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International Council for Science Policy Studies (ICSPS)

Verso un campo globale

3. International Council for Science Policy Studies (ICSPS)

Nel 1970 la situazione degli studi sulla scienza e la tecnologia era segnata da alcune polarità fra cui quelle di tipo disciplinare, quelle di tipo politico e quelle derivate dalle specificità dei singoli campi accademici nazionali in essa coinvolti. Il nome stesso del settore, come si è detto, era in quel momento in fase di contrattazione e la formula STS si sovrapponeva del tutto a quella di Science Policy (così come le loro relative comunità scientifiche di riferimento411). Fra la metà degli anni ’60 e l’inizio degli anni ‘70 infatti, come si è visto nei

capitoli precedenti, si stava sviluppando una larga vague di studi sulla science policy che potevano prevedere al loro interno diversi orientamenti politici412. Si creò così una

congiuntura che portò una parte di questa comunità a volersi confrontare in maniera inclusiva e di più ampio respiro su questo campo di ricerca al fine di creare un «academic bridge» in particolar modo fra l’Est sovietico e l’occidente capitalista (Elzinga 2012, 288).

Mentre fra Francia e U.K. il PAREX muoveva i suoi primi passi, nel 1971413 si tenne a Mosca

l’incontro dell’International Union of History and Philosophy of Science (IUHPS)414,

un’istituzione nata nel 1949 dall’unione delle associazioni internazionali di poco preesistenti

411 Ad esempio erano frequenti fra i partecipanti al campo affermazioni di questo tipo: «The term 'Science Policy Studies' encompasses those studies known variously as “sociopolitique de la Science”, “Naukovedenie”, “Wissenschaftsforschung” etc.» (Spiegel-Rösing, I.; MacLeod, R. 1976, 136, n. 2)

412 Da un lato vi era una posizione di liberale di destra come quella proposta da Shils, Polanyi e la maggior parte del gruppo di Minerva (cfr. infra cap. 2 e cap. 6). Dall’altro lato invece in Unione Sovietica esisteva dagli anni venti un ambito di studi interdisciplinare detto Naukovedenie che aveva avuto un discreto successo almeno fino all’avvento di Stalin e che, a partire dagli anni ‘60 aveva ricominciato a guadagnare terreno nelle accademie dell’URSS (Cfr. infra cap. 2, par. 4). La science policy negli anni successivi diventò una posta in gioco centrale sia per la sinistra sia per la destra in tutta Europa portando all’istituzionalizzazione di questa nuova branca del sapere in vari centri di ricerca e programmi didattici europei.

413 I primi dibattiti sulla possibile fondazione di un’entità internazionale che costituisse a livello internazionale un gruppo interessato a sviluppare la science policy sono databili all’incirca alla metà degli anni ’60. Probabilmente infatti è nel corso del Xlth International History of Science Congress tenutosi a Varsavia nel 1965 che si posero le basi per la creazione di una sezione speciale che riunisse i ricercatori interessati alla science policy (Elzinga 2012, 288). Abbiamo già avuto modo di parlare approfonditamente di questo convegno —nel corso del quale vi fu un celebre intervento di Bernal e Mackay— nell’ambito del quarto paragrafo del capitolo «Le condizioni di possibilità dell’emergenza degli STS».

di storia e filosofia della scienza415. Questo fu un incontro significativo, vista l’epoca di

Guerra Fredda, già a partire dalla scelta della capitale russa come sede del congresso. All’interno sezione History, dal nome dell’International Council of History of Science, viene approvata la fondazione dell’International Commission for Science Policy Studies (ICSPS) che segnò un momento cruciale per la nascita di una delle prime effettive organizzazione internazionali del campo S(T)S416 (Skolnikoff 1973, 89). Anche se inizialmente ideata come

una commissione interna alla più ampia IUHPS, fin dal principio vi era stata, da parte dei suoi ideatori e membri, la volontà di darle in seguito uno statuto di società internazionale autonoma (Ivi, 90).

Se per PAREX-EASST e per la 4S la strategia intellettuale era stata quella di creare ex novo un gruppo di ricercatori interessati a sviluppare un nuovo approccio agli studi sulla scienze e la tecnologia, per quanto riguarda il caso dell’ICSPS l’obiettivo dei suoi membri consisteva piuttosto nel tentativo di legittimazione della science policy all’interno di una già consolidata rete internazionale di studi disciplinari sulla scienza (filosofici e storici).

Nell’atto della sua fondazione, venne designato come presidente dell’ICSPS De Solla Price e, a coadiuvarlo, due vice-presidenti rispettivamente provenienti dai due lati della cortina di

ferro: il primo fu il sovietico Mikulinvski e il secondo il francese Salomon (Skolnikoff 1973,

90). A farne parte erano ricercatori provenienti sia da un lato sia dal blocco sovietico sia da quello capitalistico occidentale417. Lo spirito con cui si avviava l’organizzazione dell’ICSPS

era appunto quello del superamento delle barriere della (Cultural) Cold War dal punto di vista sia politico sia intellettuale rispetto le tematiche tecnoscientifiche.

Il primo obiettivo che l’ICSPS intendeva perseguire era quello di elaborare una meta- riflessione sulla science policy e sul suo statuto. A seguito della sua fondazione, la quasi

415 La struttura organizzativa di queste associazioni internazionali segue il modello della matriosca. L’entità più ampia era l’International Council of Scientific Unions (ICSU) —fondata nel 1931— che raccoglieva al suo interno una lunga serie di associazioni scientifiche di settore (sia nazionali sia internazionali) come quelle di biologia, fisica, scienze della terra e dello spazio etc. fra cui la già citata IUHPS. Di quest’ultima, fondata nel 1956, era a sua volta composta di due divisioni: la prima era la Division for History of Science (DHS) —nata nel 1947— e la seconda era invece la Division of Logic, Methodology & Philosophy of Science (DLMPS) —fondata nel 1956—. La divisione storica era a sua volta composta di una serie di sottogruppi come International Committee for Cooperation in the History of Technology nato nel 1968, così come una serie di commissioni congiunte insieme alle associazioni disciplinari contenute ICSU al fine di metter in contatto, per esempio, biologi e storici della biologia, fisici e storici della fisica etc. (Forbes 1982, 553)

416 Difatti il PAREX, pur essendosi trasformato in un’associazione internazionale, era nato comunque come un progetto bilaterale limitato a due nazioni.

417 L’ICSPS era infatti composto da 19 membri provenienti da 13 nazioni differenti: Oltre ai già citati Price (USA), Mikulinski (USSR) and Salomon (France), erano presenti due «officers-Secretaries» Roy MacLeod (UK) e Zdislaw Kowalewski (Poland). A questi si aggiungevano altri affiliati come: Stefan Balan (Romania), Joseph Ben-David (Israel), Alwin Diemer (West Germany); Gennady Dobrov (USSR), Christopher Freeman (UK), Günter Kröber (East Germany), A. Rahman (India), Brigitte Schroeder (Canada), Eugene Skolnikoff (USA), Ina Spiegel-Rösing (West Germany), Nicola Stefanov (Bulgaria), Ladislav Tondl (Czechoslovakia), Bohder Walentynowicz (Poland) and Harriet Zuckerman (USA). Negli anni successivi alla sua fondazione, i membri facenti parte del council si estenderà (per esempio a ricercatori provenienti dal terzo mondo) (Skolnikoff 1973, 90).

totalità dei membri del consiglio, si riunì presso International Institute for Scientific Co-

operation nella Germania dell’Ovest418 presso l’Università di Ulm. Vennero discusse varie

tematiche fra cui la discussione delle priorità di ricerca, l’accessibilità dei dati, R&D nelle aree in via di sviluppo, la necessità di organizzarsi per sviluppare dei materiali d’insegnamento da poter utilizzare nei corsi ma, soprattutto, il tentativo di ricercare una definizione delle frontiere stesse dei Science Policy (Skolnikoff 1973, 89). Nell’ambito di questa riunione, nonostante il pessimismo iniziale, vi fu subito un sostanziale accordo nel delineare il campo di studi in questione:

The Commission considered the need to place its activities within a developing and definable scholarly context. Though the boundaries are not sharply defined, Science Policy Studies, whatever their subject and methodology, are related by a common concern to see particular problems as part of the whole innovative process. Therefore, the Commission approved the following “Working Definition”:

Science Policy Studies have as their focus the systematic investigation of scientific and technological activities and their function within society. In particular, they are concerned with policy-making in scientific and technological fields, and with the interrelationship between policy-making, cultural values and societal goals (Skolnikoff 1973, 89-90).

Oltre al tentativo di metter a fuoco le principali poste in gioco del campo, emerse anche, da un lato, la necessità di stabilire delle collaborazioni delle riviste chiave per condividere dati e ricerche e, dall’altro, quella di elaborare dei textbooks che permettessero una diffusione della

science policy a livello pedagogico (ivi, 90). Per quanto riguarda i rapporti con le riviste, Shils

aveva ostacolato una possibile collaborazione con Minerva419, permettendo alla neonata

Science Studies di consolidare la posizione di rivista di “bandiera” per il campo emergente

418 Prima di questa riunione ve ne fu un’altra nel 1972 presso Reisensburg in Germania sulla quale non sono disponibili molte informazioni se non che l’incontro fu organizzato al fine di: «to discuss the research directions and needs of the field, and to lay plans for future programmes» (ivi, 89).

419 Prima della sua creazione, difatti una buona parte dei membri del ICSPS pubblicava i propri articoli sulla già citata rivista Minerva diretta dal sociologo Shils che aveva assunto nell’ambito della science policy il ruolo di punto di riferimento. Shils, come si è in parte visto nel capitolo 2, aveva creato la rivista nel 1962 sotto l’egida politica ed economica del Congres for Cultural Freedom, un’organizzazione segretamente finanziata dai servizi di intelligence statunitensi con finalità anti-sovietiche come piano culturale di supporto al Piano Marshall (Aronova, 2012). Durante gli anni 60’, in assenza di altre riviste, Minerva era stata una fra le principali risorse per la diffusione degli studi sugli studi sociali della scienza e della science of science nel mondo anglofono e occidentale. Nonostante vi fossero dei legami con molti dei membri dell’ICSPS, Minerva non ha mai menzionato la creazione di quest’associazione (pur avendo una rubrica specificamente dedicata alla pubblicazione di documenti e report riguardo le innovazioni sul piano accademico e sui principali programmi di ricerca nel settore). Shils decise esplicitamente di tenersi a distanza dal ICSPS, probabilmente a causa delle collaborazioni con elementi provenienti dal blocco sovietico, e in contemporanea di tentare un boicottaggio della rivista di Edge e MacLeod che vedeva come una diretta concorrente del suo progetto editoriale di Minerva (cfr. Edge, 1995; Elzinga 2012; MacLeod 2017).

(cfr. Edge, 1995; Elzinga 2012; MacLeod 2017). Grazie al ruolo giocato in questo senso da MacLeod420, sarà piuttosto quest’ultima rivista a farsi portavoce dei report delle attività

dell’ICSPS (così com’era stato per PAREX). Com’è stato giustamente notato da Elzinga, è inoltre facile verificare come vi fosse una larga sovrapposizione fra i membri della rivista e dell’associazione, tale per cui, un terzo degli appartenenti al comitato editoriale di Science

Studies appartenevano al ICSPS (Elzinga 2012, 288). Per quanto riguarda invece la

pubblicazione di libri, nella stessa riunione De Solla Price e Spiegel-Rösing proposero la pubblicazione di un textbook che potesse servire da introduzione generale al campo di livello universitario e sintesi dello stato dell'arte(Skolnikoff 1973, 90).

Nel giugno del 1973 si tenne invece a Nuova Delhi la riunione annuale grazie all’organizzazione di Rahman, del membro indiano del gruppo dell’ICSPS. La scelta del luogo era stata condizionata dalla volontà da parte di alcuni membri del consiglio, non solo di superare le polarità fra il blocco sovietico e l’occidente capitalistico, ma anche di aprirsi a contributi provenienti dal terzo mondo421. Come abbiamo sottolineato precedentemente, e

come si vedrà anche a proposito della rivista Minerva, la science policy aveva dedicato molte energie allo studio della tecnoscienza nei paesi in via di sviluppo. Rahman propose, accanto al

meeting, l’organizzazione congiunta anche di una summer school direttamente affiliata

all’ICSPS422 (Schroeder-Gudehus 1974, 105) che potesse permettere un’interazione proficua

fra ricercatori e studenti provenienti sia dai paesi sviluppati sia da quelli in via di sviluppo. Nella stessa riunione di Nuova Delhi del 1973, De Solla Price e Spiegel-Rösing presentarono le linee fondamentali della preparazione del texbook già citato, discutendo con la commissione i primi contorni del volume che avrebbe dovuto avere per titolo Science Policy

Studies in Perspective (cfr. Schroeder-Gudehus 1974). Vennero discusse sia le metodologie

sia i possibili autori da invitare a contribuire al volume. I fondi per portare a compimento l’operazione furono trovati grazie ad una sostanziosa sovvenzione da parte della Ford Foundation. La produzione di questo primo handbook del campo S(T)S, la sua

420 Roy MacLeod, direttore di Science Studies, era inserito nel comitato direttivo dell’ICSPS con l’iniziale

funzione di segretario.

421 In particolar modo nel contesto di quest’incontro: «With regard to the diffusion of recent scientific acquisitions to developing countries, and especially the provision of reading lists and bibliographies, A. Rahman was able to report that two bibliographies-one on science policy studies concerning developing countries by scholars in developed countries, and one on science policy studies in India-have been prepared. Both were distributed to the members of the Commission» (Schroeder-Gudehus 1974, 106).

422 A tale Summer School parteciperanno circa trenta studiosi nel campo della science policy (di cui una buona parte indiani) sia alcuni membri del governo indiano che diedero un’attenzione ufficiale all’iniziativa (Schroeder-Gudehus 1974, 106). Fra i membri del consiglio parteciparono con dei paper «G. Krober (German Democratic Republic): Theoretical Problems of Science Policy; R. MacLeod (UK): An Overview of the History and Social Studies of Science, and Soclal Responsibility and the Scientist; D. de Solla Price (USA): Quantitative Methods in Science Policy Studies; A. Rahman (India): Problems of Science and Technology in Developing Countries; B. Schroeder (Canada): International Scientific Cooperation and Foreign Policy; E. Skolnikoff (USA): Science Policy and Participation in Inter- national Institutions» (ivi, 107).

programmazione e relativa strutturazione, fu fra i più importanti risultati ottenuti dall’ICSPS. Furono necessari all’incirca sei anni di lavoro collettivo e di tavole rotonde itineranti (Mosca, Schloss Reisesburg, Amsterdam, Delhi, Parigi) affinché questo testo venisse pubblicato (Hackett et al. 2008, 2; Cfr. infra cap. 6). L’anno prima dell’uscita del volume del 1977 venne anche fondata l’associazione 4S che sponsorizzerà successivamente questo genere di pubblicazioni. Il primo handbook verrà intitolato Science, Technology and Society: A Cross-

Disciplinary Perspective (De Solla Price e Spiegel-Rösing 1977) segnando e ratificando a

livello globale, da un lato, la vittoria dell’etichetta STS rispetto al concorrente science policy

studies o science policy research, dall’altro, la cross-disciplinarità come modello proprio

dell’ICSPS di intendere la contrattazione fra discipline.

Nel 1974, nell’ambito dell’International Congress for the History of Science di Tokyo/Kyoto si rafforzò lo statuto dell’ICSPS che venne trasformato in una sezione autonoma dal nome

International Commission for Science Policy Studies (l’acronimo ICSPS resta invariato) parte

della division di storia della scienza (Cfr. Spiegel-Rösing e MacLeod 1976). Difatti durante la riunione congiunta di tutta la DHS, gli storici della scienza, in larga parte internalisti, non erano tutti concordi nell’avere, sotto la loro egida, dei ricercatori che operavano nell’ambito della science policy e dunque con una matrice chiaramente esternalista (Mendelsohn 1976, 69). In quest’occasione venne steso a approvato anche uno statuto ufficiale dell’ICSPS in cui erano sintetizzati i principali obiettivi cui ufficialmente tendeva quest’associazione. Il primo di questi era:

- to establish close working relationships among specialists involved in the historical,

philosophical and methodological study of the sociological, economic, organizational and political aspects of science and technology in society (Spiegel-Rösing e MacLeod

1976, 133; Mendelsohn 1976, 70-71, corsivo nostro)

Nel rendersi un’entità maggiormente autonoma rispetto alla sua iniziale fondazione, risultò possibile la rivendicazione di una messa in discussione delle frontiere disciplinari tradizionali. Da quest’ultima frase gli STS consisterebbero dunque in studi di carattere storico, filosofico e metodologico attenti agli aspetti sociologici, economici, politici e relativi all’organizzazione della scienza e della tecnologia nella società. Gli studiosi implicati in questa nuova conformazione del sapere avrebbero avuto, grazie all’ICSPS, la possibilità di uscire dalla fase di invisible college istituzionalizzando le loro relazioni e scambi intellettuali in un network internazionale ufficiale. A quest’ultimo connessi, gli altri obiettivi consistevano in:

- to promote scholarly international cooperation for the study of this field;

- to stimulate research and documentation in science policy studies by and for scholars of different countries.

[…]

- exchange information and documentation on the various developments in the field; - organize and sponsor meetings (conferences, workshops, seminars, colloquia, etc.); - establish working groups charged with the conduct of cooperative research;

- publish and diffuse the results of research, and

- cooperate with national and international scientific institutions with similar goals (Spiegel-Rösing e MacLeod 1976, 133; Mendelsohn 1976, 70-71, corsivo nostro).

Nel 1974 il comitato esecutivo423 era composto da: Salomon come presidente (France);

Mikulinski (USSR), De Solla Price (USA) e Rahman (India) come vice presidenti; Spiegel- Rosing (BDR) come «Secretary-Treasurer», cui si aggiungevano G. Krober (DDR) R. MacLeod (U.K.). Accanto a questo comitato vi erano altri 14 membri effettivi (per un totale di 21 ricercatori provenienti da 15 nazioni differenti)424 (Spiegel-Rösing e MacLeod 1976, 134).

La prima riunione ufficiale di questo comitato si tenne a Berlino Est nel contesto sociale e politico della DDR. Per l’occasione venne organizzata una conferenza dal titolo The

Relationship between Basic and Applied Science alla quale parteciparono Malecki, De Solla

Price, Krober, Diemer and Salomon e, come invitati esterni, F. Greenaway (Secretary-General of the Division of History of Science), Y. de Hemptinne (UNESCO) and J. Kreutzkam (Stifter- verband fur die Deutsche Wissenschaft) cui seguirono lunghe e vivaci discussioni. (ivi, 134-135). Nel contesto di questa riunione berlinese, i membri fecero un’ampia programmazione degli obiettivi che avrebbe perseguito in futuro l’ICSPS.

In primo luogo, come per le altre associazioni, l’attività principale fu quella dell’organizzazione di convegni e seminari425. Fra questi vi furono attività congiunte all’ICSU

423 Durante l’incontro del 1974 venne inoltre messa a punto anche la struttura ufficiale dell’ICSPS: L’associazione si doveva comporre di circa 25 effectives members e un numero imprecisato di affiliate members (Spiegel-Rösing e MacLeod 1976, 134). Il general committee, che effettivamente costituiva l’apparato decisionale all’interno del ICSPS, era formato solamente dai membri effettivi che a loro volta eleggevano un presidente e un comitato esecutivo (Ibidem).

424 Oltre ai membri dell’esecutivo, a comporre il general committe vi erano: A. Diemer (Repubblica Federale Tedesca), G. Dobrov (USSR), S. Encel (Australia), J. Farkas (Ungheria), N. Jecquier (Francia), I. Malecki (Polonia), E. Mendelsohn (USA), R. Richta (Cecoslovacchia) M. Roche (Venezuela), B. Schroeder-Gudehus (Canada), E. Skolnikoff (USA), N. Stefanov (Bulgaria), B. Walentynowicz, (Polonia) e A. Zahlan (Libano). A questi si aggiunsero anche S. Encel, J. Farkas, N. Jecquier, M. Roche e A. Zahlan che vennero eletti come mebri del comitato nella riunione del 1975 tenutasi nella DDR.

425 Fra questi vi furnono per esempio l’appuntamento parigino presso il centro STS del CNAM organizzato da Salomon dal titolo Can Science be Re-Directed del 1976 (Spiegel-Rösing e MacLeod 1976; Mendelsohn 1976); l’evento congiunto con la DHS XVth International Congress for the History of Science in Edinburgh in 1977 (Blanpied et al. 1977) oppure la conferenza del 1977 in cooperazione con l’accademia delle scienze polacca dal titolo Science and Social Progress (Mendelsohn 1976).

o alla DHS e altre invece —di dimensioni minori— esclusivamente organizzate in autonomia dall’ICSPS. A questo si aggiungerà la volontà di collaborare con un insieme più vasto di organismi nazionali e internazionali interessati a sviluppare attività simili a quelle di quest’associazione al fine di rafforzarne il suo statuto. Dato il successo dell’incontro di Nuova Delhi si decise inoltre di continuare ad organizzare delle summer school nei paesi in via di sviluppo. Si stabilì inoltre di mettere a punto una serie di progetti di ricerca collettivi e internazionali che sarebbero stati finanziati dal council. Accanto a queste attività, l’ICSPS continuò a sviluppare dei programmi tesi all’istituzionalizzazione e promozione del campo accademico degli S(T)S a livello globale come le attività di pubblicazione su riviste, di testi utili per la didattica o per fare lo stato dell’arte del campo (gli handbook per esempio) oppure nell’aiutare la costituzione di gruppi di ricerca in questo ambito teorico (anche nel terzo mondo) (Ivi, 135). In particolar modo, come già sottolineato, sarà proprio la produzione del primo handbook STS ad esser il risultato più consistente messo a segno dall’ICSPS che permetterà di stabilire un canone globale degli STS nonché un elemento fondamentale per la vittoria di quest’etichetta sulle altre.

Com’è stato possibile rilevare nel corso della nostra ricostruzione, al contrario dei primi anni del PAREX, l’ICSPS comprendeva al suo interno un più largo numero di nazionalità (non limitate, tra l’altro, né al contesto europeo né a quello occidentale). Pur cercando di comporre un campo globale S(T)S, e nonostante l’accordo d’intenti iniziale, emersero alcune polarità interessanti:

Noteworthy about the discussions was the marked difference in approach between most of the North American participants and those from the Continent. The latter dealt openly with ideological and political issues in science, while the former reflected a more pragmatic approach, saying "Here is science and how can we adjust its activities, needs, and impacts?".

[…]

In the part of each Council meeting reserved for a "scientific" or substantive discussion, there is a good chance to notice the very different views of science, expectations for it, and its place in society that are held by members from the socialist states and those from West Europe and North America (Mendelsohn 1976, 71).

L’esistenza di un blocco statunitense, di uno europeo e di uno sovietico all’interno degli S(T)S, conferma, ancora una volta, quanto emerso nel corso della nostra trattazione. Se da un