Istituzionalizzazioni e centri di ricerca
2. Altri casi nazionali europe
2.3 Paesi Bass
Come accennato nel paragrafo precedente, anche i Paesi Bassi risultano esser un territorio che ha avuto un ruolo di rilievo nello sviluppo di una parte del campo S(T)S. In questo caso nazionale, l’emergere di questi studi è avvenuto all’interno delle facoltà scientifiche e, in special modo, di ingegneria fra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ’70 (Bijker 1988, 31-32). Questo processo di emergenza era stato avviato come conseguenza dei movimenti studenteschi radicali (Bijker 1988, 31-32 e Rip 1999) e della nascita di una serie di preoccupazioni e controversie riguardo l’inquinamento ambientale, la corsa agli armamenti etc. (Bijker 1988, 32). In particolar modo è grazie alla social responsability of science che il campo S(T)S trova le prime condizioni di emergenza nel mondo accademico dei Paesi Bassi300 (cfr. Rip e Boeker 1975). Da un punto di vista disciplinare però, solo fra la fine degli
anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, le scienze sociali hanno effettivamente cominciato a partecipare al campo S(T)S olandese (ivi, 33). La specificità di questo caso nazionale rispetto agli altri, consiste proprio nella particolare attenzione per la tecnica. La ragione di questo è probabilmente da rintracciarsi nell’influenza che ha giocato l’ingegneria come sostrato di emergenza e prima affiliazione istituzionale.
Although most science and engineering departments still have a little STS groups (often only one person) for teaching purposes […]. The University of Amsterdam, Groningen, Limburg and Twente have established a graduate school for science and technology studies (Bijker 1988, 33).
300 Si consideri inoltre che il sistema educativo dei Paesi Bassi incoraggiava già da tempo una riflessione riguardo la responabilità sociale nella scienza tramite l’educational act del 1960 (Rip e Boeker 1975, 457 e 469).
Nei primi anni ’70 vi erano ancora solo sparuti studiosi che si occupavano di scienza e tecnologia secondo una prospettiva che superasse le tradizionali divisioni disciplinari. Alcuni di questi studiosi avevano ottenuto dalla propria università la possibilità di fondare centri di ricerca (in realtà spesso composti di una sola persona). Iniziavano però a comparire i primi corsi di laurea in questo dominio ma, solo a partire dalla fine degli anni ’70, alcuni fra i rappresentanti del campo S(T)S dei Paesi Bassi cominciarono ad avere una rilevanza internazionale301. In questo periodo erano la lettura delle tesi kuhniane e il dibattito tedesco —
con un riferimento particolare al gruppo del Max Planck di Starnberg guidato da Böhme— ad influenzare il nascente campo S(T)S nei Paesi Bassi. Un impulso innovativo in questi anni fu determinato, da un lato tramite un più attivo inserimento delle scienze sociali in quest’ambito di ricerca e dall’altro da qualche finanziamento da parte dello stato e delle università302. A
partire dal 1981 il ministero per l’educazione e la scienza dei Paesi Bassi (Rip 1982b) attuò un provvedimento per il finanziamento di un nuovo programma di ricerca detto «science dynamics», un concetto completamente sovrapponibile a quello di STS.
«The new term “science dynamics”, is meant to denote a specific problem area: the study of the different factors that determine developments in the sciences, not (only) out of general historical and intellectual interest, but (also) with possible, althought long-term science-policy relevance in mind» (Rip 1982b, 16)
Fra Leiden, Amsterdam e l’università del Twente fu Arie Rip303 a stimolare la nascita di un
dibattito negli studi sociali sulla scienza. Quest’ultimo propose a più riprese il tentativo di creazione di un programma STS che si potesse dire europeo, non schiacciato sulle singolari casistiche nazionali, e distinto dagli approcci statunitensi nel campo degli studi sociali sulla scienza (cfr. Rip 1984; e Rip 1999). Una caratteristica sostanziale si darebbe nel modo di
301 Al contrario di quanto abbiamo fatto negli altri paragrafi, per il caso dei Paesi Bassi ci focalizzeremo principalmente su delle personalità rilevanti nel campo piuttosto che sui centri di ricerca. Il motivo è determinato da condizioni strutturali al campo dei Paesi Bassi: in primo luogo per questo caso nazionale sono state piuttosto le personalità di singoli ricercatori ad essere rilevanti per il campo S(T)S (inoltre alcuni di questi autori si sono spostati nel nel corso del tempo fra varie università). In secondo luogo, il campo accademico olandese è caratterizzato da un forte internazionalismo ed è difficle tracciare delle tradizioni nazionali. In ultimo, dal punto di vista delle fonti, non è stato possibile reperire sufficienti documentazioni sulla strutturazione dei centri di ricerca di questa nazione.
302 Si consideri per esempio che alla fine degli anni ’60 inizio anni ’70: «One problems is, for example, to get founding for these interdisciplinary projects while the refereeing bodies are still organized in along the lines of the “old” disciplines» (Bijker 1988, 33).
303 Arie Rip dopo aver studiato sia chimica sia filosofia presso l’univeristà di Leiden fra il 1959 e il 1965, si spostò verso lo studio del rapporto fra chimica e società e verso gli STS in generale. Rip in questi anni era affiliato al Chemistry and Society Programme della University of Leiden. Dalla metà degli anni 80 sarà invece professore presso l’università di Amsterdam e dal 1987 all’università del Twente. A partire dal 1978 partecipa al progetto PAREX e dal 1982, data della sua nascita, sarà presidente della EASST e della relativa EASST review. Nel 1988 otterrà anche la carica di presidente della 4S.
concepire la doppia natura dell’etichetta STS. Da un lato science and technology studies rappresenterebbe, nelle parole dell’autore, il polo accademico e istituzionalizzato del campo, mentre dall’altro science technology and society corrisponderebbe piuttosto al côté militante di questi studi (cfr. Rip 1984; e Rip 1999). Quest’ultimo ha avuto un ruolo fondamentale nell’istituzionalizzazione di una rete di ricerca europea in ambito STS. Dal 1978 partecipò al gruppo PAREX che aveva avuto modo di metter in contatto fra loro studiosi britannici, francesi e tedeschi. Dall’anno della sua fondazione Ripi diresse la EASST e, successivamente, fu il secondo studioso europeo (dopo Edge) a dirigere la 4S association dall’1988 al 1989. Quest’ultimo conobbe e collaborò dunque con il gruppo di Lemaine e MacLeod ma ebbe anche contatti con Wolton. Il contributo più significativo sarà però quello dato all’interno dell’alleanza che si stava creando con Callon e Latour del CSI e Law dall’U.K. concretizzatasi nella pubblicazione collettanea Mapping the Dinamics of Science and
Technology. Sociology of Science in the Real World (Callon et al. 1986) che rappresenterà
uno fra i primi contributi nell’ambito dell’ANT (cfr. infra, cap. 5, par. 3.2).
Una seconda personalità piuttosto influente risulta essere Weibe Bijker304. Quest’ultimo era
affiliato all’università del Twente in cui era nato il Department of Philosophy and Social
Sciences all’interno del quale era stato avviato il science, technology and society program che
offriva sia una formazione al livello dei master sia al livello Ph.d (Bijker 1988, 45). Al dipartimento era inoltre collegato anche uno fra i primi centri nel campo S(T)S del Paese, il
Centre for Studies Problems of Science and Society detto «De Boerderij». Lo staff del centro
era composto da: «relatively large number of physicists, chemists, biologists, mathematicians and engineers, supplemented by sociologist, an economist and a political scientist, in total more than 200 recherches and tesearch assistants (ivi, 46). Dal felice incontro fra Bijker e Pinch alla prima conferenza della EASST (Tosoni e Pinch 2017, 76-77)305 nacque una prima
riflessione sulle possibili declinazioni che il costruttivismo può assumere nello studio delle tecnologie (Pinch e Bijker 1984). Grazie a dei fondi olandesi, Pinch da Bath si era spostato per un breve periodo all’università del Twente prima di ottenere un posto a Manchester. Poco dopo Bijker prese contatti anche con Callon a Parigi dal cui incontro rimase profondamente colpito (Tosoni e Pinch 2017 79-80) nonostante la presa di distanza rispetto all’ANT. Quest’approccio costruttivista negli studi sulla tecnologia, che prenderà il nome di SCOT,
304 Bijker ha studiato ingegneria e fisica all’università di Deft. Dopo un periodo di insegnamento di fisica presso le scuole secondarie, riesce ad ottenere degli assegni di ricerca nell’ambito della ricerca nell’ambito dei sistemi di innovazione presso l’università del Twente
305 Il primo convegno EASST si tenne nel settembre del 1982. Durante questo incontro Bijker presentò una bozza del suo studio sulla costruzione sociale della bicicletta mentre Pinch uno sulla costruzione sociale del sole (si trattava di un progetto sui neutrini). I due si intesero subito su un piano intellettuale e Bijker era alla ricerca di qualcuno con cui collaborare potendo offrire una research fellowship presso l’università del Twente. In quel momento Pinch era disoccupato e accettò subito la proposta. (Tosoni e Pinch 2017, 76-77).
rappresentò una delle maggiori innovazioni nel campo degli S(T)S degli anni ’80 e si concretizzerà nella raccolta (Bijker et al 1987). Nella preparazione di questo progetto si raccolse attorno a Bijker una rete informale di ricercatori interessati in special modo allo studio delle tecnologie. Fra gli studiosi dei Paesi Bassi partecipavano per esempio Henk J. H. W. Bodewitz e Gerard H. de Vries, dall’università di Groningen, Henk Buurma da Leiden, Henk van den Belt dell’università di Nijmegen e il già citato Rip. Da un punto di vista internazionale invece, vi erano stati contatti proficui sia con Callon e Latour del gruppo francese del CSI, con alcuni storici della tecnologia americana come Thomas Parke Hughes (University of Pennsylvania), Edward W. Constant II (Carnegie Mellon University) e Ruth Schwartz Cowan (State University of New York) sia con alcuni ricercatori britannici come Law (University of Keele), Mackenzie (SSU di Bath) Collins (SSC di Bath), Woolgar (Brunel University) e il già citato Pinch.
In ultimo segnaliamo che nel 1985 nacque ad opera di Anthony F.J. van Raan la Science Studies Unit presso il LISBON-Institute University of Leiden (rinominato poi Centre for Science and Technology Studies). Si tratta del primo centro interdisciplinare STS esclusivamente ad orientamento qualitativo. Questo istituto produceva il CWTS Leiden Ranking (ranking delle università mondiali tramite fattori bibliometrici). A concretizzarsi in questo caso sarà piuttosto una rete di ricercatori, sia proveniente dai Paesi Bassi sia internazionale, impegnati piuttosto nello studio della science policy ben esemplificata dalla produzione del primo handbook quantitativo nel campo STS (Van Raan 1988; Cfr. Ienna 2018a)306.
Sia Spiegel-Rösing, sia Weingart per il caso tedesco, così come Latour, Callon, Salomon, Lemaine per il caso francese, Knorr-Cetina per l’Austria, Bijker, Rip e Van Raan per i Paesi Bassi, non si sono limitati a introdurre e importare i dibattiti anglofoni nei loro rispettivi paesi ma hanno partecipato attivamente a tali dibattiti307 creando una dimensione del campo S(T)S
propriamente europea. Questa vocazione trans-nazionale del campo STS, capace di far interagire varie specificità relative alle tradizioni nazionali verrà approfondita nel prossimo capitolo dedicato all’emergere dei primi network internazionali negli studi sociali sulla scienza.
306 Oltre ad alcuni affiliati della SSU di Leiden parteciperanno a questo handbook: Rip, Gibbons (insieme a un gruppo di ricercatori di Manchester) Nicholas C. Mullins dall’università della Virginia) Weingart (insieme a dei colleghi del gruppo di Bielefeld) Pavitt della SPRU della Sussex.
307 Come si rileverà con il prossimo capitolo, il campo S(T)S è andato componendosi fin dalle sue fasi di emergenza al contempo con una vocazione nazionale ed una globale. Ci proponiamo di sviluppare uno in futuro uno studio comparativo del caso STS con la ricostruzione che abbiamo già delineato della recezione dei Cultural Studies fra Italia, Francia e Germania (Cfr. Santoro et al. 2018).