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83. L'ordinamento delle imposte al principio del

se-colo xix. — Nel primo quarto del sese-colo xix vigeva in

Prussia un diverso ordinamento delle imposte a seconda che si t r a t t a v a della città o della campagna. Alcune im-poste però erano comuni all'una e all'altra. Tali l'imposta fondiaria, sul prodotto dell'industria, l'imposta generale sulle bevande (birra, acquavite, vino), l'imposta sul tabacco e le imposte di fabbricazione interna specie sul vino e sul tabacco, che trovavano il loro completamento nei dazi d'introduzione sugli stessi prodotti provenienti dall'estero. Vi erano anche dazi su alcuni prodotti esteri che non potevano essere fabbricati all'interno.

Oltre a queste imposte comuni, nelle piccole città e nelle campagne troviamo un'imposta sul reddito graduata per classe, e nelle maggiori città (132), dopo la soppressione, avvenuta nel 1820, dell'accisa su quasi tutti i prodotti, u n a semplice imposta di macinazione e di macellazione (1).

84. L'imposta sull'industria. - Per quanto si riferisce all'imposta sull'industria, in seguito all'accettazione dei nuovi principii della rivoluzione francese intorno alla li-bertà dell'industria, agli antichi diritti, che gl'industriali pagavano allo Stato come contro-prestazione della

cession-gelder), fu sostituita una rozza forma d'imposta

per ciassi d'industria, graduata secondo segni esteriori, (specie ed estensione dell'industria), con sei classi e saggi varianti tra un Thl. e 200 Thl. Il carattere di quest'im-posta era l'eguaglianza di essa per tutto lo Stato, ma a fianco di questo vantaggio, essa aveva il difetto di colpire con meccanica uniformità così le industrie capaci di dare un reddito come quelle che non ne davano nessuno o solo uno così scarso da riuscire incapace di sopportare l'im-posta. P e r cui, se di fronte alle leggi anteriori quella del 1811 rappresentava un progresso notevolissimo, di fronte ad essa segna un altro progresso la legge del 1820, la quale ritorna al principio di colpire non ogni specie d'industria, ma solo quelle le quali sono capaci di soppor-tare l'imposta. E queste industrie furono divise in classi a seconda della loro specie. La classe A comprende il commercio delle firme conosciute fornite di diritti com-merciali, la classe B il commercio delle firme sfornite di diritti commerciali, la classe C l'esercizio di alberghi, osterie e coloro che locano camere mobiliate a scopo di lucro, la classe B comprende il mestiere del fornaio, la E quello del macellaio, la F colpisce la produzione della birra, la G le distillerie, la H l'artigianato, YI la maci-nazione, la K l'industria della navigazione e dei trasporti e il mestiere di vetturale, la classe L il commercio am-bulante.

Le condizioni economiche delle singole località eserci-tano una grande influenza sull'altezza dei saggi d'imposta delle varie suddivisioni fra cui sono ripartite le singole classi.

I saggi medii trovano applicazione nelle classi A, B, C e H, ed in qualche suddivisione delle classi D ed E. Questo sistema consiste in ciò che gl'industriali di ogni località formano un consorzio ( G e s a m m t h e i l ) il quale deve pagare tante volte il saggio d'imposta quante lo comporta il nu-mero dei suoi membri. Il contingente d'imposta così for-mato viene suddiviso tra i singoli contribuenti a seconda dell'estensione e dell'importanza della loro industria, in

guisa, che ciò che i più piccoli esercenti pagano in meno del saggio medio, viene compensato da un più grande paga-mento degli esercenti maggiori (1).

85. Difetti delle vecchie imposte. — Ma troppo evidenti risultavano i difetti di questo sistema d'imposte, perchè non si cercasse di riformarlo. Da una parte l'imposta di macinazione e di macellazione accollava nelle città sacri-fici sproporzionati alle classi povere, dall'altra la divisione dei contribuenti delle campagne in classi, con fissazione del saggio massimo d'imposta per ogni classe, mentre non era in grado di seguire parallelamente la curva del red-dito, lasciava sfuggire all'imposta una parte di redditi maggiori, quando gli altri venivano colpiti per tutto il loro ammontare. A togliere questi difetti mirò costantemente e con molto esprit de suite la legislazione prussiana.

86. La riforma del 1851. — Con la legge del 1° maggio 1851 si conservò invero l'imposta di macinazione e macel-lazione, ma venne in compenso abrogata l'imposta per classe e sostituita mediante un'imposta per classi ed un'im-posta classificata le quali si completavano a vicenda. Alla prima sottostavano tutti gli abitanti delle località non sog-getto all'imposta di macinazione e di macellazione, con un reddito non superiore ai 1000 Thl., all'altra tutti gli abi-tanti con un reddito più elevato per tutta l'estensione della monarchia. Ambedue le imposte consideravano come unità non gl'individui ma le famiglie. L'imposta classificata comprendeva 30 gradini, e per ognuno di essi era pre-scritto un fisso ammontare mensile variante tra 2 '/, e 600 Thl.; essa aveva ancora un limite massimo fisso (2). 87. Riforme dal 1851 al 1891. — Tale nei suoi grandi tratti il sistema prussiano d'imposta il quale, con poche modificazioni, si conservò immutato sino alle radicali ri-forme del 1891-93. Ed invero le più notevoli modificazioni

(1) G. STRUTZ, Die direkten und indirekten Steurn, Berlin, 1902. ( 2 ) H A N D W Ö R T B . D . S T . W I S S . v o l . i n , a r t . « E i n k o m m e n ».

sino a questa data furono assai tenui, e cioè: la bipartizione dell'imposta fondiaria, in imposta sui terreni da una parte e sui fabbricati dall'altra, avvenuta nel 1861 ; l'esenzione di un minimum, di esistenza di 140 Thl. (420 Mk.) avve-nuta nel 1873, il quale minimum 10 anni dopo fu elevato a 900 Mk. e finalmente l'abrogazione come imposta gover-nativa da principio (1873), ma poi anche come imposta comunale, dell'imposta di macinazione e di macellazione.

Per quanto specialmente riguarda l'imposta sull'industria, è notevole che malgrado tutti i progressi avvenuti nel campo dell'industria, pure per più di 70 anni con modifi-cazioni più o meno lievi si conservò quella legge del 1820, la quale se corrispondeva alle a r r e t r a t e condizioni del-l'industria d'allora, non era più in grado di seguire i nuovi sistemi industriali (1).

88. Le riforme di Miquel. — M a il ministro Miquel con le sue celebri riforme del 1891-93 non si limitò da un lato a migliorare l'imposta sul reddito, sopprimendo la fissa-zione del limite massimo d'imposta ed imprimendo all'im-posta stessa un andamento progressivo, nè dall'altro a far corrispondere l'imposta sui redditi industriali e commer-ciali alle mutate condizioni dell'industria e del commercio: egli mirò ad un piano più vasto, ad una riforma più ar-dita. Facendo proprio il concetto elaborato dalla scienza finanziaria moderna e specialmente dalla tedesca, che le imposte personali convengono meglio allo Stato e le reali ai Comuni, egli riuscì a creare un sistema tributario in cui le imposte sui terreni, sui fabbricati e sull'industria vengono lasciate ai Comuni, mentre per lo Stato le im-poste dirette sono rappresentate quasi esclusivamente da un'imposta sul reddito e da una sul patrimonio.

Per la completa intelligenza del sistema delle imposte mobiliari in Prussia è ora necessario che imprendiamo lo studio di tutta la riforma del Miquel, non essendo più possibile, per imprescindibili ragioni di coordinamento, di

studiare isolatamente la sola tassazione del reddito mo-biliare.

Il primo stadio della riforma consiste nelle due leggi del 24 giugno 1891, l'una sull'imposta sul reddito, l'altra sul prodotto delle industrie, di cui passiamo ora a descri-vere l'ordinamento positivo.

A questa riforma si procedette, come vedremo, in due tempi, ma avendo sempre chiusa dinanzi a sò la mèta da raggiungere.

II.