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Il cambiamento delle logiche di comunicazione ambientale

Nel documento Anno Accademico 2008/2009 (pagine 183-186)

CAPITOLO 4. I PRINCIPALI RISULTATI DELL’ANALISI DOCUMENTALE

4.4 LA MODERNIZZAZIONE ECOLOGICA DEL SISTEMA ENERGETICO ITALIANO

4.4.5 Il cambiamento delle logiche di comunicazione ambientale

corrispondere all’obiettivo nazionale di sviluppo delle fonti rinnovabili. Questa regola non è mai stata declinata nell’ordinamento italiano, in cui la quota d’obbligo è definita di volta in volta in base a considerazioni non legate agli obiettivi nazionali di sviluppo delle fonti di energia rinnovabile. In particolare, prolungando l’attuale sistema dei certificati verdi al 2020, si giunge a una quota di energia da rinnovabile corrispondente a circa 70 TWh, del tutto insufficiente rispetto agli obiettivi enunciati dal Ministero dello sviluppo economico. Appare quindi evidente, a questo proposito, la necessità di elaborare una politica di promozione delle fonti rinnovabili che renda i meccanismi di incentivazione effettivi strumenti per il conseguimento di un obiettivo nazionale (ENEA, 2007).

Il mercato delle rinnovabili in Italia è cresciuto negli ultimi anni: ma questo sviluppo, ancorché influenzato da un elevato livello di incentivazione solo di poco attenuato nell’ambito della finanziaria 2008, non si potrà consolidare se non contestualmente a una crescita significativa della presenza dell’industria nazionale nei settori tecnologici la cui carenza si paga oggi in termini di importazioni nette di tecnologia dall’estero.

Gli obiettivi Ue di riduzione dei consumi, di aumento delle energie rinnovabili e di riduzione dei gas serra sono certamente difficili da raggiungere. Non c’è dubbio, però, che senza un impegno nello sviluppo scientifico e tecnologico decisamente più elevato del passato, essi risultano punti di arrivo quasi inavvicinabili.

Anche gli scenari alternativi ipotizzati a livello internazionale (centrali nucleari di ultima generazione, energia a idrogeno e a carbone pulito) non possono prescindere da un percorso d’innovazione e di cambiamento delle tecnologie energetico-ambientali. Possiamo pertanto ritenere confermata l’ipotesi della teoria della Modernizzazione Ecologica riguardo allo sviluppo di nuove tecnologie in favore dell’ambiente le quali stanno conducendo a una “nuova rivoluzione industriale” (ENEA, 2007).

economia molto diffusa negli anni Settanta. Le attuali ideologie ambientali, infatti, non si fondano più sul contro-posizionamento delle questioni economiche e di quelle ambientali e sulla volontà di contrastare lo sviluppo della ricerca nel settore della scienza e della tecnologia. Questo fattore è confermato dalla maggioranza dei discorsi elaborati sia da circoli di policy-making, sia dai movimenti ambientalisti che abbiamo studiato.

Per quanto concerne i programmi elettorali elaborati da alcuni dei principali partiti politici italiani, si nota che essi dedicano ampio spazio alla tematica ambientale in generale e a quella dell’energia in particolare64. La totalità dei partiti studiati, infatti, si dice favorevole allo sviluppo di tecnologie sia rivolte all’efficienza energetica, sia alla cogenerazione, sia alle energie rinnovabili.

Inoltre, nella maggioranza dei casi emerge la volontà di percorrere la strada fin qui percorsa; quattro schieramenti politici sostengono che la tutela ambientale vada realizzata in conformità con le linee tracciate dall’Unione europea, mediante un sempre maggiore ricorso al mercato e ai prezzi. Avvertita come urgente è anche la necessita di operare una semplificazione delle normative vigenti in materia di energia. Occorre ripensare il sistema degli incentivi per l’impiego delle fonti rinnovabili e attuare un riordino delle competenze relative alle decisioni circa la governance del settore energetico.

Per quanto riguarda lo sviluppo di nuove tecnologie, invece, esistono molti punti di contrasto. Se due degli schieramenti politici analizzati auspicano una riapertura del dibattito sull’energia nucleare, il quale dovrebbe essere rilanciato anzitutto a livello di studio, altrettanti partiti ne ostacolano la realizzazione, considerando la tecnologia nucleare come pericolosa per la sicurezza dei cittadini.

Di minore interesse lo sviluppo di altri tipi di tecnologie: un solo partito, infatti, è a favore del “carbone pulito”, mentre non viene fatto nessun riferimento allo sviluppo di tecnologie per generare energia dall’idrogeno.

64. Per questa ricerca, abbiamo confrontato i programmi elettorali dei seguenti partiti politici: IDV; Lega Nord;

PD, PdL, UDC e Sinistra Arcobaleno.

Anche dall’analisi dei manifesti delle principali associazioni ambientaliste italiane65, tecnologia e meccanismi finanziari si caratterizzano come gli strumenti fondamentali per il realizzarsi del rinnovamento ambientale.

In particolare, la totalità dei casi studiati riconosce nelle tecnologie per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili lo strumento fondamentale per contrastare la crisi ecologica in corso. Secondo le principali associazioni ambientaliste italiane, il governo italiano ha il compito di emanciparsi dall’utilizzo dei combustibili fossili per la produzione di energia e di intraprendere un cammino virtuoso nei confronti dell’ambiente basato sulle energie rinnovabili e sulla efficienza energetica.

Grande scetticismo, invece, le maggiori associazioni ambientaliste italiane nutrono nei confronti delle altre tecnologie per la produzione energetica alternative al petrolio, quali quelle legate alla generazione di energia dal nucleare e quelle destinate al “carbone pulito”.

Tuttavia, occorre in questo caso fare un precisazione. Se, infatti, non sembrano esistere convinti sostenitori del “carbone pulito”, negli ultimi anni il fronte dei nuclearisti sta facendo proseliti anche fra una parte degli ambientalisti, la quale (tra cui Stewart Brand e Patrick Moore, uno dei fondatori di Greenpeace) considera l’energia ricavata dall’atomo come un’opzione energetica da tenere in forte considerazione per ridurre l’effetto serra.

Per quanto riguarda la realizzazione dei programmi elaborati, viene sostenuta l’attuazione di nuove strategie di governance che conducano le società industrializzate a soddisfare i propri fabbisogni di energia attraverso l’uso delle fonti rinnovabili

In particolari sono governi, società finanziarie e compagnie di elettricità a ricoprire un ruolo centrale concordare strategie per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, in modo tale da ridurre le emissioni di gas serra del 50 per cento entro il 2050. Gli strumenti economici assumono una grande importanza nel dibattito ambientale, come è testimoniato dall’accordo stipulato tra Legambiente e Banche di Credito Cooperativo per favorire e incentivare la diffusione delle fonti energetiche pulite attraverso un sistema di informazione e di sostegno finanziario che consenta una maggiore facilità nel realizzare i progetti.

65. L’analisi si è concentrata su Greenpeace Italia, Amici della Terra e Legambiente, le associazioni ambientaliste italiane che vantano un maggior numero di iscritti e, nel contempo, trattano in modo approfondito le tematiche relative alla produzione e al consumo di energia.

Nel documento Anno Accademico 2008/2009 (pagine 183-186)