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Il rapporto tra assistenza tecnica e pianificazione nazionale

6. Il ruolo dell'assistenza tecnica nella pianificazione economica e sociale

6.2 Il rapporto tra assistenza tecnica e pianificazione nazionale

Il nodo cruciale di un programma di assistenza tecnica risiede nel fatto che esso deve essere confrontato con la pianificazione economica e sociale prevista dal Paese ricevente, proprio perché deve intervenire in quegli ambiti in cui le risorse a disposizione di quest'ultimo non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi prefissati. Si sottolinea come il programma di assistenza tecnica specifico sia integrativo, ma non sostitutivo, riguardo la pianificazione operata dal Paese; l'obiettivo, appunto, è quello di contribuire alla fase di avvio dello sviluppo, piuttosto che completare quest'ultimo in maniera esaustiva.

L'assistenza tecnica viene accordata solo quando richiesta dal Paese beneficiario, il quale conosce i propri punti di debolezza; il soggetto che la organizza lo fa sulla base degli input ricevuti dal Paese bisognoso.

Purtroppo, l'organizzazione non è sempre così lineare come appena esposta. In alcuni casi, il Paese beneficiario non ha chiare quali siano le proprie necessità e la loro priorità per motivi di insufficienza amministrativa, dunque è manchevole nel comunicare adeguatamente gli input necessari a colui che deve erogare il programma di assistenza tecnica171. Si verifica così una sorta di paradosso per cui il Paese beneficiario avrebbe bisogno “di una assistenza tecnica per accogliere l'assistenza tecnica”172. In questo caso, al soggetto che si occupa dell'assistenza tecnica arrivano input confusi e spesso inutili per il Paese beneficiario, provocando così il fallimento del programma di assistenza in questione. Purtroppo, quello appena esposto è il caso più complicato che si prospetta dinanzi a chi dovrebbe erogare l'assistenza tecnica, vista la sua impotenza in merito alla suddetta situazione; addirittura, si può reputare utile che il programma di aiuti non avvenga affatto poiché privo di valore.

Riguardo la problematicità di erogazione dell'assistenza tecnica, vi è un altro quadro che si può prospettare, nel quale vi sono invece margini di manovra per l'organismo

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P. Lengyel, La funzione dell'assistenza tecnica nello sviluppo economico, op. cit., pp. 3567-3569. 172

International Bank for Reconstruction and Development, The economic development of Ceylon, Baltimore, 1953, p. 794.

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preposto all'organizzazione. Infatti, spesso può verificarsi la condizione per la quale un Paese richieda l'assistenza tecnica sulla base di input della cui necessità è fortemente convinto. Tuttavia, la richiesta di aiuto internazionale non si rivela essere orientata a colmare manchevolezze per fini di sviluppo economico, ma piuttosto per altri motivi173. A tal proposito, l'antropologo M. E. Opler è chiaro:

non ci si può accontentare dell'idea astratta della massimizzazione della produzione e non avere presente il fatto che i Paesi si servono talvolta della propria produzione per degli obiettivi fondamentali, per migliorare la loro posizione nel mondo, mettere in valore la propria importanza, sviluppare non soltanto la loro economia, ma anche la loro cultura nel suo complesso. I Paesi accettano con difficoltà le semplici ragioni economiche in confronto a queste necessità di più ampio respiro174.

In sostanza, il rischio è che gli sforzi dell'assistenza tecnica siano focalizzati a coadiuvare il raggiungimento di obiettivi che non sono di tipo socioeconomico, ma appunto vengono dettati da altre priorità come il consolidamento della rinomanza del Paese beneficiario nel mondo. Naturalmente, anche tali obiettivi sono reputati legittimi e perseguibili, ma di essi non deve occuparsi un programma di assistenza tecnica, il quale deve rimanere focalizzato sulla contribuzione all'innesco dello sviluppo economico del Paese beneficiario. Qualora un organismo preposto all'erogazione dell'assistenza tecnica riceva input che non vanno nella direzione appena esposta, allora esso deve svolgere un compito molto delicato: il donatore necessita di una notevole abilità diplomatica per dimostrare al Paese l'inconsistenza di alcuni input ricevuti e per ribadire che la sua messa a disposizione è contingentata allo sviluppo socioeconomico dell'area in questione. Il donatore deve aiutare il beneficiario nella riformulazione più razionale degli input appena ricevuti. Dunque, in tale particolare condizione, l'assistenza tecnica si rivela essere anche supervisione alla pianificazione economica e sociale del Paese beneficiario.

Oltre alle due condizioni di difficoltà dinanzi alle quali può ritrovarsi l'organismo preposto all'assistenza tecnica, ve ne è un'altra di natura rilevante. Essa si materializza qualora il Paese beneficiario si presenti al donatore con una pianificazione dettagliata e interamente coperta dal punto di vista finanziario, senza individuare un'area di sofferenza specifica nella quale deve andarsi ad innestare il

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P. Lengyel, La funzione dell'assistenza tecnica nello sviluppo economico, op. cit., p. 3570. 174 M. E. Opler, Social aspects of technical assistance in operation, UNESCO, Parigi, 1954, p. 37.

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programma di assistenza tecnica. In sostanza, quest'ultimo rischia di essere inquadrato come un'assistenza generalista, avente natura supplementare piuttosto che complementare. Purtroppo, non è questo il compito del donatore: esso non deve prestare un aiuto a tutto tondo e in tutti i campi economici e sociali poiché appunto non deve sostituirsi al pianificatore nazionale, ma agire in sinergia rispetto ad esso e secondo compiti prefissati ben precisi. Per risolvere tale situazione, il soggetto che eroga l'assistenza tecnica può avviare diversi progetti pilota in alcuni campi in cui reputa possibile un aiuto specifico. Con l'avanzamento di tali progetti pilota ci si renderà effettivamente conto di quali siano i settori particolari in cui è razionale organizzare l'assistenza tecnica, dunque si proseguirà l'aiuto internazionale solo in quelli individuati, abbandonando i restanti. Purtroppo tale tecnica, seppur efficace, si rivela inutilmente dispendiosa proprio perché alcuni progetti pilota verranno abbandonati nel prosieguo dell'azione175.