Istituzionalizzazioni e centri di ricerca
1. La proliferazione di centri di ricerca in UK
1.2 Sussex e Manchester: science policy e innovation studies
Nello stesso periodo, come si è detto, nasce anche la Science Policy Research Unit (SPRU)161
presso la neonata l’università della Sussex162. Nel 1966 infatti il lo storico Asa Briggs163, in
quegli anni vice-chancellor dell’università in questione, convinse l’economista Chris Freeman164 a fondare la SPRU e diventarne il primo direttore165. Accanto a quest’ultimo, il
160 Torneremo in seguito sulle ragioni intellettuali per cui furono proprio questi autori ad esser selezionati per facilitare la circolazione interdisciplinare delle idee negli SSK (cfr. cap. 5., par. 1)
161 In occasione del suo cinquantesimo anniversario nel 2016, presso questa Unit è stato organizzato un lavoro collettivo finalizzato alla descrizione la storia della SPRU. Nelle pagine che seguono ci baseremo, in parte, sui report prodotti in questa occasione e, in parte, su altre fonti da noi reperite. Queste ricostruzioni interne alla SPRU sono state condotte a partire da una raccolta incrociata sia di testimonianze orali, sia di dati quantitativi relativi all’attività della Unit (Cfr. Campos 2016; Lang e Pujols 2016; Lang et al. 2016).
162 L’università della Sussex viene infatti fondata solamente nel 1961 e, per questo motivo, si prestava piuttosto bene a sperimentare nuovi percorsi didattici e nuove unità di ricerca interdisciplinari (Cfr. Campos 2016, 24). 163 Briggs era un esperto di storia sociale e storia economica (in particolar modo specialista dell’epoca vittoriana. Fra le sue pubblicazioni sono da citare principalmente: The History of Broadcasting in the United Kingdom (un’opera in cinque volumi finanziata dalla BBC); A Social History of England; una serie di opere sull’epoca vittoriana e di una ricostruzione storica del periodo londinese di Marx dal titolo Marx in London (Cfr. Nigel 2016).
164 Freeman è stato uno degli economisti più influenti del XX secolo. Quando venne selezionato per guidare la SPRU era già riconosciuto per i suoi studi nel campo della Research&Developement studies (R&D) presso National Institute for Economic and Social Research (NIESR). Al contempo aveva già collaborato con l’OECD per la stesura del così detto «Manuale di Frascati» (Frascati Manual) un testo di fondamentale importanza per la creazione di un linguaggio condiviso a livello internazionale per lo studio della R&D. Freeman è stato un intellettuale di orientamento marxista iscritto al partito comunista inglese fin dalla fine della sua fase scolare. Dal punto di vista degli studi sulla scienza è stato particolarmente influenzato dalle teorie bernaliane (Cfr. Freeman 1991, 408; Freeman 1996; Toporowsky e Freeman 2010). In campo economico ha sposato invece posizioni
geofisico Geoff Oldham166 venne nominato vice direttore, lo storico e sociologo Roy
MacLeod167 fu ingaggiato come Research Fellow e Kay Andrews168 come Research Assistant
(Campos 2016, 25). Al contrario di quanto era avvenuto con la SSU, presso la SPRU vi era stata la tensione a selezionare un direttivo che avesse già un alto tasso di riconoscimento simbolico e scientifico come Freeman e Oldham. Dal canto suo, il giovane MacLeod poteva vantare una formazione multidisciplinare di altissimo prestigio. Nel report annuale di ricerca del primo anno di vita della SPRU viene sottolineato lo scopo principale verso cui questo gruppo di ricercatori tendeva «[…] is to contribute through its research to the advancement of knowledge in the sphere of science policy and especially to deeper understanding of the complex social process of research, invention, development and innovation» (Briggs 1986, XVI)169. I principi tramite cui viene istituita la SPRU sono:
vicine a quelle di Nikolai Kondratiev e Josef Schumpeter (cfr. Toporowsky e Freeman 2010). Oltre ad una serie di saggi e articoli, è da ricordare fra le sue pubblicazioni The Economics of Industrial Innovation. È stato inoltre fondatore e direttore della rivista Research Policy (pubblicata a partire dal 1971).
165 In questo periodo Toulmin si era avvicinato all’università della Sussex proprio con lo scopo di costituire un gruppo interdisciplinare di studiosi sulle tematiche relative alla scienza e la tecnologia. Nonostante ciò le condizioni offerte dall’università furono per Toulmin insufficienti, così la scelta di Briggs ricadde sull’economista Freeman (Cfr. Campos 2016, 24-25). La contrattazione con Toulmin durò dal 1961 al 1965 (ivi, 17)
166 Anche Oldham, come Freeman, aveva lavorato per l’OECD all’interno del cui contesto i due si conobbero. Si laurea presso l’università di Reading in geologia e ottiene un Ph.d in geofisica presso l’università di Toronto. Dopo un’esperienza lavorativa in Sud-America in collaborazione con delle compagnie petrolifere, Oldham decide di sfruttare le sue conoscenze scientifiche per aiutare le popolazioni del terzo mondo. Inizia così la sua carriera di ricercatore nello studio del ruolo della scienza e della tecnologia nelle dinamiche di sviluppo economico. In particolar modo Oldham era esperto del caso cinese e di quello di altri paesi asiatici (Cfr. Bell 2017).
167 MacLeod è una delle figure centrali, come si vedrà nel corso della nostra analisi, per la nascita e l’istituzionalizzazione del campo STS. Dopo una laurea in «history, the biochemical sciences, and the history of science» ad Harvard (come allievo di Bernard Cohen) continua i suoi studi ottenendo una laurea in sociologia presso la LSE. Otterrà nel 1967 il titolo di Ph.d. in storia della scienza presso l’università di Cambridge (cfr. MacLeod 2006; Spiegel-Rosing, e De Solla Price 1977, 604). Come si è detto, fonderà insieme ad Edge la rivista Science Studies e sarà uno degli attori principali della creazione delle prime reti internazionali di ricerca in campo STS (si vedrà nel prossimo capito a proposito del PAREX e dell’ICSPS). In una dichiarazione di MacLeod su questo periodo si legge : «I arrived at Sussex with the Michaelmas Term, 1965, in the School of Social Studies to work with Asa in fact, he wanted me to help him. He was working at the time on the history of the BBC and I had worked a lot on science communication, partly in relation to the history of science but also partly in relation to contemporary science and its larger social dimensions and I was particularly keen to see what Asa had in mind to do in the arts/science issue at Sussex. This was the time of CP Snow and ‘The Two Cultures’ and I was very much taken up with that… And as you may know there was from the very beginning, plans, provision for an Arts/Science Scheme at the university and, although it wasn’t put to me in quite so many words, it seemed clear that Asa wanted me to contribute in some way to that. As it happened, fortuitously in my second or third month at Sussex – it must’ve been the autumn of ‘65 – Asa helped by Stephen Toulmin, his friend from Leeds, as before conceptualized the notion of a science policy unit, a unit for the study of science policy as it was then called, which took its start about the 1st January, as I recall, 1966. And Asa thought it would be sensible for me to join that group, a group of two at the time, and I did, and that was the beginning of SPRU» (Outhwite 2017, 150-151).
168 Andrews ha ottenuto un Bachelor in «International Politics» presso la University College of Wales nel 1964. Successivamente per il suo Master in «politics» si è spostata presso la Sussex. Presso la SPRU ha conseguito il titolo di Ph.D. con una tesi dedicata allo studio del finanziamento e dell'organizzazione dell’educazione e della scienza fra il XIX e XX secolo.
169 Il report sottolinea anche: «It aims to study this process in industry and in government, as well as in universities, and in the context of the environment in developing countries as well as in industrialised societies» (Briggs 1986, XVI).
1) Interdisciplinarity: since policy-making does not respect the typical academic disciplinary boundaries, the collaboration of engineers, and natural and social scientists in the study of technical change and the scientific community and institutions would be vital. As Freeman (1986)170 emphasised, ‘we have always been agreed that policy research for science and technology necessarily required such cooperation on a continuing basis’ (p. 193).
2) Policy engagement: apart from pursuing an academic research programme (expected mainly to be based on empirical studies), the Unit sought an active involvement with government and industry in the formulation of policies for science and technology –with its famous notion of wanting not just to understand the world, but to help change it for the better. This commitment at the inception of SPRU contributed to the Unit’s perceived unusualness, and was not always universally accepted by academia, as policy engagement and academic research may not always sit comfortably together.
3) International approach: a major point was the approach to science and technology as global phenomena of wide geographical scope to be studied not just in the UK and urope, but also internationally in developing countries, particularly China.
4) Teaching: the Unit would be primarily a research institution, but it would also be contributing with SPRU teaching, delivered through existing Schools of study in the University (Campos 2016, 26).
Questa unit in funzione della sua rivendicata vocazione interdisciplinare, è in grado di attrarre studiosi e ricercatori provenienti da varie discipline. Da questo punto di vista sottolinea Briggs che, con il report dell’attività di ricerca del 1968, diventò chiaro che l’interdisciplinarità fosse il principio su cui si basava la SPRU: «They Bring out the intedisciplinarity of much of the Unit’s problem-centred work» (Briggs 1986, XVI). Nel report del 1971 viene affermato con chiarezza che il lavoro presso la unit era «problem- oriented rather then discipline-oriented» (ibidem). Una netta prevalenza dei membri della SPRU era indirizzata verso uno studio delle relazioni fra lo sviluppo economico e la ricerca tecnica e scientifica (in linea con quella che abbiamo definito la “seconda scuola di Edimburgo). A quanto riferisce Turchetti, in una sua conversazione con MacLeod, quest’ultimo avrebbe sostenuto che la SPRU della Sussex fosse stata formata dall’unione di membri d’orientamento sia marxista sia liberale (Turchetti 2016, 86)171.
170 L’autrice fa riferimento a Freeman, C. (1986) Policy Research for Science and Technology, in Blin-Stoyle Ivey, G. (a cura di) The Sussex Opportunity. A new University and the Future. Brighton, The Harvester Press, pp. 190-205.
171 Lo stesso Feyerabend passerà alcuni periodi presso la SPRU durante le sue fasi di scrittura di Against Method (Turchetti 2016, 86)
Fin dai primi anni di vita dell’unità di ricerca in questione vengono messi a punto una serie di programmi di ricerca interdisciplinari. A partire dal 1968 viene sviluppato il progetto di ricerca Scientific Activity Predictor from Patterns with Heuristic Origins (SAPPHO) grazie ad un finanziamento del Science Research Council. Il progetto era guidato dallo stesso Freeman e vi parteciparono molti fra i membri della SPRU. L’obiettivo era quello di analizzare in maniera comparativa le innovazioni tecnologiche sia di successo sia quelle infruttuose dal punto di vista commerciale al fine di comprendere secondo quali schemi procede l’innovazione scientifica e tecnologica (Rothwell et all. 1974; Campos 2016, 35).
Nel 1970 invece, grazie a una collaborazione della SPRU con l’Institute of Developpement
Studies della Sussex, viene steso un documento, su diretta richiesta delle Nazioni Unite,
riguardo il rapporto fra sviluppo economico, scienza e tecnologia noto come «Sussex Manifesto» (Cfr. The Sussex Group, 1970). Questo documento, pur essendo stato reputato inapplicabile dalle nazioni unite, ebbe comunque un notevole grado di influenza internazionale sulla sensibilizzazione politica riguardo il potenziale ruolo della scienza e tecnologia nello sviluppo.
Fra il 1971 e il 1979 è stato attivo anche il progetto di ricerca Social Technological
alternatives for the future (STAFF)172 coordinato da Marie Jahoada e Keith Pavitt173 (Campos
2016, 19). All’interno di questo contesto alcuni membri della SPRU contribuirono inoltre al dibattito innescato dal Meadows Report meglio noto come The Limits to Growth 174 in cui
veniva dimostrato che all’incirca nel 2030 il mondo avrebbe inevitabilmente esaurito le proprie risorse (Cfr. Sinclair 1973). Presso la Unit della Sussex, venne elaborata una lettura critica di questo report apparsa nel libro Thinking about the Future: A Critique of the Limits
to Growth di Sam Cole, Freeman, Jahoada e Pavitt. Per gli autori infatti il Meadows Report
non prendeva in considerazione sufficientemente il ruolo della tecnologia e dell’innovazione scientifica in questo processo (Campos, 2016,35-36). Il programma STAFF era strutturato intorno a degli studi basati su delle tecniche di previsione tramite l’utilizzo di simulazioni al computer e di innovativi approcci sia qualitativi (Ibidem) sia quantitativi (Cfr. Sinclair 1973). Una certa attenzione veniva prestata inoltre all’analisi dei rapporti fra tecnologia e società tale per cui:
172 Il progetto STAFF era stato finanziato tramite dei finanziamenti dei Social Sciences Research Council (guidato da Sinclair) e il Leverhulme Trust. I ricercatori coinvolti furono: Jahoda; Pavitt; Sam Cole; Ray Curnow; Ian Miles; Tom Whiston e altri (Campos 2016, 35; Sinclair 1973).
173 Pavitt diventerà direttore della SPRU nel 1984 alla fine del mandato di Freeman (Campos 2016, 19).
174 Si tratta di un report commissionato dal Club di Roma —un’associazione non-governativa composta da capi di Stato, scienziati, attivisti per i diritti civili, economisti etc— all’MIT. L’esito della ricerca venne presentato in un libro dal titolo The Limits to Growth a firma di D.H. Meadows; D. L. Meadows; J. Randers; W. W. Behrens III.
The main emphasis of the programme will be on “technology assessment” rather than on the extrapolation of existing technological trends. In it will try to avoid part of the bias implicit in much technological forecasting work and to link it much more intimately with social forecasting. The working on the programme will be a mixed team of social scientists and scientists, as with most of the Unit's other research work. The programme will not attempt the impossible task of accurate prediction of the future, but rather will try to identify and develop those methods forecasting which enable better-informed choices and decisions to be the systematic display of alternative futures. It would also hope to methods which would help to overcome the technocratic bias often in decisions on new technology (Science Studies 1971, 243).
Accanto a questi progetti, MacLeod riesce a valorizzare la storia e la sociologia della scienza che, come sottolinea lo stesso Briggs, erano di centrale importanza per tutta la Unit (Briggs 1986, XVI)175. A partire dal 1970 MacLeod istituì una sezione distaccata dalla SPRU (ma
comunque in stretto contatto con essa176) dal nome History and Social Studies of Science
Subject Group (HSSS)177 collocata nella School of Mathematical and Physical Sciences
(Outhwaite 2017, 152). Presso la HSSS venivano proposti dei corsi interdisciplinari (inizialmente solo di livello undergraduate, poi successivamente per graduate students) analoghi a quelli proposti presso la SSU di Edimburgo e finalizzati esplicitamente a colmare quel divario fra cultura umanistica e cultura scientifica.
"Our undergraduate programme is an attempt to help science students respond to the increasing demands made upon them within the context of scientific and technological change. The social dimensions of science are, we believe, critically important for at least three reasons. First, the enormous increase in national spending upon science and its derivatives has led to growing public concern that this money be wisely spent. This in turn has led to attempts to evaluate the causes of scientific growth and to develop criteria
175 Briggs citando il report di ricerca del 1967 sottolinea che: «There was, indeed, a continuing historical emphasis. ‘Whilst more of its work is focused on contemporary problems of science policy, it is also concerned with the historical evolution of scientific community, of its professional organisation and of de advisory and executive organs of government concerned with the formulation of science policy’. This essential historical dimension was vital both to the practical work of the Unit and also to Christopher Freeman himself, whose vision of the future encompassed a need to understand the past» (Briggs 1986, XVI).
176 Dal momento che la SPRU era stata fondata come unità di ricerca, i ricercatori al suo interno non avevano la possibilità di seguire studenti né di fare corsi (anche se in casi eccezionali era stato concesso). La HSSS dunque aveva la funzione di intermediazione fra la SPRU e gli studenti iscritti a quel corso di master proposto dal gruppo di MacLeod. Ringrazio vivamente Roy MacLeod per avermi e confermato la natura dei rapporti fra SPRU e HSSS.
177 Da notare che il primo nome della rivista fondata da MacLeod e Edge era lo stesso della Unit di Edimburgo. A partire dal 1974 invece prende il nome del gruppo di MacLeod presso la SPRU «With a change of owner, came a change of ‘brand-name’, and from 1974, Science Studies took the title of our subject group at Sussex, and became Social Studies of Science» (MacLeod 2003, 182)
against which to judge the allocation of resources to science. […].
A second factor is the growing realisation that 'science' is deeply implicated in what are becoming recog- nised as pressing human and social problems. Thus while it is possible to argue that in some sense science and technology have 'solved' certain economic problems-- at least in Western Europe and North America--there is no doubt that they are also instrumental towards very much less desirable ends, such as the production of weapons of unparalleled destructive power, pollution of the environment, and the creation of technological unemployment with all its attendant social costs. Problems of this type require urgent solution and many people believe that, if only as a first step, new types of conceptual and methodological analyses are required.
Thirdly, it is increasingly being argued that the science system is becoming increasingly powerful, not only in terms of sheer size, but also in terms of the difficulty of achieving popular control over modern scientific institutions which tend to rely upon skilled elites who alone possess necessary knowledge and understanding. Thus not only are individual scientific disciplines and the technological extensions becoming more esoteric, but the specialisation of such skills has led to a number of disturbing phenomena (NPPCS 1973b, 15-16).
Inizialmente la HSSS era composta solo dallo stesso MacLeod e da Brian Easlea178.
Quest’ultimo presso la Sussex propose sia dei corsi di «Art/Science» (Outhwaite 2017, 152) sia uno di An introduction to the History and Social Studies of Science (Easlea 1973). Nel primo di questi due, come si evince chiaramente dal nome, si cercavano di risolvere le problematiche di comunicazione fra le due culture. Nel secondo invece, veniva proposta un’ampia introduzione interdisciplinare alle ricerche che si stavano portando avanti nel campo S(T)S tramite la lettura incrociata di tesi classiche della storia, filosofia e sociologia della scienza179. Solo in un secondo momento a MacLeod e Easlea si unì anche Erik Millstone180
che venne integrato nell’HSSS come filosofo181.
La co-esistenza della SPRU e della HSSS permetteva di avere presso la Sussex entrambi i nuclei principali degli STS nella stessa università (quello della science policy e della SSK). Al
178 Easlea era un Ph.D. in fisica matematica (conseguito presso l'University College di Londra, con la supervisione del premio Nobel Niels Bohr). All'inizio degli anni '60, dopo aver ottenuto una serie di post-doc — — presso l’Istituto di Fisica Teorica a Copenaghen di Bohr e poi negli Stati Uniti presso l'Università di Pittsburgh— ottenne un posto in fisica teorica presso l’università della Sussex. Il confrontarsi con i problemi socio-economici e con i risvolti politici della scienza e della tecnica (come ad esempio la questione nucleare) lo portarono ad abbandonare la fisica teorica per dedicarsi ai Social Studies of Science partecipando al gruppo di MacLeod (Millstone 2012).
179 Anche in questo caso, come per la SSU, Kuhn assume il ruolo di pietra angolare rispetto cui metter in comunicazione le tre discipline coinvolte (cfr. Easlea 1973).
180 Millstone dopo un primo degree in fisica ha ottenuto tre differenti post-graduate in filosofia. 181 Ringraziamo Roy MacLeod per averci confermato questa ricostruzione in uno scambio personale.
contrario della SSU di Edimburgo però, la HSSS non giovò degli stessi finanziamenti, rimanendo dunque maggiormente marginalizzata (Outhwaite 2017, 152) all’interno del campo accademico inglese. Quest’ultima sarà infatti (re)incorporata a tutti gli effetti all’interno della SPRU a partire dal 1983 insieme ad altre realtà dell’università della Sussex come European
research Centre, Operation Research, e il Centre for international organisation (Campos
2016, 19). In pochi anni il gruppo della SPRU diventerà un punto di riferimento sia a livello nazionale sia internazionale nell’ambito della così detta science policy e negli innovation
studies riuscendo ad attrarre un numero crescente di ricercatori (figura 2).
Figura 2: numero dei membri della SPRU dalla sua fondazione al 2014. (immagine tratta da: Lang et