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6.4 L’importanza dei vincoli

6.4.4 I vincoli culturali

Le risorse economiche non esauriscono l’impatto delle origini sociali sulle opportunità educative degli individui. Le scelte scolastiche sono fortemente influenzate

250 Boudon R., op. cit., 1979, p. 66 251 Gambetta D., op. cit., p. 239

anche dalle risorse culturali presenti in famiglia. Come molte ricerche condotte nel nostro paese confermano, i rischi di fallimento educativo dei ragazzi non sono omogeneamente distribuiti tra la popolazione, ma sono tanto più elevati quanto più basso il grado di istruzione dei genitori252. Si tratta di una correlazione che trova ampiamente riscontro nelle interviste raccolte nella ricerca. Tutti i soggetti intervistati che si sono ritirati precocemente dagli studi associano ad una limitata disponibilità economica familiare anche un scarso livello di scolarizzazione dei propri genitori:

«…mio padre, mi sembra, che avesse la quinta elementare, mia madre era casalinga, era andata alla scuola elementare penso...» [Domenico , 49 anni, licenza elementare]

« so che non erano analfabeti, cioè sapevano leggere, scrivere…so che avevano le scuole elementari » [Giovanni, 47 anni, licenza elementare da adulto]

«..Mio padre come titolo di studio non aveva, penso, neanche la licenza elementare, mia madre forse ha fatto fino alla quinta elementare..» [Amelia, 50 anni, licenza elementare ]

L’azione positiva che la presenza di genitori istruiti esercita sulle scelte scolastiche è rappresentata in primo luogo dall’influenza “benefica” che può avere sui risultati scolastici dei figli e, come sappiamo, di fronte ad un buon rendimento scolastico, anche in presenza di una scarsa disponibilità finanziaria delle famiglie, il rischio di abbandonare gli studi si riduce e aumentano le possibilità di accedere ai titoli di studio più elevati.

La teoria dal capitale culturale elaborata da Bourdieu è la spiegazione sociologica più nota ed ampiamente accettata del meccanismo attraverso il quale il patrimonio culturale della famiglia esercita il suo influsso positivo sul successo scolastico dei propri eredi. Secondo Bourdieu i bambini che nascono in famiglie con un basso livello di scolarità mancano probabilmente di quelle capacità intellettive trasmesse in famiglia

252 Gasperoni G., L’esperienza scolastica: scelte, percorsi, giudizi, in (a cura di) Buzzi C., Cavalli A., De

Lillo A., Giovani verso il duemila. Quarto rapporto IARD sulla condizione giovanile in Italia, Il Mulino, Bologna, 1997, pp. 31-53; Abburrà L., Proseguire o smettere: da cosa dipendono le scelte scolastiche individuali negli novanta?, in Polis, n. 3 Dicembre 1997, pp. 367- 389,

e selezionate positivamente dalla scuola. Di conseguenza la mancanza di risorse culturali della famiglia agisce come un vincolo che impedisce a buona parte dei ragazzi di bassa di estrazione sociale avere successo a scuola. Ciò accade perché le classi dominanti riescono ad imporre la propria cultura come legittima, per cui essa viene riconosciuta come superiore dall’intera collettività , comprese le classi inferiori. Nella misura in cui la scuola adotta come standard di riferimento la cultura delle classi elevate, le pratiche didattiche, come l’insegnamento e la valutazione degli studenti sono permeate dalle convenzioni culturali delle classi superiori. La conseguenza è che la scuola finisce con l’esigere una capacità si astrazione, di manipolazione del linguaggio e di ragionamento che può essere acquisita soltanto dai soggetti già adeguatamente predisposti, in quanto può essere assorbita solamente da genitori istruiti.

Coloro che provengono da famiglie scarsamente dotate dal punto di vista culturale, di conseguenza, avranno maggiori difficoltà ad avere un buon profitto scolastico e se non intervengono altri fattori nel loro processo decisionale, non esiteranno ad interrompere precocemente gli studi. Se si considera che tutti coloro, tra i soggetti intervistati, che hanno scelto di abbandonare i banchi di scuola di fronte ad un cattivo rendimento scolastico, provengono da un ambiente familiare culturalmente povero è ragionevole supporre, probabilmente, che l’istruzione dei genitori abbia influito, seppure attraverso la mediazione dei risultati scolastici, sulle scelte scolastiche dei figli.

Quando si cresce, invece, in una famiglia istruita, sin dalla prima infanzia, si è circondati da un universo di «cose colte» e si accumulano una serie di esperienze che inducono un atteggiamento di naturalezza e di padronanza della cultura che «rende» a scuola. La presenza di libri a casa, ad esempio, o l’esposizione a stimoli culturali ( cinema, teatro, viaggi studio etc.) costituiscono fattori che formano il bagaglio culturale con cui i figli intraprendono la loro carriera scolastica:

«..Casa mia era piena di libri …forse anche questo mi ha portato a leggere molto sin da piccola..»

«…quando ero al liceo sono andato diverse volte a Londra, durante l’estate, perché i miei volevano che imparassi bene la lingua inglese..»

«…Mio padre, come anche mia madre, leggeva molto. Libri, riviste, giornali sono sempre circolati a casa …».

I vantaggi di un ambiente culturale familiare «ricco» si concretizzano anche nella possibilità di disporre un repertorio di risorse comunicative più appropriate al contesto scolastico. Un bambino allevato in una famiglia in cui si parla correttamente l’italiano, e non ad esempio il dialetto, apprende senza alcuna difficoltà a parlare correttamente.253

Coloro che affrontano la selettività del percorso scolastico con un ricco bagaglio culturale che hanno costruito in famiglia, in molto casi in modo in intenzionale, quasi meccanico, hanno le maggiori probabilità di ottenere a scuola una valutazione superiore alla media. L’effetto incentivante alla prosecuzione degli studi, che ne consegue, anche perché cresce l’autostima da parte del giovane, favorisce la scelta dei percorsi di studio più lunghi ed impegnativi.

Ai benefici che inconsapevolmente» ricevono dal fatto di vivere in un ambiente «colto» i figli di genitori con un elevato livello educativo hanno anche il vantaggio di poter disporre del loro aiuto nel proprio lavoro scolastico:

« ogni tanto mio padre, quando avevo difficoltà al liceo, mi dava qualche aiuto in latino..» [Emilia, 41 anni, laureata ]

«…lui è laureato in legge [il padre], è chiaro che ogni volta che avevo problemi con qualche esame all’università ricorrevo alle sue spiegazioni… » » [Paolo, 46 anni, laureato]

Nei momenti di difficoltà, durante gli studi, i discendenti dalle classi elevate possono attivare il loro capitale sociale familiare, e quindi coinvolgere i loro genitori, che hanno le risorse indispensabili, nella loro attività scolastica. Non possono contare su tale supporto, invece, i loro coetanei che hanno genitori sprovvisti dei mezzi necessari per alleviare le loro «sofferenze scolastiche».

Pur riconoscendo, comunque, che il capitale culturale familiare aiuti a proseguire negli studi, contribuendo ad accrescere la resa scolastica dei bambini, l’ipotesi

253 Bourdieu P., La trasmissione dell’eredità culturale, in Barbagli M., Scuola, potere ed ideologia, Il

dell’eredità culturale non può essere assunta come spiegazione generalizzata dei destini scolastici. Anche coloro che provengono da ambienti culturalmente poveri possono riuscire a concludere l’intero percorso di studi, fino al completamento dell’istruzione terziaria.

Ciò trova ampiamente riscontro nelle vicende scolastiche di diversi soggetti intervistati nella ricerca, provenienti da famiglie meno abbienti e con genitori scarsamente istruiti, che non hanno abbandonato precocemente gli studi :

« mio padre aveva la terza elementare però sapeva leggere benissimo, mia madre invece ha fatto solo le elementari » [ Raffaella, 42 anni, laureata ]

« Penso che mio padre avesse quella che si chiamava la scuola di avviamento, cioè l’equivalente della terza media.» [ Francesco, 44 anni, laureato]

« Sia mia madre che mio padre sono andati solo alle elementari » ».[Luca 45 anni, laureato]

La storia scolastica di Francesco, Raffaella e Luca non ha avuto fine dopo un breve periodo trascorsi tra i banchi di scuola, nonostante le rispettive famiglie avessero limitate disponibilità finanziarie e scarso capitale culturale Di fronte al loro buon rendimento scolastico, al quale non hanno certamente contribuito le doti culturali dei loro genitori, i loro studi sono proseguiti fino al conseguimento di un livello di istruzione superiore.

Riconoscere che le abilità cognitive e le capacità di apprendimento si possano sviluppare a prescindere dall’apporto di un ambiente familiare culturalmente ricco non significa che il livello culturale dei genitori non agisca sulle opportunità scolastiche dei propri figli. Altrettanto vero è probabilmente che l’ereditarietà culturale, come sottolinea Boudon254, sia particolarmente importante per la riuscita scolastica del bambino soprattutto ai primi livelli di istruzione, giacchè è proprio a quel punto che gli studenti privi della capacità di adeguarsi alla cultura scolastica dominante dovrebbero incontrare le difficoltà maggiori. Si tratta probabilmente degli ostacoli che hanno incontrato i soggetti, provenienti da famiglie culturalmente poveri, intervistati nella

ricerca, al loro ingresso nel sistema scolastico, in conseguenza dei quali sono usciti anticipatamnte dal percorso educativo.

Man mano che si sale dai gradi inferiori a quelli superiori del sistema formativo il peso della componente primaria255 dell’influenza netta della classe di origine, vale a dire le abilità cognitive e l’interesse verso lo studio trasmessi dalla famiglia di origine nel corso del processo di socializzazione, tende a declinare.

Di conseguenza una volta superata la selezione ai livelli iniziali del sistema educativo i discendenti (relativamente pochi) delle classi meno privilegiate che riescono a raggiungere, se non subiscono alcuna selezione di natura economica, la sommità del sistema formativo, posseggono orientamenti cognitivi e livelli di riuscita scolastica identici a quelli propri degli eredi delle classi socialmente privilegiate256