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1.2 Il settore non statale: i primi nuclei di imprese

1.2.2 Le imprese rurali

Le riforme applicate a partire dalla fine degli anni settanta, più precisamente dal 1978, ebbero successo in campo agricolo aumentando la produzione agricola nazionale e come risultato portarono nel 1984 al definitivo smantellamento dei governi delle comuni instituendo governi di municipalità (township). La funzione di questi governi non era più quella di focalizzarsi e promuovere l’agricoltura, ma di occuparsi dell’istituzione di imprese rurali.

La denominazione di imprese di città e di villaggio, più facilmente conosciute con l’acronimo inglese TVE (Township and Village Enterprise - xiang zhen qiye 乡 镇企业)19 venne applicata solo nel 1984 a quelle realtà che nascevano sulle ceneri delle imprese di comune e di brigata. Queste imprese, che operano in ambito rurale, sono situate in municipalità o nei villaggi e sono state istituite dai lavoratori stessi. La particolarità delle TVE è che sono di proprietà collettiva, ovvero sono di proprietà dei governi locali che stipulano contratti con i manager per la gestione aziendale. Esse sono legate a dei vincoli di bilancio e non sono sovvenzionate dal governo centrale, nemmeno in caso di fallimento.

È molto importante il ruolo delle TVE all’interno della trasformazione della RPC poiché non solo vengono riconosciute come motore di questa transizione

17 Mariella Giura LONGO, Contadini, mercati e riforme. La piccola produzione di merci in Cina (1842-

1996), Franco Angeli 1998, p. 184.

18 Rashid MALIK, Chinese Enterpreneur in the Economic Development of China, Praeger Publishers

Inc., 1997, p. 175.

19 Bisogna precisare che le denominazioni occidentali non rispettano fedelmente quella cinese,

perché i termini italiani e inglesi fondano insieme due termini cinesi che possiedono significati ben distinti: xiangzheng qiye (乡镇企业) che indica imprese completamente private e imprese di comuni e villaggi, e il termine cinese xiangcun qiye (乡村企业) con il quale vengono indicate le imprese collettive.

economica, ma hanno anche promosso il principio della competitività all’interno dell’economia cinese. Infatti se all’inizio il rapporto tra SOE (State-Owned Enterprise, guoyou qiye 国有企业) e TVE (imprese rurali) era in armonia in quanto le seconde acquistavano dalle prime beni per rivenderli, ben presto questa relazione diventò competitiva. Le TVE, infatti, si dimostrarono capaci di produrre da sole le merci e rivenderle a una clientela diversa da quella delle aziende di stato facendo leva su prezzi particolarmente concorrenziali. Esse incentivarono inoltre il cambiamento dell’economia rurale cinese da economia incentrata sull’agricoltura a un’economia mista, caratterizzata dalla combinazione di agricoltura e artigianato20.

Il successo delle aziende territoriali e di villaggio fu immediato e spettacolare, già nei primi anni, tra il 1985 e il 1996 la percentuale di produzione industriale lorda di queste imprese aumentò dal 14,6% al 27,8% mentre quella delle aziende di stato si ridusse dal 65% al 28,5%21.

Le TVE produssero ampie possibilità lavorative creando molti posti di lavoro, infatti l’occupazione offerta dalle imprese rurali aumentò vertiginosamente da 28 milioni nel 1978 fino a raggiungere il picco di 135 milioni nel 199622. Un grande merito delle imprese rurali, favorito dall’aumento dei redditi degli abitanti di queste zone, è quello di aver diminuito il gap che si era venuto a creare tra zone agricole e zone urbane.

Fattori favorevoli al successo delle TVE furono la decentralizzazione regionale, la grande disponibilità di manodopera a basso costo, una tassazione delle zone rurali molto favorevole al fine di finanziare l’agricoltura, i servizi sociali e le spese di gestione, e una maggiore disponibilità di denaro per gli abitanti rurali.

Fin dall’avvio delle riforme di Deng Xiaoping, il governo centrale operò per una sempre maggiore autonomia degli organi locali affidando loro anche il controllo e la proprietà di alcune aziende e permettendo una ancor maggiore autonomia dando la possibilità ai governi locali, di potere ottenere delle entrate sotto forma di tasse. La linea di governo di questi anni era quella che le imprese rurali si occupassero della produzione di un qualsiasi prodotto agricolo a condizione che

20Xiaolin PEI, “Rural Industry – Institutional Aspects of China’s Economic Transformation”, in

Flemming Christiansen, Zhang Junzuo (a cura di), Village Inc. Chinese Rural Society in the 1990s, Honolulu, University of Hawaii Press, 1998, pp. 93-98.

21 Gary H. JEFFERSON, Thomas RAWSKY, “Ownership Change in Chinese Industry”, Enterprise

Reform in China: Ownership, Transition, and Performance, (a cura di) G. H. Jefferson e I. Singh, Oxford University Press, 1999, p. 27.

22 Barry NAUGHTON, The chinese economy. Transition and growth, MIT Press, 2006, cap. 12, “The

questo fosse razionalmente possibile da produrre nelle zone di campagna. Inoltre, il governo centrale sosteneva la politica del “lasciare la terra ma non il villaggio”, per ridurre la migrazione verso le grandi città e si sostenevano e incentivavano invece investimenti in infrastrutture. Infine l’introduzione, negli anni ottanta, dello SRF, aveva creato una maggior disponibilità di denaro per i contadini liberi di gestirlo e quindi investirlo in attività produttive.

Inizialmente i governi locali erano di fatto anche i proprietari delle TVE e continueranno ad avere grandi interessi nell’incentivarne lo sviluppo anche dopo il 1980. Nei primi anni di vita di tali imprese territoriali e di villaggio lo standard dei prodotti era di basso livello tecnologico e di poco valore, quindi era difficile trovare acquirenti al di fuori del mercato domestico. Dal 1993 invece, le aziende rurali assunsero fondamentale importanza perché, focalizzandosi nella produzione di beni destinati all’esportazione, permisero alla RPC di assicurarsi un ruolo nel mercato internazionale23.

Nella seconda metà degli anni novanta il fiorente successo delle TVE subì un arresto: non solo esse diminuirono numericamente, ma anche diminuì e rallentò il loro contributo alla crescita della nazione e diminuì disastrosamente la percentuale di occupazione. La “crisi” delle imprese rurali fu motivata da una serie di fattori politico - economici avvenuti a partire da metà anni novanta. Innanzitutto un cambiamento nell’orientamento della politica governativa che si indirizzò verso una politica di costruzione dei mercati e di istituzioni di controllo dei mercati stessi, il controllo dell’inflazione e una maggiore indipendenza finanziaria per le banche. Queste nuove misure unitamente a un inizio d’integrazione della RPC nel mercato globale svilupparono un ambiente sempre più competitivo per le imprese rurali che videro sfumare il loro ruolo di attori privilegiati nell’economia nazionale. In particolare il 1996 è un anno di grande importanza per il processo delle TVE in quanto la struttura di queste aziende rurali inizia a sviluppare dei cambiamenti. Esse infatti a partire da questa data appaiono non più in grado di assorbire tutta la forza lavoro esistente nel settore rurale e la percentuale di contadini occupati al loro interno inizia a diminuire24. Questi cambiamenti in ambito economico influenzarono e diminuirono i benefici che si potevano ottenere da una gestione

23 Nel 1993 un terzo delle esportazioni della RPC erano di produzione delle imprese di villaggio. 24 Barry NAUGHTON, The chinese economy. Transition and growth, MIT Press, 2006, cap. 12, “The

pubblica delle imprese e i governi locali intrapresero un processo di privatizzazione delle imprese rurali caratterizzato da una trasformazione della proprietà e della gestione delle stesse. Se è vero che in questi anni la RPC si è notevolmente aperta ai modelli e alle regolamentazioni dello scenario internazionale, bisogna anche notare che c’è stato contemporaneamente un maggiore controllo e una ripresa di potere da parte del governo centrale che hanno diminuito gli atteggiamenti di sperimentazione che avevano caratterizzato gli anni precedenti. Inoltre è stata attuata una sempre minore interferenza dei governi locali nella gestione delle imprese collettive e quindi favorita una maggiore autonomia decisionale per chi ne è alla gestione. Sono i governi delle municipalità a portare avanti il fenomeno di privatizzazione vendendo aziende che risultavano in perdita a dei proprietari privati, i quali molto spesso erano manager di piccole e medie SOE che prendevano queste aziende in affitto versando ai governi locali una porzione fissa sui profitti. Dal 1997 il fenomeno di privatizzazione aumentò e venne allargato a quasi tutte le aree industriali.

Esistono vari modelli di TVE poiché, essendosi formate in differenti aree della Cina, il loro sviluppo è stato influenzato dalle disparità regionali. Le imprese rurali formatesi nelle aree costiere hanno avuto uno sviluppo più fiorente perché esse godono di una localizzazione più vantaggiosa per dedicarsi al commercio internazionale, e quindi hanno maggiori capacità di industrializzarsi contando sulle esportazioni di beni manufatti e perché qui sono state emanate delle politiche preferenziali. Invece, le imprese sviluppatesi nelle zone più interne, sebbene abbiano avuto uno sviluppo positivo, non hanno potuto ottenere gli stessi benefici delle prime25.

Il susseguirsi di questi avvenimenti ha profondamente mutato le zone rurali ove sono andati formandosi degli agglomerati di piccole aziende private che, collegate attraverso relazioni non formali, collaborano e insieme formano una filiera industriale completa, e possono vendere sul mercato un prodotto finito. Da questo momento molte città cinesi si specializzarono nella produzione di un prodotto diventando così fabbriche per la produzione di quello stesso bene a livello nazionale e/o mondiale.

25 Sylvie DEMURGER, Jeffrey D. SACHS, Whing Tyee WOO, Shuming BAO, Gene CHANG, Andrew

MELLINGER, “Gerography, Economic Policy and Regional Policy in China”, Asian Economic Papers 1:1, 2002, n. 8897, http://www.nber.org/papers/w8897, consultato il 10-07-2015, p. 151.