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4.2 La domanda

5.1.2 Il potenziale competitivo del settore

Tabella 23 _ Export dei vini da tavola rossi e bianchi in valore (2006-2007)

2006 2007 Var.06/07

Tot. Vdt rossi 597 678 13,6%

Tot. Vdt bianchi 693 743 7,3%

Tot. Vdt 1290 1421 10,2%

Fonte: Assoenologi-Esportazione Vino Italiano 2007

5.1.2 Il potenziale competitivo del settore

L’ambiente nel quale operano le imprese vitivinicole italiane, che determina il loro potenziale competitivo può essere analiticamente valutato considerando:

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- le condizioni di accesso ai fattori di produzione;

- le condizioni della domanda;

- le industrie collegate e di supporto;

- le politiche pubbliche;

- gli eventi indipendenti dalle azioni dei soggetti interessati che condizionano tuttavia l’evoluzione del mercato;

- i rapporti socio-economici e le reti di relazioni che si sono realizzate nel settore

Le condizioni di accesso ai fattori di produzione. Le condizioni della produzione in Italia presentano aspetti contraddittori: da un lato esiste una lunga tradizione vitivinicola, una grande disponibilità di varietà e di ambienti, un’ampia superficie vitata, un livello di specializzazione diffuso e un grande numero di impianti di trasformazione; dall’altro alcune rigidità strutturali rendono molto difficile l’adattamento delle imprese al costante cambiamento della domanda e delle condizioni competitive.

A parte il caso dei terreni delle zone più rinomate come Toscana e Piemonte per i quali i costi sono elevatissimi, in linea generale i costi unitari della terra e del lavoro sono più alti di quelli di molti paesi concorrenti. Nonostante ciò i costi unitari dei fattori non sembrano un punto cruciale per tre ragioni. Primo, il costo della terra e del lavoro influenzano soprattutto il costo dell’uva, ma questo rappresenta solo il 5-10% del costo dei vini ordinari e il 20% circa di quello dei vini di pregio.

Secondo, il costo della terra e del lavoro per la produzione di uve e vini di pregio stanno rapidamente crescendo anche all’estero.

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Terzo, i concorrenti dei produttori italiani devono, almeno nel breve periodo, sostenere elevati costi di ammortamento impedendo loro una politica di concorrenza sul prezzo.

Attualmente la parte più dinamica del settore per incrementare la sua offerta ha a disposizione il vasto bacino della viticoltura meridionale, tuttora caratterizzata da valori fondiari relativamente bassi e da una propensione all’abbandono relativamente alta.

Tale opportunità è stata colta da numerosi operatori come dimostrano i progetti di espansione al sud di importanti gruppi con base operativa al centro-nord come Zonin, GIV, Marchesi Antinori e dalla crescita sul mercato di significative realtà meridionali.

Le condizioni della domanda. Il mercato interno italiano è il più grande del mondo ( in Italia si consuma più del 20% del vino consumato globalmente): i consumatori grazie ad una consolidata esperienza sono notevolmente selettivi e mostrano un nuovo interesse per il prodotto. I produttori italiani possono, però, avere un contatto diretto con clienti esigenti (commercianti e consumatori) facilitando così lo sviluppo dell’offerta a condizione che siano in grado di saper cogliere tempo per tempo le caratteristiche evolutive della domanda sia per i vini di maggior pregio che per quelli ordinari.

Le industrie collegate e di supporto. La maggior parte dei fornitori di attrezzature, mezzi tecnici e di supporto per la coltura della vite si trovano nell’UE ed in particolare in Italia. I produttori Italiani sono quindi in una posizione di vantaggio per ciò che riguarda l’accesso alle innovazioni anche se nella realtà si riscontra una insoddisfacente capacità di usare in modo coerente le tecniche disponibili per le diverse fasi di produzione. Tale settore riesce, dunque, solo in modo parziale a trasmettere ai produttori il know- how che sarebbe necessario per un uso corretto delle tecnologie.

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Le politiche pubbliche. L’azione pubblica rappresenta un punto molto controverso. Da un lato, l’azione della PAC ha garantito una significativa protezione dei produttori e ha dato un sostegno finanziario non indifferente all’investimento in vigneti e impianti di trasformazione, in molti casi agevolando l’adozione di innovazioni tecniche, attraverso le misure strutturali che si sono succedute negli ultimi venti anni.

D’altro canto, però, lo sforzo volto a mantenere l’equilibrio di mercato sembra ora costituire un ostacolo all’evoluzione strutturale. La futura programmazione mostrerà se la politica italiana del settore, in sede nazionale e soprattutto regionale, sarà capace di gestire efficacemente gli strumenti che la nuova OCM vino ha previsto e quindi di conciliare l’equilibrio di mercato con l’evoluzione del settore e di diventare uno strumento di supporto alla competitività.

Eventi indipendenti dalle azioni degli agenti. I produttori Italiani, attualmente, possono approfittare del crescente interesse nei confronti del vino di qualità e con origine geografica che si sta diffondendo in molti paesi dentro e fuori l’UE e più in generale dell’interesse che la grande distribuzione, soprattutto inglese, sta mostrando per i vini italiani. Questo nuovo interesse è completamente indipendente dalle azioni dei produttori del vecchio mondo: dipende, invece, da un lato dall’efficacia del marketing dei produttori del nuovo mondo, che ha rivitalizzato i consumi, dall’altro dall’evoluzione dei gusti di alcuni gruppi sociali di riferimento. Inoltre, le numerose scoperte riguardo agli effetti benefici del vino sulla salute potrebbero costituire una nuova possibilità per il consumo quotidiano e perciò per i vini a buon mercato. Questo risulta molto importante sia per il consolidamento del mercato in paesi quali Francia, Italia, Spagna e Portogallo, che hanno ancora un grande numero di consumatori abituali per tale tipo di vino, sia per l’espansione dei consumi negli altri paesi.

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Rapporti socio-economici e relazioni di rete. In tutte le regioni vinicole italiane la coltivazione dell’uva e la produzione del vino costituiscono un’attività tradizionale che ha dato luogo alla formazione di un ricco patrimonio comune di conoscenze che sta alla base di tutti i rapporti tra aziende, individui, famiglie ed istituzioni locali. Questi rapporti dovrebbero facilitare il realizzarsi di un modello reticolare di relazione tra imprese, lo sviluppo di servizi, la diffusione delle innovazioni, funzionali al raggiungimento di migliori assetti organizzativi si in ambito produttivo che distributivo tra unità decisionali indipendenti ma funzionalmente coordinate.

L’articolazione territoriale del settore, nonché il forte legame tra vini prodotti nei diversi luoghi con i territori e le sue vestigia culturali definiscono le condizioni generali favorevoli allo sviluppo di sistemi locali con caratteristiche di distrettualità.