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1.3. Le esperienze toscane

1.3.1. Il Comune di Firenze

A partire dal febbraio del 1962, contemporaneamente all’approvazione della Mutualità Padovana da parte del Ministero, il Comune di Firenze organizza corsi di inglese e francese in cinque scuole elementari. L’idea di insegnare una lingua straniera in età precoce nasce l’anno prima dall’Assessore all’Istruzione dott.

Fioretta Mazzei, coadiuvata dalla dott. Anna Arcangeli, cui viene affidata la direzione dell’inglese, oltre all’insegnamento della stessa lingua nella scuola O.Redi.

Durante il primo anno di sperimentazione, è la stessa dott. Mazzei a valutare gli insegnanti attraverso un colloquio per verificare la loro competenza linguistica.

Nonostante l’iniziale scetticismo dei direttori didattici e di buona parte del personale scolastico, il progetto riscuote pieno successo. In questo modo risulta

13Si veda FREDDI G., Lingue straniere per la scuola elementare, Atti del congresso di Jesolo del 15/9/96, Padova, Liviana, 1987.

possibile bandire dei veri e propri concorsi per l’assunzione dei docenti già a partire dalla fine del ‘62, per poi ripetersi con cadenza quasi annuale. Una serie di requisiti (diploma di scuola superiore, nazionalità italiana, cittadinanza fiorentina) consentono di accedere ad una prova scritta, consistente in un componimento in lingua, seguita da una prova orale dalla quale devono risultare una sufficiente padronanza metodologica e un’adeguata conoscenza della letteratura infantile nella lingua prescelta. Gli insegnanti di madrelingua straniera devono dimostrare anche una buona conoscenza dell’italiano.

Una volta superata la selezione, con ciascun insegnante viene stipulato un contratto di 21 ore settimanali. Nei primi anni, la dott. Arcangeli tiene bimensilmente dei corsi di preparazione e aggiornamento atti a trasformare sempre più gli insegnanti assunti in specialisti; in seguito l’associazione usufruisce del supporto di vari enti, tra cui il British Council, il Bureau Pédagogique, l’Istituto Francese di Firenze e l’Amministrazione Comunale con Donn Byrne, Andrew Wright e David Sanderson. Inoltre le coordinatrici del progetto si recano in visita a varie scuole in Francia (a St.Cloud e a Parigi) e in Gran Bretagna (a York a e Leeds) per confrontarsi con iniziative simili.

Ogni bambino delle scuole elementari può iscriversi ai corsi. Questi consistono in 3 incontri settimanali in orario pomeridiano, ciascuno della durata di 45’ per la I, II e III classe, e di un’ora per la IV e V. Vista la grande richiesta della lingua, per l’inglese è possibile distribuire le classi in modo omogeneo e farle partire tutte dal I ciclo, mentre per il francese, data la progressiva scarsità di domande, più spesso vengono formate classi miste per età e livello. A partire dal decennio ‘70-’80 si registra una netta prevalenza dei corsi d’inglese rispetto alle

altre lingue: francese e tedesco14. Nell’anno scolastico 1986-87 la situazione dei 28 circoli è la seguente:

• possibilità di scelta fra inglese e francese: 16 circoli;

• insegnamento del solo inglese: 8 circoli;

• insegnamento del solo francese: 4 circoli.

Su un totale di 7502 alunni, l’inglese è seguito da 4840 di questi, il francese da 2293 e il tedesco, insegnato solo in 6 scuole, da 369 studenti.

Dapprima i principali sussidi utilizzati sono un “quaderno” preparato nel 1964 dalla dott. Arcangeli ed un’ampia serie di giochi didattici. A questi si aggiungono supporti visivi di vario tipo (cartelloni, calendari, tombola). In seguito ci si avvale dei contributi forniti dalle numerose insegnanti madrelingua e dalle case editrici straniere, i cui testi sono preferiti poiché ritenuti non solo più corretti da un punto di vista linguistico, ma anche più adatti a ricreare situazioni realistiche di utilizzo dell’idioma. La discussione sui libri di testo viene effettuata dai docenti con la coordinatrice dott. Arcangeli, che comunque lascia loro piena libertà di scelta.

L’approccio metodologico è di tipo comunicativo ed è preferibile che in classe venga utilizzata quasi esclusivamente la lingua straniera, sia per facilitare l’apprendimento, sia per ricreare, nei limiti del possibile, un ambiente simile a quello del Paese da cui la lingua proviene. A questo scopo si evidenzia una decisa preferenza per un’aula specifica, destinata esclusivamente all’apprendimento delle

14L’insegnamento del tedesco inizia nell’anno scolastico 1975-76. Si veda ARCANGELI A., L’esperimento fiorentino, in CIGADA S.(a cura di), Le lingue straniere nella scuola elementare, Brescia, La Scuola, 1980, pp. 295-302.

lingue e atta a determinare nei discenti motivazioni percettive e cognitive.

L’attività di valutazione degli alunni è prevista sin dalla programmazione iniziale.

Un ulteriore impegno del progetto fiorentino è rappresentato dal tentativo di realizzare una continuità didattica con la scuola media, attraverso la collaborazione di professori e presidi. Ciò si traduce nell’evitare che gli alunni provenienti dalle elementari e che già conoscono una lingua straniera si ritrovino in classe con coetanei principianti e si sentano solo ripetere ciò che è loro già noto, con un conseguente calo di interesse, o addirittura rigetto, nei confronti della materia.

Nel complesso, i ragazzi frequentanti i corsi dimostrano apertura e interesse alla vita degli altri Paesi, disponibilità a contatti e amicizie con coetanei stranieri, anche attraverso la pratica della corrispondenza e la partecipazione a viaggi-studio e scambi con l’estero.

Tutto ciò viene garantito persino in momenti difficili: durante il periodo delle alluvioni (a.s.1965-66), l’allora direttrice dei corsi d’inglese Arcangeli si mette in contatto con l’International Help for Children, che offre gratuitamente a 120 ragazzi, scelti fra i più alluvionati, un viaggio in Inghilterra con soggiorno in famiglia per due mesi. Una simile opportunità consente ad altri 15 ragazzi di essere ospitati ad Edimburgo da famiglie italiane ivi residenti. La dott. Arcangeli viene infine invitata a Londra per tenere un resoconto dell’iniziativa. Nell’anno scolastico 1967-68 le viene affidata anche la direzione dei corsi di francese. A sostituirla nel compito di responsabile generale sarà più tardi Maria Rosa Scotti.

Nel 1981 una commissione d’esperti del Consiglio d’Europa15 fa visita ai corsi e l’impressione assai favorevole viene resa nota l’anno seguente nella relazione pubblicata tra i documenti del Consiglio stesso.

Gli ottimi risultati della sperimentazione di Firenze sono attestati tanto dai positivi esiti psicolinguistici, quanto dai numeri che indicano un’altissima affluenza ai corsi proposti, come si può vedere nella tabella allegata (fig. 1).

I dati in essa riportati fanno esclusivo riferimento alle lingue inglese e francese fino al 1975-76, anno scolastico in cui parte la sperimentazione per il tedesco con 10 insegnanti e piccole sezioni (ciascuna ha dai 3 ai 10 bambini). Le classi poco numerose rimangono una costante in questo tipo di corsi, che nel 1978-79 registrano 647 iscritti suddivisi in 48 sezioni.

La situazione per le due lingue più richieste è ben diversa: ad ogni insegnante sono affidate 7 o 8 classi di 20-25 alunni ciascuna. Già dalla fine degli anni ‘60 le sezioni cominciano a diventare troppo affollate e le iscrizioni, di cui è grande la domanda, devono essere contenute per mancanza di sufficienti insegnanti, le cui assunzioni risultano quasi ferme per mancanza di fondi. Questa situazione continua fino ai primi anni ‘70.

Nel biennio 1976-78, il 90% delle sezioni di II rimane vacante per carenza di docenti, non essendovi stati più concorsi, tranne uno interno nel 1975. Per le ragioni già citate, negli anni seguenti i corsi vanno in diminuzione. Come nel caso di molti altri progetti locali, quello fiorentino si esaurisce a seguito

15Negli anni ‘70 i membri del Consiglio d’Europa mettono a punto il “Progetto Lingue Vive” allo scopo di dare ai cittadini europei gli strumenti linguistici indispensabili per comunicare tra loro.

Sulla base dei “livelli soglia” individuati per varie lingue comunitarie, vengono impostati dei corsi multimediali ed inviati esperti nei vari Paesi per monitorare le esperienze d’insegnamento. I

dell’applicazione della circolare n. 256 dell’11 settembre 1985, che mette fine alle iniziative comunali sul piano della didattica nella scuola elementare. Per evitare che vada persa la preziosa esperienza maturata in più di 30 anni d’attività, a questo punto il Comune di Firenze ha intenzione di istituire centri di apprendimento autonomo dotati di laboratori e vari sussidi audiovisivi, iniziando un processo di riconversione del personale docente.

1979-1980 56 non rilevato 12000

1985-1986 52 467 8531

1986-1987 5017 non rilevato 7502

fig. 1 - tabella riassuntiva dei dati della sperimentazione fiorentina dal ‘62 all’ 8718

risultati vengono esposti a Strasburgo nel rapporto finale del 1982 : Langues vivantes 1971-1981 / Modern languages 1971-1981.

16Di cui 15 di inglese e 10 di francese.

17Di cui 29 di inglese, 16 di francese e 5 di tedesco.

18I dati relativi al periodo che va dal 1980 al 1984 non sono disponibili.

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fig. 2 -grafico sull’andamento delle iscrizioni ai corsi di lingua del Comune di Firenze