• Non ci sono risultati.

La politische Bildung nella Repubblica Federale Tedesca

1.5. EDUCAZIONE CIVICA E POLITISCHE BILDUNG

1.5.5. La politische Bildung nella Repubblica Federale Tedesca

Molto diversa è la realtà dello stato di questa disciplina in Germania; si ricordi a tal proposito quanto espresso sopra riguardo alla solo apparente equivalenza traduttiva tra educazione civica e politische Bildung. Si osservi inoltre come la denominazione della disciplina nella lingua tedesca rifletta le diverse tappe della sua storia all’interno dei sistemi educativi: da Heimatkunde e successivamente Gemeinschaftskunde e Sozialkunde nella Repubblica Federale di Germania; da Bürgerkunde e Staatsbürgerkunde in Austria, per arrivare infine alla politische Bildung, denominazione indicativa dell’evoluzione della disciplina e delle sue finalità, che si afferma in Germania dagli anni ’50108 (ma solo dagli anni ’70 in tutti i Länder) e in Austria dagli anni ‘70109. Come fa notare Sander110, le precedenti denominazioni della disciplina facevano riferimento ad un tipo di insegnamento finalizzato ad un adeguamento dei discenti alle strutture politiche del loro Paese; pertanto si ritiene che la nuova denominazione sia in sé indicativa di quella tendenza che ha portato allo spostamento dell’attenzione dallo Stato al cittadino.

107 Cfr. Wolf 1998, pag. 145.

108 Ibidem, pag. 109 e segg.

109 Ibidem, pag. 15, pag. 24 e pag. 28.

52

Il programma di rieducazione imposto alla Germania dagli alleati occidentali dopo il 1945, portò ad un inserimento nelle scuole tedesche delle tematiche relative alle regole e ai valori della convivenza democratica, che fu precoce rispetto a quanto avvenne in altri Paesi europei, tra cui appunto l’Italia che anzi, come si è visto sopra, ancora nel ’58 rivelava delle carenze a tal riguardo nel suo sistema educativo. In Germania la politische Bildung viene introdotta nella Oberstufe111 del sistema scolastico nel 1960 in seguito ad un accordo, Saarbrücker Vereinbarung, e viene ben presto intesa, già dai primi anni ’60, innanzitutto come disciplina autonoma, pertanto con una propria didattica, e in secondo luogo anche come strumento per il miglioramento delle condizioni sociopolitiche, tramite l’esercizio di quelle abilità di giudizio autonomo, di confronto e di dialogo - peraltro realizzabili solo nella democrazia e nel rispetto dei diritti umani - che ancora una volta si riconducono alla Mündigkeit112. È proprio questa associazione all’obiettivo della Mündigkeit che libera il campo dell’insegnamento della politische Bildung nella scuola tedesca da ogni timore di indottrinamento e di condizionamento partitico dei discenti. Che questi ultimi possano giungere nel loro giudizio politico sulle questioni poste a conclusioni e opinioni diverse dagli insegnanti, è una eventualità implicita nel concetto stesso di Mündigkeit: si ritiene che anche per questo l’inserimento nella scuola della disciplina in questione non ha dovuto scontrarsi con timori e diffidenze che invece in altri Paesi, tra cui senz’altro l’Italia, ne hanno ostacolato non solo il consolidamento e il riconoscimento come disciplina autonoma, ma anche l’estensione a contenuti più specificamente politici, come si è visto sopra113.

Nel frattempo viene fondata nel 1952 la Bundeszentrale für Heimatdienst, che nel 1963 diviene Bundeszentrale für Politische Bildung, istituzione in seno al Ministero degli Interni, tuttora punto di riferimento per tutte le questioni legate a questo ambito nella ricerca e nelle pubblicazioni, nelle iniziative, nei finanziamenti.

111 Oberstufe si riferisce a quella tappa del percorso scolastico in Germania che va dal decimo anno di età (conclusione della scuola elementare) all’assolvimento dell’obbligo scolastico.

112 Cfr. Sander 2007, pag. 17.

113 Negli anni tra il 1960 e il 1970 la disciplina in Germania acquisì una maggiore scientificità e si dotò del necessario impianto didattico, che ne traducesse i valori e i principi fondamentali nella prassi scolastica, ibidem.

Date queste premesse è stato possibile in Germania uno sviluppo della politische Bildung pure nel senso di una professionalizzazione114 della disciplina, cioè di un approfondimento su basi rigorosamente scientifiche, non soggette al condizionamento di opinioni partitiche o di giudizi discrezionali in genere115. Alla professionalizzazione nonché ad una definizione precisa degli obiettivi a livello nazionale si giunge in Germania tramite il “Beutelsbacher Konsens” del 1976, esteso solo dopo il 1989 anche alla Germania Est: in questo documento si stabiliscono con chiarezza alcuni punti fondamentali nell’insegnamento della politische Bildung, come appunto la Mündigkeit dei ragazzi quale obiettivo finale, con l’implicita autonomia di giudizio e di scelta, ma soprattutto il nuovo principio della Kontroversität116, per cui ciò che nella realtà è contraddittorio e controverso tale deve rimanere nella lezione di politische Bildung, come di economia, di storia o di qualsiasi altra disciplina. Il principio della Kontroversität, dell’accettazione di un pluralismo di idee, non si traduce tuttavia in un relativismo dei valori, non investe infatti quei valori fondamentali che in una democrazia devono essere condivisi, unanimemente accettati: i diritti fondamentali dell’uomo, la sovranità del popolo, lo Stato di diritto, lo Stato sociale, la divisione dei poteri, il sistema di governo parlamentare, la legalità dell’amministrazione, il principio del pluralismo dei partiti, il diritto all’opposizione, libere elezioni, protezione delle minoranze117. Gli anni ’70 videro il consolidamento di un’impostazione didattica della disciplina, che è rimasta fino ai giorni nostri118.

Il Beutelsbacher Konsens viene formulato principalmente per la scuola ma si basa su principi validi anche in contesti extrascolastici; questo documento getta quindi le basi per un’educazione civica che vada oltre i compiti e gli obiettivi della scuola, riconoscendo il ruolo di questa disciplina in tutti gli ambienti. La professionalizzazione della politische Bildung fuori dall’ambiente scolastico risulta

114 Cfr. Sander 2007, pag. 17: l’autore si sofferma specificamente sulla Professionalisierung della

politische Bildung.

115 L’introduzione della disciplina in tutti i Länder si completò tuttavia solo nel 1970; i primi Länder furono la Baviera e l’Assia, cfr. Wolf 1998, pag. 106.

116 Cfr. Grammes 2007, pag. 126: l’autore descrive la Kontroversität o Kontroversprinzip.

117 Cfr. Grammes 2007, pag. 129.

54

molto più difficile, perché l’eterogeneità dei destinatari rende difficile le scelte didattiche, a loro volta strettamente connesse alla dimensione scientifica della disciplina. Sulla base del Konsens si può tuttavia evitare, come già visto in ambito scolastico, l’indottrinamento, per portare anche la popolazione adulta ad una capacità di scelta e giudizio autonomo, esercitata per un senso di responsabilità, di partecipazione attiva alla vita democratica. Questo implica una professionalizzazione anche dei docenti della disciplina, sia in ambito scolastico che extrascolastico, un aspetto che in altri Paesi, e in modo particolare in Italia, non è mai stato approfondito; non c’è infatti in Italia una formazione degli insegnanti mirata a questo. Tuttavia solo dagli anni ’90 ha cominciato a svilupparsi in Germania una didattica dell’insegnamento della politische Bildung in contesto extrascolastico, in tempi quindi relativamente recenti rispetto alla tradizione scolastica della disciplina. Nel ’97 è stata fondata la rivista “Journal für politische Bildung” e nel ’99 la GPJE, “Gesellschaft für Politikdidaktik und politische Jugend- und Erwachsenenbildung”, una società che si prefigge esplicitamente di approfondire i temi della didattica della disciplina in questione in campo extrascolastico; essa ne ha fissato degli standard minimi di conoscenze e abilità, Demokratiekompetenzen, che dovrebbero essere in possesso di tutti a livello nazionale. La fondazione di questa società ha incentivato la ricerca e si pensa ora di costituire una struttura professionale preposta all’organizzazione di corsi di studio extrascolastici.

Per completare il panorama della situazione in Germania a tal riguardo vanno citati anche il “Darmstädter Appell” e il “Münchner Manifest”, entrambi del 1996: qui viene ulteriormente ribadito l’impegno a dare un nuovo impulso all’insegnamento di questa disciplina nelle scuole, considerando in modo particolare i cambiamenti nella realtà sociale e politica del Paese.