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Intervento 11.1: Attività di prevenzione rivolta alle persone

Nel documento Regione Campania (pagine 143-148)

Con Delibera della Giunta Regionale n.309 del 21 giugno 2011 è stato adottato il Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012, predisposto secondo indicazioni elaborate dalla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute. Al momento la Regione è stata certificata dal Ministero della Salute circa il raggiungimento del livello programmato degli obiettivi previsti dallo stesso piano per il 2010 e il 2011.

È stata approvata, in sede di Conferenza Stato-Regioni-PA, la proroga della vigenza del Piano Nazionale di Prevenzione 2010-2012 a tutto il 2013. Tale approvazione prevede la possibilità di rimodulazione parziale delle progettualità inserite nei Piani Regionali, tenuto conto delle criticità evidenziate nel triennio in corso. Inoltre è stato avviato l’iter per la stesura del Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018, che vede impegnate tutte le Regioni nella definizione dei contenuti.

Per promuovere la piena realizzazione delle progettualità inserite nel Piano stesso da parte delle AA.SS.LL. della Regione, presso l’AGC 20 “Assistenza Sanitaria” è stato istituito, con Decreto Dirigenziale n.115 dell’08.06.2012, un “Nucleo operativo Regionale di coordinamento, monitoraggio e

Sanità pubblica: valorizzazione manovre (€/mln)

2013 2014 2015

Sanità pubblica - -

-Attività di prevenzione rivolta alle persone - -

-Corso di formazione: declinare localmente il piano regionale di prevenzione,

monitorando e valutando i progetti - -

-Estensione e consolidamento dei programmi di screening oncologico di provata

efficacia - -

-Corso di formazione: comunicare la salute per realizzare il piano regionale di

prevenzione in Campania - -

-Ministero della Salute – CCM presso l’Istituto Superiore di Sanità, dai referenti regionali dei sistemi di sorveglianza sui comportamenti e stili di vita (PASSI, PASSI d’Argento, OKkio alla salute, HBSC), dai referenti aziendali individuati da ciascuna ASL per la realizzazione del Piano nel territorio di propria competenza. Al Nucleo operativo Regionale di coordinamento, monitoraggio e valutazione del Piano Regionale di Prevenzione è stato affidato il compito di individuare le maggiori criticità che hanno ostacolato la piena realizzazione degli obiettivi prefissati e la definizione dei compiti operativi del referente aziendale del PRP.

Il Nucleo Operativo Regionale di Coordinamento, Monitoraggio e Valutazione del PRP, in accordo al Decreto Dirigenziale n.115 dell’08.06.2012, con il quale è stato istituito, ha individuato le principali criticità che impediscono un’efficace realizzazione del PRP. Nella tabella che segue sono elencate in modo schematico le principali criticità riscontrate.

Tabella 48 – Criticità del PRP 2010-2013

Suggerimenti e proposte per il PRP 2014-18

1. Complessità del PRP 1.1 Eccessiva numerosità e frammentazione dei

progetti 1.1.2 Avviare i lavori per la rielaborazione del PRP 2014-18

2.1 Complessità della gestione del PRP nelle singole Aziende Sanitarie

2.1.1 Individuare operatori specifici per la gestione dei progetti nell’Azienda Sanitaria.

2.2.1 Istituire un Nucleo Operativo di Coordinamento Aziendale del PRP (NOA)

2.2.2 Produrre un Piano Aziendale della Prevenzione

2.2.3 Prevedere una conferenza annuale in cui i DD.GG delle Aziende Sanitarie si confrontino sui progressi del Piano nelle diverse realtà aziendali

3.1.1 Favorire nel PRP 2014-18 la sostenibilità dei progetti a livello aziendale e, quindi, regionale

3.1.2 Individuare a livello aziendale le risorse necessarie per assicurare la sostenibilità

3.1.3 Inserire nei sotto-piani elementi utili per favorirne fattibilità e sostenibilità nelle singole realtà aziendali

3.2 Necessità di prevedere operazioni di Monitoraggio e Valutazione per ciascun sotto-piano del PRP

3.2.1 Prevedere un Piano di Monitoraggio per ciascun sotto-piano del PRP

4.1.1 Comunicare ai DDGG, in tempo utile per un’efficace

programmazione, le modalità di acquisizione e di utilizzo delle risorse previste dal PRP, oltre che la loro entità e i tempi per poterne disporre 4.1.2 Definire criteri oggettivi di riparto del fondo destinato al PRP (dalla Conferenza Stato-Regioni e dagli obiettivi di piano) per le Aziende Sanitarie

4.2 Necessità di vincolare i finanziamenti al raggiungimento di specifici risultati

4.2.1 Individuare indicatori di performance dei progetti che consentano di verificare la potenzialità che il progetto ha di assicurare benefici concreti per i destinatari e per il sistema (pertinenza e sostenibilità) 4.3 Necessità di garantire la continuità delle attività di

prevenzione, favorendo una gestione appropriata delle risorse

4.3.1 Assicurare la continuità delle azioni tra un Piano e il successivo

4.4 Necessità di prevedere e mobilitare, a livello aziendale, le risorse disponibili nel medio periodo per garantire la sostenibilità di nuove linee progettuali

4.4.1 Si ritiene utile che, ancor prima di realizzare un nuovo progetto, i decisori aziendali prevedano la disponibilità di risorse necessarie per la continuazione delle attività anche dopo il termine cronologico del progetto stesso

5. Mandato istituzionale 5.1 Necessità di una committenza politico-istituzionale chiara ed esplicita

5.1.1 Si ritiene opportuno, tenuto conto dell’attuale contesto campano, che venga efficacemente ribadito ai decisori aziendali un mandato esplicito relativo alla necessità di favorire un’immediata ed efficace realizzazione del PRP

4. Criticità nella disponibilità, nell´utilizzo e nella gestione delle risorse

4.1 Garantire la certezza e la continuità delle azioni previste dal PRP, per favorire la fattibilità e la sostenibilità dei progetti, attraverso una migliore definizione delle modalità di erogazione delle risorse da parte della Regione, delle modalità di acquisizione e di utilizzo delle stesse da parte delle Aziende Sanitarie

3. Bassa efficacia dei progetti nel medio - lungo termine

Documento “Criticità del PRP 2010-2013”: una visione d’insieme

Criticità PRP 2010-13

2. Problemi di organizzazione e di governo dei progetti all´interno dell´Azienda Sanitaria

2.2 Difficoltà di contestualizzazione del PRP a livello locale

3.1 Necessità di assicurare la sostenibilità del Piano a livello delle Aziende Sanitarie

Per far fronte alle suddette criticità si ritiene necessario realizzare le azioni specifiche di seguito riportate.

garantire la certezza e la continuità delle azioni previste dal PRP, per favorire la fattibilità e la sostenibilità dei progetti, attraverso una migliore definizione delle modalità di erogazione delle risorse da parte della Regione, delle modalità di acquisizione e di utilizzo delle stesse da parte delle Aziende Sanitarie, dandone tempestiva comunicazione ai Direttori Generali, in tempo utile per un’efficace programmazione aziendale;

migliorare la gestione del PRP nelle singole Aziende Sanitarie attraverso l’individuazione di funzioni adeguate allo scopo;

migliorare il governo del PRP a livello regionale. E’ innanzitutto auspicabile che venga efficacemente condiviso con i Direttori Generali aziendali il mandato esplicito relativo alla necessità di favorire una tempestiva ed efficace realizzazione del PRP. A tale scopo è stato istituito il Nucleo Operativo Regionale di Coordinamento, Monitoraggio e Valutazione del PRP (Decreto Dirigenziale n.115 dell’08.06.2012);

istituzione di un Nucleo Operativo di Coordinamento Aziendale (NOA) del PRP che possa recepire, analizzare, traslare e contestualizzare le linee progettuali contenute nel PRP nella realtà epidemiologica, socio-economica, amministrativa e organizzativa di ciascuna Azienda Sanitaria. Al NOA, che ha le funzioni di attivare, coordinare, monitorare e valutare le attività aziendali proposte da PRP per assicurarne fattibilità e sostenibilità nel tempo, partecipano il Direttore Generale, gli esperti delle Aree Tematiche del PRP, il referente aziendale del PRP, il Direttore del Dipartimento di Prevenzione, i Direttori di Distretto, i rappresentanti dei MMG e dei PdF. Il NOA, che si riunisce trimestralmente e che si avvale della collaborazione di una segreteria organizzativa, si confronta su progressi e criticità del PRP a livello aziendale, discute sulla modalità di coinvolgimento dei principali Gruppi di Interesse sanitari ed extra-sanitari, formula proposte da inoltrare al Nucleo Operativo Regionale di Coordinamento del PRP al quale partecipa con il suo referente aziendale del PRP;

è necessario inoltre che la direzione strategica aziendale si doti di una propria funzione di sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, con esperienza e competenze in epidemiologia valutativa e/o clinica, con compiti di indirizzo e coordinamento dei sistemi di sorveglianza e degli interventi di prevenzione integrati, principalmente quelli discendenti da Guadagnare Salute, incluso la promozione di stili di vita sani e gli screening oncologici; i dirigenti titolari di tali funzioni nelle singole Aziende Sanitarie partecipano al Coordinamento Regionale dei Referenti per le Sorveglianze e la Prevenzione delle Malattie Croniche, a sua volta coordinato dall’OER;

è infine necessario che in ciascuna Azienda Sanitaria il NOA, preso atto delle indicazioni del PRP, produca un Piano Aziendale della Prevenzione. Tale strumento rappresenta un mezzo privilegiato non solo per gestire in maniera più sistematica e coordinata le attività di prevenzione, ma anche per promuovere a livello aziendale una “visione di piano” degli interventi di prevenzione; in tal modo ci si avvierebbe verso un superamento della frammentazione dei singoli progetti, al fine di creare un contesto culturale dentro il quale attori e Gruppi di Interesse -sanitari e non sanitari- possano efficacemente interagire e “promuovere la salute in tutte le politiche”. Il confronto intra-aziendale all’interno del Piano Aziendale della Prevenzione sarebbe, inoltre, il luogo ideale ove ideare interventi adeguati per la riduzione delle disuguaglianze in salute tra le diverse classi socio-economiche.

Azione 11.1.1: Corso di formazione: declinare localmente il piano regionale di prevenzione, monitorando e valutando i progetti

Per favorire una concreta ed efficace realizzazione del PRP, l’Osservatorio Epidemiologico Regionale, con il supporto del “Nucleo operativo Regionale di coordinamento, monitoraggio e valutazione del Piano Regionale di Prevenzione”, ha ideato e organizzato un percorso formativo per gli operatori delle ASL. Tale esperienza formativa, tuttora in corso di svolgimento, è caratterizzata da 6 incontri, della durata di 8 ore ciascuno, che si svolgono nel corso di 3 mesi; tali incontri teorico-pratici sono intervallati dalla realizzazione nelle singole aziende di progetti pilota inclusi nel PRP, tra i quali quelli relativi all’implementazione degli screening oncologici, in particolare l’avvio dello screening del colon retto.

Il corso, che rientra nel Progetto di assistenza alle regioni da parte del CNESPS per il PNP, è orientato a migliorare la qualità e l’efficacia degli interventi delle Aziende sanitarie per ciò che attiene alle azioni previste dal Piano di Prevenzione Regionale Campano, attraverso un miglioramento della performance della struttura sanitaria delle aziende. Il know-how che gli operatori acquisiscono durante l’esperienza formativa consentirà ai partecipanti di realizzare le seguenti azioni:

descrivere, sulla scorta dell’analisi di contesto ai livelli regionale e ASL, i problemi di salute target del PRP;

programmare interventi sanitari regionali, da attuare a livello aziendale, efficaci e partecipati da parte della popolazione destinataria a beneficiaria;

pianificare e realizzare il monitoraggio e la valutazione degli interventi, sia a livello regionale che aziendale, anche attraverso l’Istituzione di un Nucleo Operativo di Coordinamento Aziendale del PRP che, nel recepire il PRP, lo contestualizzi nella realtà locale in un Piano Aziendale della Prevenzione;

rimodulare il PRP campano, anche nella prospettiva della definizione del PRP 2014-18. Risultati Programmati

Realizzazione di un Corso di formazione “Declinare localmente il Piano Regionale di Prevenzione, monitorando e valutando i progetti” entro il 31.10.2013;

programmazione di interventi sanitari regionali, da attuare a livello aziendale, efficaci e partecipati da parte della popolazione destinataria a beneficiaria entro il 31.10.2013;

approvazione di un Decreto Commissariale per gli indirizzi operativi ed organizzativi alle Aziende sanitarie, con l’istituzione di un Nucleo Operativo di Coordinamento Aziendale del PRP (NOA) entro il 31.10.2013;

pianificazione e realizzazione del monitoraggio e della valutazione degli interventi, sia a livello regionale che aziendale, con rimodulazione del PRP campano entro il 31.10.2013.

Indicatori di risultato

Realizzazione di un Corso di formazione “Declinare localmente il Piano Regionale di Prevenzione, monitorando e valutando i progetti” entro il 31.10.2013;

rimodulazione del PRP campano entro il 31.10.2013. Responsabile del procedimento attuativo

Dirigente UOD Prevenzione e igiene sanitaria - prevenzione e tutela della salute negli ambienti di vita e lavoro

Azione 11.1.2: Estensione e consolidamento dei programmi di screening oncologico di provata efficacia

Tra le azioni comprese nel Piano regionale di Prevenzione 2010-12 vi sono quelle relative al consolidamento degli screening oncologici della sfera genitale femminile (mammella e cervice uterina), già attivi dall’inizio degli anni 2000, e l’estensione dello screening del colon-retto, per ora limitato a pochi territori della Regione.

Per quanto riguarda i primi due programmi, attualmente tutte le ASL della Regione hanno un programma attivo di screening, tuttavia la “copertura” reale della popolazione target è largamente insufficiente, seppure con rilevanti differenze interaziendali, sia se si considerano le persone raggiunte dal programma, sia se si tiene conto anche della quota di popolazione che accede volontariamente al di fuori degli stessi programmi (complessivamente circa la metà per la mammella e poco più della metà per la cervice).

Relativamente allo screening del colon-retto la situazione attuale evidenzia che il programma è attivo solo in 2 ASL su 7, con buoni risultati raggiunti in particolare in una di queste.

Le criticità principali riscontrate nel corso della valutazione del PRP da parte del Nucleo operativo Regionale di coordinamento, monitoraggio e valutazione del Piano Regionale di Prevenzione, riguardano fondamentalmente tre ordini di problemi:

criticità nella disponibilità, nell´utilizzo e nella gestione delle risorse: fino ad oggi le attività sono state vincolate alla disponibilità aziendale delle risorse previste per gli obiettivi prioritari del Piano Sanitario Nazionale e, a partire dal 2005, del piano regionale di prevenzione, ma i vincoli introdotti dal piano di rientro, principalmente con il blocco del turn over, hanno di fatto reso impossibile il reclutamento di personale dedicato;

problemi di organizzazione e di governo dei progetti all´interno dell´Azienda Sanitaria: l’offerta aziendale è risultata carente, oltre che per la scarsità di risorse umane (vedi punto precedente), anche per la scarsa definizione organizzativa;

problemi di organizzazione e di governo a livello regionale: le funzioni centrali hanno manifestato un carente livello di realizzazione delle attività previste, specie per quel che riguarda l’organizzazione di una adeguata campagna informativa. Inoltre alcuni problemi si sono riscontrati a livello dello sviluppo e della diffusione del sistema informativo regionale dedicato.

Pertanto devono essere predisposte specifiche iniziative per migliorare le performance dei programmi di screening oncologici mediante l’adeguamento della “capacità di produzione” intesa come adeguamento dei livelli e della qualità dell’erogazione degli stessi programmi.

L’osservazione che, all’interno della Regione, alcune realtà di ASL già ottengono risultati apprezzabili o francamente positivi rende evidente che l’obiettivo regionale debba rivolgersi prevalentemente alla omogeneizzazione della capacità di ottenere risultati operativi da parte di tutte le Aziende sanitarie affinché sia uniformemente riconosciuta la priorità del rispetto di tale LEA. Pertanto verranno realizzati, a cura dello specifico gruppo di Area Tematica previsto nel Nucleo operativo Regionale di coordinamento, monitoraggio e valutazione del Piano Regionale di Prevenzione, documenti di indirizzo, anche usufruendo delle migliori esperienze intraregionali e utilizzando strumenti di incentivo/disincentivo nei confronti delle Direzioni aziendali.

È necessario inoltre realizzare una reingegnerizzazione della organizzazione aziendale, all’interno del principio della sostenibilità evidenziando quindi la relazione tra modello organizzativo e uso delle risorse disponibili. A tale scopo potranno essere utilizzate esperienze condotte in altre Regioni.

Infine, allo scopo di migliorare il livello di governo centrale, si ricorrerà al supporto offerto alle Regioni da parte dell’Osservatorio Nazionale Screening. Sarà inoltre realizzata la partecipazione attiva al progetto coordinato da Age.Na.S. “Implementazione dei programmi di screening: analisi delle barriere e dei fattori facilitanti, modificabili e non” destinato alla individuazione delle criticità sia di governance che di programmazione operativa intraregionali.

Risultati Programmati

Approvazione protocollo di intesa con l’Osservatorio Nazionale Screening per il supporto operativo entro 31.10.2013;

adesione al progetto coordinato da Age.Na.S. “Implementazione dei programmi di screening: analisi delle barriere e dei fattori facilitanti, modificabili e non” entro il 31.10.2013;

realizzazione documenti di indirizzo regionali per il miglioramento delle performance dei programmi di screening aziendali, a cura dello specifico gruppo di Area Tematica previsto nel Nucleo operativo Regionale di coordinamento, monitoraggio e valutazione del Piano Regionale di Prevenzione, entro il 31.12.2013.

Indicatori di risultato

Realizzazione documenti di indirizzo regionali per il miglioramento delle performance dei programmi di screening aziendali, a cura dello specifico gruppo di Area Tematica previsto nel

Responsabile del procedimento attuativo

Dirigente UOD Prevenzione e igiene sanitaria - prevenzione e tutela della salute negli ambienti di vita e lavoro

Azione 11.1.3: Corso di formazione: comunicare la salute per realizzare il piano regionale di prevenzione in Campania

E’ in fase di organizzazione un seconda esperienza formativa teorico-pratica finalizzata all’acquisizione, da parte di operatori sanitari regionali e aziendali, di competenze specifiche in tema di comunicazione. Tale progettualità si è resa necessaria dal momento che il Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012 della Regione prevede la realizzazione di numerosi progetti basati su attività di comunicazione a varie tipologie di target (sanitari e non sanitari). Lo sviluppo e l’evoluzione dei Sistemi di Sorveglianza regionali e nazionali (OKkio alla Salute, HBSC, PASSI e Passi D’Argento), inoltre, per poter produrre la massima efficacia, necessitano di un’indispensabile fase di comunicazione dei risultati ai principali Gruppi di Interesse. L’esperienza formativa sarà realizzata da un’Agenzia di Comunicazione con consolidata esperienza nell’ambito della comunicazione per la salute e si gioverà della consulenza scientifica dell’ISS.

Le competenze principali che i partecipanti aziendali e regionali acquisiranno durante il corso, che si realizzerà nel corso dell’anno 2013, riguarderanno le seguenti azioni:

definire e realizzare piani di comunicazione;

valutare efficacia dei piani di comunicazione;

formare gli operatori ASL alla Comunicazione. Risultati Programmati

Realizzazione Corso di formazione “Comunicare la salute per realizzare il Piano Regionale di Prevenzione in Campania” entro il 31.12.2013;

rendicontazione PRP per certificazione ministeriale per gli anni 2012 e 2013 rispettivamente entro il 31.10.2013 e il 31.03.2014.

Indicatori di risultato

Realizzazione Corso di formazione “Comunicare la salute per realizzare il Piano Regionale di Prevenzione in Campania” entro il 31.12.2013;

certificazione ministeriale per gli anni 2012 e 2013 rispettivamente entro il 31.10.2013 e il 31.03.2014.

Responsabile del procedimento attuativo

Dirigente UOD Prevenzione e igiene sanitaria - prevenzione e tutela della salute negli ambienti di vita e lavoro

Nel documento Regione Campania (pagine 143-148)

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