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NOTIZIE DALL’ESTERO

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 185-188)

L.A. 125-900

HOMO MATHEMATICUS

CONGRESSO INTERNAZIONALE SULLA STORIA DEGLI ASTROLOGI GRECI E ROMANI Benalmádena Costa, Malaga (8-10 ottobre 2001)

Come annunciato sul numero 123, si è svolto, ai primi di ottobre, a Benalmádena nei pressi di Malaga un Congresso Internazionale totalmente dedicato all’astrologia greca e romana. A parte l’interesse dovuto alla specificità dell’argomento, che ri-guarda le origini del nostro patrimonio culturale, l’altro elemento di curiosità era dovuto al fatto che la manifestazione, oltre ad avere il patrocinio del ministero del-l’Educazione e della Cultura spagnolo, era organizzata e finanziata da un istituto universitario, appunto la facoltà di lettere e filosofia dell’università di Malaga. Gran parte del merito va all’entusiamo dell’organizzatore, il professor Aurelio Pérez Jimé-nez, fondatore fra l’altro di MHNH, sigla sotto cui si cela una pregevole rivista inter-nazionale di ricerca sulla magia e l’astrologia antica.

Non è la prima volta che all’estero si verificano manifestazioni di questo tipo, aperte anche al grande pubblico, mentre in Italia incontri del genere sono abba-stanza rari o limitati strettamente agli addetti ai lavori. Anche se gli interventi ave-vano tutti un’impronta storica, fa comunque piacere sapere che il mondo accade-mico sta sempre di più accorgendosi del ruolo centrale che la nostra disciplina ave-va nel passato, riave-valutando quanto nell’antichità ave-vasti settori della società ruotasse-ro intorno all’astruotasse-rologia.

Il Congresso era articolato in cinque sessioni, ognuna dedicata ad un grande astrologo o a un personaggio in relazione con la nostra disciplina; rispettivamente Manilio, Tolomeo, Firmico Materno, Sesto Empirico e Retorio. Ogni sessione era ca-ratterizzata da una relazione di base e da una serie di comunicazioni brevi sull’argo-mento o sul personaggio in questione. In questo modo era possibile spaziare su tut-to il panorama dei principali protagonisti del mondo astrologico greco e latino.

Vi partecipavano studiosi provenienti da tutta Europa, come il tedesco Hübner e la francese Aujac, mancando all’appello fra i grandi nomi forse solo David Pingree. E naturalmente era presente il nostro Giuseppe Bezza, personaggio che ha ormai

assunto la dimensione internazionale che gli compete e che finalmente sta otte-nendo in tutto il mondo i riconoscimenti, che merita, dopo un lavoro di ricerca assi-duo e oscuro, portato avanti per molti anni in silenzio e senza protagonismi di al-cun genere. Non a caso, egli era stato inserito fra i pochissimi che presentavano una vera e propria relazione e non solo una breve comunicazione.

Vediamo adesso una rapida sintesi dei cinque interventi principali.

WOLFGANG HÜBNER (Università di Münster): MANILIO

Poco si conosce sulla personalità di quest’autore, un poeta “didattico” che af-fronta il cosmo; esiste in ogni caso una stretta dipendenza fra il poeta cantore e il poema cantato. Tuttavia, le indicazioni più significative sulle intenzioni poetiche di Manilio non ci sono fornite dalla prefazione ai cinque libri della sua opera, quanto dal cuore della sua dottrina astrologica.

ESTEBAN CALDERON DORDA (Università di Murcia): TOLOMEO

Il periodo compreso dall’ascesa al trono dell’imperatore Adriano fino all’epoca bizantina è caratterizzato dalla composizione di grandi manuali e commentari; sot-to quessot-to aspetsot-to Tolomeo rappresenta il punsot-to culminante degli studi astronomici e astrologici dell’antichità. Il suo Tetrabiblos ha segnato il cammino agli astrologi di tutti i tempi ed è stato oggetto di importanti commenti, come quelli di Porfirio o di Proclo. Rispetto ad altri manuali, che sono un elenco interminabile di casistiche, l’o-pera di Tolomeo pone la materia trattata in maniera strutturata, dando vita ad un sistema di corrispondenze geometriche ben precise, così come di deduzioni logiche. In questo contesto, la parte più antica dell’astrologia, l’Astrometeorologia, vi gioca un ruolo centrale

JOSE MARTINEZ GAZQUEZ (Università di Barcellona): FIRMICO MATERNO

Questo autore compose la sua opera intorno al IV secolo ed essa si presenta come un manuale minuzioso ed efficiente per insegnare l’arte della costruzione dell’oroscopo. Gli uomini possono conoscere le influenze esercitate dagli astri sulla loro vita e in questo modo seguire i suggerimenti dati dai pianeti per il governo delle cose del mondo. L’opera di Firmico Materno, Matheseos libri VIII, ha pertanto una doppia veste didattica: da una parte è un manuale per apprendere l’astrologia e dall’altra rappresenta la presentazione di un insegnamento necessario per il buon governo degli uomini in questa vita.

GERMAINE AUJAC (Università di Tolosa): SESTO EMPIRICO

Sesto Empirico è stato un avversario dell’astrologia; tuttavia i suoi rapporti con questa disciplina sono stati molto stretti e sono testimoniati dal fatto che il suo breve trattato “Contro gli astrologi” presenta alcune originali prese di posizione. Nel suo at-tacco contro questa disciplina, egli ci fornisce numerose informazioni sul sistema di “credenze” attribuite ai Caldei, citando le fonti che erano state utilizzate dagli

astro-logi contemporanei di Tolomeo; informazioni cui hanno attinto in seguito molti astrologi di lingua greca e che sono state, a suo tempo, sistematizzate nel Tetrabiblos.

GIUSEPPE BEZZA - L’ASTROLOGIA GRECA DOPO TOLOMEO: RETORIO.

Retorio è stato il più rappresentativo astrologo della tarda antichità. La sua vi-ta termina nella prima metà del VII secolo, alcuni anni prima della conquisvi-ta dell’E-gitto da parte degli Arabi. I suoi scritti ci mostrano una profonda conoscenza di tut-ta l’arte astrologica. Nonostut-tante la struttura antologica e compilativa dei lavori, che ci sono pervenuti, è difficile inserire Retorio in una tradizione ben definita. D’altra parte la sua biobliografia di autori astrologici, conservata in un manoscritto greco (Parisinus graecus 2425), se realmente autografa, mostra evidente il suo profondo legame con Petosiride e con la tradizione ermetica. Tutto ciò lo rende un personag-gio chiave per comprendere la storia dell’astrologia della tarda antichità e la tra-smissione di questa disciplina alla cultura islamica.

Numerosissime sono state anche le comunicazioni brevi, che non è possibile citare in maniera completa per mancanza di spazio. Questi interventi hanno riguar-dato personaggi, che, in maniera diretta o indiretta, hanno avuto a che fare con l’a-strologia, come Tertulliano, Cicerone, Sant’Agostino, Augusto, Filone di Alessandria, Platone. Fra tutte queste comunicazioni mi sembra giusto segnalare in maniera più estesa quelle di José Francisco Martin del Pozo e di Dora Liuzzi. Lo spagnolo ha ana-lizzato alcuni oroscopi riportati nell’Antologia di Vettio Valente, in particolare quelli dove questo astrologo tenta di spiegare l’azione dei pianeti sulla durata della vita di alcuni personaggi, deceduti per morte violenta. Il lavoro di Dora Liuzzi, conosciuta al grande pubblico per le traduzioni di Manilio, ha, invece, riguardato i libri di con-tenuto più strettamente astrologico degli Astronomica, in relazione con le recenti scoperte dell’astronomia moderna. Le opinioni degli antichi su alcune importanti tematiche come l’influsso nefasto delle comete, l’origine dell’alone della Via Lattea e le speciali caratteristiche della costellazione di Orione sono state messe a con-fronto con i risultati di alcune ricerche astronomiche.

Gli Atti del congresso formeranno un volume, che verrà pubblicato in Spagna nel corso del 2002 e che, viste le preziose informazioni sulla storia dell’astrologia e sui vari protagonisti di questa disciplina che vi saranno contenute, si annuncia co-me un’importante punto di riferico-mento per co-meglio comprendere il mondo astrolo-gico greco e romano. Per questi motivi non mancheremo di darne notizia ai nostri lettori. La gioia per un evento del genere che va nella direzione di dare una maggio-re dignità alla nostra disciplina è, però, offuscata da un piccolo neo. Una punta di rammarico, che nasce dal fatto che, a parte il nostro Giuseppe Bezza e pochi altri studiosi spagnoli, quasi tutti questi cattedratici risultano poco o nulla interessati al-la stesura di un tema natale e tanto meno alal-la sua interpretazione, perdendo così una vasta fetta di possibilità per una corretta interpretazione del significato dei te-sti astrologici antichi. Speriamo che il tempo li aiuti a ricredersi!

“GRACENTRO”

DA VALENCIA:

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 185-188)