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L'assistenza tecnica: concetto e caratteristiche

6. Il ruolo dell'assistenza tecnica nella pianificazione economica e sociale

6.1 L'assistenza tecnica: concetto e caratteristiche

La pianificazione economica e sociale viene operata, all'interno di un Paese sottosviluppato, dagli organismi ad essa dedicati. Tuttavia molto spesso, nei decenni precedenti, il loro lavoro è stato coadiuvato in misura determinante dagli organismi internazionali preposti alla cooperazione e dai governi di Paesi già sviluppati: tale proficua collaborazione si definisce con il termine di “assistenza tecnica”. Quest'ultima, non è un concetto moderno risalente al secondo dopoguerra, poiché è stato sempre presente fin dall'antichità ed è stato riproposto in chiave innovativa a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta. In sostanza, il trasferimento di innovazioni al di là dei limiti di una tribù, di una nazione o di una civiltà, l'adattamento delle tecniche di un determinato ambiente alle condizioni di un ambiente diverso, nonché l'imitazione di metodi che hanno avuto successo all'estero, sono fenomeni antichi almeno quanto la stessa Storia scritta166. A tal proposito, con riferimento all'Inghilterra, si rileva che

fin dal secolo XIII, numerosi abili artigiani fiamminghi emigrarono in Inghilterra, con la protezione e l'incoraggiamento dei Sovrani, e contribuirono in modo particolare all'espansione del commercio dei prodotti tessili. Lo sviluppo delle industrie del bronzo, del rame, del ferro e dell'acciaio è stato possibile per merito degli emigrati tedeschi e olandesi;

165 M. E. Opler, Problemi relativi alla partecipazione delle popolazioni interessate ai progetti di sviluppo, op. cit., p 1595 e p.1598.

166

P. Lengyel, La funzione dell'assistenza tecnica nello sviluppo economico, "Supplementi alle «Informazioni Svimez» sui problemi dei Paesi economicamente sottosviluppati", n. 103, 1961, p. 3566.

141 migliaia di rifugiati ugonotti hanno conferito le tecniche e, in una certa misura, il capitale necessario per l'inizio di impianti di industrie di ogni tipo, come la manifattura della seta, del cotone, del damasco, dei broccati, dei velluti e di tanti altri tessuti di lusso, dei cappelli di feltro, della carta, del vetro, del cristallo, delle pendole, degli strumenti di calcolo e dei giocattoli167.

Dunque, le origini dell'assistenza tecnica sono molto antiche e riconducibili soprattutto alla trasmissione di saperi mediante i fenomeni migratori. Tuttavia, si inizia a parlare di assistenza tecnica vera e propria a partire dal secondo dopoguerra, quando cioè l'esportazione di tecniche provenienti da altri Paesi e il loro adattamento nel Paese destinatario, divengono fenomeni ben strutturati e organizzati all'interno di preposte organizzazioni. Tale strutturazione prende le mosse da una diffusa consapevolezza in merito all'intollerabilità dell'iniqua distribuzione internazionale delle ricchezze e del generale dislivello di benessere tra i Paesi del mondo. Accanto a tale consapevolezza di natura umanitaria, ve ne era purtroppo un'altra di tipo egoistico sviluppata dai Paesi progrediti: essi presero coscienza del fatto che la condizione di arretratezza di numerosi Paesi del mondo sarebbe andata a loro stesso detrimento, di qui la necessità di aiutarli attraverso opportune misure di assistenza tecnica, da loro sponsorizzate. I Paesi sviluppati, infatti, erano preoccupati soprattutto della condizione di saturazione dei loro mercati e manifestarono così la necessità di assicurarsi nuovi e adeguati mercati di sbocco per i loro prodotti. Dunque, per fare in modo che un Paese povero potesse assorbire i prodotti di un Paese sviluppato, occorreva prioritariamente farlo sviluppare in modo adeguato. Dunque, nacque così l'assistenza tecnica. Essa, per avere luogo, deve presentare tre caratteristiche: innanzitutto, essa avviene mediante una vera e propria istituzione riconosciuta a livello internazionale. Inoltre, aspetto centrale della questione, essa ha lo scopo di stimolare lo sviluppo autonomo del Paese destinatario per poi scomparire quando quest'ultimo avrà raggiunto un adeguato livello di autonomia e maturazione; essa, dunque, sebbene possa durare per un periodo piuttosto lungo di tempo, ha carattere di temporaneità, proprio perché funge da stimolo per lo sviluppo economico affinché il Paese in questione possa procedere oltre con le sue sole forze. Si ribadisce, ancora, che essa ha la caratteristica di stimolare, ma non di completare e portare a piena maturazione, lo sviluppo economico del Paese ricevente.

167

W. Bowden, M. Karpovich, A. P. Usher, An economic history of Europe since 1750, Literary Licensing, New York, 1937, p. 208.

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La terza caratteristica si sostanzia nel fatto che l'assistenza tecnica debba ruotare attorno a corpi operativi costituiti da professionisti specifici. Non si tratta solo di stabilire quale siano le figure professionali necessarie al Paese sottosviluppato e i compiti concreti che essi andranno a svolgere una volta raggiunto il Paese, ma anche di comprendere in che modo tali tecnici possano essere collocati presso le comunità locali e possano quindi compiutamente inserirsi ed essere accettati in queste ultime. Un fondamentale corollario della terza caratteristica, in cui si è parlato di tecnici specializzati, risiede nel fatto che l'assistenza tecnica si focalizza su ambiti specifici in cui il Paese beneficiario rileva sofferenza, piuttosto che delinearsi come una assistenza generalista a tutto tondo.

Ecco dunque esplicate le tre caratteristiche che definiscono un programma di assistenza tecnica.

Di seguito, si forniscono alcuni esempi di programmi di assistenza tecnica. Negli anni Cinquanta, a partire dal 1952, la FAO si è impegnata in un progetto riguardante il Pakistan al fine di migliorare l'utilizzazione dei terreni e delle sorgenti idriche, nonché per promuovere la meccanizzazione del settore agricolo. L'obiettivo più specifico era quello di permettere l'irrigazione di circa dieci milioni di acri di terra, di produrre energia idroelettrica e di migliorare la navigabilità dei corsi d'acqua. Nel 1957, il costo globale raggiungeva la cifra di 1.619.930 dollari168. Sempre negli anni Cinquanta, la United Nations Technical Assistance Administration (UNTAA) si era impegnata ad inviare in Indonesia, ogni anno, circa 13 specialisti al fine di aiutare il governo a “fondare degli istituti di insegnamento tecnico, dei laboratori di ricerca e delle imprese-pilota in numerosi campi e soprattutto in quello della ceramica, del vetro, del cuoio e dei materiali da costruzione”169. Allo stesso modo, è stato accordato un aiuto per la “meccanizzazione di imprese industriali, di piccola e media entità”170; il costo totale di tutto il suddetto progetto ammontava, nel 1957, a 603.220 dollari.

Gli esempi appena riportati riferiscono di programmi di assistenza tecnica piuttosto imponenti, anche se si puntualizza che non esiste una cifra esatta che contribuisca alla definizione di un'iniziativa come assistenza tecnica. In sostanza, quest'ultima può verificarsi anche attraverso piccoli progetti, come fu per esempio quello dell'International Labour Office (ILO), nel 1956-1957, per lo sviluppo di industrie

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P. Lengyel, La funzione dell'assistenza tecnica nello sviluppo economico, op. cit., pp. 3567-3569. 169

United Nations Technical Assistance Board, Project Handbook, Vol. II, 1957, p. 261. 170 Ibidem.

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artigianali nella Giamaica, per il valore di soli 6.540 dollari. Affinché si parli di assistenza tecnica, dunque, è necessario che l'azione rispetti le tre caratteristiche suddette e sia di carattere integrativo rispetto alla pianificazione nazionale prevista. Naturalmente, occorre che l'iniziativa, quale che sia l'ambito di competenza specifico in cui va ad operare, contribuisca allo sviluppo socioeconomico del Paese ricevente.