Istituzionalizzazioni e centri di ricerca
3. I primi programmi pedagogici negli U.S
Con questo paragrafo completiamo la cartografia della sfera anglofona degli STS in fase di emergenza. Come sottolineato nel capitolo precedente, negli U.S. il campo era dominato dalla sociologia della scienza di stampo mertoniano, verso la quale la SSK e alcune parti del campo S(T)S di matrice europea si erano costituiti intellettualmente in una dimensione antitetica. Sheila Jasanoff, nel ricostruire le specificità degli STS statunitensi, sottolinea che:
Historically, STS came to stand for two quite different things, distinguished by the position of the word “and”: both “science, technology and society” and “science and technology studies.” That ambiguity initially helped STS to become a recognized field, accepted by many natural scientists and engineers, although it may have hurt STS’s longer-term institutionalization within contemporary research universities. But before turning to STS’s prospects in this century it would help to recall some salient aspects of the field’s evolution in the preceding fifty years (Jasanoff 2016, 230).
Così come è avvenuto in altri casi nazionali, è stato rilevato, che un primo impulso all’emergenza di questi studi è stato determinato dal clima di guerra fredda che si respirava in quegli anni. La guerra in Vietnam, la crisi missilistica di Cuba, la tensione nucleare fra U.S.- URSS, le prime missioni spaziali, la nascita di una prima coscienza ambientalista, le rivolte studentesche, etc. sono tutti fattori che hanno influenzato la società di questo periodo (Ibidem; Cutcliffe 1989, 419). Si sviluppò così, all’interno del contesto statunitense, una critica all’idea di progresso tecnico e scientifico che guardava agli impatti negativi che quest’ultimo aveva sulla società. «For example, the passage of the Clean Air and Water Acts (1970, 1972) and the establishment of the Environmental Protection Agency (1969) and the Occupational Safety and Helth Administration (1970) were reactions to this new perception» (Cutcliffe 1989, 419). A questo proposito Jasanoff continua la sua analisi mettendo a fuoco la natura dell’etichetta STS in U.S:
American universities, to begin with, embraced the version of STS that puts the “and” between the T and the second S that stands for society. The aim of STS, so conceived, was to make explicit how the pursuit of S&T affects society and social order. Pressing public concerns of the time challenged any straightforward equating of progress with advances in science and technology. Many troublesome things were going on in the
308 Rispetto al campo statunitense non sono disponibili molti dati riguardo il processo di emergenza degli STS. Questa problematica è stata sottolineata dallo stesso Stephen H. Cutcliffe che è stato uno dei pochi a tentare un’opera di storicizzazione di questo caso nazionale (Cucliffe 2001, 290 n. 17).
world, compromising humanity’s safety and well-being, and most were connected in one way or another to scientific and technological developments (Jasanoff 2016, 230).
L’ambiguità terminologica relativa all’anagramma “STS” (che in parte ne ha permesso un certo successo), che Jasanoff sembrerebbe ricondurre ad un’opposizione geografica fra il modo di concepire questo campo in Europa e negli U.S, è invece a nostro avviso intrinseca agli studi sociali sulla scienza e la tecnologia a livello globale309. Come abbiamo mostrato nel
corso di questo capitolo, la science policy si è sovrapposta del tutto agli STS anche in Europa, sia dal punto di vista intellettuale, sia nella rete di relazioni fra ricercatori nel campo. Si consideri inoltre che non è di certo sorprendente che negli stati uniti si sia preferito sciogliere l’ultima “S” dell’acronimo STS con la parola «society» quando il titolo di uno dei testi più celebri di Merton era stato Science, Technology and Society in 17th Century. Inoltre, come abbiamo visto, in Francia Salomon aveva già intitolato il suo corso e il suo centro di ricerca «Science, Technologie et Societé» così come Rip aveva fondato il «science, technology and
society program» presso l’università del Twente.
Vediamo ora qual è stato il processo di emergenza di programmi pedagogici STS negli Stati Uniti. Nel 1969 nasce, presso la Cornell University il primo programma dal nome Science,
Technology, and Society Program con il preciso scopo di sviluppare «interdisciplinary
courses at the undergraduate level on topics relevant to the world’s problems» (Cutcliffe 1990, 360). La paternità di questa iniziativa era del chimico Franklin A. Long310 (Jasanoff
2016)311. La struttura del programma era dichiaratamente interdisciplinare e prevedeva:
«Teaching involves interdisciplinary subject matter taught by single faculty member, utilizing the team teaching method with faculty from several disciplines» (Heitowit et al. 1976, 511). All’interno del programma di Cornell, il 50% dei corsi era «problem oriented», il 25% «systemic/sinoptic/descriptive» e un ultimo 25% di questi era un misto fra i primi due. Nel 1977 lo staff risulta esser composto da 13 faculty member e 2 studenti provenienti da diversi dipartimenti di Cornell. I corsi erano seguiti per un 89% da undergraduate e per un 11% da graduates, a loro volta provenienti per un 48% circa dalle scienze sociali e umane e per un
309 Come si è visto nel paragrafo precedente, anche Rip poneva una distinzione affine nel connotare l’anagramma STS e lo stesso Edge, nel ricostruire il campo britannico, metteva a fuoco la stessa duplicità.
310 Long dopo una formazione in chimica ha collaborato con lo Stato americano in qualità di presidente del Science Advisory Committee per i governi Eisenhower, Kennedy e Johnson. Nel 1937 diventa professore alla Cornell dove, dopo il 1939 sarà direttore del dipartimento di chimica. Era inoltre un attivista per la questione del disarmo e sarà nominato vicedirettore del Arms Control and Disarmament Agency (Saxon 1999). Presso la Cornell fonderà anche il Peace Studies Program (cfr. Heitowit et al 1976; Jasanoff 2016).
311 Fra i membri di questo programma vi erano, oltre al suo fondatore Long, anche Doroty Nelkin, L. Scheinman, S. M. Brown Jr, R. Bowers, Judith Reppy, Flackstone, Hanslowe (Heitowit et al 1976). Per questioni relative alla leggibilità di questo documento non ci è stato possibile ricostruire i nomi e i cognomi di tutti i membri del centro.
52% dalle scienze naturali (Ibidem). Solo a partire dal 1991 però il programma di Cornell si consoliderà e si amplierà ottenendo lo statuto di dipartimento312 grazie all’abile opera di
Jasanoff (Jasanoff 2016, 233; Cutcliffe 2001, 290).
Fra i membri più significativi dei partecipanti al programma di Cornell (fra il 1969 e il 1985) vi era sicuramente Dorothy Nelkin313 che aveva sia rapporti con il côté europeo sia
nell’ambito statunitense. Nelkin aveva in particolar modo sviluppato degli studi sulle controversie tecnologiche e scientifiche che avranno un notevole impatto sia sul panorama della Cornell sia sugli STS degli U.S. in generale (Jasanoff 2016, 231). Nel 1975 nacque presso il dipartimento di sociologia della Cornell University, la Society for Social Studies of
Science (4S) un’associazione internazionale e interdisciplinare fondata in collaborazione fra
Merton (e il gruppo dei mertoniani) con Thackray e De Solla Price (4S 1975a p. 1; cfr. infra cap. 4, par. 4). Nel contesto della 4S vennero coinvolti anche alcuni studiosi europei del campo S(T)S (si approfondiranno queste tematiche nel capitolo successivo).
Nel 1968/1969, sotto l’influsso che il dibattito sulle «due culture» aveva scaturito anche oltre l’Atlantico, nacque il gruppo Science, Technology and Society presso Pennsylvania State University. Inizialmente si trattava solamente di un «informal association of interdisciplinary faculty concerned with a issues of science, technology and society» (Heitowit et al. 1976, 541). Questo progetto si consolidò ulteriormente nel 1971 divenendo un effettivo programma di studi grazie all’influenza del successo del progetto della Cornell (Cutcliffe 2001, 290). Gli obbiettivi erano di due tipi «a) provide a special set of educational experience in science, technology and society for undergraduate majoring in any disciplines in the university» e, in secondo luogo, «b) provide for scientist and graduate students in any field who have special interest in the interfaces of science, technology and society, a strong emphasis which might latere lead to professional involvement in science policy» (Heitowit et al. 1976, 541). Gli studenti che seguivano i corsi erano per il 70% undergraduates e per il 30% graduates, la cui provenienza era per il 55% dalle scienze umane e sociali e per il 45% dalle scienze della natura (ivi, 542). Il programma in questione era stato fondato dal fisico Rustum Roy314 e al
quale partecipavano C. Humphrey, R. Price, D. Verene, K.P. Wilkinson, S. Goldman, P. Becker, R. Heinsohn.
312 A partire da 1991 il dipartimento sarà guidato da Sheila Jasanoff che gli darà un impulso notevole e internazionale. Qui insegneranno per esempio alcuni protagonisti del campo STS come Pinch e Lynch (Tosoni e Pinch 68)
313 Nelkin aveva una formazione di livello undergraduate in filosofia (senza aver mai ottenuto titoli di studio di livello superiore). Verso la fine degli ‘60 gli STS diventano il suo interesse centrale, ambito in cui pubblicherà circa 25 monografie (Lewenstein 2003, 355). Sarà in contatto sia con il côté statunitense sia con quello europeo di quest’ambito di ricerca dirigendo la 4S dal 1978-1979. La stessa società le conferirà il J.D. Bernal Prize nel 1988.
Pur non utilizzando esplicitamente l’etichetta STS, vale la pena considerare almeno cursoriamente che, questa volta presso la Pennsylvania University di Philadelphia, era attivo anche un programma di History & Sociology of Science coordinato da Thackray315 —di cui
facevano parte, fra gli altri, anche lo storico della tecnologia T. P. Hughes316 (Heitowit et al.
1976, 617-618) e lo storico della scienza J. B. Morel— che coopererò all’affermarsi di un approccio interdisciplinare negli studi sociali sulla scienza.
Nel 1970 nasce invece a Stanford il The Values, Technology and Society Program, questa volta dall’interazione di ingegneri e filosofi, al fine di combinare i propri campi di ricerca (ST&HV 1980, 31). A fondare il progetto erano stati Walter Vincenti (ingegneria aerospaziale), Stephen Kline (ingegneria meccanica), Eric Hutchinson (chimica), William Clebsch (studi sulla religione), and Philip Rhinelander (filosofia) (Ibidem). I programmi erano dunque fortemente interdisciplinari (Heitowit et al. 1976, 570) con interessi sia nella filosofia, storia, sociologia e economia della tecnologia ma principalmente dedicati a studenti undergraduate nelle scienze naturali. Fra il 1971 e il 1972 veniva offerto un numero esiguo di corsi ma, a partire dagli anni ‘80 grazie ad un finanziamento della Sloan Foundation, si ampliò l’organico fino ad arrivare ad un numero di circa 18 ricercatori implicati nel progetto. Nel 1972 presso l’università di Lehigh317 si sviluppò un altro programma STS «formerly
known as Humanities Perspectives on Technology» (Cutcliffe 1990, 360) ma che verrà rinominato a partire dal 1979 «Science, Technology and Society» (ST&HV 1980, 31). A dirigere questo programma era Steven L. Goldman318 che coordinava un organico di
professori dai dipartimenti di ingegneria, arts and humanities, e business (ivi, 32). Anche in questo caso la maggior parte dei corsi erano per livello undergraduate (95%) e solo una minima parte frequentati da graduate. Rispetto agli altri centri però, presso la Lehigh il 70% degli studenti provenivano dalle scienze umane e sociali e solo il restante 30% dalle scienze della natura (Heitowit et al. 1976, 538).
315 Thackray dopo una formazione in chimica presso l’università di Bristol in U.K. comincia ad interessarsi agli studi storici sulla scienza. Si trasferisce a Cambridge U.K. dove lavorerà come research student di Mary Hesse ottenendo prima il livello Master degree (1965) e poi il Ph.d. (1966). Si trasferirà solo nel 1967 negli Stati Uniti dove fonderà il Department of History and Sociology of Science. Presto interagirà con Merton e con i sociologi della scienza amaricani. Negli U.S. sarà fra i fondatori della 4S di cui ricoprirà la carica di presidente dal 1982 al 1983.
316 Hughes era uno storico della tecnologia che, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, interagirà con il côté europeo in special modo nell’ambito dell’elaborazione di un approccio interdisciplinare nell’analisi della tecnologia (Bijker et al 1987; MacKenzie e Wajcman 1984) entrando in contatto con i gruppi di ricerca britannici, olandesi e francesi. Hughes era stato inoltre anche il direttore di dircerca di Werskey (nel primo staff della SSU di Edimburgo).
317 presso questa università avrà sede la Society for the History of Technology una società che pubblica anche la rivista Technology and Culture.
318 Goldman aveva avuto un’iniziale formazione in fisica disciplina in seguito abbandonata per lo studio della filosofia, in cui ottenne sia un master degree sia un Ph.d. presso l’università di Boston. Prima di spostarsi presso la Lehigh university, aveva fatto parte del programma STS presso la Pennsylvania State University. Fonderà poi il programma STS di Lehigh del quale resterà direttore fino al 1988.
L’area statunitense che è stata più influente e attiva nell’ambito dell’emergenza degli STS è stata quella fra Cambridge e Boston nel Massachusetts. Fin dall’inizio degli anni ’60 era già attivo inoltre il Program in Science, Technology and Pubblic Policy guidato da Eugene B. Skolnikoff319 presso il MIT. Ad ospitarlo era il dipartimento di scienze politiche nonostante
coinvolgesse anche professori con altre provenienze disciplinari. Tale programma offriva una formazione sia al livello undergraduate (50%) sia graduate e Ph.D. (50%) (ivi, 467-468) provenienti principalmente dalle scienze umane e sociali (65%). Qui un focus specifico era dedicato allo studio dell’influsso della scienza e della tecnologia nelle politiche pubbliche e del suo ruolo nella società (ivi, 468 e ivi, 591).
Dal punto di vista degli studi sulla tecnologia, nel 1964 tramite un finanziamento di 5 miliardi di dollari dalla IBM foundation venne stabilito l’Harvard University Program on Technology and Society finalizzato a:
undertake an inquiry in depth into the effects of technological change on the economy, on public policies, and on the character of society, as well as into the reciprocal effects of social progress on the nature, dimension, and directions of scientific and technological developments (Cutcliffe 1989, 422).
Questo programma però ha avuto una vita relativamente breve e venne chiuso nel 1972. Lo stesso anno nacque però, ad opera di Gerald Holton320, il Program on Public Conceptions of
Science di Harvard tramite un finanziamento de National Science Foundation e del Commonwealth Fund321 (Blanpied e Holton 1972, 3). In questo caso si tratta del primo vero e
proprio centro di ricerca STS in U.S. senza scopi didattici ma esclusivamente di ricerca (Heitowit et al. 1976, 465-466). Nell’editoriale della newsletter di questo centro è possibile leggere gli obiettivi con cui è stato fondato: «One of its important aspects is an attempt to improve communication among those researchers in various disciplines who are now studying the state of public understanding of science, or who might be intrigued into joining in such
319 Skolnikoff ha avuto un’iniziale formazione nell’ambito dell’ingegneria elettrica presso il MIT, cui fece seguito un Bachelor e un Master (nel 1952) in politics, philosophy and economics ad Oxford. Ritornato negli U.S. ha ottenuto invece un Ph.D. in scienze politiche presso il MIT. Ha lavorato per cinque anni nello staff presidenziale della casa bianca dedicato alla scienza e alla tecnologia (Spiegel-Rösing e De Solla Price 1977, 607). Sarà inoltre uno del gruppo dei fondatori dell’ICSPS insieme Spiegel-Rösing, De Solla Price, MacLeod etc. e parteciperà alle tavole rotonde per pubblicare il primo handbook STS (Ienna 2018a; Skolikoff 1973). 320 Holton ha avuto una formazione europea e statunitense, compiendo una prima parte dei suoi studi in ingegneria elettrica ad Oxford (come emigrato dall’Austria suo Paese natale) e una seconda parte negli U.S. presso l’università di Wesleyan in fisica. Ha ottenuto poi un Ph.D. in fisica dall’università di Harvard nel 1948. Nell’insegnare nei programmi di general education di Harvard fondati da Conant, comincerà ad interessarsi alla storia della scienza e agli STS (Holton 1977). Fonderà e dirigerà sia la rivista Daedalus sia la Newsletter on Science Technology and Human Values divenendo così un personaggio cardine per l’emergenza STS negli U.S. 321 Anche nel report di Heitowit (et al. 1976, 465-466) viene confermato che il programma in questione fosse completamente finanziato con fondi esterni ad Harvard.
studies» (Blanpied e Holton 1972, 3). Una fra le prime iniziative di questo gruppo era stata quella di istituire, nell’area di Boston, un gruppo seminariale di tipo interdisciplinare (Blanpied e Holton 1972, 3) che riunisse insieme professori e studenti provenienti dall’Harvard University, MIT, Boston University, e Simmons and Amherst Colleges (NPPCS 1973a, 3). Il titolo del seminario era The Use and Abuse of Scientific Knowledge ed era coordinato dagli storici della scienza Holton, Mendelsohn322, e da Barbara Rosenkrantz di
Harvard grazie a una sovvenzione del Commonwealth Fund (Ibidem). Grazie a questo progetto erano sviluppati oltre ai seminari, anche convegni e pubblicazioni (Blanpied e Holton 1972, 3; NPPCS 1973a, 3) fra cui la stessa Newsletter of the Program on Public
Conceptions of Science323 (NPPCS) che offriva un aggiornamento costante sulle maggiori
attività e pubblicazioni in campo STS.
Sul finire degli anni ’70 invece al MIT nacque il Program in Science, Technology and
Society324 (1977) finalizzato «to explore the influence of social, political and cultural forces
on science and technology, and to examine the impact of technologies and scientific ideas on people’s lives» (Cutcliffe 1990, 360). Quest’utlimo era coordinato da Holton, Elting Morison, Robert Morison, Leo Marx and Kenneth Keniston (ST&HV 1980, 32) e prevedeva un’offerta di circa una trentina di corsi (per la maggior parte undergraduate) divisi in cinque aree fra cui: «history of science; history of technology; contemporary issues in science, technology and society; science, technology and the organization of industrial society; and the cultural dimensions of science and technology» (Ibidem)..
Si consideri inoltre che la crescita di questo campo di studi è stata negli Stati Uniti estremamente rapida. In un report composto nel 1976 dallo stesso programma STS di Cornell è risultato un numero di circa 2300 corsi inerenti a tematiche STS distribuiti in 400 diverse istituzioni (Heitowit et al. 1976, VI). Come si è potuto notare nel corso di questo capitolo, la tendenza delle università di area europea era quella di costituire unità di ricerca, spesso con carichi didattici relativamente leggeri (e in alcuni casi del tutto assenti). Negli U.S. al contrario, c’era una maggiore attenzione verso la strutturazione di programmi pedagogici
322 Mendelsohn ha avuto una prima formazione in biologia per poi dedicarsi alla storia della scienza (in particolar modo della biologia). Anche lui insegnerà nei general education di Harvard fondati da Conant. Il suo inserimento nelle reti di ricerca internazionali è dimostrato dal fatto che sarà nominato presidente dell’ICSPS e farà parte del comitato dei Sociology of Science Yearbook fondati da Weingart, Mulkay e Elias. Sarà inoltre il fondatore del Journal of the History of Biology (Cfr. Allen e MacLeod 2001) Sotto la sua supervisione si formerà anche Werskey, fra i primi membri della SSU di Edimburgo.
323 Questa Newsletter, insieme alla 4S Review e a Science & Technology Studies, confluiranno, alla sua nascita nel 1978, nella rivista Science Technology & Human Values (sponsorizzata dalla stessa 4S) riunendo sotto un'unica entità varie dimensioni dei dibattiti STS statunitensi. Le pagine della NPPCS testimoniano come quest’ultima (e dunque il suo gruppo) fossero attenti a quanto stesse accadendo in Europa (si vedano alcuni report e la bibliografia progressivamente consigliata dagli editors).
324 Insieme al gruppo di Cornell e quello di Harvard anche questo del MIT sarà destinato, negli anni successivi al periodo da noi preso in analisi, a diventare uno dei centri con maggior riconoscimento simbolico nel campo.
interdisciplinari principalmente dedicati a livelli undergraduate. Dai dati in nostro possesso inoltre, non sembra che vi siano stati neanche specifici programmi Ph.d negli U.S. almeno fino alla metà degli anni ‘80. A dominare il campo degli studi sulla scienza, infatti, erano ancora gli approcci frutto delle tradizioni disciplinari in sociologia, storia e filosofia della scienza mentre gli STS dovranno aspettare almeno la fine degli anni ’80 inizio anni ’90 per guadagnare una maggiore legittimazione simbolica come entità autonoma. Da questo punto di vista infatti, è da rilevare che la maggior parte delle teorie che hanno contraddistinto il campo S(T)S in questa fase di emergenza sono state di matrice europea. Si pensi per esempio alla SSK, SCOT, la sociologia della traduzione, ANT etc. che solo successivamente sono state sviluppate e recepite in ambito statunitense. Si consideri inoltre che, l’asse portante degli STS avrà uno spostamento del suo baricentro verso gli Stati Uniti solo a partire dalla fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ’90325.