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La nascita delle zone economiche speciali

1.3 La politica della Porta Aperta

1.3.1 La nascita delle zone economiche speciali

Le Zone Economiche Speciali (jingji tequ, 经济特区 – d’ora in avanti ZES) vennero istituite a partire dal 1979 a rafforzamento della politica della porta aperta.

Con il termine zona economica speciale si fa riferimento a un territorio geografico limitato situato entro i confini nazionali di uno stato dove il quadro normativo è differente da quello in vigore nel resto della nazione di appartenenza. Con l’istituzione di queste aree economiche speciali il governo centrale operò una decentralizzazione del potere, dando ai governi locali una maggiore autonomia legislativa ed economica che permise loro maggiore libertà rendendole delle avanguardie nell’eseguire le nuove politiche e nell’eseguire misure di sviluppo necessarie per dare impulso alla crescita economica.

“Special economic zones are set up when a country delimits a special area where, through exemptions of customs duty, it formulates various preferential

conditions and provides public facilities so as to attract foreign investors to set up factories whose finished products are mainly for

export”26

Le ZES quindi, pur trovandosi geograficamente all’interno di un territorio nazionale, di fatto ne sono escluse perché i regolamenti che sono qui in vigore non

26Dixin XU, China's Special Economic Zones, Beijing Review, n. 50, Dicembre 14, 1981, in “Beijing

Review, 2009, http://www.bjreview.com.cn/nation/txt/2009-05/26/content_197576.htm, 28- 06-2015.

possono invece essere applicati al di fuori di questa zona.

Queste aree ben si adattarono alla politica di sperimentazione e gradualismo promossa da Deng Xiaoping in quanto, essendo aree piuttosto lontane dalla sede del governo centrale, rappresentavano territori ottimali come base di esperimenti che, in caso di esito negativo, potevano essere bloccati immediatamente e ritornare alla situazione precedente senza che ciò influisse negativamente sull’economia del resto della nazione. Fu proprio in queste zone, infatti, che vennero testate le prime riforme economiche.

Le zone economiche speciali vennero investite di molteplici funzioni, quali:  fungere da “ponti” per dare accesso a capitale straniero e tecnologia

avanzata;

 fungere da territorio per l’addestramento di personale che fosse poi capace di padroneggiare le tecnologie importate;

 promuovere la competizione regionale e commerciale;

 sviluppare l’economia nazionale e accelerare la produzione delle imprese cinesi.

Inizialmente le ZES vennero paragonate alle EPZ (Export Processing Zone) istituite in Asia a partire dagli anni settanta, che offrivano incentivi per gli investitori stranieri e inoltre non applicavano tasse alle esportazioni.

Bisogna specificare che esistono varie tipologie di zone economiche speciali ma relativamente al caso cinese si usa il termine generico ZES intendendo un complesso di attività e di servizi economici correlati, piuttosto che un’entità specializzata in una sola funzione27. Esistono infatti le zone di sviluppo economico e tecnologico (ETDZ), le zone di libero commercio (FTZ), quelle di trasformazione ed esportazione (EPZ) e infine le zone di sviluppo di industrie high - tech (HIDZ).

La creazione della prima zona economica speciale avvenne a Shenzhen, nella provincia del Guandong nel 1979. Seguirono l’anno seguente le città di Zhuhai e Shantou, sempre nella provincia del Guangdong e Xiamen nella provincia del Fujian. Tutte queste città, site nelle zone costiere nel sud-est della RPC, per questa loro caratteristica geografica, vennero designate come delle finestre sul commercio via mare che collegavano la Cina al resto del mondo. Esse inoltre sono vicine agli

27 Kwan-Yiu WONG, “China’s Special Economic Zone Experiment: An Appraisal”, Geografiska

Annaler, Serie B., Human Geography, Wiley and Svedish Society for Anthropology and Geography, vol. 69, n. 1, 1987, p. 27.

importanti centri internazionali di Hong Kong, Macao e Taiwan, importanti nell’area del Pacifico, i primi a investire nella repubblica popolare cinese alla quale sono geograficamente e culturalmente molto vicini. In particolare Shenzhen, che viene ricordato come miglior risultato tra le prime ZES, fu una scelta molto strategica in quanto essa sorge nelle vicinanze di un fiume proveniente da Hong Kong28.

Figura 1. Le prime quattro zone economiche speciali

Fonte: Kwan-Yiu Wong, “China’s Special Economic Zone Experiment: An Appraisal”, Geografiska

Annaler, Serie B., Human Geography, Wiley and Svedish Society for Anthropology and Geography, vol. 69, n. 1, 1987, p. 28.

Perché possano essere istituite delle ZES è fondamentale non solo il supporto del governo locale, ma anche di un sistema di mercato che funzioni adeguatamente. Essendo la Cina in una fase di transizione da un’economia pianificata a un’economia socialista di mercato, non era possibile estendere immediatamente le stesse misure preferenziali emanate nelle ZES a tutta la regione, ma quando nel 1984 le prime quattro ZES registrarono un quarto del totale degli investimenti esteri29, il governo cinese approvò tra il 1984 e il 1988 la creazione di ben 14 città

28 Hong Kong è il principale polo da cui la RPC può apprendere non solo il metodo capitalistico di

crescita economica, ma anche l’utilizzo delle tecnologie moderne. YEUNG Yue-man, Joanna LEE e Gordon KEE, “China’s Special Economic Zones at 30”, Eurasian Geography and Economics, Bellwether Publishing, 50, n. 2, 2009, p. 223.

29 Kwan-Yiu WONG, “China’s Special Economic Zone Experiment: An Appraisal”, Geografiska

Annaler, Serie B., Human Geography, Wiley and Svedish Society for Anthropology and Geography, vol. 69, n. 1, 1987, p. 31.

costiere aperte30. In queste città, che non avevano goduto gli stessi benefici dello sviluppo industriale delle zone rurali, né avevano potuto beneficiare delle politiche di favore che erano state applicate alle ZES, vennero emanate delle misure per l’agevolazione fiscale degli investimenti esteri così da poter favorire anche qui lo sviluppo economico. In ognuna di queste città vennero instituite delle EDTZ (Economic and Trade Development Zone) ovvero delle aree speciali finalizzate allo sviluppo economico e tecnologico che vennero autorizzate e addirittura incoraggiarono l’ingresso di investitori stranieri. Nel 1988 anche all’isola di Hainan venne applicato lo status di ZES e poco dopo, nel 1990, fu la volta dell’area di Pudong sita nella parte est della città di Shanghai. Due anni più tardi, nello stesso anno in cui Deng compì il suo viaggio nel Sud della Cina, la politica della porta aperta era ormai estesa a tutta la nazione e s’iniziarono a istituire delle aree di sviluppo nelle zone più interne, più urbanizzate che si focalizzavano maggiormente sullo sviluppo tecnologico. A partire da questi anni le zone economiche persero lo status di zone economiche “speciali” con qui erano state istituite a favore della costituzione di una serie di aree specializzate sparse in tutta la nazione.

L’istituzione delle zone economiche speciali è stata una mossa governativa che ha favorito anche l’occupazione della popolazione e attratto numerosi investimenti stranieri.