2.2.1 ‘D ARE FORMA ’
4. A LTRI LESSEMI RELATIVI AL MODO DI GOVERNARE DELLA PROVVIDENZA
4.2 D ISPONO , DISPOSITIO
LESSEMI NR.
OCCORRENZE PASSI DATAZIONE
dispono 6 ord. 2,11: omnis uita stultorum ... per diuinam tamen p-am ... quasi quibusdam locis illa ineffabili et sempiterna lege dispositis nullo modo esse sinitur, ubi esse non debet.
fine 386- inizio 387 (Catapano)
Acad. 3,23: mundum istum nostrum aut natura corporum aut aliqua p-a sic esse dispositum.
nov. 386- mar. 387
s. 8,1: diuinamque p-am per cuncta diffusam et disponentem.
?20
en. Ps. 148,10: et inueniret quia totum dei p-a fit in terra; et miraretur disposita etiam membra pulicis.
prima del 41021
prou. dei 2: “quia omne ... quod p-a gubernatur, ordinatum oportet esse atque dispositum”.
412?
qu. 2,18: ueniunt [sc. causae] ex occulta p-a iustissima plane et sapientissima uniuersum quod creauit disponentis et administrantis dei.
419-421
dispositio 6 util. cred. 6: horum autem temporum uices atque ordinem mira quadam diuinae p-ae dispositione digestum atque conpositum longum est explanare.
391/392
en. Ps. 7,15: propterea diuinae p-ae etiam ista dispositio tribuenda est, non quia ipsa peccatores facit, sed quia ipsa ordinat cum peccauerint.
393-39422
Gn. litt. 5,22,43: cuius [sc. p-ae] extrema et exigua uideas tanta dispositione formari.
412-414
ciu. 11,1: ciuitatem dei dicimus ... quae non fortuitis motibus animorum, sed plane summae dispositione p-ae super omnes omnium gentium litteras omnia sibi genera ingeniorum humanorum diuina excellens auctoritate subiecit.
dal 412
corrept. 23: quicumque ergo in dei p-issima dispositione praesciti praedestinati uocati iustificati glorificati.
prima di
retr. (426-
427)
ep. 217,14: quidam non perseueraturi perseueraturis dei permissione uel prouisione ac dispositione miscentur.
dopo 416
Tabella 28 Attestazioni agostiniane di dispono e dispositio associati alle parole-chiave
Dispono presenta oltre 450 occorrenze agostiniane, dispositio è attestato invece più di
100 volte nel corpus agostiniano, dove compare anche il nomen agentis dispositor (3 occorrenze). Fra gli autori cristiani precedenti ad A., Tertulliano è quello in cui questi lessemi sono attestati con maggiore frequenza, in particolare in relazione a Dio23.
20 Drobner (2003, 98s.) opta per mantenere l’incertezza della datazione di questo sermone, ritenendo troppo deboli le prove finora apportate a favore delle diverse ipotesi di datazione.
21 Müller 1996-2002b, 824. 22 Dulaey 2009, 279.
150
Dispono significa ‘ordinare’, ma anche ‘separare’, ‘distinguere’ o ‘disporre in posizioni
diverse’ un oggetto composito (Lucr. 5,439: membraque diuidere et magnas disponere
partes; Aug. ord. 1,2: membra pulicis disposita mire atque distincte sunt)24: questo
verbo presenta infatti un uso specializzato in riferimento alle parole o ai concetti da organizzare in un discorso o in un’opera scritta25 (dispono e dispositio sono anche termini tecnici della retorica)26; il verbo si riferisce inoltre al tempo, alle situazioni o alle azioni27: con questa accezione prevale l’aspetto dell’intenzionalità e della volontà (‘disporre’, ‘decidere’, ‘progettare’). Dispositio designa sia il processo, l’actus
disponendi (‘progetto’, ‘piano’, ‘disegno’)28, sia il risultato di questa azione
(‘distribuzione’, ‘suddivisione’, ‘ordine’, ‘assetto’)29. Il verbo latino corrisponde a verbi greci come διατίϑημι, ϰαϑίστημι, διοιϰέω, οἰκονομέω30: analizzando le attestazioni del verbo latino nella Vulgata, si osserva che nella Bibbia dispono è traducente di una grande varietà di verbi greci, e decisamente vari sono anche i contesti in cui esso ricorre31; la stessa osservazione vale anche per il sostantivo che traduce invece διάθεσις, διαταγή, οἰκονομία32.
24 Th.l.L. V/1,1421,3ss., s.u. dispono.
25 Cf. Cic. Tusc. 1,3,6; Sen. epist. 89,1: ingens corpus eius [sc. philosophiae] in membra disponi; 14:
moralem eius [sc. philosophiae] partem primum incipiamus disponere; de orat. 3,137: libros confusos antea sic disposuisse; Th.l.L. V/1,1423,68ss., s.u. dispono.
26 Cic. inu. 1,9: dispositio est rerum inuentarum in ordinem distributio; Rhet. Her. 1,2,3; Quint. inst. 3,3,8.
27 Th.l.L. V/1,1425,56ss., s.u.; Sen. cons. Polyb. 6,4: ex tuo arbitrio diem disponere; epist. 16,3: uitam
disponit [sc. philosophia].
28 Cf. 4 Esdr 8,23: cuius [sc. domini] iussio fortis et dispositio terribilis; Tert. Apol. 17,27: dispositiones
... et uoluntates; adu. Marc. 2,27,3; Arnob. nat. 1,60: summi regis imperio et dispositione; Lact. inst.
1,13: consilia et dispositiones illius maiestatis aeternae; Act 7,53: accepistis legem in dispositionem
angelorum.
29 Dispono e dispositio rientrano quindi nel lessico dell’ordine. 30 Th.l.L. V/1,1420,69s.
31 Nella Bibbia dispono ricorre soprattutto nel Libro della Sapienza, dove traduce principalmente il greco διοικέω, riferito al governo universale (Sap 8,1; 15,1: ὁ θεὸς ἡμῶν ... διοικῶν τὰ πάντα; deus noster...
disponens omnia); al governo dei popoli (8,14: διοικήσω λαούς; disponam populos et nationes; cf.
tuttavia 9,12: disponam populum tuum iuste, traduzione di διακρινῶ τὸν λαόν σου δικαίως); al governo di Dio sull’uomo (12,18: διοικεῖς ἡμᾶς; disponis nos). Dispono corrisponde a διατάσσω in Sap 11,21 ( ... πάντα μέτρῳ καὶ ἀριθμῷ καὶ σταθμῷ διέταξας; omnia mensura et numero et pondere disposuisti), un versetto che si direbbe “manifesto” dell’ordine universale; a διατίθημι in Sap 18,9, dove designa l’atto di stabilire una regola o di prendere una decisione (anche testamentaria; questo valore specializzato accomuna διατίθημι e dispono): Lc 22,29 (κἀγὼ διατίθεμαι ὑμῖν καθὼς διέθετό μοι ὁ πατήρ μου βασιλείαν; et ego dispono uobis sicut disposuit mihi Pater meus regnum). Dispono rende anche διέπω (‘occuparsi di’, ‘guidare’, ‘governare’), riferito alla giustizia cosmica (Sap 9,3: διέπῃ τὸν κόσμον ἐν ὁσιότητι καὶ δικαιοσύνῃ ...; disponat orbem terrarum in aequitate et iustitia ...; 12,15) e οἰκονομέω: Ps 111,5: οἰκονομήσει τοὺς λόγους αὐτοῦ ἐν κρίσει ...; disponet sermones suos in iudicio ...
32 Dispositio traduce εὐδοκία in Ecl 33,14, versetto sul governo permanente del creatore sulle creature (πᾶσαι αἱ ὁδοὶ αὐτοῦ κατὰ τὴν εὐδοκίαν αὐτοῦ ...; omnes uiae eius secundum dispositionem eius); rende διάταξις di Ps 118,91 (τῇ διατάξει σου διαμένει ἡ ἡμέρα) nell’Itala (dispositione tua perseuerant dies),
151
Nel latino cristiano (da Tertulliano in poi), questi lessemi designano il piano salvifico di Dio e si avvicinano così al valore di dispenso e dispensatio33 (gr. οἰκονομέω; οἰκονομία)34. I passi agostiniani in cui dispono ricorre in associazione a una parola-chiave presentano tutti la diatesi passiva (a eccezione di s. 8,1 e di qu. 2,18 nei quali il participio disponens è riferito rispettivamente alla provvidenza e a Dio)35: questo rispecchia una tendenza generale di A., che preferisce le forme passive di questo verbo rispetto a quelle attive (il participio perfetto costituisce infatti ca. l’85% delle attestazioni totali). In A. dispono esprime soprattutto il processo attraverso il quale la volontà divina giunge alla sua realizzazione: il ruolo di Dio come soggetto agente è quindi un presupposto implicito, mai messo in discussione dall’autore36.
In Tertulliano il lessico della dispositio riveste un ruolo importante. Questi lessemi sono da lui usati spesso in contesto trinitario: piano cosmologico e piano teologico, creazione (adu. Hermog. 145: ad opera mundi disponenda) e storia (Apol. 18,4: qui saeculum certis temporum dispositionibus et exitibus ordinauit) si saldano nel segno della dispositio37. È la stessa dispositio divina, infatti, che crea dal nulla e guida le creature attraverso la loro storia, fino a ricondurle nuovamente al nulla (adu. Herm. 163: Ceterum omne ex nihilo constitisse illa postremo diuina dispositio suadebit, quae
omnia in nihilum redactura est). Il progetto salvifico di Dio completa l’azione divina
nell’universo e ne costituisce anche l’obiettivo (adu. Prax. 5,6: ab ipsa dei dispositione
qua fuit ante mundi constitutionem ad usque filii generationem). In Tertulliano il lessico
della dispositio non è mai associato a quello della provvidenza: la sua prospettiva è cristocentrica (è il Cristo-Logos a realizzare la volontà del Padre, la sua dispositio,
tradotto invece con ordinatio nella Vulgata. Nel Libro della Sapienza, dispositio ha valore soprattutto cosmologico e corrisponde a σύστασις (‘composizione’) in Sap 7,17 (σύστασιν κόσμου; dispositionem
orbis terrarum) e a θέσις (Sap 7,19: ἄστρων θέσεις; stellarum dispositiones = 7,29; cf. 4 Esdr 6,44).
Infine nella versione dell’Itala il sostantivo latino rende οἰκονομία (Eph 3,1: dispositionem dei gratiae; cf. Mar. Victorin. in Eph. 1,3,1), tradotto invece con dispensatio nella Vulgata. Cf. anche Ecl 19,18: in
omni sapientia dispositio legis (= LXII 19,20: ἐν πάσῃ σοφίᾳ ποίησις νόμου).
33 Müller 1996-2002a, 487ss. C’è una certa fluttuazione nell’uso di dispositio e dispensatio da parte degli autori cristiani, che del resto risale già alle versioni latine della Bibbia: v. n. precedente.
34 Michel 1954, 154s.
35 Per qu. 2,18, v. infra, s.u. occultus, 183s.
36 Schwarte 1996-2002b, 498. Solo Dio è infatti l’autore di una dispositio indipendente e autonoma, che si realizza soprattutto nella sua azione creatrice. A. sottolinea invece a più riprese la fragilità e la limitatezza delle dispositiones umane, perché qualsiasi progetto dell’uomo è soggetto alla direzione che Dio ha deciso di imprimere a quest’ultimo (ibid. 499s.): un’idea espressa in Pru 16,9: cor hominis disponet uiam
suam sed Domini est dirigere gressus eius.
152
appunto)38. Tertulliano distingue, infatti, fra una prima fase della creazione intenzionale e volontaria (interiore a Dio e, per così dire, “in silenzio”), e una seconda fase, in cui il suo progetto si realizza in modo concreto e la sua parola “si articola” nella materia39.
Dispono è usato in riferimento alla prima fase della creazione (con un forte accento
sull’aspetto della volontà e dell’intenzionalità): in sophia enim primo fecit, in qua
cogitando et disponendo iam fecerat (adu. Hermog 148)40.
L’estraneità dell’azione divina alla dimensione del tempo41 si lega al concetto della prescienza (adu. Marc. 2, 5,4: qui [sc. auctor omnium] uniuersa utique <et>
disponendo praesciit et praesciendo disposuit). Vedremo che A. compie un ulteriore
passo in questa direzione, richiamando il tema della predestinazione (corrept. 23). In Tertulliano, il lessico della dispositio ricorre infine in relazione al tema del giudizio (adu. nat. 1,19; resurr. 48) e della salvezza42, e si vedrà che in A. le dispositiones provvidenziali salvano i predestinati (corrept. 23), un concetto di cui non c’è però traccia nel passo tertullianeo.
Lattanzio è l’autore in cui si istituisce e si stabilizza la relazione fra il lessico della dispositio e quello della prouidentia43. In Lattanzio dispono e dispositio sono attestati soprattutto con valore cosmologico, in associazione al lessico dell’ordine (inst. 1,5,9: ab aliquo artifice disposita ordinata effecta sunt omnia; 2,5,15; 7,2,1; ira 10,41; 51), e al concetto di ratio (opif. 6,14; ira 10,38; 51; inst. 3,17,18; 7,3,25: mira dispositio
prouidentissimae rationis). Questi lessemi compaiono nell’ambito del confronto con le
posizioni antiprovvidenzialistiche, in particolare epicuree (inst. 3,17,17: si enim
prouidentia nulla est, quomodo tam ordinate, tam disposite mundus effectus est?; cf. epit. 1,3); un uso analogo a quello che A. fa in prou. dei 2 (v. infra, 153). Anche in
Lattanzio l’uso di dispositio è maggiormente caratterizzato dal punto di vista
38 Adu Prax. 16: omnem ordinem diuinae dispositionis per filium decurrisse. A questa concezione Tertulliano giunge innovando il concetto del logos stoico: v. Otto 1960, 182.
39 Adu Prax. 5: deus ... tacite cogitando et disponendo se cum quae per sermonem mox erat dicturus. Cum
ratione enim sua cogitans atque disponens sermonem, eam efficiebat quam sermone tractabat; cf. adu. Hermog. 145.
40 Cf. la distinzione agostiniana fra creazione esamerale creatio continua, alla quale si è accennato supra, s.u. administro, in partic. 77ss.
41 Resurr. 21: aeternae dispositiones eius [sc. dei] et uniuersales in omne hominum genus.
42 Tert. bapt. 8: eadem dispositione spiritalis effectus ... carni nostrae emergenti de lauacro post uetera
delicta columba sancti spiritus aduolat; cf. adu. Marc. 2,375: Tuus quoque deus quos saluos non facit utique in exitium disponit; resurr. 37: ut in spiritum disponeret statum salutis.
43 Cf. inst. 7,5,4: prouidentiam disponendi, rationem faciendi. La provvidenza si rende inoltre evidente attraverso la dispositio dell’universo (inst. 7,3,26: prouidentia summi dei ex dispositione rerum ...
153
dell’intenzionalità (cf. Lact. inst. 1,1,3: consilia et dispositiones di Dio, contrapposti alla
cogitatio umana; 2,16,14: dispositiones dei; 4,7,3). Inoltre, la dispositio divina è
stabilita sin dall’origine del tempo e si realizzerà con la venuta di Cristo (4,10,1; 26,2:
summus pater a principio disposuerit et quemadmodum cuncta quae gesta sunt ordinarit), anche in questo caso, quindi, il lessema si riferisce alla storia della salvezza.
Nella traduzione rufiniana del De principiis di Origene, dispositio esprime l’azione creatrice di Dio nell’universo (Rufin. Orig. Princ. 1,3,1: uniuersa creauit atque
diposuit; 3,3,5; cf. Orig. in Num. 14,2); la sua azione ordinatrice che si dispiega nel
tempo e nella storia (Orig. Princ. 1,2,12: per quem [sc. uigor quidam] inoperatur pater,
uel cum creat uel cum prouidet uel cum iudicat uel cum singula quaequae in tempore suo disponit atque dispensat). Nel De Principiis troviamo anche un riferimento al
concetto di prescienza divina, ma in relazione alla creazione “in potenza” (1,2,2: uirtute
praescientiae praeformata atque disposita [sc. creatura])44. In quest’opera, il lessico
della dispositio è associato soprattutto al tema della giustizia, intesa nei termini di un’equa (e ordinata) retribuzione secondo i meriti (1,8,1: omnia ... aptissimo et
iustissimo dei iudicio ordinata sunt et pro meritis disposita ipso iudicante et probante;
4; 2,9,8; cf. Rufin. Orig. in Rom. 8,11)45.
Nel lessico agostiniano dispono e dispositio si riferiscono soprattutto all’agire divino nella creazione e nella storia46. È stato osservato che in riferimento alla creazione, questi lessemi non hanno mai valore cosmologico, ma che A. li riferisce soprattutto all’uomo47. Per quanto riguarda i passi in cui questi lessemi sono attestati in relazione diretta con il lessico della provvidenza, questo dato sembra confermato solo in parte: benché sia netta la predominanza dell’uso di questi lessemi in riferimento all’essere umano, dispono e dispositio compaiono però anche in contesto cosmologico, per dimostrare, ad esempio, che l’azione della provvidenza si estende all’intero universo (prou. dei 2: omne ... quod prouidentia gubernatur, ordinatum oportet esse atque
dispositum; cf. Lact. inst. 3,17,17, cit. supra, 152)48 e che coinvolge anche gli aspetti
44 Un uso che ricorda quello tertullianeo (v. supra).
45 Cf. Sap 3,5: in paucis uexati in multis bene disponentur (LXII: ὀλίγα παιδευθέντες μεγάλα εὐεργετηθήσονται); 4 Esdr 7,17: disposuisti in lege tua quoniam iusti hereditabunt haec impii autem
peribunt.
46 Cf. Ecl 33,13:
quasi lutum figuli in manus ipsius plasmare illud et disponere; 4 Esdr 8,11: ut nutriatur id quod plasmatum est usque in tempus aliquem et postea dispones eum tuae misericordiae.
47 Schwarte 1996-2002b, 501.
154
più insignificanti del cosmo (Gn. litt. 5,22,43: extrema et exigua uideas tanta
dispositione [sc. prouidentiae] formari; en. Ps. 148,10: disposita ... membra pulicis)49. È
altrettanto vero, tuttavia, che queste affermazioni di carattere cosmologico sono formulate in una prospettiva antropologica, perché hanno la funzione di dimostrare che l’azione divina si estende anche alle res humanae e che la provvidenza è in grado di ricondurre il negativo entro un disegno positivo (cf. en. Ps. 7,15: diuinae prouidentiae
etiam ista dispositio tribuenda est, non quia ipsa peccatores facit, sed quia ipsa ordinat cum peccauerint; cf. Apul. met. 9,1: prouidentiae ... dispositio). In ambito sia pagano
che cristiano, sono numerosi gli esempi del valore cosmologico di questi lessemi, alla base del quale è prevalente il concetto di ordine50. A. si concentra sulla dispositio di ciò che è inferiore o negativo, come ad esempio le anime o le uitae degli stulti: per diuinam
... prouidentiam necessario rerum ordine includitur [sc. uitam stultorum] et quasi quibusdam locis illa ineffabili et sempiterna lege dispositis nullo modo esse sinitur, ubi esse non debet (ord. 2,11)51. Il riferimento ai loci dispositi ricorda i τόποι di Plotino
(3,2,17)52, ai quali devono adattarsi (ἐναρόττουσιν) le diverse anime: la giustizia consiste infatti nell’occupare il posto più adatto a ciascuno, contribuendo così all’armonia dell’insieme53. In questo passo, dispono è dunque caratterizzato in senso filosofico e rimanda all’idea di una relazione razionale fra le parti di un insieme e al concetto di armonia54.
49 Cf. Sen. epist. 121,22: quanti operis sit fila disponere (della tela del ragno); con una differenza nell’uso della diatesi, attiva di Seneca e passiva in A., che sottolinea così il fatto che Dio sia il soggetto agente. 50 Negli autori pagani dispono e dispositio esprimono spesso l’ordine dei fenomeni o degli elementi naturali (v. e.g. Lucr. 5,680s.; Sen. benef. 6,23,3; nat. 1,13,1: nubes fors aliqua disposuit; 2,1,3; 2,46,1; 3,22,1; 3,30,3; 5,18,1; 5; epist. 16,5; Manil. 2,71; 790; [Apul.] Ascl. 40; Chalc. comm. 1,29; 30; 1,130:
stellas disposuisse; 2,354: deus disponens et ordinans immortale hoc sensilis mundi); ma anche quello
delle cose umane (cf. Sen. epist. 78,7, cit. infra, n. 60); cf. Tert. Apol. 11,19; 17,1; adu. Herm. 154 (sulla
dispositio con cui Dio separa il cielo dalle acque: la dispositio consiste quindi in un atto ordinatore e
distintivo: cf. ibid. 158); Lact. inst. 7,7,8.
51 Per il nesso ineffabili et sempiterna lege, cf. Cic. rep. 3,33: lex et sempiterna et inmutabilis; oltre a riprendere sempiternus, A. mantiene il prefisso negativo di inmutabilis, variando l’aggettivo ciceroniano con ineffabilis di sapore platonizzante e successivamente cristiano: v. infra, cap. II, s.u.
52 Doignon 1997, 197, n. 44.
53 Il passo si conclude con la celebre immagine del boia, che riveste anche esso un ruolo importante all’interno della città ben governata; cf. Aug. diu. qu. 53,2, che contiene forse un riecheggiamento di questa metafora.
54 Il riferimento a dispono in associazione al tema della legge e della provvidenza è anche in Apuleio, anche se l’uso apuleiano è incentrato sul concetto di cura e protezione divine, piuttosto che sulla struttura ordinata dell’universo; v. Apul. Plat. 1,12: natura etiam mortales eos, qui praestarent sapientia ceteris
terrenis animantibus, ad aeuitatem temporis [s]e<di>dit fundatisque legibus reliquarum dispositionem ac tutelam rerum, quas cotidie fieri necesse est, diis ceteris tradidit [sc. summus exsuperantissimusque deorum omnium].
155
In s. 8,1, dispono mantiene un valore cosmologico (è usato per dire l’ubiquità della prouidentia), ma questa volta la sua matrice è biblica (diuinamque prouidentiam
per cuncta diffusam et disponentem, ut dictum est, suauiter omnia cum attingit a fine usque in finem fortiter): dispono compare infatti in una parafrasi di Sap 8,1b (Vulg.: adtingit enim a fine usque ad finem fortiter et disponit omnia suauiter; cf. LXII:
διατείνει δὲ ἀπὸ πέρατος ἐπὶ πέρας εὐρώστως καὶ διοικεῖ τὰ πάντα χρηστῶς)55. Il soggetto del versetto è naturalmente la sapientia, sostituita qui da A. con prouidentia. Nel testo biblico, il corrispondente greco del nostro verbo è διοικέω (sul quale v. supra,
s.u. administro)56.
Il tema della creazione come atto extra temporale57 comporta il problema della predestinazione58. La grazia di Dio è donata sin dall’eternità e rientra nel progetto provvidenziale, perché Dio conosce in anticipo le anime di coloro che nasceranno (corrept. 23: quicumque ergo in dei prouidentissima dispositione praesciti praedestinati
uocati iustificati glorificati sunt ... nondum nati, iam filii dei sunt, et omnino perire non possunt)59.
Dispono e dispositio presentano inoltre numerose attestazioni agostiniane in
riferimento alla storia della salvezza. A. contrappone il tempo di Mosè a quello di Cristo; l’armonia fra Antico e Nuovo Testamento è frutto di un ‘disegno’ (dispositio) della provvidenza (util. cred. 6: horum autem temporum uices atque ordinem mira
quadam diuinae prouidentiae dispositione digestum atque conpositum). Anche in ciu.
11,1 è presente il concetto di ordine, implicito in dispono e dispositio, ma è forte anche l’aspetto dell’intenzionalità60. La superiorità (secondo una concezione gerarchica e
55 Sull’uso agostiniano di questo versetto in relazione al tema della provvidenza, v. infra, 283ss.
56 Quello della Sapienza è il libro della Bibbia in cui dispono e dispositio ricorrono con maggiore frequenza. Questo dato è probabilmente coerente con l’influsso filosofico ed ellenistico di cui risente il lessico di questo testo. Dispono ricorre anche in Sap 11,21 (Vulg.: ...omnia mensura et numero et pondere
disposuisti; cf. LXII: ... πάντα μέτρῳ καὶ ἀριθμῷ καὶ σταθμῷ διέταξας), un altro versetto di importanza
cruciale per la riflessione agostiniana, sulla cui interpretazione v. Beierwaltes 1995, 243-262.
57 Corrept. 23: iam fecerit deus, quae iam ut fierent ex aeternitate disposuit. Ideo de illo dicit et propheta
Isaias: “qui fecit quae futura sunt” [Is 45,11].
58 Il problema della predestinazione costituisce uno degli aspetti più complessi del pensiero di A. La bibliografia sull’argomento è vastissima. Su questo problema, ci limitiamo a ricordare Drecoll 1999 e Lettieri 2001 e a rimandare a Drecoll 2004-2010, 236-242 per una prima ricognizione bibliografica sull’argomento.
59 Cf. doctr. chr. 3,49: in dispositione ac praedestinatione dei.
60 L’accento sulla intenzionalità nel processo della dispositio è evidente già in Sen. prou. 5,7: quantum
cuique temporis restat prima nascentium hora disposuit; epist. 78,7: sic nos amantissima nostri natura disposuit, ut dolorem aut tolerabilem aut breuem faceret; Apul. met. 9,1: nec consilio … diuinae
156
verticale dell’ordine) della città celeste non è casuale ma determinata da una dispositio (‘decisione’, ‘piano’) della provvidenza (ciu. 11,1); infine l’aspetto della volontà divina, finalizzata al mantenimento dell’ordine, emerge anche da ep. 217,14.
4.3GERO
Il primo significato di gero è quello di ‘portare’, anche su di sé (‘avere’ in sé, ‘assumere un incarico’); da cui deriva il valore di ‘fare’, ‘compiere’ (cf. res gestae), che consiste sia in un’esecuzione sia in una direzione o governo (cf. Rufin. Orig. in Gen. 3,2: nihil
sine prouidentia eius [sc. dei] geri). Il verbo gero presenta quindi uno spettro semantico
vicino a quello di ago, con usi in parte simili a questo verbo.
LESSEMI NR. OCCORRENZE
PASSI DATAZIONE
gero 4 mus. 6,30: nescientes quid de nobis diuina p-a pulchrum gerat.
aut. 388-fine 390
uera rel. 45: ipsa quoque animae medicina, quae diuina p-a et ineffabili beneficentia geritur gradatim distincteque pulcherrima est.
388-391
agon. 15: et temporalia praeterita et futura, quae pro salute hominum gessit et gestura est aeternitas diuinae p-ae.
poco dopo 395/397
en. Ps. 31,2,18: si casibus reguntur homines, nulla p-a aliquid geritur.
41361
Tabella 29 Attestazioni agostiniane di gero associato alle parole-chiave
In mus. 6,30 gero ha il significato di ‘fare’62 (o più precisamente di ‘generare’) la bellezza a partire da noi stessi (de nobis), di ‘portare’, cioè, a un cambiamento di stato. Questo modulo espressivo corrisponde a quello di uera rel. 75 (quamuis ipsi nesciant,
quid de se agatur boni; cf. en. Ps. 9,20: de peccatis eorum [sc. haereseon] diuina operatur prouidentia; Gn. adu. Man. 2,42: quae de illo [sc. diabolo] bene facit). Il
modulo agi / geri quid ... de esprime pertanto la facoltà della provvidenza di trasformare il negativo in positivo, integrandolo entro l’ordine complessivo dell’universo.
In en. Ps. 31,2,18 e agon. 15, gero si avvicina invece al valore di ‘dirigere’, ‘governare’. Nel primo passo, infatti, gero varia l’antecedente rego nell’ambito della consueta antitesi tra caso e provvidenza: il governo dell’universo da parte della prouidentiae fatalis dispositio subuerti uel reformari potest; Chalc. comm. 2,160: omnia certe ex initio disposita atque decreta sunt; 163.
61 Dulaey 2011, 321.
157
provvidenza (espresso da rego) è negato a vantaggio del caso; A. esprime così una delle posizioni degli impii enumerate in questo passo. In agon. 15, invece, A. pone l’accento sull’eternità dell’azione governatrice della provvidenza63, finalizzata alla salvezza (cf.