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L’Italia ha cercato di porsi come “sistema Paese” nelle relazioni con l’area Adriatica, perseguendo così l’obiettivo di coordinare gli in- terventi nazionali con le iniziative assunte in sede comunitaria e multilaterale. Già nel 2000, stante la consolidata presenza nell’area Adriatica, l’Italia godeva di relazioni economiche preferenziali che le hanno permesso di essere parte attiva in un processo di crescita e sviluppo.

Nel 2000 è nata l’Iniziativa adriatico ionica (Iai), un’organiz- zazione internazionale con sede ad Ancona che raccoglie alcuni dei Paesi che si affacciano sul mar Adriatico e Ionio, in particolare Albania, Bosnia-Erzegovina, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia e Slovenia.

Nel 2001 fu emanata la legge n. 84 del 21 marzo, con cui l’Italia si proponeva di ricoprire un ruolo determinante nella ricostruzio-

ne e nella pacificazione dell’area balcanica. Con tale legge, l’Italia disciplinò le forme di partecipazione italiana al processo di stabiliz- zazione, ricostruzione e sviluppo dei <paesi dell’area balcanica, in particolare Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Mace- donia, Serbia, Montenegro, Romania.

Sempre nel 2001 è nato, su iniziativa degli enti camerali di An- cona e Spalato, il forum delle Camere di commercio dell’adriatico e dello Ionio (Aic forum)23 quale rete transnazionale, senza scopo di

lucro, che unisce le Camere di commercio appartenenti ai Paesi che si affacciano sulle due sponde: Italia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Slovenia, Grecia ed Albania.

L’associazione ha lo scopo di potenziare le sinergie e le oppor- tunità per lo sviluppo socio-economico dell’area adriatico-ionica, in particolare su tematiche di primario interesse quali agricoltura, ambiente, imprenditoria femminile, pesca e acquicoltura, trasporti, turismo. Il forum Aic è uno dei maggiori promotori della macrore- gione adriatico-ionica.

Nel 2005 il Cipe ha assegnato ventitré milioni di euro al Mi- nistero degli affari esteri per il finanziamento del Programma di sostegno alla cooperazione regionale. L’attuazione del programma è stata disciplinata da due Accordi di programma quadro (Apq Paesi dei Balcani e Apq Paesi del Mediterraneo) stipulati tra le Ammini- strazioni nazionali (Mef, oggi Mise, e Mae) e le amministrazioni regionali (rispettivamente la Regione Piemonte per i Balcani occi- dentali e la Sardegna per i Paesi della sponda sud del Mediterraneo).

Con essi il Ministero degli affari esteri e il Ministero dell’eco- nomia e delle finanze hanno stabilito le modalità di relazione tra il “sistema Italia” e le Regioni e Province autonome nell’ambito della politica europea di sostegno ai processi di crescita dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo e dei Balcani occidentali. Le azioni previste erano tese a favorire l’internazionalizzazione dei sistemi territoriali nel bacino del Mediterraneo, a preparare il “sistema Ita- lia” all’area di libero scambio mediterraneo e ad aiutare i sistemi

regionali ad accedere con efficacia ai nuovi strumenti comunitari di assistenza esterna. La Regione Piemonte è responsabile dell’at- tuazione dell’Apq per i Paesi dei Balcani mentre la Regione Puglia, attraverso l’Assessorato al Mediterraneo, ha il ruolo di responsabile della progettazione e dell’attuazione degli interventi per le linee te- matiche “Sviluppo socio-economico” e “dialogo e cultura”.

La partecipazione delle Regioni italiane ai progetti transfronta- lieri ed internazionali è ampia e variegata.

Si citano ad esempio il programma Italia-Slovenia24, che vede

impegnate la Regione Emilia-Romagna e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, e il programma Italia-Austria25, che vede im-

pegnate la Regione Veneto e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia26. In merito al programma Italia-Austria, la task force per la

predisposizione dei programmi 2014-2020 è già in fase di nomina. SeeNet27 è una rete di enti locali italiani e del Sud-est europeo

che uniscono le proprie esperienze in un programma triennale di cooperazione decentrata con l’obiettivo di rafforzare le competenze di governance dei territori e di promuovere lo sviluppo locale soste- nibile. Il programma pone al centro della propria azione il conso- lidamento del partenariato di lungo termine tra le due sponde del mare Adriatico e il sostegno al processo di integrazione nell’Unione europea dei Paesi del sud-est Europa. Un ulteriore obiettivo è costi-

24 http://www.ita-slo.eu/. 25 http://www.interreg.net/.

26 A titolo di esempio, il Friuli Venezia Giulia è, nel 2013, capofila di 22 progetti, compresi due progetti strategici di cui uno nel settore dei trasporti marittimi integrati con le piattaforme intermodali e uno sull’energia, mentre nell’ambito dei programmi Central Europe e South Est Europe la Regione è capofila di 8 progetti che per oggetto hanno innovazione, accessibilità ed ambiente. Nel Programma Italia/Slovenia 2007-13 la Regione partecipa a 13 progetti strategici finanziabili, di cui due riguardano i settori infrastrutture e trasporti. Nel programma Italia-Austria 2007-2013 il Friuli Venezia Giulia ha presentato una proposta, nel settore del trasporto su rotaia, tre nel settore dell’energia, uno sull’ambiente e due per l’ innovazione.

tuire un sistema integrato di cooperazione decentrata italiano volto a favorire lo sviluppo di politiche locali innovative. SeeNet sviluppa i suoi interventi in azioni orizzontali e verticali mirate. Le azioni verticali richiamano le linee di sviluppo indicate da Europa 2020. Elenchiamo di seguito le principali:

1) valorizzazione del turismo culturale: la Regione Veneto Veneto rappresenta la capofila per l’azione 1.a “Promozione e valorizza- zione congiunta dei beni culturali, ambientali e storici tra Istria e Varaždin” mentre la Regione Toscana è capofila dell’azione 1.b “Sviluppo del turismo culturale delle città di Mostar, Sarajevo e Skopje”;

2) valorizzazione del territorio e dell’ambiente: la Regione Toscana è capofila dell’azione 2.a “Valorizzazione delle risorse locali per lo sviluppo del turismo rurale delle regioni dell’Erzegovina e di Dubrovnik”, la Regione Piemonte è capofila dell’azione 2.b “Svi- luppo dell’agriturismo nelle aree montane della Bih” e la Provin- cia Autonomia di Trento è capofila dell’azione 2.c “Valorizzazio- ne del turismo ambientale nei territori di Scutari, Niš, Kraljevo, Nikšić e Peć/Peja”;

3) sostegno alle Pmi e cooperazione imprenditoriale: la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia è capofila dell’azione 3.a “Tran- sgrowth. Animazione Imprenditoriale per la crescita transnazio- nale di sistemi produttivi locali integrati” e la Regione Toscana è capofila di 3.b “Rafforzamento del sistema delle piccole e medie imprese nei territori dei Cantoni di Zenica-Doboj ed Erzegovi- na-Neretva, della Regione di Šumadija-Pomoravlje, dell’area me- tropolitana di Belgrado e delle Municipalità di Prijedor e Tuzla”; 4) pianificazione territoriale e servizi sociali: la Regione Emilia-Ro-

magna ècapofila delle due azioni “Sostegno alla pianificazione strategica: avvio di iniziative pilota in materia di pianificazione territoriale ed ambientale” e “Supporto alla pianificazione in am- bito sociale”.

Si cita soprattutto, tra le azioni orizzontali di SeeNet, l’associazio- nismo tra enti locali, che ha lo scopo di incoraggiare l’elaborazione

di proposte di sviluppo dei territori capaci di imprimere nuovo im- pulso ai processi di decentramento in corso, avente come capofila la Regione Toscana e come partner l’Anci (Associazioni nazionale dei Comuni italiani) e tutto il partenariato italiano e del sud-est Europa del programma.

Guardando ai rapporti bilateriali, si cita ad esempio la Cooperazio- ne Italiana in Albania, attiva dagli anni Novanta28. Con il protocollo

di cooperazione allo sviluppo italo-albanese (2002-2004) sono stati impegnati nel triennio 2002-2004, duecentodue milioni di Euro e nel 2013 sono attive oltre settanta iniziative, per circa trecento milio- ni di euro e sessanta progetti sono in fase di realizzazione.

Il settore principale d’intervento della Cooperazione italiana allo sviluppo è stato l’energia, per l’integrazione del sistema elettrico alba- nese con quello europeo. Nel 2011 si è concluso il progetto integrato Italbank in tema di “Integrazione logistica e trasportistica sulle rela- zioni Italia-Balcani”. Il progetto, finanziato nell’ambito del Program- ma di sostegno alla cooperazione regionale, ha visto la Regione Cam- pania capofila di un partenariato che coinvolge altre quattro Regioni italiane (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Sicilia) e tre Paesi partner come Albania, Serbia e Montenegro.

V

Conclusioni

Il capitolo ha evidenziato come lo sviluppo delle imprese italiane dell’area adriatica (circa trentamila aziende), in particolare delle Pmi e delle realtà distrettuali, sia caratterizzato da un forte orienta- mento alla relazione con i Paesi della regione adriatica. Dall’analisi

28 http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziati- ve/Paese.asp?id=16.

degli investimenti esteri emerge uno scenario di lenta ripresa, in risposta ad una comune spinta competitiva dai mercati europeo e globale. Al fine di rafforzare e favorire questa ripresa, molte inizia- tive istituzionali, a livello europeo, internazionale e regionale, sono sorte con lo scopo di investire e favorire progetti mirati di crescita e sviluppo. Stante la pluralità di programmi e progetti in essere, si è cercato, pur senza la pretesa di essere completi, di descrivere le principali iniziative che nel recente passato e oggi hanno favorito lo sviluppo economico-industriale della regione adriatica, valorizzan- done il patrimonio culturale ed economico.

Abstract

The industrial and economic development is strongly influenced by several factors, like the characteristics of the country and region of origin. Beeing in the Adriatic Area has represented for Italy a key driver of economic and social growth, and is still a determinant for future development directions. The new paths of integration and the strategy for smart, sustainable and inclusive growth developed by the European Commission show the directions where EuroRe- gions will focus their future efforts. This chapter aims at analyzing the socio-economic trends for the Adriatic Region, the new insti- tutions of Euroregions and the scope and actions of the “Comita- to delle Regioni”. Moreover, the chapter analyzes the relationships among Italy and other Adriatic regions and the actions, which aim at realizing new opportunities for economic and social integration.

Zusammenfassung

Die wirtschaftliche und industrielle Entwicklung wird von verschie- denen Faktoren stark beeinflusst, wie zum Beispiel die Eigenschaften des Ursprungslandes und der Herkunftsregion. Die Tatsache, dass sich Italien im adriatischen Raum befindet, hat die wirtschaftliche und soziale Entwicklung entscheidend beeinflusst, und wird dies in Zukunft auch weiterhin tun. Der neue Weg der Integration und die Strategie für intelligentes, nachhaltiges und integratives Wachstum, den die Europäische Kommission entwickelt hat, zeigen die Schwer- punkte an, auf die sich die Euroregionen zukünftig fokussieren müs- sen. Ziel dieses Kapitels ist es, die sozio-ökonomische Entwicklung der Adria-Region, die neuen Institutionen der Euroregionen und die Zielsetzungen und Maßnahmen des “Comitato delle Regioni” zu analysieren. Außerdem werden im Kapitel die Beziehungen zwischen Italien und den anderen Adria-Regionen sowie Maßnahmen zur Ver- besserung der wirtschaftlichen und sozialen Integration analysiert.

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I

nuoVI segmenTIdI offerTATurIsTIcA

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Il ruolo deI serVIzI perIl Benessere

sIlVIo cArdInAlI, gIAn lucA gregorI, pAolA pAlAngA

Introduzione

I

l turismo negli ultimi anni è stato caratterizzato da un profondo processo di trasformazione che ha interessato la domanda, l’offer- ta e le dinamiche competitive. Se la domanda evidenzia, a livello mondiale, una crescita della richiesta di servizi turistici, è possibi- le riscontrare anche un profondo processo di trasformazione della modalità con cui il turista sceglie e fruisce dell’esperienza di viag- gio, si pensi alla frequenza e alla durata di questi1. Si evidenza in tal

senso una nuova prospettiva di analisi del fenomeno turistico che rileva la componente esperienziale come fattore che coinvolge in maniera importante il turista2.

Dal lato dell’offerta si evidenzia l’ingresso di nuovi player inter- nazionali e lo sviluppo di destinazioni che precedentemente aveva- no un ruolo secondario nel sistema turistico mondiale3. A ciò va

aggiunto che molte aree a tradizionale vocazione turistica sono state

1 T. Pencarelli, Marketing e management del turismo, Trieste, Edizioni Goliardiche, 2010.

2 B.J. Pine - J.H. Gilmore, L’economia delle esperienze, Milano, Etas, 2000.

3 V. Peric, Tourism and globalization, Managing the Process of Globalisation

in New and Upcoming EU Members, Proceedings of the 6th International Con-

caratterizzare da un eccesso di offerta che ha posto in situazione di criticità le imprese di questa industria4. A fronte di questa variabi-

lità, va evidenziato che l’analisi delle aree turistiche non può esse- re circoscritta ad ambiti territoriali delimitati da semplici confini burocratico-amministrativi, ma devono essere esaminati differenti elementi economici, morfologici, sociologici e culturali5.

Emergono sempre più, inoltre, differenti modalità di manifesta- zione della domanda turistica e si affermano nuovi target di clien- ti con caratteristiche diverse nel modo di fruire dei servizi e nelle esigenze del viaggio6; in particolare si fa riferimento al cosiddetto

“turismo del benessere”, che negli ultimi anni ha fatto registrare elevati tassi di crescita7. Tale fenomeno, precedentemente localizza-

to in alcuni contesti turistici – si pensi alle zone a caratterizzazione termale o ad alcune aree montane – sembra acquisire una valenza molto più ampia, modificando le proposte di servizio di molte im- prese turistiche e di destinazioni8.

4 R.W. Butler, The concept of a tourist area cycle of evolution: implications for

management resources, in «The Canadian Geographer», 24, 1, 1980, pp. 5-12.

5 M.L. Miller - V.F. Gallucci, Quantitative Tourism and Fishery Mana-

gement: Some Applications of the Logistic Model, in «Tourism in Marine Envi-

ronments», 2004.

6 A. Poon, Tourism, technology and competitive strategies, Oxon (UK), Cab International, 1993.

7 G.L. Gregori - S. Cardinali, Aspetti evolutivi dell’industria del benesse-

re in Italia, in «Economia e diritto del terziario», II, 2008.

8 C. Kaspar, A new lease on life for Spa and health tourism, in «Annals of Tou- rism Research», 17, 2, 1990, pp. 298-299; P. Borsay, Town or country? British

Spas and the urban-rural interface, in «Journal of Tourism History», 4, 2, 2012,

pp.155-169; C.A. Pforr - C.B. Locher, The German Spa and health resort

industry in the light of health care system reforms, in «Journal of Travel and Tou-

rism Marketing», 29, 3, 2012, pp. 298-312. Il wellness tourism non è la semplice forma di turismo passivo focalizzata esclusivamente sulla classica evasione dalla quotidianità, ma piuttosto una tipologia di viaggio dove i turisti sono spinti dal desiderio di cercare attivamente una migliore condizione di benessere e contri- buire in prima persona a creare la propria “esperienza di viaggio” (M. Smith - C. Kelly, Wellness Tourism, in «Tourism Recreation Research», 31, 1, 2006).

In tal senso risulta interessante esaminare le modalità con cui gli operatori inseriti in questo segmento di offerta abbiamo interpreta- to i cambiamenti intervenuti dal lato della domanda, pertanto l’in- dagine ha l’obiettivo di esaminare i principali modelli di business delle imprese del settore e le relazioni che questi operatori hanno stabilito con i territori di origine.

Dopo una preliminare analisi dell’industria del benessere, ci si pone l’obiettivo di esaminare il fenomeno del wellness tourism con specifico riferimento alle regioni e nazioni dell’Alto Adriatico; in par- ticolare verrà presentata un’analisi empirica con valenza esplorativa condotta presso un campione di imprese dell’industria del benessere.

I