6. Il ruolo dell'assistenza tecnica nella pianificazione economica e sociale
6.6 Le critiche ai programmi di assistenza tecnica
Fino ad ora si è illustrata la funzione dell'assistenza tecnica sotto una luce positiva, mostrando le sue straordinarie potenzialità in caso di adeguata armonizzazione con la pianificazione nazionale, le quali si esprimono sia durante l'implementazione del programma stesso, sia soprattutto alla sua conclusione. Tuttavia, i programmi di assistenza tecnica sono stati oggetto di numerose critiche, in particolar modo tra la
151
fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta, quando essi avevano raggiunto grande notorietà a livello internazionale. Innanzitutto, si ricorda che l'assistenza tecnica può essere erogata da tre tipi di enti: gli organismi specializzati di un governo di un Paese progredito, come quello degli Stati Uniti; le singole agenzie delle organizzazioni internazionali, tra le quali spiccano quelle delle Nazioni Unite, nonché soggetti privati, quali particolari gruppi religiosi, filantropici, organizzazioni sindacali e gruppi d'affari. Questa diversità è fonte di ricchezza: i differenti metodi e risorse fra tali enti danno ampio respiro ai programmi di assistenza tecnica. Difficilmente esiste un problema chiave talmente arduo che almeno una delle istituzioni in esame non possa tentare di risolvere: dai più vasti problemi di sviluppo di comunità o di riforma agraria, ai problemi specifici di creare un'infermeria per un lebbrosario, fino a studiare lo sviluppo di una varietà ibrida di cereale per una determinata regione. Tuttavia, questa grande varietà di enti rende l'assistenza tecnica particolarmente vulnerabile ad alcune critiche, che di seguito si espongono.
Innanzitutto, l'assistenza tecnica è per sua natura focalizzata su problemi che sono di lunga scadenza e richiedono un cospicuo impegno in termini di tempo, energie e spese finanziarie. Spesso, tali impegni non riescono ad essere mantenuti da alcuni enti, anche di natura specializzata. Il nocciolo di tale problema risiede proprio nel fatto che l'assistenza tecnica viene concepita per soli motivi di prestigio politico dell'ente, di notorietà a livello internazionale riguardo il suo operato, piuttosto che essere orientata al raggiungimento di risultati stabili e che possano innescare la sviluppo socioeconomico del Paese ricevente. In sostanza, la sete di notorietà spinge ad avventurarsi in programmi di assistenza tecnica sapendo già di poter apportare risultati solo nel breve periodo, con l'unico scopo di propagandare gli obiettivi raggiunti. Gli enti che agiscono in tal modo non contribuiscono ad affrontare i problemi cruciali delle aree meno progredite, anzi creano un dannoso effetto secondario: l'assistenza tecnica viene percepita, dalla popolazione ricevente, come un programma dai fini egoistici da parte dei donatori; inoltre, gli indigeni vengono illusi riguardo il fatto che i positivi risultati raggiunti nel breve periodo si perpetuino anche nel lungo termine, mentre ciò non avviene perché appunto il programma non avrà un proficuo prosieguo.
Purtroppo, nel gruppo di enti che si occupano di erogare l'assistenza tecnica, alcuni hanno dimostrato nel passato un tale atteggiamento, tanto da trovarsene traccia in alcuni documenti dedicati, come il saggio intitolato La natura dell'assistenza tecnica
152
per lo sviluppo economico di Clifton R. Warton Jr., comparso sulla rivista
“Economic development and cultural change” nel gennaio 1958.
La seconda critica che viene mossa ai programmi di assistenza tecnica è che questi ultimi hanno germogliato con una tale estesa attività, impegnando gruppi talmente diversi di organizzazioni, che sono venute a crearsi una considerevole serie di doppioni o sovrapposizioni sia nelle zone, sia soprattutto nei metodi utilizzati. In sostanza, occorre un adeguato coordinamento tra i vari enti che si candidano ad erogare il programma di assistenza tecnica, affinché ognuno si indirizzi ad uno specifico ambito ed abbia la sua propria esclusiva competenza su di esso. Riguardo ciò, si può affermare tuttavia che qualora due o più enti svolgano la stessa attività sulla medesima area, ciò possa portare al rafforzamento di tale funzione. La questione centrale del problema, però, è che tali attività, qualora si sovrappongano, siano svolte in concordanza di metodo e di tecniche operative tra i vari enti. Se invece due o più enti operano nello stesso ambito con diversità di approccio, si rischia di confondere gravemente la popolazione e quindi di compromettere il fine ultimo dell'assistenza tecnica, cioè quello di rendere autonoma la popolazione riguardo la replicazione di quanto appreso, una volta terminato il programma. In definitiva, il coordinamento di funzioni tra gli enti può ammettere che due o più di essi lavorino nello stesso settore, purché lo facciano in concordanza di metodi e tecniche utilizzate.
La terza critica che viene mossa ai programmi di assistenza tecnica è forse la più fondata di quelle esposte fino ad ora: i promotori dei programmi in questione spesso cadono nella tentazione di ergersi a paladini della “soluzione definitiva” per il Paese donatore, fornendo al Paese il pacchetto completo di tutti i metodi e tecniche di cui esso necessita per lo sviluppo socioeconomico. Invece, si ricorda ancora una volta, che tali programmi fungono da innesco per quest'ultimo, dunque rappresentano un punto di partenza per il Paese, non di arrivo. Sarà il Paese stesso a decidere che direzione prendere, in termini economici, sociali e istituzionali, capitalizzando l'esperienza ricevuta durante l'erogazione dell' assistenza tecnica.
La terza critica presenta un importante corollario: poiché coloro che erogano i programmi di assistenza tecnica sono consapevoli di aver trovato la “soluzione definitiva” per il Paese ricevente, allora si convincono anche del fatto che essi stessi saranno per sempre indispensabili per quest'ultimo. In sostanza, il programma di assistenza tecnica si protrae all'infinito e perde così la sua natura di temporaneità e di
153
incoraggiamento alla trasmissione del sapere. Tale aspetto è stato particolarmente evidente nei programmi di assistenza tecnica riguardanti l'America Latina, denominati servicios, ampiamente documentati dai dedicati organi statunitensi a partire dalla metà degli anni Cinquanta. Per esempio, veniva costruito un ospedale necessario, ma la sua gestione non risultava mai trasferita al Paese destinatario; oppure si collaudavano una serie di tecniche per istruire le persone sulla miglior cura della salute e della nutrizione, ma esse non venivano mai affidate al relativo ministero o ufficio di igiene competente. Infine, si introduceva una nuova tecnica di produzione agricola, ma la sua gestione non era trasmessa al ministero o all'ente locale per l'assistenza agraria187.