giungere in Grecia. La sua teoria degli allineamenti mostra che tra i templi d’Apollo, d’Atena, di Gaia e di Dioniso c’è un legame spaziale. Osservando una mappa dei diversi santuari Jean Richer costa-terà che la linea che collega Delfi ad Atene si prolunga fino a Delo.

Nell’Apocalisse di san Giovanni, del primo secolo, la Gerusalemme celeste è descritta come una città quadrata, separata in quattro parti da quattro mari, attor-no ai quali ruotaattor-no gli astri e i venti cardinali. Delle sue dodici porte, dai attor-nomi delle dodici tribù d’Israele e custodite da dodici angeli, tre sono rivolte all’Oriente, tre al-l’Occidente, tre al Settentrione e tre al Mezzogiorno.

Funzione del Tempo: ora, data, anno

Ci sono incontestabilmente dei monumenti di cui ciascuno di noi può risentire la forza o il magnetismo tellurico. Noi intratteniamo con questi siti un dialogo che va-ria secondo l’ora, la data, l’anno. Il tema astrale può applicarsi all’architettura se si tiene conto dell’ora di nascita d’una costruzione, cioè dell’ora della sua fondazione,

della posa della prima pietra, del rituale della posa della pietra angolare e della ce-rimonia della sua inaugurazione. (Ci sono così quattro varianti possibili.) Qui si

tro-va tutta la difficoltà per i ricercatori sin dal tempo in cui Al Burini, già nel 1029, consigliava di diffidare del dominio dei segni, …poiché non si conosce con precisio-ne l’epoca di costruzioprecisio-ne. Poiché anche se il tema d’inaugurazioprecisio-ne è esatto, la storia dei suoi primi passi e delle condizioni iniziali è spesso dimenticata.

L’idea di porre una pietra di fondazione viene anche dall’enigmatica cultu-ra degli etruschi “che preferivano fondare le loro acropoli su le colline”.12 Questo è posto ancora meglio in evidenza nelle chiese votive. Nel libro “Il Mistero delle Cattedrali” Fulcanelli ci spiega ammirabilmente il senso esoterico di quest’orienta-zione.

“Tutte le chiese hanno l’abside orientata verso il sud-est, la facciata verso il ovest, mentre il transetto, che forma i bracci della croce, è orientato da nord-est a sud-ovnord-est. Si tratta di un’orientazione invariabile, la quale fa sì che i fedeli e i profani, entrando nel tempio dall’Occidente avanzino verso il santuario con la fac-cia rivolta al lato da cui sorge il Sole, cioè verso l’Oriente, la Palestina, culla del cri-stianesimo. Lasciano le tenebre e vanno verso la luce.

A causa di questa disposizione, uno dei tre rosoni che ornano il transetto della facciata non è mai illuminato dal Sole: si tratta del rosone settentrionale che si apre nella facciata del transetto sinistro. La seconda s’illumina al Sole del mezzogiorno: si tratta del rosone meridionale aperto all’estremità del transetto destro. L’ultimo rosone è volto al tramonto del sole: si tratta della grande ruota sulla facciata che sorpassa in superficie e in splendore le altre laterali. In questa maniera si sviluppano sulle facciate delle cattedrali gotiche i colori dell’alchimia, secondo un processo che va dalle tenebre, rappresentate dall’assenza di luce e dal colore nero, alla perfezione della luce rubiconda, passando per il colore bianco, considerato come “intermedio tra il nero e il rosso”. Nel Medioevo, il rosone centrale si chiamava la ‘Rota’ o ruota. Ora, nell’alchimia la ruota è il geroglifico del tempo necessario alla cottura della materia filosofale, e in generale, d’ogni cottura.13

Per quanto concerne i costruttori di chiese, essi determinano in primo luogo la direzione del sorgere del giorno nella festa del santo patrono, e da questa orien-tazione principale derivano le orientazioni secondarie. Si può anche fare il lavoro inverso, per esempio prendere l’orientazione solare d’un edificio e attribuirgli il san-to del giorno corrispondente per “cristianizzare” il monumensan-to.

La pietra di dedica rende testimonianza tanto della qualità del monumento quanto di una protezione spirituale che si invoca. In maniera criptica essa esprime

“il tema di nascita (géniture)” del tempio, la sua funzione occulta. Generalmente si-tuata all’oriente, essa serve spesso anche di pietra d’altare.

Nelle abbazie e chiese votive si cercano le migliori condizioni di luce e in parti-colare si studia l’illuminazione per la festa votiva. La perfetta armonia della luce sulla tribuna dell’Abbazia cistercense (costruita nel 1031-1140) di Conques il giorno della festa di santa Fede (il 6 ottobre) la rende vibrante d’energia. A mezzogiorno i raggi del Sole cadono sul bassorilievo dell’Annunciazione; il celebre timpano raffi-gurante il Giudizio Finale corrisponde d’altra parte al frontone dei tempi greci.14 A San Juan Ortega (presso Burgos) è il 24 giugno, giorno della festa del santo patrono che il raggio del Sole inonda il prezioso capitello della natività nel transetto sinistro. Le chiese romaniche sono così accuratamente classificate dagli addetti alla geobio-logia; quelle dedicate alla santa Vergine sono inondate d’una luce particolare al 25 marzo. A San Millán della Cogolla15(Rioja, Spagna) nel monastero dei benedettini di Iuso il 21 marzo alle 5 del pomeriggio, durante l’ultimo ufficio dei vesperi, il Sole penetra attraverso un orifizio praticato nella vetrata per cadere sulla grata dove si trova la badessa. Bisogna figurarsi la cerimonia accompagnata dai canti gregoriani.

L’asse della chiesa abbaziale del Mont-Saint-Michel è orientato a 26° rispetto al parallelo. Questa direzione indica il levare del Sole all’occasione di due feste: l’8 maggio, festa tradizionale di san Michele di primavera, e il 6 agosto, festa della Tra-sfigurazione. Il Sole tramonta sullo stesso asse l’11 novembre, festa di san Martino, evangelizzatore dei Galli, e il 2 febbraio, giorno della Purificazione (Candelora). Va segnalato che la piccola chiesa ai piedi del Mont-Saint-Michel, è orientata verso il Sol levante il 29 settembre, festa attuale dell’Arcangelo.16

Passiamo ora agli esempi presi dal rituale pagano, massonico, laico, poiché og-gi anche il ricevimento offerto agli amici da chi trasloca e s’istalla in una nuova ca-sa è l’equivalente privato di questa inaugurazione o dedica: gli Inglesi la chiamano “house warming”; i Francesi “pendre la cremaillère”. La scelta d’un tema d’elezione per la cerimonia d’inaugurazione d’una nuova abitazione, d’un negozio, d’una espo-sizione, fa parte della pratica corrente dell’astrologia.

Esempio d’utilizzazione

L’idea di vedere le città e i paesi governati da esseri spirituali è molto antica. Il “Te-trabiblo” di Tolomeo dà la lista dei domini planetari sui principali paesi del mondo antico. Questa lista sopravvive nei trattati del medioevo con piccole varianti. La “Chorographia”17di Tolomeo, o il dominio dei luoghi da parte dei pianeti si basava su una complicata proiezione cosmologica. Questa proiezione è stata completa-mente superata dai cartografi. La “Chorographia” dice anche che le città metropoli-tane sono nate sotto l’influenza di posizioni angolari del Sole, della Luna e in parti-colare dell’Ascendente. Da questo testo possiamo dedurre che i luminari e l’Ascen-dente sono in relazione con l’importanza della fondazione della città. Incontriamo ancora oggi questa stessa idea dell’importanza dei pianeti al momento del loro

sor-gere. Le città si orientano dunque secondo i pianeti: ricorderemo nel seguito qual-che esempio. Anqual-che in terra d’Islam si ricorreva agli astrologhi: ed eccone un esem-pio.

Fondazione del Cairo

Estratto da Prisse d’Avenne: “Il nuovo conquistatore dell’Egitto, Djuhar, pretese

tra-smettere ai secoli futuri il ricordo della sua conquista con la fondazione d’una città degna di rivalizzare con Baghdad. Siamo nell’anno 348 dell’egira, 970 dell’era cri-stiana. L’istante preciso della posa della prima pietra doveva corrispondere all’ora dell’ascensione della pianeta Marte, il cui nome arabo El-Kaher significa: il vincitore. (El Kahirah: la vittoriosa = Il Cairo.)

La fondazione della nuova città fu inaugurata con solennità; i materiali e gli operai… erano pronti all’impiego, mentre gli astronomi osservavano con loro stru-menti il passaggio del pianeta Marte sul meridiano. L’istante favorevole fu appena annunziato che subito i materiali furono posti in opera tra grida di gioia.

Stando ad alcuni storici, il caso aveva anche presieduto all’inizio della nuova città: un cordone fornito di campanelle era stato posto attorno al terreno per av-vertire i lavoratori (distanti tra loro) del momento propizio “secondo gli astrono-mi”… allorché degli uccelli di preda si precipitarono sulle corde e attivarono il se-gnale convenuto. Ingannati, gli operai si misero al lavoro e accadde che quest’istan-te, indicato dal caso, fu precisamente quello dell’Ascensione del pianeta Marte.

Fondazione di Roma

Il mito c’insegna che Roma fu fondata il 21 aprile dell’anno 753 prima di Cristo

da parte di Romolo, figlio di Marte e di Rea Silvia, sacerdotessa della dea Venere.

Questa data, calcolata secondo il calendario venusiano e lunare in voga all’epoca, fu scelta perché il Nodo ascendente di Venere si trovava a quest’istante tra l’Ariete e il Toro, congiunti alla nuova Luna. Ciò corrispondeva alle calende d’aprile, inizio del mese lunare dedicato a Venere.18 Infatti fu tenuto conto del ciclo della Fenice di 251 anni siderali. In quel giorno il Sole si trovava approssimativamente al 12° della

costellazione del Toro presso la stella Aldebaran, non lontano dal nodo ascendente

di Venere. La nuova Luna occultava i Pleiadi e Venere si trovava in congiunzione su-periore col Sole. Questo fu un momento molto importante poiché qualche mese prima la lunazione di gennaio aveva presentato un’opposizione tra Marte a Regolo, la stella reale dei latini che sin dall’antichità reggeva il destino dei popoli.19

La tradizione, secondo Tarrutius, e alcuni autori moderni situano l’ora della fondazione tra la seconda e la terza ora, ma suppongono una luna in Bilancia.20Ken Gillman, si è basata su questa ora per la redazione del tema a 7:29.11 AM LAT con una Luna in Acquario. Questo studio è stato pubblicato in “Considerations” XV/2.21

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 32-48)