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I Kaminska, My life cit., p 29.

I. Lo spazio del teatro

59. I Kaminska, My life cit., p 29.

60. «L’eccellente Estera [sic] Kamin´ska, artista di fama europea, è al momento impegnata in una tournée nel Regno di Polonia. La celebre attrice tragica ebrea è accompagnata dai migliori artisti ebrei del Regno. Il repertorio della compagnia

Lo spazio del teatro

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all’allestimento di Nora, andato in scena al Teatro Panteon, il critico Józef Dunkelblum prese in esame sia la traduzione del dramma ibseniano, sia il lavoro degli attori, concentrandosi in particolare su quello della giovane Ida, che interpretava la protagonista. A giudizio del recensore, dal punto di vista linguistico l’adattamento yiddish non affondava appieno nel nucleo del dramma, anche a causa dell’utilizzo eccessivo di espressioni tedesche in luogo di termini yiddish ben più pre- gnanti, ma questi difetti perdevano consistenza in virtù del dettato di Ester Rokhl: «Quando ascoltiamo il fluire del suo

jargon scenico ci diventano più cari i suoni di quel mame-loshn

che rinneghiamo e del quale, purtroppo, ci vergogniamo». Il critico passava poi a commentare l’interpretazione di Ida, fornendoci così la prima descrizione del suo lavoro di attrice:

Ida Kamin´ska ha talento. Nonostante la creazione di un personaggio così complesso richieda una competenza non comune, una conoscenza scrupolosa dei recessi più profondi della scena, un’intelligenza e un’intuizione artistica straor- dinarie, si può affermare con sicurezza che ha superato con successo questa prova, portando il carico sulle sue giovani spalle senza soccombere sotto tale zavorra. In verità sono mancate al suo personaggio, soprattutto nelle prime scene, la pura innocenza e la bontà d’animo della bambola, e a trat- ti dava l’impressione di una donna subdola, cattiva e corrot- ta, eppure ha avuto molti momenti ottimi. Soprattutto nella scena frivola e capricciosa del gioco con i propri bambini si è rivelata un’artista a tutto tondo. Nell’atto secondo, poi, è stata eccellente. Con profondo gusto artistico ed eccezio- nale finezza ha reso la sua lotta interiore, al contempo così si compone di ottime opere di drammaturghi ebrei ed europei. Due settimane fa, a Lublino, abbiamo avuto l’opportunità di ammirare questo talento dono della grazia divina che da tempo è Estera Kamin´ska. Siamo stati rapiti, inoltre, dalle spiccate capacità artistiche della signorina Ida Kamin´ska. Anche gli altri com- ponenti della troupe si sono dimostrati all’altezza del compito. Siamo usciti da questi spettacoli appagati dal punto di vista estetico e ammirati nei confronti del teatro yiddish, che ha già raggiunto un così alto livello». M. Goldsztajn, O teatr-

ze z·ydowskim, «Mys´l Z·ydowska», 21, 1917, cit. in Stefan Kruk, Teatralia w lubelskiej «Mys´li Z·ydowskiej», in Aa. Vv., Teatr Z·ydowski cit., p. 385. Il giornale annunciò che

la compagnia di Ester Rokhl, considerata l’accoglienza entusiastica, avrebbe fatto ritorno a Lublino nel mese di ottobre con L’eterno errante di Osip Dymov, un’allego- ria delle peregrinazioni della diaspora, e Dio di vendetta di Sholem Asch, ambien- tato in un bordello. Poiché per allora il settimanale fu costretto a interrompere le pubblicazioni, è difficile stabilire se queste repliche abbiano avuto luogo.

30 Indomita yidishe mame. Ida Kaminska e la sua famiglia teatrale

esteriore, la schiacciante insicurezza, lo smarrirsi nelle con- getture, il dibattersi dell’anima tra diritto e responsabilità.61

Dunkelblum proseguiva poi analizzando le imperfezioni vo- cali di Ida e lanciando un appello affinché la giovane con- tinuasse a lavorare su se stessa non soltanto da autodidatta, ma affidandosi allo sguardo esterno di uno scrupoloso artista- pedagogo.

L’organo un po’ debole della sua voce, privo di una colo- ritura metallica nell’ultimo atto, quando la bambolina si tra- sforma in una donna che annuncia parole d’emancipazione, in realtà non funzionava. […] Del talento di Ida Kamin´ska dovrebbe prendersi cura lo sguardo attento di un regista. La sua recitazione, che si regge su un talento innato, soffre l’assenza di alcuni indispensabili suggerimenti da parte di un artista-pedagogo e di una scuola, in molti casi davvero auspicabile. È un peccato spingere quel talento in acque im- petuose, senza un’adeguata preparazione. Lo sguardo vigile della sua grande madre non è sufficiente. Ida Kamin´ska ha in sé la scintilla del talento concesso dalla grazia divina. Non permettete che questa piccola scintilla resti sotto la cenere. Datele la possibilità di lavorare su di sé affinché da questa scintilla divampi un fuoco, che un giorno illuminerà con un bagliore dorato […] un periodo felice per lo sviluppo del teatro yiddish.62

Nello stesso anno, proprio per approfondire la formazione al di fuori dell’ambiente familiare, Ida decise di trasferirsi tem- poraneamente a Vienna, dove confidava di maturare qualche esperienza lavorativa in ambito teatrale e cinematografico. La capitale dell’Impero austro-ungarico, ricca di teatri e gal- lerie d’arte, esercitò un grande fascino sulla giovane attrice; non altrettanto si può dire per il teatro yiddish del quartiere ebraico che, paragonato agli altri teatri di Vienna e Varsavia, produsse in lei un’impressione desolante:

C’era una hall sporca, senza alcuna separazione tra la sala teatrale e il ristorante, dove la gente sedeva e chiacchierava a voce alta durante lo spettacolo. Si sentiva in continuazione 61. Józef Dunkelblum, Wyste˛py Idy Kamin´skiej ( Teatr Panteon). „Nora”, dramat Ibsena

w 3 aktach, «Mys´l Z·ydowska», 19, 1917, cit. ivi, p. 384.

62. Agli occhi di un altro recensore il lavoro della compagnia, accolto con grande