• Non ci sono risultati.

40. Obbligo dell'appartenenza ad una corporazione

durante ¿'ancien régime. — Come già abbiamo accennato,

durante Yancien regime ognuno che volesse esercitare un'industria o un commercio, oltre che provare un tiro-cinio più o meno lungo, doveva essere accolto in una cor-porazione di mestiere, dietro pagamento di una tassa spe-ciale.

41. Il sistema perde del suo primitivo rigore. Monopolii

e privilegi. — Con l'andare dei secoli il sistema perdette

assai del primitivo rigore ed i re di Francia furono molto propensi ad accordare licenza di esercitare un'industria, a chiunque avesse pagato una forte tassa allo Stato, tanto

che si sarebbe potuto avverso ad essi ripetere la rampogna Dantesca, che scrivessero i loro divieti solo per cancellarli. Del resto questi monopoli e privilegi, emessi mediante quelle lettres de maîtrise, contro cui tanto ed. invano in-veivano e protestavano le corporazioni (1), fu una delle cause del fiorire delle industrie in Francia e si devono agli homines novi dell'industria, che acquistavano l'in-gresso nel mestiere a denari sonanti, quelle fabbriche di tapezzerie, di specchi, di merletti, di drappi, di mobiglia, di gobelins che tanto alta tennero la fama dell'industria francese.

42. Origine del sistema della patente. — La Rivoluzione, che con la legge del 17 marzo 1791 abolì le giurande e le corporazioni di mestiere e proclamò la libertà di lavoro, stabilì per la prima volta il diritto di patente.

Il concetto direttivo di questa legge fu di lasciar libero ad ognuno l'esercizio dell'industria e del commercio, ma di sottoporlo ad una tassa, nell'atto in cui questo diritto veniva riconosciuto. È innegabile la contraddizione ine-rente in questi due principii, ma non si conosceva allora un metodo più pratico per colpire con l'imposta anche i redditi dell'industria e del commercio.

Gli inizii del sistema della patente furono molto, troppo semplici. La semplicità — quasi diremmo — la disinvoltura della legge che creò questa imposta, autorizza l'opinione che la Costituente non avesse una esatta conoscenza del pro-blema che voleva risolvere. La Costituente infatti si limitò a stabilire che tutti coloro che vorranno « commerciare o esercitare una professione pagheranno una tassa, fondata puramente e semplicemente sulla base già utilizzata della contribuzione mobiliare, il valor locativo ».

La tariffa stabiliva le proporzioni seguenti: due soldi per lira (10 %) del prezzo dell'affitto sino a 400 lire, due soldi sei danari per lira (12 %) da 400 sino ad 800 lire, e tre soldi per lira (15 '/„) al di sopra di ottocento lire. Ed era tutto!

Pure si era posto così il fondamento dell'imposta sul-l'industria, basata sopra segni esteriori, la quale, a detta del Wagner, costituisce « la più speciale e la più interes-sante imposta della Francia ».

43. Suo successivo sviluppo. — Il successivo sviluppo della patente ebbe poi luogo in guisa che dapprima (legge del 22 luglio 1795, 4 thermid. in) al diritto proporzionale sul valor locativo si sostituì un diritto fìsso secondo sei classi d'industria e secondo quattro classi di popolazione locale, ma senza più saggi proporzionali secondo il valor locativo, ed in seguito si combinò la graduazione dei saggi fissi secondo le qualità dell'industria e le classi di località con il principio del saggio proporzionale secondo il valor locativo. — « Così l'imposta sull'industria fu fondata come imposta di patente secondo uno schematismo di classi e con due saggi d'imposta essenzialmente differenti, il diritto fisso, il quale si graduò secondo la specie delle industrie ed eventualmente anche secondo classi di località, e il di-ritto proporzionale secondo il valor locativo. Il susseguente sviluppo delia legislazione del secolo xix consistette nel-l'ulteriore e più minuto perfezionamento del sistema delle classi, ottenendosi con la legge del 25 aprile 1844 un as-setto relativamente stabile, mentre non si ha mai riposato nella direzione già presa di una casistica sempre più minuta, e perciò in una specializzazione sempre maggiore della classificazione e dei saggi d'imposta (1).

44. Suo assetto attuale. — Presentemente i segni este-riori secondo i quali viene presunto il reddito del contri-buente sono: la specie dell'industria, la cifra della popola-zione, la quantità del capitale ed il numero degli operai

impiegati, il valor locativo dell'abitazione e dei locali ser-venti alla professione. Tutti e quattro questi segni si basano su presupposti che sembrano essere molto verosimili, ma che non si trovano sempre nella medesima relazione con le conseguenze che se ne vogliono dedurre. L'aver scelto

come uno degli indici la qualità dell'industria deriva dal-l'ipotesi, non certamente assurda, che un banchiere gua-dagni più di un pizzicagnolo, un produttore di tessuti di seta più di un falegname, ecc., il tener conto del numero degli abitanti proviene dal supposto che un commerciante di un grande centro faccia maggiori guadagni di quello che lavora in una piccola località; si considera poi la quan-tità del capitale ed il numero degli operai impiegati in un'industria, perchè si ritiene che ci sia un certo rapporto tra questi elementi della produzione ed il profitto, e Anal-mente si tien conto del valor locativo, perchè si ritiene che anche esso sia indice del reddito del contribuente.

45. Le quattro classi della patente. — Ecco ora le quattro classi nelle quali le professioni e le industrie vengono di-vise per gli scopi dell'imposta.

La prima classe comprende la grande massa dei com-mercianti e degli industriali ordinari e degli artigiani che impiegano degli operai « commerçants ordinaireset artisans occupants des ouvriers >. È la classe più numerosa, che com-prende a un dipresso i 5/, di tutti i contribuenti della pa-tente.

Questa prima classe si ripartisce alla sua volta in otto sottocategorie, secondo una più specificata qualificazione delle professioni.

Il diritto fisso varia a seconda delle categorie e a seconda delle località (9 classi di località).

La seconda classe comprende l'alto commercio (banchieri, agenti di cambio, imprese di vetture e di omnibus, ecc.). Anche qui il così detto diritto fisso varia secondo la

po-polazione, ma anche secondo altri indici, come, per e s , la presenza o la mancanza d'un magazzino di deposito (en-trepôt) e l'estensione dell'esercizio.

La terza classe comprende le imprese industriali pro-priamente dette (fabbriche, manifatture), ed altre grandi imprese (ferrovie, vapori, società di assicurazioni, grandi banche, forniture militari, teatri, concerti, ecc.).

Essa si suddivide in cinque sotto-categorie, per ognuna delle quali il saggio proporzionale è differente, secondo la estensione dei mezzi di produzione impiegati.

Per tutta la classe non si tien conto della popolazione della località dove si esercita l'industria, ritenendosi, ed a ragione, che l'importanza economica di tali imprese sia del tutto indipendente dalla densità della popolazione della loro sede.

Le industrie di queste tre prime classi, che per avven-tura non siano espressamente contemplate dalla legge, vengono imposte dall'Amministrazione per analogia con le affini della tariffa, e gli elenchi di tali professioni vengono proposti ogni cinque anni all'approvazione del Parlamento, ottenendosi così di mantenere l'imposizione in rapporto con lo sviluppo della industria.

La quarta classe finalmente comprende le professioni liberali, per cui vige ancora la legge del 18 maggio 1850 Questa legge sottoponendo alla tassazione la maggior parte delle professioni liberali (prima esenti), ha disposto che esse dovessero pagare solo un diritto proporzionale da '/ ad '/„ del valor-locativo. Si tratta dunque di una vera tassa mobiliare-supplem'entare, con la differenza che essa è dovuta non solo per l'abitazione, ma anche per i locali adibiti all'esercizio della professione (1).

46. Esenzioni. — Non poche professioni vengono esen-tate del tutto, così, per es., gli artisti (pittori, scultori, in-cisori, disegnatori), gli attori drammatici, i professori di scienze, lettere ed arti belle, gli editori di giornali, ecc. A giudizio del Wagner (ed anche al nostro modesto) tali esenzioni mancano di giustificazione.

Vengono anche esentati i funzionari pubblici, le persone salariate, gli operai che lavorano da soli, le assicurazioni mutue, ecc.

Aggiungiamo ancora che i profitti agricoli, calcolati dal prof. Charton (2) tra un miliardo 500 milioni e miliardo 300 milioni, sono esenti dall'imposta.

47. Regime delle società. — Le società vengono trattate in modo differente a seconda che sono anonime o in nome

(1) BLOCK, Dict. de l'Adm. (2) Op. cit., pag. 279, 259.

collettivo. Per le prime la società non paga che un solo diritto fìsso per ciascun stabilimento; per le seconde l'as-sociato principale paga il diritto fisso intero, e ciascuno degli associati una frazione del diritto intero, di cui il denominatore è uguale al numero degli associati, e il nu-meratore al numero stesso, diminuito di una unità. Avviene lo stesso per le società in accomandita, ma solamente per ciò che concerne i gerenti e gli associati solidali.

È finalmente molto importante di sapere che viene ge-neralmente ammesso che la patente debba avere un saggio approssimativo del 3 •/» del reddito (1).

48. Prodotto dell'imposta. — In quanto al prodotto del-l'imposta la seguente tabella che togliamo dalla « Scienza delle Finanze > del prof. Nitti (pag. 530), ci mostra quale ne sia stato lo sviluppo.

Anni dello Stato BiUncin dipartimentali Bilanci comunali Bilanci Totale

1846 36.8 4.3 5.5 47.6 1856 49.7 7.2 10.7 64.6 1866 61.7 13.6 16.8 97.5 1876 123.4 22.6 35.4 181.4 1886 107.0 26.4 40.2 173.2 1896 125.3 24.9 42.0 192.2 1898 128.7 25.9 44.3 193.0 1900 135.3 26.4 37.4 202.5 VI.